Mimmo & Greg

Mimmo & Greg
Grazie Mariangela, grazie Mimmo!

martedì 31 dicembre 2013

AUGURI!

                                   
                                 BUON ANNO DA FOLGORATA 

a chiunque si affacci qui. In particolare, alla mia fonte di ispirazione, auguro di continuare a divertirsi con la sua musica, di provare ancora, grazie ad essa, belle sensazioni ed ancora di suscitarle, di colpire al cuore, con la sua voce e il suo pianoforte, persone che ancora non hanno avuto la gioia di conoscerlo. 

Prima o poi avrò qualcosa di nuovo da scrivere: forse già domani, chissà.

                                             AUGURI!

sabato 21 dicembre 2013

E TU, COSA CANTERAI?


Oiseau de nuit un peu moqueur,
Faiseur de pluie, parfois menteur.

Georges Moustaki, Les Musiciens

Stasera si farà festa, nel locale torinese che è nel cuore di molti: si saluterà l'inverno e ci si scambierà gli auguri di Natale, e si renderà omaggio, sul palco, all'artista con i capelli scomposti e la barba bianca, quello che tanti ricordano per Lo straniero (Le métèque, in francese, che meglio rende il senso del termine rispetto a quello italiano) o per Milord, ma che ha una ricca e longeva produzione. Un gruppo di dieci artisti - e Mimmo è tra questi - tra cui una band, stasera, canterà le sue canzoni. In casi come questo è interessante vedere come un artista rende e fa proprie canzoni di un altro. Credo ci sia molto spirito di amicizia in quello che accadrà stasera. Sarà sicuramente uno di quei momenti che passerà negli annali del locale, un giorno da ricordare. 


Georges Moustaki, che si era esibito in giro per il mondo davanti a pubblici sterminati, così racconta la particolare emozione di cantare al FolkClub.

...ho suonato nella piazza principale di Madrid dopo la caduta di Francisco Franco. Di fronte a un milione di persone, un’emozione grande, ma cerebrale: ti dicono che hai un milione di persone davanti, ma non le vedi. Qui al FolkClub, invece, sono non più di 200 per volta, ma li guardi tutti negli occhi, non c’è paragone!



martedì 10 dicembre 2013

UN POSTO VICINO A CASA



Questo locale, dove si può andare per sentire musica e mangiare, è vicinissimo a casa mia. Ci passo davanti tutti i giorni. Ci sbircio dentro e leggo i menù proposti, sia quelli musicali, sia quelli gastronomici; leggo e porto con me le locandine lasciate a disposizione, e mi riprometto ogni volta di andarci. La cosa dura da tempo, ma, come spesso accade nonostante i buoni propositi, non ho ancora mantenuto fede all'intenzione. Ieri sul nostro quotidiano è apparso un articolo, dedicato al locale e alla sua storia. Così, dopo averlo letto, ho pensato, come lo penso tutte le volte che ci passo davanti, che lì dentro mi piacerebbe sentir suonare Mimmo, e ho pensato che forse, chissà, lì si sentirebbe a suo agio. Ci sono tutti gli ingredienti: il fondatore del club è un ottimo musicista, il locale un tempo ospitava un opificio dove si costruivano botti, a due passi c'è una grande cantina sociale che ultimamente sta, pur nei grandi numeri, prestando maggiore attenzione alla qualità, e proprio a fianco c'è una clinica veterinaria, giusto per fargli sentire aria di famiglia.
Insomma, devo decidermi ad andarci, al Club vicino a casa che si chiama Jambalaya.
Sono entrata nel sito e l'ho studiato a fondo
Ecco il link. http://www.jazzlounge.it/
Ed ecco quello della pagina su Facebook.
 https://www.facebook.com/JambalayaJazzClub

martedì 3 dicembre 2013

QUESTIONE DI TESTA



Argomento molto caro a Mimmo, quello dell'età, e in particolare della non corrispondenza tra età anagrafica ed età che effettivamente si sente di avere. Ha sfoggiato la sua battuta inossidabile su quelli dell'anagrafe, (variante se li incontro li sgozzo, l'altra: se li acchiappo li gonfio) anche durante la conversazione televisiva registrata in quel di Lecco. Per inciso, mi preme dirlo, durante quella trasmissione, al di là delle battute inossidabili, ha dato il meglio di sé, ed io mi sono sentita molto a mio agio proprio perché lo era lui. I conduttori lo guardavano divertiti e ammirati, esattamente come divertita e ammirata lo guardavo io, che a tutt'oggi non mi sono ancora stancata di starlo a sentire, e sapete perché? Perché al di là del fascino personale, al di là della voce, al di là delle qualità artistiche, che gli riconosco in tutta obiettività, si pone in maniera simpatica, seria, ponderata, e soprattutto non sale mai in cattedra, non è mai trombone, e ancora dai suoi gesti e dalle sue espressioni traspare il ragazzo di provincia pieno di entusiasmo e di desiderio di scoprire il mondo. Questa è forse la sua più grande qualità.
Che il restar giovani sia una questione di testa, come recita il titolo di un libro dello psichiatra e gerontologo francese Olivier de Ladoucette, è un concetto ormai assodato, che trova concorde il nostro amico Mimmo, di cui riporto una piccola riflessione:

“…E noi ragazzi vecchi o vecchi giovani….”(“Siamo noi” - 1991)
Sì, è così…. dipende dal punto di osservazione, dall’angolo della prospettiva.
Ma ho visto ragazzi più vecchi dei loro nonni e nonni con l’anima dei nipoti.
E’ una questione di aspettative, di desideri, di volontà, di curiosità, di appagamenti.
Col fisico si trova sempre un accordo, una mediazione… più o meno
 .

Nel mio caso una questione di testa sembra essere anche apparire più vecchia, perché proprio a causa dell'aspetto della mia testa,  o meglio di ciò che la ricopre, la chioma argentea, che è stata frutto di una scelta ponderata, e di cui sono molto contenta, mi sento chiedere continuamente da quanto tempo sia andata in pensione, e come mi trovi in questa condizione. La cosa mi disturba un po', ma solo perché il mio pensionamento è previsto per il 2027. 
Tornando al libro, come al solito non sono andata a cercarlo, ma è lui che mi ha fatto una corte spietata alla quale ho dovuto cedere. Spesso con i libri ho un rapporto fisico, come Mimmo con il pianoforte (si parva licet: io parva, lui magnus), e se mi chiamano rispondo, talvolta mi arrendo. Pubblicazioni sull'argomento ce ne sono tante, sia rigorose e scientifiche sia più divulgative. Questa è opera di un addetto ai lavori, ma ha il dono della leggerezza, si può leggere quasi come un romanzo e ogni capitolo è introdotto da una citazione pertinente all'argomento trattato.
Ne scelgo una, un po' frivola, di Coco Chanel: Nessuno è giovane dopo i cinquanta, ma si può essere irresistibili a tutte le età
Rester jeune, c'est dans la tête: questione di testa, anche bianca.

sabato 30 novembre 2013

VALE LA PENA

Vale la pena, ne sono fermamente convinta, vale la pena. 
Per far capire a Mimmo, che mentre scrivo è nel nel bel mezzo del suo concerto genovese, e a chi lo desideri, cosa si celi dietro la mia affermazione, inserisco un link: 
Una piacevole sorpresa, alla quale sono giunta nel corso delle mie solite scorribande esplorative che a volte sono frustranti, ma a volte mi fanno entrare, inopinatamente, in stanze dove mi sento molto a mio agio. 
Certo, sono fermamente convinta che ne valga la pena, tuttavia si tratta di una opinione, e di un desiderio personale. Non è un invito, e nemmeno una supplica: le ragioni che portano a nutrire dubbi sono serie e motivate, e comprensibili, e io cerco sempre di entrare nell'altro e comprenderne le ragioni. 
Mimmo suona ancora, mi arrivano le note. Dopo, ne son convinta, qualcuno gli dirà che ne vale la pena...

