Mimmo & Greg
sabato 31 ottobre 2009
Un modo intelligente di spendere trenta euro
venerdì 30 ottobre 2009
Gemellaggio sardo-abruzzese
lunedì 26 ottobre 2009
Dedicata a una mia amica...
© 1991 Edizioni Musicali Piccola Luce / Polygram
A divorarsi gli occhi con la curiosità
Di quel che è stato e di quello che le aspetterà
Quanto di più potranno mai nascondere
Quanto di più sapranno mai comprendere
Conta o non conta ognuna parlerà per sé
Come se avesse avuto tutto quel che c'è
Nessuna vorrà chiedere
Se è vero o non è vero
Se tutt'intorno all'apparenza
Lo stupore sia sincero
E avranno fame di parole
Che non le facciano sentire sole
Perché possano ricordare
Quello che piano piano
Se n'è andato via
Giorno verrà e le farà sorridere
Starsene lì senza doversi arrendere
L'una dell'altra ai gesti e alle necessità
L'una dell'altra chissà che cosa penserà
E stare lì a raccontare
Come se fosse solo ieri
Sarà un modo come un altro
Per confondersi i pensieri
Sarà come fermare il tempo
E spendere tutto in un momento
Un modo per non dimenticare
Quello che piano piano
Se n'è andato via
venerdì 23 ottobre 2009
Fame atavica: possibili rimedi per una bulimica... della scrittura
Mettiamoci al lavoro: nel corso della mia appassionante ricerca, mi sono andata a cercare se il Nostro, nella sua veste di medico nutrizionista, fosse autore di qualche testo. Ho consultato il catalogo dell’Iccu e altri cataloghi online, e ho trovato una sola notizia, la seguente:Alimentazione : piaceri e saggezza a tavola / a cura di Mimmo Locasciulli, Anadela Serra Visconti di Modrone, Guido Testa ; prefazione di Bruno Viserta
\S. l.! : Tanturri, c1997 (Roma : La piramide)Monografia - Testo a stampa [IT\ICCU\BVE\0128925]
Il libro è ancora in commercio, costa solo 10 euro e magari me lo compro, perché sono curiosa di vedere come scrive Mimmo, quando non scrive canzoni. L’unica cosa che ho letto è la piccola introduzione in cui spiega la genesi di Idra, e non mi basta, quindi mi butterò nella lettura di un’opera divulgativa, scritta a sei mani. Immagino che ognuno avrà curato una parte, anzi lo spero, altrimenti mi sarà difficile conoscere lo stile. A me dispiace molto che a tavola sia necessario essere oltre che gaudenti, saggi. Una chiacchierata con il nutrizionista me la farei volentieri, magari mi metto in contatto con la signora, anche lei come me autrice di blog, che ci è andata e mi faccio dare l’indirizzo. Mi costerebbe un botto, considerando albergo e volo, e onorario, ma per Mimmo questo e altro. Allora procediamo con ordine. Nel blog della signora in questione ci sono capitata per puro caso, dopo aver digitato su google “Locasciulli nutrizionista”, che non sia mai mi sia sfuggito qualche aspetto di quella poliedrica personalità: sono o non sono un ricercatore serio? La fortunata racconta di aver incontrato, un giorno, un medico suo amico notevolmente dimagrito: un’altra persona. Colpita, gli chiese chi fosse il medico autore di tale prodigio, e l’amico: Locasciulli, ti dò l’indirizzo. Pare che la signora fosse un po’ sovrappeso. Io sono una perfetta taglia 42 italiana, (non lo dico per darmi arie, ma solo perché sono di pura razza semi-nana sarda e quelle come me, già con la 44 rischiano di essere prese a calci, scambiate per palle) molto in pericolo, perché sono sempre morta di fame (ora ho smesso con le fette biscottate e ho buttato giù due prugne secche) e molto amante dei piaceri a tavola, quindi ci andrei non tanto per dimagrire, da Mimmo, quanto per imparare meglio l’arte (e metterla in pratica, non da parte) di mangiar bene e sano. La signora decide di andarci con la sorella, e quando arrivano allo studio vedono questo signor medico in camice bianco, con la “lunga faccia pallida” (cito testualmente, io ovviamente dissento, oltre tutto la faccia un po’ lunghetta ce l’ho anch’io) che le invita ad accomodarsi. Si guardano sorprese, riconoscono il cantautore, non sanno spiegarsi cosa c’entri col nutrizionista. Io non avrei avuto un attimo di dubbio. Una domanda che ha urgente bisogno di risposta: come saranno i camici di Mimmo, di quelli con i polsini o di quelli con l’elastico, di cotone leggero o robusto, lunghi fino al polpaccio o al ginocchio, e ancora, chi glieli lava e stira? Mi posso riciclare io in compita e diligente assistente segretaria, con delega anche per la pulizia (perfetta) dello studio e cura dei camici (ineccepibile, con stiratura senza pieghe: mettiamo lavatrice, Stira e ammira e asse nello