domenica 24 novembre 2013

VISIONI

Stanotte una indisposizione persistente e fastidiosa, ma in fondo non grave, mi ha impedito di dormire. Anche di impegnare un tempo vuoto in altre attività, perché l'unica cosa che potessi fare, era lasciare scorrere i pensieri. Mi sono messa a ripassare mentalmente la esatta sequenza degli album di Mimmo, forse per testare la mia capacità mnemonica che sembra subire qualche cedimento. Mi sono soffermata sull'album Sognadoro, di cui quest'anno ricorre il trentennale, uno di quelli ai quali sono più legata non solo per motivi di gusti musicali, e così ho iniziato a recitare il mantra: Pixi Dixie Fixi, Piove e non piove, La vita in tasca, Canzone di sera, Son tornati i capelloni, Sognadoro, Bon voyage, La sentinella, Dolce vita, Dicembre. Una più bella dell'altra, Mimmo in stato di grazia, quella voce da pelle d'oca che ho amato fin dai primi ascolti, tanti anni fa. Stamattina sono andata a cercarmi il reperto, la vecchia cassetta probabilmente muta (Sognadoro ce l'ho anche in MP3, ma non sul computer da cui ora scrivo) perché avevo bisogno di tenere tra le mani qualcosa di tangibile, e ho verificato se la sequenza fosse esatta. Pixi è a tutt'oggi una costante di tutti i suoi concerti, spesso un gioioso e trascinante finale. Anche qualcuna delle altre è inserita in scaletta, mentre talune forse scalpitano (le canzoni sono creature vive con pulsioni e sentimenti e aspettative) perché chi le ha generate le proponga di nuovo. Bussano alla sua porta, ma spesso invano. Non è uno che apre sempre, Mimmo.
Tra le tante visioni di questa notte insonne, una in particolare ha attratto la mia attenzione, una sentinella, sola, infreddolita, sconfortata, in preda alla più totale nostalgia. L'ho presa per mano e l'ho condotta a casa.

LA SENTINELLA
Testo e Musica di M. LOCASCIULLI
© 1983 Edizioni Musicali Serraglio/ BMG Ricordi

C'è una stella in mezzo al cielo
Dolce sposa tutta bianca dietro a un velo
Figlia dolce della luna
Come te io non ho amato mai nessuna

C'è una stella che cammina
Che si ferma e piano piano si avvicina
Soffia il vento nella notte fredda e scura
E giuro che non ho paura

La sentinella guarda il cielo e se ne va
Voglio tornare a casa mia...
C'è una stella nella mano
Soffia il vento e se la porta più lontano
Soffia il vento dentro gli occhi e dentro il cuore
E sto morendo di dolore

La sentinella guarda il cielo e se ne va
Voglio tornare a casa mia...


venerdì 15 novembre 2013

A UNA "FESTA MOBILE" CON MIMMO


Mi sembra contento, Mimmo, in questo periodo. Gira, segue il tennis, (e lo pratica anche con un certo stile), suona e canta in luoghi che gli sono congeniali, all'interno di rassegne che gli si adattano a meraviglia. Il suo rapido saluto da Paris, attraverso una bella foto di uno scorcio del Marais, mi ha riportato alla mente "Festa mobile" l'opera in cui Hemingway racconta i suoi anni giovanili a Parigi, anni di formazione, di incontri, di letture, di scoperte e di appetiti formidabili, in tutti i sensi, compreso in quello più immediato di desiderio di cibo e appagamento del gusto. Ti vien voglia di sederti a tavola, a leggere quelle pagine, di gustare un buon piatto e di farti un bicchiere, anche se son le nove del mattino. A me viene anche il desiderio di esplorare la biblioteca-libreria di Sylvia Beach, al 12 di rue de l’Odéon, e di farmi consigliare qualche autore da Gertrude Stein.  Cito "Festa mobile" perchè è lì che Mimmo ha imparato Parigi, prima ancora di conoscerla direttamente. Credo che con New York, sia una delle sue città preferite. Ci aggiungerei anche una serie di città mitteleuropee, Praga, ad esempio, Vienna, diverse città tedesche... Chissà se avrà stabilito qualche contatto per suonare, a Parigi, come già gli capitò di fare più di una ventina d'anni fa. Novembre è un mese abbastanza intenso: Marsala il 16 e il 17, il 26 Roma, come ha annunciato oggi, e, avevo letto tempo fa, qualcosa anche a fine mese in un club di un'altra città, dove tenne un concerto estivo cui teneva moltissimo, ma attendo conferme ufficiali prima di parlarne. Il concerto di Roma, alla Casa del jazz, dove qualche mese fa Mimmo era stato ospite, con altri, per ricordare in musica e allegria l'amico Saba, mi sembra particolarmente attraente. All'interno della rassegna "Fusione a caldo" basata sulla commistione di linguaggi e generi musicali, si accompagnerà al sax di Fabrizio Mandolini, un suo punto fermo, e alle sonorità etniche della mandola, del violino e del bouzouki di Mario Pio Mancini, musicista affascinante, co-fondatore del gruppo Indaco e, dopo il suo scioglimento, dei Nu Indaco. Musicista attento alle suggestioni della musica popolare, ha collaborato anche con diversi musicisti sardi, anzi nel suo gruppo trovo nomi di chiara origine sarda. Propongo un brano che mi ha incantato: http://www.youtube.com/watch?v=YpHVwdS65AQ.

Infine: mi sono presa la licenza di rubare la locandina dell'evento del 26, totalmente intrisa di atmosfere blunotturne. Perfetta.

giovedì 7 novembre 2013

SU UNA TERRAZZA SOTTO LE STELLE

Ho pensato a Mimmo ancora una volta in Sicilia. In genere si torna dove ci si è trovati bene, ma anche dove ci offrono occasioni per tornare. Questa volta, e per due serate di seguito, a Marsala, in un luogo che mi pare molto in sintonia con la visione delle cose di Mimmo. C'è un muro dove gli artisti ospiti, o forse anche gli spettatori, lasciano una piccola testimonianza scritta. Lo farà anche lui? Se hanno previsto due sere (il 16 e il 17 novembre) con lui, significa che sanno che ci sarà un riscontro da parte del pubblico. Da solo col suo piano, Mimmo. Gli sta piacendo parecchio, e prendere accordi solo con sé stesso forse è meno complicato. So esattamente cosa farà quando non suonerà: se ne andrà per cantine, e dopo il concerto e la cena e tutto il resto, si lascerà incantare dalla tiepida notte di Marsala, e, seduto con gli occhi chiusi su una terrazza sotto le stelle, canterà, solo per loro, con un bicchiere in mano,


Hello darkness my old friend,
I've come to talk with you again
Because a vision softly creeping 
left it's seeds while I was sleeping 
And the vision that was planted in my brain
still remains, within the sounds of silence


e si sentirà in armonia con sé stesso e con l'universo, proprio parte di un tutto.


Il confine tra il romanticismo e la melensaggine è spesso labile: avrò esagerato? Non mi resta che annegare gli eccessi in un sorriso e ricordare che il motivo per cui ho saltato la cena e mi son messa a scrivere è questo: 

Mimmo a Marsala, al Baluardo Velasco, http://www.baluardovelasco.it/ il 16 e 17 novembre. Chi può lo espugni, questo baluardo.