stanzino in fondo). Tornando a bomba, le due familiarizzano subito col dottore, che è “simpaticissimo” (cito sempre testualmente,) ed escono dallo studio con la prescrizione di una bella dieta. Che probabilmente non seguono, perché la conclusione della faccenda è la seguente: Comunque le diete di Locasciulli sono inutili, come tutte le diete. Se dissentivo prima, qui mi arrabbio molto; non che voglia fare l’avvocato d’ufficio del dottore, che non ne ha davvero bisogno, ma le diete bisogna seguirle correttamente, altrimenti si, che è inutile: se si vede che non funzionano e si è convinti di aver fatto il proprio dovere, si torna dal medico e si aggiusta qualcosa. Io non vorrei insistere sempre sulle solite notizie, che se n’è parlato fin troppo (io stessa ne ho fatto accenno in altri post) ma Rosy non è stata dello stesso parere, e neppure Walter, e neppure il medico, amico della signora che sostiene che le diete siano tutte inutili, e chissà quanti altri noti e meno noti pazienti del Dottor Locasciulli nutrizionista, del quale io mi fiderei ciecamente, e seguirei con il massimo scrupolo le sue diete, e i suoi consigli nutrizionali, fosse necessario, anche perché mai e poi mai vorrei passare per una poco determinata.
Sbaglio o tutto era partito dalla mia fame, anzi da un libro, che non è l’unico al suo attivo. Ne ho trovato altri due, in cui però non si parla di temi legati all'alimentazione, e magari ne tratterò in seguito. (Vedo legioni di fans, miei, non di M., urlanti: Si si continua non lasciarci orfani troppo presto, Folgorata sei tutti noi!) Prima di chiudere questa puntata vorrei spendere due parole sulla coautrice dei piaceri a tavola: ho "indagato" anche su di lei, scoprendo che è un medico, specializzato in medicina estetica, con un curriculum di tutto rispetto, che deve aver testato su di sé, con ottimi risultati, devo ammettere, tutti i mezzi che aveva a disposizione, prima di provarli sulle pazienti. Una dea, non una donna, che se ci fosse stata lei davanti al giudizio di Paride Alessandro, la guerra di Troia non avrebbe avuto ragion d'essere, ed Elena sarebbe tornata a Sparta dal suo Menelao. Una specie di Barbie mora, con due occhi azzurrissimi che sembrano due fanali. Non è una fanciulla, ma tale appare. Chi fosse curioso, se la vada a cercare sul suo sito, rimarrà abbagliato da tanta avvenenza. Io ora penso alla mia cena, che ho fame. A casa ho anche qualche abito taglia 44, fosse necessario. Così con qualche chilo di troppo ho la scusa pronta per andarci davvero da Mimmo nutrizionista. Magari ci vado con un mio cugino fascinosamente grasso, che combatte con la bilancia da tutta la vita e ha nella sua agenda i nominativi di tantissimi dietologi e nutrizionisti. Lui è anche molto cattolico: Prima di Lourdes prova Locasciulli, gli ho detto. Se decidi, chiamami, che ti faccio da dama di compagnia. Nell'uno e nell'altro caso: andrei volentieri anche a Lourdes, non sia mai che possa rinsavire un po'.
martedì 20 ottobre 2009
"Piume delle mie piume": piccoli Locasciulli crescono
Come ho già scritto è diventato genitore da giovane, Mimmo: il primogenito è nato nel 1977, si chiama Guido; il secondo, Matteo, è di qualche anno più giovane. Ora sono adulti, hanno delle strade già ben delineate. Hanno entrambi un’attitudine musicale, ed entrambi hanno fatto della passione un mestiere, almeno in parte. Matteo suona il contrabbasso, il basso elettrico e la chitarra, ma anche il pianoforte: insomma un piccolo genio musicale; è arrangiatore e compositore. Ha anche co-prodotto Idra, con Mimmo e Greg Cohen. A proposito di quest’ultimo aspetto Mimmo dice che non è stato facile, perché l’entusiasmo e le brillanti idee giovanili, hanno bisogno di essere mediate dall’esperienza, e anche da un po’ di pazienza. Il padre quando ne parla se ne dichiara fiero; racconta sempre con un sorriso e un pizzico di compiacimento, una battuta di Matteo che dice (ricordiamoci che il contrabbasso in genere lo suona Greg Cohen, e Matteo interviene quando Greg ha altri impegni) che quando lui non potrà accompagnare il padre al contrabbasso, per via di altri impegni, sarà il maestro statunitense a sostituirlo. L’avrò sentita almeno quattro volte, questa battuta, e ogni volta Mimmo ci mette la stessa compiaciuta e divertita tenerezza nel riferirla. Nell’ultimo album, Idra, Matteo ha composto per intero la musica di Il bambino e il destino, e con il padre, quella de La disciplina dell’amore. Ottimo lavoro.