lunedì 4 novembre 2013

OCCHI INDISCRETI

Il mio obiettivo in queste pagine dovrebbe essere la discrezione, nel senso più immediato di riservatezza, e in quello meno usato di capacità di discernere. In certi casi però, soprattutto in vista di, o immediatamente dopo, eventi, premi, concerti, et alia, in cui il Nostro sia coinvolto, il ruolo di agiografa mi fa diventare molto indiscreta. Giro, vago, sondo, entro senza bussare in case virtuali che in genere non frequento (e le trovo anche ospitali, al di là del momento contingente), e talvolta la mia pertinacia tutta sarda (così dicono, che questa sia una caratteristica di noi nuragici) mi premia. Mi sono imbattuta in una foto curiosa che avrei tanto voluto pubblicare qui, ma, in questa come in altre circostanze, mi limito a osservare e magari fornire qualche dritta criptica per reperirla; non voglio però complicazioni e non mi azzardo a pubblicarla.
Mimmo è in un camerino di un teatro frequentato di recente, e posa insieme con un signore cui lo accomunano la musica e gli studi di medicina, e certo molte altre cose. Questo signore, che ho scoperto molto simpatico e in grado di intrattenere un piacevole rapporto col pubblico, durante i concerti, anch'egli divertente e intelligente affabulatore,  è quel che si dice un marcantonio (grande grande, due spalle così, ma a una osservazione attenta e indiscreta, senza un filo di grasso). Nella foto, una bella foto in bianco e nero, il dottor Marcantonio cinge le spalle di Mimmo, che, pur non essendo un gigante, ha una complessione fisica di un certo vigore (anche lui senza un filo di grasso, beninteso) e un osservatore qualsiasi, ne' troppo attento, ne' troppo indiscreto, non può non pensare che il primo paia quasi la custodia del secondo, oppure un papà (giovanissimo) col suo pargolo. Ecco, mi è piaciuta questa foto, la trovate nella pagina Fb. del gigante in oggetto, che ha fatto e fa delle canzoni molto belle, anche se, così come per molti Mimmo è rimasto quello di Piccola luce, o di Intorno a trentanni, allo stesso modo l'amico è da tanti ricordato per una sera in cui, dato un lieve peggioramento climatico, sarebbe stato opportuno indossare un soprabito. 

mercoledì 30 ottobre 2013

L'INCANTAUTORE

In genere evito di trattare temi politici, seppur come riflessione successiva alla lettura di un post di Mimmo. 
Forse è capitato in poche altre occasioni. Non è questa la sede più opportuna, e ci manca solo che mi atteggi a notista. Non mi piace neppure intervenire per incensare oltre misura, o per esprimere una semplice adesione a quanto scritto, un concordo pienamente o la penso come lei, acritico e non corredato di serie argomentazioni, ma ci sono dei casi  in cui volentieri faccio un'eccezione.
L'analisi di ieri mi è sembrata quanto mai lucida e corretta, accurata e dettagliata, da sottoscrivere come un manifesto. Avessi dovuto attribuire un titolo alla risposta di Mimmo, avrei scelto "La storia non insegna".
Il punto è proprio questo: purtroppo la storia, che dovrebbe essere maestra di vita, testimonianza, memoria e e monito, sembra non essere in grado di insegnare molto, almeno a una percentuale piuttosto nutrita di persone. Il fatto è che si ha poca voglia di studiare e una memoria poco allenata e lacunosa, e una tendenza spiccata a lasciarsi ammaliare dall'incantatore di turno. Le pagine della storia sono piene di figure di incantatori di masse, e ci hanno messo in condizioni di leggere le conseguenze nefaste del loro triste e sciagurato operato. Accade non solo che questi ammaliatori di folle del passato, abbiano ancora non pochi proseliti, ma accade ancora che, nonostante tutto, altre figure, apparentemente molto diverse, ma nella sostanza con molti punti di contatto con quelle che le hanno precedute, e suscitando dinamiche simili, riscuotano enormi consensi.
Non intendo invitare nessuno alla fiera delle ovvietà, per quanto a ingresso gratuito, e mi fermo qui.
Per farmi perdonare, sempre ad ingresso gratuito, vi invito invece ad ascoltare questo signore, un incantatore che non presenta nessuna analogia con quelli citati prima. Per essere precisi, si tratta di un incantautore di grande fascino, come testimonia il video proposto.

lunedì 28 ottobre 2013

STORIE MIE

Questi per Sandra, l'alter ego di Folgorata, sono giorni molto particolari. Sto vivendo una serie di situazioni forse al di là delle mie possibilità. Ho preso delle decisioni importanti, nel giro di qualche mese ho dato una svolta alla mia vita. Sono anche molto stanca e provata, e oggi, per tirare il fiato, dopo un anno e più che non accadeva, mi sono messa a scrivere una storia, dopo che per un anno e più avevo scritto solo per Folgorata, e per il mio diario personale, che non abbandono mai. Mi ha fatto bene. Mi sento meglio, forse è anche merito di quel bicchiere di Monica che ho sorseggiato durante la scrittura del racconto, in cui niente è inventato e il vino e una vecchia osteria sono il filo conduttore. Qualsiasi cosa sia, la mia vita reale, i racconti, le gioie, i dolori, Folgorata è da più di quattro anni una mia piccola isola privata, in cui voglio continuare ad approdare. Qualcuno ha pubblicato questo piccolo estratto di Mimmo a Ferrara. Credo di averlo visto solo io, forse non l'ha visto neppure il diretto interessato: Mimmo che canta "Gli occhi", che parla di cuori grondanti sangue, ma è una bugia o forse no. Si è messo la mia camicia preferita, una camicia da smoking, e non ditemi che sono frivola e guardo sempre le camicie e le giacche e le scarpe e i cappelli e tutto il resto: sono fatta così. Non cambierò nonostante le svolte. Non mi fermo però all'apparenza: sempre, dico sempre, cerco di andare oltre, e spesso, dico spesso, ci riesco. 
Guardatevi il video.

giovedì 24 ottobre 2013

ASPETTANDO DOMANI

Una bellissima città, (parlo per immagini viste e suggestioni letterarie: non ci sono mai stata) un teatro di pari bellezza, una rassegna di musica d'autore, storica e nuova; sul palco della gente che di canzone d'autore "qualcosa ne sa", e che in queste due serate (25  e 26 ottobre) racconta in musica cosa è stata e cosa è, perché il discorso continua, anche se ci muoviamo dentro nicchie più o meno capienti e ospitali; un pubblico di appassionati, delle chitarre autografate che qualcuno si aggiudicherà, visto che a fine spettacolo ci sarà una sorta di asta, e infine un premio, dedicato al ricordo di un signore che di musica d'autore, anche lui, un po' se ne intendeva. Dopo i concerti ottimo vino e buon cibo, e si fa l'alba. Mimmo incontra vecchi amici e insieme colleghi che negli anni novanta ha, ciascuno con un album, prodotto.
Questo in sintesi e in maniera un po' criptica ciò che accadrà alla Sala Teatro Estense di Ferrara domani, e dopodomani sera.
Se volete saperne di più, ma già lo sapete,  vi inserisco qualche link http://www.aspettandogodot.it/seconda_rassegna_storica_nuova_canzone_autore_2013.htm
https://www.facebook.com/aspettandogodot,   dove si possono trovare preziose fonti primarie. Io, che come è noto sono studiosa e volenterosa e financo appassionata, nonché poco amante dei riassunti, cedo volentieri il testimone a gente che ha i numeri e i titoli per parlare di musica meglio di me. Io la musica posso solo sfiorarla con cautela.
Buon concerto, e buon premio. Dovrei aggiornare il mio vecchio post sui premi. Questo è stato un anno oltremodo prolifico, e non è ancora finito!

lunedì 21 ottobre 2013

ALLE CINQUE DEL MATTINO

Non è mai una buona idea insistere, battere sempre sulle stesse cose, essere martellanti. Non si ottengono risultati, se non quello di infastidire i destinatari delle suddette azioni. Provo pure un certo disagio quando altri sollecitano il Cantante affinché produca, pubblichi, sforni nuovo materiale. Lo farà se lo farà quando si sentirà convinto e pienamente soddisfatto. Evidentemente non è ancora giunto il tempo e anche se sono convinta che tra il suo zoccolo duro, come lo definisce lui, non gli mancherebbero i consensi, gli mancano almeno in parte quelli del suo maggior sostenitore, ma anche maggior critico: sé stesso.

Fatta questa premessa, se una mattina mi svegliassi e trovassi dalle sue parti una canzone, una sola, ancora un po' artigianale, ancora da rifinire, solo piano e voce, che riuscisse a sorprendermi perché è diversa da tutte le altre, ed è il portato di tutto quanto in maniera conscia e inconscia gli è entrato dentro in questi ultimi anni, o a rassicurarmi perché dentro c'è tutto lui, si, lo confesso, sarei contenta e sarebbe un bel modo, alle cinque del mattino, di aprire la mia giornata. 

venerdì 18 ottobre 2013

IL LADRO DI CALZINI

Ieri sera, nello spogliatoio di un campo da tennis, mi hanno rubato i calzini. Incredibile!