Matteo fa parte anche di un gruppo, i Greenwich. Sembrano tutti molto giovani, ma esistono come band dal 1999. Matteo suona il basso elettrico, a cantare è una ragazza carina, Francesca Xefteris, che, ho letto, ha partecipato a XFactor e questo ha dato avvio a una serie infinita di polemiche perchè pare che il gruppo si sia, in passato, dichiarato contrario ai reality musicali (delle posizioni del gruppo al riguardo non ho letto niente, ho letto invece diverse interviste su questo tema a Mimmo, che non li ama) ma non ho intenzione ne' di approfondire il discorso, ne' di alimentare polemiche. Sono stati anche a Sanremo giovani. Io forse a Sanremo avevo visto Mimmo nel 1985, ma solo perché era lui; la canzone, Buona fortuna, allora non mi piacque. Sanremo mi annoia a morte, e mi sembra un grande spreco di energie e di risorse: a volte mi capita di vederne dieci minuti e sono già stanca, per cui proprio i ragazzi non li avevo visti lì, ne’ li conoscevo per altre vie; per completezza ho visto qualche video, non mi sono dispiaciuti, ma non credo approfondirò. Hanno aperto, come spesso molti artisti giovani, singoli o gruppi, i concerti di artisti affermati e importanti, ad esempio Elisa, o Ligabue.
Matteo sembra un ragazzo molto allegro, scanzonato: una faccia simpatica, sorridente, che ricorda quella del giovanissimo Mimmo; si vede che quello che fa lo appassiona. Non so se contemporaneamente segua anche un’altra strada professionale, o se il suo futuro sia tutto nella musica. Non so se si sia laureato, sicuramente avrà fatto le sue brave esperienze di studio all’estero, come d’altronde moltissimi ragazzi di oggi, anche appartenenti a famiglie normalissime. Per fortuna non è più necessario appartenere a classi (troppo) privilegiate, come ai miei tempi.
Guido ha una faccia più da tenebroso: sguardo serio e un po’ corrucciato, e capelli di uno che si è appena alzato. Guido ha una più una vocazione cantautorale, ma anche lui suona diversi strumenti (pianoforte e chitarra). Sua è la musica di una canzone bellissima che interpreta Mimmo, L’inverno, da quello scrigno di gemme che è l’album Piano piano. Ha al suo attivo alcuni CD singoli, e un album, La migliore combinazione, uscito nel 2004, prodotti dalla Hobo di suo padre. http://www.hobomusic.it/ Il nuovo singolo s’intitola Ogni istante, e vede una collaborazione tra Guido e i Greenwich, il gruppo citato prima dove suona Matteo. Ogni istante è integralmente disponibile per l’ascolto sul sito della Hobo Music. Molto gradevole e orecchiabile: già la canticchio. Guido ha scelto di pubblicare con lo pseudonimo di Guido Elle. Inutile raccontare balle: prima di questa recente ri-folgorazione, io non sapevo niente delle attività di questi ragazzi, sapevo solo che M. aveva due figli, ma non ne conoscevo neppure i nomi. Ho letto alcune interviste a Guido; ho trovato nelle risposte che ha dato un ragazzo educato e maturo, che sembra aver fatto propri gli insegnamenti e gli esempi paterni, riguardo alla visione della vita. In alcuni casi mi sembrava di sentir parlare il padre. Racconta Guido che da piccolo lui non aveva molta voglia di studiare il pianoforte, ma i suoi glielo consigliavano caldamente: Provaci- gli dicevano - vedrai che ti servirà. Quando sarai giù o sarai arrabbiato avrai un rivale con cui sfogarti, che non ti deluderà. A distanza di anni ha dato ragione ai suoi, Guido e già da tempo ormai ha fatto chiarezza dentro di sé e ha capito che non vuole fare il cantautore per una semplice emulazione paterna, ma perché è una vera passione: la musica è l’ultima cosa a cui penso la sera prima di addormentarmi e la mattina appena sveglio, ha dichiarato. Ha proprio ragione, alle nostre passioni, di qualsiasi natura esse siano, dedichiamo i nostri primi pensieri al mattino e gli ultimi prima di sprofondare nel sonno, se ci coglie.
All’interno dell’album La migliore combinazione c’è tra le altre, una canzone molto bella, Il povero amante, scritta per l'attore Alessandro Haber, amico di famiglia, che si è a un certo punto della sua carriera, misurato con l’esperienza canora. Il pezzo gli è proprio stato cucito addosso: Haber, che mi sembra uno alquanto problematico e tormentato, anche se buono, soffriva da cani per una storia finita. Inutile dire che ho ascoltato anche Haber: anche lui una voce particolare, ruvidissima e piena di nicotina. Non mi dispiace.
Guido non fa solo il cantautore o il musicista. Lo so per certo perché anche questo l’ho trovato in un'intervista. Si è laureato, specializzato, svolge una professione: fa l’avvocato in un grande studio legale di stampo anglosassone, di quelli pieni di giovani di talento e di entusiasmo, (spero) ciascuno con la sua sfera di competenza.
Buona fortuna alle piume, quelle grandi e quelle piccole. I ragazzi mi sembrano molto ben riusciti, i genitori hanno seminato bene, evidentemente, e ora raccolgono i frutti.
Come al solito per informazioni più dettagliate rimando al sito di Mimmo, a quello della Hobo Music, e ai profili su MySpaceMusic dei Locasciulli senior http://www.myspace.com/locasciulli e junior http://www.myspace.com/matteolocasciulli http://www.myspace.com/guidoelle dove è possibile conoscere, vedere e ascoltare, e, per chi fosse interessato, comunicare.
venerdì 16 ottobre 2009
Nella riserva e dentro l’anima di Mimmo: parte seconda.
Fa spesso riferimento al “gene” Locasciulli, come un fattore che non tradisce, in questo musicale come in altri ambiti: cita qui l’attitudine musicale di chi lo ha preceduto nella sua famiglia: il nonno suonatore di mandolino, il padre cantante, che ancora a più di ottant’anni (sposato giovanissimo: quattro peccati di gioventù che se ritorno indietro io non li faccio più gli fa dire Mimmo in Dolce vita) vuole cantare e dico io: perché no? I figli, piume delle mie piume, che hanno anche loro questa passione per la musica, (non approfondisco ora, alle piume delle sue piume dedicherò un pezzo a parte) e chissà, magari, quando arriveranno, anche i nipoti. I ragazzi di oggi non sono come quelli degli anni quaranta, come suo padre, o anche degli anni settanta, come lui, che diventavano genitori presto: aspettano prima di metter su famiglia. Magari nonno gli canterà Vola vola vola, (Piano piano, 2004) come ninnananna, che mi sembra adatta, così gli fa sentire da subito l’amato dialetto abruzzese, al nipotino, tanto per rimanere in tema di radici e tradizioni. Vola vola vola è un omaggio nel titolo e nell’uso del dialetto alla canzone popolare abruzzese, che vede proprio nell’altro Vola vola vola che tutti abbiamo sentito, il suo esempio più noto.
Nel corso della “lezione” Mimmo ha citato i suoi punti di riferimento musicali stranieri, primo fra tutti, come già detto su queste pagine, Bob Dylan, poi Tom Waits, Randy Newman, Elvis Costello, Bruce Springsteen. Di Dylan ha cantato Sign on the window…, il pezzo che utilizza da sempre nel suo sound chek, perché gli serve per testare la voce, e secondo me anche un po’ perché gli porta bene. Ha cantato anche una canzone d’amore di Cole Porter, che è arrivato da poco nel suo mondo musicale. Mi pareva di aver letto che lo ascoltasse suo padre.
Ho scoperto poi che la lezione constava di due parti: la prima, intitolata Pensieri d’autore, in cui Mimmo parlava, seduto su una poltrona, molto serio, senza un sorriso, come mi è stato riferito, l’ho persa. Avrei perso anche la seconda, anzi proprio non ne avrei saputo nulla, se il caso non avesse favorito le circostanze narrate nella prima parte: dovrò prenderlo come un segno del destino? Per oggi dalla riserva è tutto. Mimmo è sicuramente conscio di essere un privilegiato, a vivere una parte della vita in una riserva come la sua, sia in senso materiale, che metaforico. Ciascuno si cerchi le sue di riserve, nel senso nobile del termine, se è possibile: anch’io ho le mie: questo piccolo blog ad esempio per me lo è, e non solo perché è molto di nicchia. Mi permette di estraniarmi da altre cose, mi ha permesso e mi permette di imparare cose nuove cui forse, mai e poi mai, non mi fosse capitata questa strana fascinazione di mezza età, mi sarei accostata. Delle nuove conoscenze acquisite, che arricchiscono se non la mia cultura musicale, almeno quella generale, parlerò in seguito, che almeno per un po’ Folgorata bisogna tenerlo in vita.