Gente che era lì ha detto che non era la prima volta che questo accadeva. Ho pensato ad uno scherzo di pessimo gusto ma poi, riflettendoci, ho interpretato l’accaduto come una ulteriore conferma dello sbandamento totale che il nostro paese (ma forse il problema è più generale) sta vivendo. Certo, questa è una minima cosa, ma è lo specchio della deriva morale, civile o semplicemente umana che l’incultura, l’ineducazione, la straripante ignoranza e (non ultimo) il pessimo esempio dei nostri politici, riescono a produrre in un momento talmente grave di crisi.


Non posso pensare che uno arrivi a rubare un paio di calzini. Non posso pensarlo, anche se racconti simili a quello di Mimmo non sono infrequenti. Alcune amiche mi hanno parlato di furti di biancheria femminile in palestra, avvenuti mentre facevano la doccia. A me hanno saccheggiato la borsa, lasciata ingenuamente incustodita in luogo assai più istituzionale che lo spogliatoio di un campo da tennis, con tutte le sgradevoli conseguenze del caso.


Nei primi due casi, (e forse anche nel mio), non è il bisogno a muovere certi istinti.

Possibili ipotesi: 
un errore, ma è molto improbabile incappare per errore in un paio di calzini altrui.

Il gesto di un cleptomane. Possibile.

Un atto di becera goliardia. Quasi certo.

Il gesto di un feticista... Improbabile, ma non posso escluderlo. Gente strana ce n’è dovunque.

Quello di un ammiratore estremo, che voleva portarsi a casa un trofeo. Lo escludo. Io, a mio modo, ammiratrice estrema, ma molto poco legata al possesso di oggetti e di oggetti-feticcio in particolare, allo stato attuale non vorrei rubargli altro che un sorriso, o una riflessione legata a ciò che scrivo, ma devo confessare che in più di un'occasione in passato ho provato il desiderio irrefrenabile di rubargli il cappello. Non l'ho fatto per mancanza di coraggio e perché avendolo trovato, sarei stata divorata dal senso di colpa.

Propendo dunque per un gesto di becera goliardia, da bagno dei maschi all'ora di ricreazione, o da ora di educazione fisica di un tempo (ora credo capiti di molto peggio), o da grossolano scherzo da "nonno" in caserma; non è dato sapere se l’autore del gesto, conoscendolo, volesse colpire proprio Mimmo, magari prevedendone la reazione di irritazione e fastidio che ne sarebbe derivata, oppure se il destinatario dello scherzo potesse essere chiunque.

Certo, a un'analisi superficiale è un piccolo episodio lievemente irritante,  che avrebbe tranquillamente potuto accadere anche nel passato, niente di più. Segno di stupidità, più che altro, di un modo di divertirsi rozzo. A un'analisi più accurata, forse anche segno della decadenza dei costumi e della mancanza di educazione e rispetto che contraddistinguono sempre più quest’epoca, e chi compie un piccolo sgradevole gesto di questo tipo, forse cerca anche di superarti quando sei in fila, mangia a sbafo, con grande faccia tosta, la frutta secca esposta nei supermercati e getta i gusci per terra, ti ruba il parcheggio, guida mentre parla al telefono rischiando di metterti sotto, deposita la sua immondizia indifferenziata sotto casa tua nei giorni in cui ritirano l'umido e non ti rilascia la ricevuta fiscale, ma queste sono altre storie.

Lettore sii benevolo: non dirmi che questo post l'ho scritto coi piedi... ti confesso che neppure io ne sono entusiasta!





domenica 13 ottobre 2013

SEGRETI...E BUGIE

Ieri è stata davvero una giornata particolare, per citare il titolo del precedente post, per Il Cantante, ma anche per l'agiografa. Lo è stata per più di un motivo del tutto privato, che niente ha a che fare con Folgorata, (diciamo solo che alla fine della giornata era lievemente brilla, e molto frastornata, un po' felice e molto disperata), ma anche per la sua attività di "seguace appassionata". Si è rallegrata per il premio e ha provato a sintonizzarsi sulle frequenze dei pensieri più nascosti del suo prediletto, ma erano in abruzzese stretto e alla fine ha dovuto desistere: non ha capito nulla. 

Ha così pensato di sintonizzarsi sulle frequenze della radio, che per cinque settimane le ha fatto compagnia. Ultima puntata: sigh! Non è un commiato, come ha detto il Cantante, ma pur sapendo che la suddivisione in puntate era un semplice escamotage ai fini della programmazione, che la trasmissione era stata registrata molti mesi fa, che ogni puntata una volta andata in onda si poteva riascoltare in qualsiasi momento, ci teneva a mettersi all'ascolto alle 15 in punto, ogni sabato. Si è comportata, l'agiografa, come se Lui fosse lì, in diretta, a raccontare un po' di sé, della sua storia musicale, dei suoi gusti, in quel modo dapprima un po' impacciato e un po' enfatico, poi via via sempre più spontaneo e naturale, come se si trovasse a chiacchierare con degli amici davanti a un bicchiere di vino. 

Avevo promesso una valutazione finale, e mantengo la promessa. Promosso a pieni voti, per la semplicità, per il tono via via sempre più rilassato e cordiale, per le scelte relative ai suoi gusti musicali, per la simpatia che ha dimostrato. Non ha toccato tutti i momenti del suo percorso artistico, ha dato molto risalto ad alcuni aspetti ignorandone completamente degli altri, è stato, come spesso accade, generoso con alcuni che ha incontrato sul suo cammino, ha abbondato in "che meraviglia!" e non ha mancato di far ricorso al suo proverbio preferito, (per chi non lo sapesse ancora: "corre l'acqua per l'orto"), ha raccontato alcuni dei suoi aneddoti di repertorio e si è fatto voler bene. "Non vi ho raccontato proprio tutto" - ha detto a un certo punto - "I segreti non si raccontano". Forse qualche volta si racconta anche qualche bugia, ma non credo che nella sua esperienza radiofonica ne abbia raccontate. Mi son venute in mente le bugie, e le ho messe insieme nel titolo, per fare un po' il verso a Mimmo, che "ruba" i titoli (chiaro è il riferimento al film di Mike Leigh), e perché ho in mente una canzone che sento continuamente alla radio, di un gruppo torinese che parla delle "mezze bugie dei cantanti". Io non ho più tutta la vita davanti, quindi non credo alle mezze bugie dei cantanti, e non ci ho mai creduto. Credo però alle belle sensazioni che ci suscitano, e sono felicissima che non raccontino i loro segreti, perché tentare di penetrare nella loro parte più vera e più schermata, andare oltre ciò che appare, è l'aspetto che, come direbbe Mimmo, mi "intriga" di più.  

Nessun commiato, dunque: chiuso un capitolo se ne apre immediatamente un altro, però le ultime puntate mi lasciano sempre un retrogusto lievemente amaro. Per addolcire questa amarezza, ho deciso di registrare Mimmo che dice "Dejà entendus" con quella sua pronuncia francese capace di sciogliere un iceberg, e di ascoltarlo mille volte di seguito. Dejà entendus, dejà entendus, dejà entendus...! Non mi resta che lasciarmi cullare da questo suono celestiale ed esclamare: "Che meraviglia"!

sabato 12 ottobre 2013

UNA GIORNATA PARTICOLARE


Stamattina si è svegliato con addosso una emozione particolare; le ore di sonno, sempre poche, sono state anche meno. Si è guardato allo specchio, dopo essersi preparato: abito scuro, camicia bianca, una breve esitazione prima di scegliere tra una cravatta tinta unita e una fantasia: è la mise delle occasioni formali, e lui, ha forte il senso della forma e del ruolo, che non è tanto, o soltanto, un fatto di estetica e vanità, o di rigida aderenza all'etichetta,  ma di rispetto. A ritirare un premio importante, in un luogo istituzionale, non si può andare in pantaloni sportivi e polo.

Siamo nell’Aula consiliare del comune di San Martino sulla Marrucina, in provincia di Chieti; il Consiglio è riunito in seduta straordinaria, e gli stanno per consegnare un premio. A San Martino ha sede l’azienda vinicola Masciarelli. Nel 2009, il comune, insieme con la signora Marina Cvetic Masciarelli, ha istituito il Premio Gianni Masciarelli “Oltre la vite”, ispirato alla figura e dedicato alla memoria di Gianni Masciarelli, da assegnare a personalità che si siano distinte nella promozione del territorio e dell'enogastronomia.  Persone provenienti da ambiti diversi, ma con un denominatore comune: l'amore per il vino, e il cibo, tradotto in attività concrete, un saldo legame con la terra e con le tradizioni, con la capacità però di andare oltre, di spaziare in un’ottica più vasta. In questo senso intendo io l'espressione "oltre la vite".

Gianni Masciarelli è stato un imprenditore vitivinicolo abruzzese, scomparso a soli 52 anni nel 2008. Era molto giovane quando diede avvio all’azienda, nel 1978. Nel 1981 iniziò a produrre i primi vini. Da piccola che era la fece crescere e prosperare, fino a farla diventare una delle più prestigiose, non solo della sua terra. Ha contribuito a rendere il Montepulciano d’Abruzzo, allora (e ancora) prodotto in notevoli quantità, ma non sempre con grandi risultati qualitativi, spesso vino umile di contadini o utilizzato come vino da taglio, un vino raffinato  ed elegante. Pur legatissimo alla sua terra e alle tradizioni, ha sentito l’esigenza di attingere ad altre culture, viaggiando nelle regioni a maggiore vocazione vinicola in Italia e all’estero, carpito tecniche nuove e le ha messe in atto, senza timore di osare. Tradizione si, dunque, ma unita all’innovazione. Amore e rispetto per la propria terra, ma non chiusura entro i propri confini. Ha portato il suo vino nel mondo.

Ora l’anima dell’Azienda è la signora Marina Cvetic, moglie di Gianni, che con l’uomo ha sposato e amato anche il produttore di vino, e dal 1988 ha diviso con lui anche tutti i momenti della vita dell’azienda. Una delle linee più significative della produzione, porta il suo nome.

La bella e bionda signora Marina, di fattezze e origini slave, ormai abruzzese nel cuore e nelle inflessioni, ama sposare il vino con l’arte e la cultura. Spesso organizza degli eventi, che si svolgono nella magnifica cornice del Castello di Semivicoli, antico palazzo baronale recuperato dopo un attento restauro,  in cui il vino si incontra col teatro, con la musica e con la poesia. Sfogliando le immagini nel sito dell’azienda, vi ho trovato anche Mimmo, impegnato ad accompagnare al pianoforte il suo amico attore dalla voce da orco.

Bene, a questo punto nell’aula consiliare avranno letto le motivazioni e gli avranno consegnato il premio, una piccola opera d’arte che rappresenta un tralcio di vite vecchia di una delle vigne dell'azienda Masciarelli, ornata di grappoli e foglie d'oro, montata, leggo, su pietra bianca della Maiella, opera di due artisti locali. Il senso va ben al di là dell’oggetto stesso, che sicuramente sarà espressione delle forme più alte dell'artigianato artistico abruzzese.

Ora è il momento di Mimmo, che tiene un breve discorso con la sua bella voce, in cui felicità ed emozione si mescolano. Dopo si intavolerà un dibattito e ancora dopo  sarà il momento di festeggiare. I calici sono pronti, le tavole imbandite. Saranno ore bellissime nel nome del vino, della musica, dell’amicizia e del ricordo. 

La parola "ricordo" chiude la mia pagina pubblicata oggi, ma scritta una settimana fa.

Nel frattempo sono state pubblicate le motivazioni della giuria, che quest'anno ha scelto  Mimmo come destinatario del premio.

Eccole:

«Medico per passione, artista poliedrico, sublime musicista e sensibile poeta dell’animo umano, poco incline alle mode per la grande onestà intellettuale, sincero interprete dell’autenticità delle tradizioni della nostra gente, ha saputo tradurre le proprie convinzioni nell’impegno personale nell’attività vitivinicola, realizzando un vino rispettoso delle stesse, in nome della naturalità e delle prerogative dell’ambiente; promuovendo efficacemente, nel contempo, anche grazie alla propria popolarità, il nostro territorio e rispondendo all’esigenza di comunicare l’eccellenza dell’offerta enogastronomica e paesaggistica del nostro Abruzzo».

Sembrano scritte da una donna innamorata, o da una blogger agiografa, ma sono frutto delle convinzioni della giuria e spero siano lette con una intonazione di voce che faccia ben cogliere la bellezza delle parole e dei concetti.  Sappiamo quanto Mimmo tenga alla sua terra; non perde occasione per raccontarla e lo fa con affetto profondo e orgoglio, sottolineando ogni volta la sua appartenenza, ma non perdendo di vista obiettività e senso critico, in alcuni casi. Mi pare un riconoscimento giusto e meritato. Mimmo è un ottimo ambasciatore d'Abruzzo nel mondo, che gli piace frequentare e conoscere, da cui trae spunti e stimoli, dove si muove con disinvoltura e parla il suo buon inglese e il suo ottimo francese, ma poi torna alla sua culla, e le sue conversazioni più intime e i sui pensieri più nascosti, credeteci, sono in abruzzese. 


sabato 5 ottobre 2013

LE CASTAGNE SONO BUONE

A me piacciono molto, soprattutto arrosto; e sono ad esse grata, perché hanno permesso a intere generazioni di montanari poveri, miei antenati, di sopravvivere anche in condizioni avverse. Fanno parte del mio tessuto costitutivo, però devo confessare che, dieci minuti fa, quando mi sono messa all'ascolto, come ogni sabato, della RSI, per seguire l'ultima puntata dell'esperienza radiofonica di Mimmo, e ho sentito che non ci sarebbe stato lui, ma una diretta dalla "Sagra delle castagne" di Ascona, sono rimasta delusa. Quelli della RSI sono molto seri, fanno le cose con cura; in effetti nella diretta radiofonica si ascoltava musica popolare, espressione delle varie etnie e lingue (romancio compreso, che mi piace tanto, e sembra un po' portoghese, un po' friulano) del territorio della Confederazione, ma io volevo sentire Nati per correre. Si, le castagne sono buone, ma anche se sono due prodotti diversi, non del tutto paragonabili o interscambiabili, forse preferisco Mimmo. Non fa neppure ingrassare.
Cosa volete che vi dica?  Mi converrà farmene una ragione, e rimandare alla prossima settimana la consegna della valutazione finale.

mercoledì 2 ottobre 2013

OTTOBRE

Credo che quest'autunno, grato a Mimmo per averlo accolto in maniera ospitale nel suo cuore, gli riserverà delle belle soddisfazioni. Lo aspetta un premio, il terzo nell'arco di un anno, e, senza nulla togliere agli altri due, senz'altro il più prestigioso e forse quello accolto con maggiore emozione. Lo aspettano la vendemmia, e tutte le attività di uomo di cantina. Lo aspetta un concerto in una bella città che ho sempre desiderato visitare, e finora non ci sono riuscita. Lo aspettano... dei post di approfondimento di Folgorata su questi e altri argomenti. 
Uomo avvisato...

sabato 28 settembre 2013

L'ARMA DEL SORRISO

Di tanto in tanto, nella pagina di Mimmo, una sua riflessione, spesso anche una piccola frase come quella di oggi, mette in moto dentro di me meccanismi di reazione. I pensieri diventano sovente parole scritte, ma non sempre lo spazio che li contiene diventa pubblico. Per me è un esercizio utile, non solo di scrittura, ma di tentativo di analisi, mia e dell'altro.

Auspicare di voler incontrare sul proprio cammino sempre persone sorridenti, può voler dire due cose: o che si è molto sensibili al benessere e alla felicità del prossimo, oppure che si è insensibili ed egoisti; la mancanza di sorriso, i problemi della gente che si riflettono in una espressione del volto triste e dolente, possono infastidire e disturbare chi non ha nessuna voglia di confrontarsi con il dolore. Penso certamente che la prima ipotesi sia più in sintonia con quello che Mimmo intendeva dire. 