mercoledì 14 ottobre 2009
Nella riserva e dentro l'anima di Mimmo: parte prima
Testo e Musica di M. LOCASCIULLI
© 2004 Edizioni Musicali Piccola Luce
Quando sarai stanco di viaggiare
Attraverso il tempo e attraverso il mare
Oltre alle città oltre il confine
Del mondo che si sposta dentro le cartoline
Quando sarai stanco di giocare la partita
Che detta le sue regole finché non è finita
Quando sarai stanco di non vincere più niente
Vienimi a cercare puoi trovarmi qui
Quando sarai stanco di aspettare
Leggi le mie lettere
E vienimi a cercare
Vivo la mia vita tra i papaveri e il grano
Il cielo è trasparente il mondo gira piano
E c’è un camino acceso e coperte sui divani
La notte sopra il tetto e il correre dei cani
E sentirai l’odore della bella primavera
E suoni di campane tra gli echi della sera
E conterai le stelle nella notte senza luna
Vienimi a cercare io ti aspetto qui
domenica 11 ottobre 2009
Il prossimo album di Mimmo
Mimmo si sta giustamente godendo le soddisfazionei che Idra gli sta dando; superato il periodo di promozione vero e proprio, e il piacere, ma insieme il dovere delle interviste, conferenze stampa, e presentazione in radio, in televisione, (per quel pochissimo che ci va) serate musicali di presentazione dell’album, sul web, immagino stia dedicando uno spazio rilevante nei suoi concerti alle canzoni dell’ultimo album, non tralasciando certo le altre. Non è uno di quelli che sforna un disco all’anno, non è di quelli che scrive per vendere, ne’di quelli che pubblica tanto per essere presente, anche se talvolta ha pubblicato raccolte di vecchi brani, che avevano però sempre un senso. Non so se già gli frullino per la testa idee per un nuovo album, forse è un po’ prematuro. Idee sicuramente si, che quando uno è ispirato è ispirato, e allora prende la macchina e va di notte ad aprire il suo studio di Saracinesco, e si mette lì seduto a pensare per ore e ore finchè non gli viene il mal di schiena che col dolore “fissico” dà il meglio di sé. Il prossimo album cui faccio riferimento nel titolo, è solo nella mia testa, non in quella di Loc. Mi piacerebbe sentire certe canzoni che io amo nella sua interpretazione. Un po’ come Il futuro fu un album di cover di autori stranieri che lui apprezza molto, un modo per rendere loro omaggio, così quello che è nella mia testa, sarebbe un album di cover di canzoni italiane: che alcune gli possano piacere lo immagino; di altre non sono così certa; allo stesso modo, come sono certa della stima e dell’amicizia nota che egli ha per alcuni, non so se provi gli stessi sentimenti per gli altri: alcuni di questi pezzi mi sembrano adattissimi alla sua voce e alla sua sensibilità interpretativa, altri forse meno, ma secondo me con un suo arrangiamento se li potrebbe adattare benissimo e sarebbe davvero interessante il risultato.
Ecco le dieci canzoni:
1)La valigia dell’attore, bellissima canzone del suo amico Francesco De Gregori, cantata anche da Alessandro Haber, (anzi credo scritta proprio per lui) altro amico. Perfetta per Mimmo.
2)Cardiologia, sempre di Francesco, la canterebbe benissimo, e cambierebbe per un po’ reparto ospedaliero.
3)Come mi vuoi, di Paolo Conte: un mio chiodo fisso; amo moltissimo questa canzone, sia cantata da Conte, che da Caterina Caselli: perfetti entrambi, e Mimmo secondo me ne darebbe un’interpretazione insuperabile.
4)A muso duro, di Pierangelo Bertoli; un’altra canzone bellissima: mi ripeto con gli aggettivi, ma potrei solo sostituire bellissima con stupenda e splendida, e bellissima li batte per la sua semplicità. Un modo anche per ricordare Bertoli.
5)Verranno a chiederti del nostro amore, di uno che a Mimmo piace di sicuro: Fabrizio De Andrè. Quando si presentò, giovanissimo, al Folkstudio, portò una canzone di De Andrè, una di Dylan, e una di uno chansonnier francese, forse Brassens, non ricordo bene. De Andrè è nel suo Dna.
6)Novalis, di Edoardo De Angelis, che Mimmo conosce perché entrambi sono ex giovani del Folkstudio. Lo conoscono in pochi, questo capolavoro. Rendiamolo più noto inserendolo in quest’album ipotetico.
7)Giulia di Antonello Venditti. Quest’ultimo, anch’egli ex giovane del Folkstudio, non è uno dei miei preferiti, ma non posso non riconoscergli di aver scritto delle bellissime canzoni, che mi piace di tanto in tanto ascoltare. Giulia non è notissima; a me piace molto.
8)Stasera l’aria è fresca, di Goran Kuzminac: quando uscì, credo nel 1978 , ebbe molto successo. Un pezzo molto trascinante. Ho perso di vista Kuzminac, (tra l'altro anche lui laureato in medicina) l’ho ritrovato nella mia indagine su Mimmo, scoprendo che quest’ultimo ha anche prodotto il suo album Fragole e pugnali, nel 1996, che non ho avuto modo di sentire.
9)Una lunga storia d’amore di Gino Paoli: un altro grande che non si può non omaggiare; una canzone molto nota che mi emoziona sempre.
10)Guarda che luna, di Fred Buscaglione. Forse gli piace, a Mimmo, il vecchio Fred, che quando è morto non aveva ancora quarant’anni. Evoca atmosfere e temi cari anche a Mimmo, anche se trattati in modo diverso. La luna è onnipresente nella “poetica” locasciulliana. Un’altra occasione per cantarla ancora.
Mimmo pensaci! Ma che ne sai tu di questa mia proposta? Fosse un blog lanciato, questo, mi divertirei a invitare i frequentatori a indicare la tracce di un loro ipotetico album di cover di canzoni italiane d’autore, ma così non è. Godiamoci i vantaggi di questa quasi clandestinità.
giovedì 8 ottobre 2009
Lo stetoscopio del dottor Locasciulli e altri ferri del mestiere
Uno viene subito colto da grande curiosità e vorrebbe saperne di più: che cosa avrà mai lo stetoscopio del dottor Locasciulli, rispetto a quelli degli altri medici? Sarà magico, che quando ausculta invece che battiti e presenze di peristalsi o respiri più o meno regolari, sente le note delle canzoni che i suoi pazienti ascoltano? Chissà; sta di fatto che qualche anno fa, precisamente nel 2004, il tastierista di una band romana è stato operato proprio dal Dottor L. in persona: che fortuna! (nella sfortuna) La band in questione, che fa musica con influenze rock e reggae, si chiama Torpedo. Me li immagino tutti insieme questi musicisti, che attendono notizie mentre l’amico è nelle mani del chirurgo Loc. L’intervento va bene, e Mimmo, che è un medico di quelli che quando ha finito si toglie i guanti e la mascherina e se c’è qualcuno cui dare notizie del paziente, si ferma e le dà, (lo spero davvero: io ne ho incontrati diversi che non l'hanno fatto) rassicura i compagni del tastierista. Immagino che abbiano familiarizzato, o che si conoscessero da prima, non so, comunque in questo caso la musica è stata un collante. I Torpedo, grati, subito dedicano al dottore un pezzo strumentale, che s’intitola appunto Lo stetoscopio del dottor Locasciulli, inserito all’interno dell’album L’ingranaggio. Io chi fossero I Torpedo proprio non lo sapevo, ma mi sono documentata e ho anche ascoltato il pezzo, molto piacevole, tanto che inserisco il link, http://www.lastfm.it/music/Torpedo/_/Lo+stetoscopio+del+Dr.+Locasciulli così se qualcuno vorrà, lo potrà ascoltare. Gli avrà fatto piacere a Mimmo che gli abbiano dedicato un brano musicale? Si. Gli farà piacere a Mimmo sapere che Folgorata gli dedica quotidianamente un pezzo sul suo blog monotematico? Boh? Io non sono molto ottimista.
Mani. (Più ferri del mestiere di così!)
Preziosi strumenti di lavoro, le mani, sia per Mimmo, sia per il chirurgo Dottor Domenico Locasciulli. Spesso si sente usare quest’espressione: mani da pianista, per indicare mani lunghe e affusolate. Non si usa l’espressione mani da chirurgo ad indicare mani con le stesse caratteristiche, che mi sembra necessario che siano ferme e sicure ed esperte le mani di un chirurgo, più che affusolate. Ebbene Mimmo è un ottimo pianista (tutti quelli che hanno ascoltato La donna cannone di De Gregori e magari nemmeno una canzone di Locasciulli, sappiano che le dita che suonano il piano, sono le sue) senza avere mani che, in un certo immaginario collettivo sono da pianista: Mimmo infatti ha mani larghe, robuste, concrete, mani da contadino, e questa mia affermazione non contiene una sfumatura negativa, anzi il contrario. Io ho questa convinzione che alla terra sia legato, e, se probabilmente il tempo non gli permette di dedicarsi a qualche podere o orto, che ha già un mucchio di cose interessanti da fare, io ce lo vedo a seguire le vigne di Montepulciano, e a gustarsi poi un bicchiere di Cerasuolo d'Abruzzo, o a occuparsi di un frutteto, o di un orto. Io, Mimmo a parte, mi diverto talvolta a cucire addosso a persone di cui non so molto, gusti e attitudini. Questa mia supposizione si basa anche su qualche riferimento all’attaccamento alle radici contenuto in alcune interviste, o anche alla presenza di elementi campestri e rurali in molte sue canzoni. La natura gli piace. Il resto è ovviamente pura congettura.