Certo esistono tante persone che hanno fatto della lagna e dei musi lunghi la loro connotazione distintiva, e li riversano addosso a chiunque capiti sul loro cammino. Questi si, sono davvero fastidiosi. 
Io rivendico tuttavia, per me e per chiunque, il diritto di poter liberamente far fiorire sul viso un sorriso o anche un'espressione triste, se di fronte ho una persona amica o ben disposta nei miei confronti. Disposta a gioire con me o a essere solidale e di conforto nel dolore e nelle difficoltà, per cercare di reagire, di combattere, di trovare soluzioni, o, se proprio non è possibile, di accettare il dolore e la sofferenza. Possibilmente con un sorriso, anche se non sempre è facile. La capacità di sorridere anche in condizioni avverse è certamente un dono, e spesso si rivela un'arma vincente.

Ecco, io vorrei che giungesse al Cantante, che forse, mentre scrivo, se la dorme beato nel suo letto newyorkese, un mio sorriso del quale è del tutto responsabile: non dimentichiamoci che oggi è sabato, e alle 15 va in onda la quarta puntata registrata a Lugano, dal titolo Passato presente. Chissà cosa vorrà raccontarci del suo passato e del suo presente: non vedo l'ora e già assaporo le sue parole, che non di rado, accompagnate al pensiero di quel sorriso che spesso gli adorna il volto, dipingono, sul mio, un sorriso di tenerezza.

giovedì 26 settembre 2013



           CONGRATULAZIONI! 

lunedì 23 settembre 2013

CH


Wenn i ändlech wieder bi dir bi
De leg i mi zu dir
I ds gmachte näscht
Vom mäntig z'nacht bis am mäntig morge


E sogno che ti rivedrò 
E mi addormenterò vicino a te
Da un lunedì a un altro lunedì 


Io non so se la pronuncia dei versi di Hotelsong in dialetto bernese, che Mimmo si avventura a cantare, sia perfetta o meno, e neppure mi importa.
So che mi piace moltissimo e mi basta.  La canzone, uscita nel 2003 nel singolo "bifronte" - Il profilo di Mimmo da una parte, quello di Büne dall'altra), in cui i due amici si omaggiano a vicenda, (M. canta Hotelsong, di B., B. canta in un modo del tutto adattato al suo mondo musicale, Natalina), - che io non possiedo, è stata inserita anche in Piano piano, in due versioni. La seconda, quella con i versi in dialetto di Berna, proposta come bonus, mi ha conquistato fin dal primo ascolto, e uno dei motivi sta proprio nella pronuncia di quel suono "ch" che, perfetto o imperfetto, esercita su di me un forte fascino. Appartiene a quel gruppo di canzoni che amo ascoltare più volte di seguito, senza stancarmi. Oggi al piacere si è unito il dovere, che mi ha portato a una attenzione particolare, per individuare in mezzo alle altre, la strofa cantata da Mimmo. 

Sono andata a vedermi e sentirmi un po' di musica di Büne, che, lo ricordo, è il leader della band Patent Ochsner, su Youtube. Mi sono trovata a mio agio. Guardate che bella versione live di Hotelsong.

https://www.youtube.com/watch?v=quxbwCiMQm8

... Si sa che sono un po' fissata con le coincidenze e con le somiglianze.
Coincidenza, la millesima da quando sono diventata l'acclamata autrice di questo blog. Qualche giorno fa avevo iniziato a leggere un libro di un autore svizzero (Martin Suter, Il Talento del cuoco, Palermo, Sellerio, 2012) che, poichè mi ha molto appassionato, ho bevuto d'un fiato. Non lo racconto, dico solo: autore svizzero, (noto, ma non a me prima d'ora) ambientato in Svizzera, e dentro c'è pure l'ayurveda. A buon intenditor...
SomiglianzeBüne somiglia a un nostro cantante emiliano, molto... dolce. Almeno, a me così sembra.
Per Mimmo, dopo Richard Harris, ho trovato un nuovo quasi sosia, un attore australiano (ha una faccia da cinema, Mimmo), che ho visto da poco in un film super-premiato (troppo). 
Non so se svelerò mai chi è, anche se ho fornito due buoni indizi: il motivo, lo dico con un fil di voce, è che io, del Cantante, ho troppa paura! Metti che non gli piaccia il nuovo quasi sosia...

sabato 21 settembre 2013

SINTESI

ALCUNI ESEMPI CLASSICI DI SUBLIME SINTESI POETICA: 

Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris.
Nescio, sed fieri sentio et excrucior.

Odio e amo. Forse chiederai come sia possibile; 
non so, ma è proprio così e mi tormento. 

Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera. 


M'illumino d'immenso.

Infine, si parva licet,
Saluto l'autunno e lo accomodo nel cuore.

Invidio l'autunno.





martedì 17 settembre 2013

PICCOLA DIGRESSIONE POETICA

A volte, in maniera del tutto casuale, passano tra le nostre mani dei libri. Non li cerchiamo: sono loro a cercare noi, e ci trovano. Stamattina mi sono imbattuta in un poema di Pedro Salinas, (Madrid,1891-Boston,1951) poeta spagnolo del quale conoscevo solo il nome e la collocazione nel tempo, senza mai aver letto niente della sua produzione. In copertina, dei versi che subito mi catturano e mi spingono a cercare tra le pagine la parte mancante della lirica, prezioso esempio di rara bellezza e purezza poetica. Ammaliata, scorgo convulsamente le settanta liriche che compongono il poema, ne leggo frammenti, e per un tempo che non so quantificare entro in un'altra dimensione.
Mi è venuto il desiderio di proporre qui questi versi, nonostante non sia la sede più appropriata, e non ci sia un legame diretto con Mimmo. L'unico nesso potrebbe essere il suo amore per la poesia, il suo costante invito a nutrirsi di bellezza.

Il poema di Salinas, pubblicato nel 1933, si intitola La voce a te dovuta, La voz a te debida nella versione originale, e la lirica che ho scelto, è la trentanovesima delle settanta che, seppur non essendo capitoli correlati di un racconto poetico con un principio e una fine, ed essendo perfettamente fruibili come opere singole, vanno armoniosamente a costituire il poema, che ha come elemento dominante l'amore.
I dati della edizione che ho consultato: 
Pedro Salinas,  La voce a te dovuta : poema; introduzione e traduzione di Emma Scoles. - Torino : G. Einaudi, [1979].


Il tuo modo d'amare                      La forma de querer tù
è lasciare che io ti ami,                 es dejarme que te quiera,
il si con cui ti abbandoni                el sì con que me rindes
è il silenzio. I tuoi baci                  es el silencio. Tus besos
sono offrirmi le labbra                   son ofrecerme los labios
perché io le baci.                          para que los bese yo.
Mai parole o abbracci                    Jamas palabras, abrazos,
mi diranno che esistevi                 me diràn que tù existìas,
e mi hai amato: mai.                    que me quisiste: jamàs.    
Me lo dicono fogli bianchi,             Me lo dicen hojas blancas,
mappe, telefoni, presagi;              mapas, augurios, telefonos;
tu, no.                                        tù, no.

E sto abbracciato a te                   Y estoy abrazado a ti
senza chiederti nulla, per timore     sin preguntarte, de miedo
che non sia vero                           a que no sea verdad
che tu vivi e mi ami.                     que tu vives y me quieres.
E sto abbracciato a te                   Y estoy abrazado a ti
senza guardare e senza toccarti,     sin mirar y sin tocarte,
non debba mai scoprire                  no vaya a ser que descubra
con domande, con carezze             con preguntas, con caricias
quella solitudine immensa             esa soledad inmensa
d'essere solo ad amarti.                de quererte solo yo.

Anch'io, come il poeta, non voglio scoprire.

domenica 15 settembre 2013

LA PAGELLA DI UN IMITATORE SENSIBILE ALLA BELLEZZA

Rimando la valutazione complessiva su Mimmo-conduttore radiofonico, (ad Anime salve gli artisti ai quali sono dedicati i cicli di puntate, fanno tutto da soli, senza la stampella di un altro conduttore di professione) alla puntata conclusiva del 5 di ottobre, ma, già solo dopo aver seguito la seconda puntata,  mi sento di esprimere un giudizio positivo. Certo, il Ragazzo ha ancora qualcosa da imparare, ma si farà. Dal punto di vista dei contenuti e delle scelte musicali, promosso a pieni voti. Dal punto di vista strettamente legato alla capacità di conduzione, promosso, diciamo così, con un sette, che, per essere un esordiente, è un ottimo voto. La disinvoltura nell'arte dell'affabulazione, gli viene certo da una inclinazione naturale, e dalla consuetudine ad intrattenere il pubblico durante i concerti. A Mimmo piace raccontare aneddoti e a chi va ai suoi concerti piace ascoltarli, al pari delle sue canzoni. Anche a me, che ormai li conosco (quasi) tutti, ma che sempre pendo dalle sue labbra (anche se spesso so già cosa dirà e come lo dirà), come un bimbo che ogni sera desidera sentire dalla mamma la sua fiaba preferita, e guai a cambiare una parola. 