martedì 6 ottobre 2009
Fumo e fumi
BUONI PROPOSITI Testo e Musica di M. LOCASCIULLI
© 1982 Edizioni Musicali BMG Ricordi / Serraglio
Da domani da domani
Da domani da domani
E questo giorno che deve arrivare
Da domani da domani
Da domani da domani
E questo giorno che deve arrivare….
lunedì 5 ottobre 2009
Come viviamo quest'età
COME VIVIAMO QUESTA ETÀ
Testo e Musica di M. LOCASCIULLI
© 1990 Edizioni Musicali Piccola Luce / Pawaland / Sitar
Se almeno qui ci fossi tu
Sarebbe tutto più normale
Invece il tempo se ne va
Sopra un binario sempre uguale
Tutto si complica di più
Tutto si perde un po’ di più
Tutto si limita di più
Quanto rimane senza te
Per me
Provati a chiedere cos’è
Una giornata di provincia
Incatenati nei perché
Quando la noia ricomincia
Qualche pensiero vola via
Sopra un foglietto di poesia
E invece è tutta una bugia
Per noi ragazzi che chissà
Come viviamo questa età
Vorrei bruciare i miei giorni
Bruciarne ancora di più
E cancellare i contorni
Di quello che non voglio più
Se adesso qui ci fossi tu
Tutto sarebbe più speciale
Invece il tempo se ne va
E lo scenario è sempre uguale
Tutto si complica di più
Tutto si limita di più
Tutto si perde un po’ di più
Per noi ragazzi che di qua
Viviamo male questa età
Vorrei bruciare le strade
Chiese portoni e caffè
Perché ogni volta mi uccide
Viverli senza di te
Vorrei bruciare i miei giorni
Bruciarne ancora di più
Per cancellare i contorni
Di quello che non voglio più
Il futuro
Per me Il futuro è stato un'autentica rivelazione. Saputo che era un album di cover non mi è venuta tanta voglia di ascoltarlo, poi invece l'ho fatto ed è stata una gradita sorpresa. Credo che il Nostro abbia voluto fare un tributo ad alcune canzoni di autori statunitensi o britannici che lui ascolta e ammira. Le canzoni sono state a mio avviso molto ben tradotte e arrangiate; Mimmo se le è magistralmente cucite addosso. La canzone che dà il titolo all'album, che in termini tecnici si chiama title track (l'ho imparato da pochissimo, durante questa indagine, come tantissime altre cose che ad altri più esperti sembrano scontate) è la rivisitazione di una canzone di Leonard Cohen, The future. La traduzione è di Francesco De Gregori. Mi è piaciuta moltissimo: Cohen, che io ero convinta fosse il padre di Greg, ormai storico collaboratore e amico di Mimmo da più di vent'anni, ma credo che non sia così (Cohen è uno dei cognomi ebraici più diffusi, quindi forse solo coincidenza) parla della sua voce come di un dono di cui va evidentemente molto fiero, e la definisce una voce da rasoio arrugginito. La voce di Mimmo, a mio avviso, ma non solo, immagino, roca e bassa da un lato, piena e rotonda dall'altro, morbida come il velluto e ruvida come l'orbace, (tessuto sardo, nessun riferimento all'uso del ventennio per carità) è adattissima a cantare questa canzone. L'altra che mi è piaciuta tanto, è Powderfinger di Neil Young, tradotta da Mimmo e cantata con l'amico Francesco De Gregori, che qui appare con lo pseudonimo di Cereno Diotallevi. Sono perfetti insieme, una vera forza della natura: il pezzo è molto trascinante. Molte delle canzoni originali rivisitate nell'album non le conoscevo, e anche questa è stata una bella occasione per imparare qualcosa. Dico solo che sono presenti omaggi a Tom Waits, Elvis Costello, Bob Dylan e altri, ma non continuo a scriverne. Chi volesse saperne di più vada sul sito di M. e si farà una cultura. L'altra autentica sorpresa nell'ascoltare questo album, è stata trovare due perle, che non sono cover: Stella di vetro e Come viviamo quest'età, che in realtà come Mimmo dixit è una cover di sè stesso, essendo stata scritta per Gigliola Cinquetti, e inserita nell'album Tuttintorno del 1990. Rimando Gigliola ad altro post prossimo venturo. Come viviamo quest'età è a dir poco bellissima ed è una di quelle che ascolterei davvero cento volte di seguito senza stancarmi, molto nelle mie corde. La pubblico in un post a parte come sentito omaggio alla bravura e sensibilità artistica dell'autore.