Già mi è sembrato più disinvolto rispetto alla prima puntata (questo vuol dire che, avendo registrato tutto in una tirata, dopo mezz'ora con le cuffie andava già più spedito), ma, proprio per cercare il pelo nell'uovo, ancora un po' in balia di qualche tono un po' enfatico, non solo nella scelta dei termini, ma anche nell'intonazione della voce, in alcuni casi forse troppo forzatamente allegra. Quando ha superato quel tanto di emozione del tutto normale, anche in chi è abituato al pubblico e ai microfoni (e Mimmo alla radio, quando è ospite di qualcuno in grado di fornirgli i giusti stimoli, dà il meglio di sé) e ha recuperato la sua naturalezza, è andato molto bene.

Non è mia intenzione riassumere i contenuti delle puntate già andate in onda, non solo perché chiunque lo desideri può andarsele (CORRETE ORA! Voglio per Mimmo un record di ascolti!) ad ascoltare. La divisione in puntate ciascuna con un titolo, che lascerebbe intravedere l'esplorazione di un determinato tema, è più che altro un artificio necessario, nel caso di Mimmo in particolare, perché non sembra esserci confine netto, e il talento tracima nel romantico e il romantico nel talento, e sicuramente così sarà per le puntate successive. Al di là degli inevitabili schematismi, c'è unitarietà e connessione tra i temi trattati. 

Dunque niente riassunti, ma solo due cose, forse marginali rispetto a quanto Mimmo ha raccontato o alla musica proposta, ma che mi hanno colpito. La prima è che Mimmo si è prodotto in una imitazione (non è la prima volta, si diverte a fare le imitazioni, e devo dire che è piuttosto bravo): ha reso mirabilmente la voce da orco (definizione sua perfettamente calzante) del suo amico attore-cantante A.H., che mi ha molto divertito. 

Ecco la seconda: Mimmo parla spesso di bellezza, come esigenza primaria e come aspirazione dell'individuo, ma i suoi riferimenti alla bellezza femminile sono più unici che rari, per cui, sentendolo definire "donna bellissima", la famosa violinista tedesca A.S.M. (ascoltate la puntata e saprete tutto), della quale ha proposto un brano di un concerto per violino di Mozart, curiosa come una scimmia, sono subito voluta andare a cercare immagini che la riguardassero, prima ancora che notizie sul suo genio musicale. La violinista in oggetto è ritratta in molte bellissime foto artistiche, soprattutto nelle copertine dei suoi dischi, e ciò che a me, donna, comunica immediatamente, è non tanto una bellezza di forme e di lineamenti, che pure c'è, ma una grande eleganza, un grande fascino e una forte consapevolezza di sé. La bellezza è anche questo. Per me, spesso, soprattutto fascino ed eleganza, senza distinzioni fra uomini e donne.

Poiché per me è inevitabile non far ricorso alle associazioni, il riferimento alla talentuosa violinista mi ha riportato alla mente un bellissimo film francese del 1992, Un cuore in inverno, di Claude Sautet. La protagonista è proprio una violinista di successo, che vive dentro una disciplina rigidissima e soffre, e con lei la qualità della sua musica che deve essere sempre altissima, a causa di un amore per uno che sembra un po' cinico, ma forse ha solo paura di lasciarsi andare ai sentimenti.
Il film è molto altro, ovviamente, e l'attrice che interpreta la violinista, a quel tempo era di una bellezza senza pari. 
Per oggi è tutto. Che la bellezza vi accompagni.





sabato 14 settembre 2013

DON'T DISTURB

Questo pomeriggio, dalle 15, alle 15, 30 circa, non ci sono per nessuno. Ho già preparato il cartello con la scritta DON'T DISTURB.
Ho il secondo appuntamento con la voce di un uomo talentuoso (si possono usare entrambe le forme, talentoso e talentuoso, e io preferisco la seconda), che conosco ormai in tutte le sfumature in cui mi è stato dato conoscerla.
Mentre il Proprietario di quella voce inizia ad accogliere i visitatori nella sua bella cantina, che oggi e domani sarà aperta al pubblico, io vado a preparare pasta e patate, variante con la provola.
Come sottofondo musicale, Delitti perfetti, che non ascolto da un po'.

mercoledì 11 settembre 2013

STATISTICHE LIEDER E PICCOLI UTENSILI DA CUCINA

Bisogna diffidare da chi, cantante, attore, scrittore, o, in qualsivoglia modo, artista, per usare una parola abusata e non sempre meritata, dica di non essere interessato al gradimento del pubblico, anche attraverso la rilevazione di dati. Del tutto falso: lo fanno tutti, ma proprio tutti, quelli dai grandi numeri e quelli dai numeri piccolissimi. I primi evidentemente si avvalgono di collaboratori, gli altri lo fanno da soli. Quanta gente è entrata nella mia pagina facebook oggi, quanta nel mio sito, quante visualizzazioni hanno avuto i miei video? Credo che sia del tutto normale, anzi necessario e anche utile. L'importante è non vivere in funzione di questi dati, cosa che invece pare accada assai di frequente.

Anche le autrici di piccoli blog come il mio consultano le statistiche: un lavoro che, va da sé, porta via pochissimo tempo, ma che permette di conoscere il grado di affezione del misterioso lettore, che, avendo ad esempio memorizzato nel suo computer quel dato post che col blog l'ha messo in contatto per la la prima volta, entra attraverso quello. Io, non avendo altri elementi, individuo il lettore col nome del post memorizzato: "Oh guarda, è tornato a trovarmi Io mamma e Mimmo. Ah, ecco Cherchez la femme... Oh, di nuovo Un regalo per Mimmo..."

Spesso chi legge non cerca me e non cerca Mimmo, ma arriva attraverso una casuale ricerca. Difficilmente questi ritornano, ma mi permettono di ricordare dei post che avevo dimenticato di aver scritto. Ad esempio in questi giorni, poiché cercano notizie sulle grattugie, va per la maggiore un post che si intitola La grattugia del mio cuore: di cosa avrò mai voluto parlare e come mai avrò scelto un titolo del genere? Ci pensavo ieri sera mentre grattugiavo le carote per una torta da prima colazione, e a un certo punto al posto delle carote, mi sembrava di avere tra le mani il mio piccolo cuore (non so se sia una vox populi, o se sia scientificamente corretto, che il cuore abbia la dimensione del pugno del suo proprietario; io ho le mani molto piccole, per cui il mio cuore deve essere proprio piccolo) e quindi per levarmi quella brutta immagine di striscioline di cuore, ho interrotto il lavoro e sono andata a leggermi il post caduto nell'oblio... Ah ecco di cosa si trattava: il soggetto ferocemente romantico, anzi a dire il vero un po' melenso, che corrisponde al nome di Folgorata, raccontava le sue sensazioni all'ascolto dell'album live, Confusi in un playback, attribuendo a Mimmo il ruolo di grattugia del suo cuore. Nientemeno. 

Comunque niente è per caso in questa vita. L'album live comincia proprio con Svegliami domattina, che, devo confessare, ogni volta che l'ascolto una strizzata al cuore me la procura, e quindi non sono rimasta insensibile quando Mimmo l'ha proposta nella prima puntata della sua incursione alla Radio svizzera, intitolata Romantico, anche se nella versione tratta da Aria di famiglia, che tende a smorzare lievemente l'eccesso di romanticismo giovanile.

Poiché non solo niente è per caso, ma anche tutto è connesso con tutto, e quindi, partendo da una sollecitazione, per associazione arriviamo da un'altra parte, quando a un certo punto Mimmo, ha proposto un lied di Schubert, la mia mente ha tirato fuori dai suoi archivi un romanzo giovanile di Herman Hesse, Gertrud, che di musica e di passione è tutto intriso. Lì dentro, avevo forse vent'anni, ed ero da qualche tempo una hessiana convinta, trovai per la prima volta il termine lied, e non sapendo cosa fosse, mi documentai. No, non sono diventata un'esperta di lieder, ma ho gradito la proposta di Mimmo, e ho voluto ascoltare altri lieder di Schubert nell'interpretazione del baritono Dietrich Fisher-Dieskau e del pianista Sviatoslav Richter.

Stamattina, prima di mettermi a scrivere, sono andata a scovare da uno scaffale la mia vecchia copia di Gertrud, tutta ingiallita, impregnata di un lieve sentore di muffa, e l'ho posata sul tavolo accanto alla mia postazione. Non so se lo rileggerò, per non sciupare antiche bellissime sensazioni.
Per completare l'opera, e rimanere per tutto il giorno dentro un'atmosfera romantica, riascolterò di sicuro per intero l'album che ha fatto meritare al Cantante l'epiteto di Grattugia del mio cuore. So già che avrò un'impennata di battiti alle prime note. 

Ah, la torta di ieri: buona, l'ho mangiata stamattina a colazione, ma... non sapeva tanto di carota, e non era neppure arancione. Era un po' più tendente al rosso: che ci sia finito dentro qualche frammento del mio povero  cuore?

SVEGLIAMI DOMATTINA
Testo e Musica di M. LOCASCIULLI
© 1982 Edizioni Musicali Serraglio/ BMG Ricordi



Svegliami domattina
Prima di andare via
Svegliami amore di un giorno
Che sei durato un'eternità
Che nascondi con il tuo sorriso
Ogni lacrima che solca il tuo viso
Che ti basta pure una parola
Per non sentirti sola
E quando farà giorno
Partirà una nave che non fa ritorno
Che si ferma in ogni porto di mare
Poi riparte veloce senza più fermare
E si trascina dietro la sua scia
Il volo degli uccelli e la malinconia
L'odore del sale e gli occhi di qualcuno
Perduti in fondo al mare
Piccola signorina piccola regina
Il tempo passa come un treno
Come un lampo in mezzo a un cielo sereno
E tutto quello che potevi capire
Che potevi dire
Magari è già finito
Prima ancora di cominciare
E quando farà sera
Che sarà cominciata un'altra primavera
Che la neve ha smesso di cadere
E si scioglie nel fiume e si confonde nel mare
Che le stelle sembrano più belle
Che un vento diverso ci accarezza la pelle
Chissà che cielo e chissà che mare
Dovrai dimenticare
Piccola signorina piccola regina
Il tempo passa come un treno
Come un lampo in mezzo a un cielo sereno
E tutto quello che volevi portare
Che volevi lasciare
Adesso è già finito
Prima ancora di cominciare

giovedì 5 settembre 2013

VOGLIA DI FUGGIRE VIA

Credo sia capitato a chiunque, almeno una volta nella vita, di provare lo sfrenato desiderio di andare via, di fuggire lontano, di tagliare tutti i ponti con la propria vita e con i propri legami, di tracciare una linea e un punto e ricominciare da capo, altrove. Qualcuno lo ha solo sognato, qualcuno lo ha realizzato veramente. In questi giorni a me è capitato di soffermarmi molto a lungo su questo pensiero, ma ancora di più su quest'altro: forse si può davvero scappare da tutto, ma non da sé stessi. Forse, se rimango, non è solo perchè qui e ora qualcosa mi trattiene e qualcuno ha ancora bisogno di me, ma soprattutto, perchè so perfettamente che, per quanto a volte lo desideri ardentemente, non posso dimettermi da me stessa.

Ma cosa c'è dietro una fuga? 
Spesso questo:

E dietro una fuga c’è sempre un dolore
Un segreto un peccato mortale
O una brutta ferita di una storia d’amore
O il passato che non puoi cancellare

Appare evidente che oggi ho annegato la mia smania di fuga nell'ascolto dell'album Piano piano. Essendo contraria alle mutilazioni delle canzoni, propongo l'intero testo di Randagio


RANDAGIO
Testo di M. Locasciulli ed E. Ruggeri Musica di M. LOCASCIULLI
© 2004 Edizioni Musicali Piccola Luce – Anyway Music

Vieni con me sulla cima del mondo
e guarda la terra girare
prendi i tuoi occhi dal fondo del mare
e lasciali andare col sole
Sopra un balcone affacciati alla luna
A fischiare se il giro non va
Tanto nessuno ci può controllare
E il mio nome nessuno lo sa
E dietro una fuga c’è sempre un dolore
Un segreto un peccato mortale
O una brutta ferita di una storia d’amore
O il passato che non puoi cancellare
Segui il percorso del fiume alla sera
E le luci saranno una casa
Copri la lampada accesa e riscaldami
Al fuoco lasciato per te
I cavalli e i soldati i soldini e i gelati
Sono fuori in giardino e noi qui
Siamo tutti alla festa dei cuori randagi
A battere un tempo speciale
E se arrivano i vigili e i vicini protestano
Che i bambini non dormono più
Gli mettiamo una maschera e poi sarà la musica
A farli ballare con noi
Sopra un balcone affacciati alla luna
A fischiare se il giro non va
Tanto nessuno ci può controllare
Il tuo nome nessuno lo sa
Le signore e i signori i parenti e i dottori
Sono un sogno più indietro di noi
A guardare la festa dei cuori randagi
Che battono un tempo speciale
E se tornano i vigili e i vicini protestano
Che i bambini non dormono più
Gli mettiamo una maschera e poi sarà la musica
A farli ballare con noi
Resta con me sulla cima del mondo
E lascia la terra girare
Lascia i pensieri posati sul fondo
Che il tempo non riesce a cambiare
Il tempo che scivola e accorcia la strada
Col tempo che passa e tradisce
Cantami ancora una dolce canzone
E un giorno forse ti prenderò

Cantami ancora la bella canzone
E un giorno forse ti sposerò


domenica 1 settembre 2013

APPUNTAMENTO ROMANTICO



Mi ricordo quando Mimmo, tutto contento, annunciò, (era inverno) la partenza per Lugano per registrare, alla Radio televisione della Svizzera italiana, le cinque puntate del programma "Anime salve", a lui dedicate . Disse che non si sapeva esattamente quando sarebbero andate in onda, certo non prima della "primavera inoltrata". La primavera inoltrata, e questa volta Mimmo non ne ha nessuna responsabilità (si tratta semplicemente di normali tempi di attesa: altri artisti avevano registrato prima di lui, e la trasmissione, registrata in una giornata, va poi in onda per un mese intero, spalmata in cinque brevi puntate) è diventata fine dell'estate, e primissimo autunno.

I titoli delle puntate, che andranno in onda dal 7 settembre al 5 ottobre, ogni sabato alle 15, e poi in replica alle 23:

7 settembre:   Romantico
14 settembre: Talento
21 settembre: Collaborazione
28 settembre: Passato presente
5 ottobre:        Nati per correre


In genere, almeno da quando ho tentato di passare a una fase un po' più adulta (si fa per dire) di Folgorata, non anticipo (quasi) mai Mimmo, ma aspetto che sia lui a dare gli annunci che lo riguardano. Oggi faccio un'eccezione che, sebbene tale possa apparire, non è invasione di campo, ma gioiosa, infantile eccitazione, dopo tanta attesa. 
Vado a mettermi in ghingheri per l'appuntamento "romantico" di sabato 7 settembre. Spero di essere pronta per le 15, ma se mi servisse un po' di tempo ancora per i preparativi, (si sa quanto le signore della mia età necessitino di interventi di restauro)  potrei andare all'appuntamento alle 23, che è un orario decisamente più romantico. 
Il premio per questa lunga attesa è che, se dovessi per qualche causa di forza maggiore non arrivare all'appuntamento, potrò sempre, in seguito, ascoltare le puntate tutte le volte che vorrò.

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