sabato 3 ottobre 2009
Sondaggio
Ho effettuato un sondaggio tra colleghi e conoscenti per vedere a che punto è la popolarità del Nostro, dopo trentaquattro anni di servizio permanente effettivo nel mondo della musica d’autore. I luoghi di lavoro sono dei piccoli microcosmi e come tali possono fornire dati esportabili ad ambiti più vasti. Non l’ho chiesto proprio a tutti, diciamo che ho effettuato il sondaggio tra un certo numero di colleghi del mio settore, e non solo. Per qualcuno Mimmo è un perfetto sconosciuto, per qualche altro "Mi sembra che questo nome l’ho già sentito"; qualcuno dice "Ah si l’amico di De Gregori", oppure "Si quello che fa il cardiochirurgo" (si confonde con Barnard, ma quello non cantava, oppure con Jannacci). Qualcun altro dice "Il nome non è che mi dica molto, se sentissi qualche canzone…" ed io "Non preccuparti che ci penso io", e inizio a canticchiare Piccola luce, Intorno a trentanni e infine Pixi Dixie Fixi, le più note insomma, e ballicchio anche mentre canto, che se Mimmo mi vedesse garantito avrei l’ingaggio per i concerti estivi in piazza nell’Italia centrale, come attrazione sul cubo, per uscire un po’ dalla riserva e dare una svolta trash e definitiva a una carriera di nicchia basata sulla qualità. Una molto preparata musicalmente, e non solo, ma davvero, non sto scherzando, conosce Mimmo, e per il mio trentacinquesimo compleanno mi regalò l’album Uomini: era il 1995. Per ripagare la cortesia l’anno dopo scrissi per lei un raccontino intitolato Ivano e Maria Teresa, che aveva per protagonisti lei e Ivano Fossati, di cui è ammiratrice storica dai tempi dei Delirium, prendendo spunto da un fatto realmente accaduto: a un concerto di lui a Sant’Anna Arresi si incontrarono sotto un grande albero e chiacchierarono amabilmente, ma poi l’idillio finì perché Ivano ricevette la telefonata della bionda attrice con cui allora stava. (I misteri dell'amore.) "Teresa mi accompagni a Milano il 12 novembre al concerto di Mimmo al Blue Note?"- "No, fosse Fossati verrei volentieri, (lo segue in lungo e largo nella penisola) ma Locasciulli, si, carino Locasciulli, carino (carino? Secondo me se sa che qualcuno lo definisce carino, lui così calmo perde le staffe…) un clone di De Gregori, mica mi sposto per Locasciulli..." "Ancora con questa storia di De Gregori, meno male che sei una di quelle che lo conosce meglio!"- "E si ma io conoscevo le canzoni vecchie e poi guarda che Povero me è di De Gregori e anche Caterina e una di quelle di Uomini (Il suono delle campane n.d.S.) Insomma un pochino ne sa, ma poco. Poi c’è un’altra collega che lo conosce e possiede Delitti perfetti, lo ascoltavamo sempre insieme negli anni novanta. Ora le ho rinfrescato la memoria, ha ripescato la vecchia cassetta e tutta adorante mi ha detto, Che voce Mimmo, che bella Occhi, che bella Delitti perfetti, e poi ha uno sguardo… Piace alle donne Mimmo, me ne sono resa conto solo quest’estate, prima non ci avevo fatto caso. Un’altra collega mi dice, "Però affascinante", ma non l’ha mai sentito cantare. Guardiamo insieme un po’ di foto, “Mi sa che molto del fascino glielo dà il cappello”. Concordo sul fatto che il cappello gli stia bene (parlerò anche dei cappelli) ma il fascino (e su questo scriverò ancora) è dato da altro. Ho continuato l’inchiesta interrogando un collega che frequenta molto la Svizzera tedesca: sua moglie è di Zurigo. "Senti chiedile se conosce Mimmo Locasciulli http://www.mimmolocasciulli.com/ (per chi non lo sapesse M. è molto noto in Svizzera) e i Patent Ochsner ." (Che meraviglia è HOTELSONG.) "Ah si glielo chiederò." Non si è ricordato: lui a Mimmo Locasciulli preferisce la pesca alla trota, molto praticata in Svizzera. Insomma questa è la storia. Ho pensato di organizzare al lavoro un Locasciulli's Day, magari lunedì porto Idra e invito quattro selezionati ospiti ad ascoltarlo in religioso silenzio. Un piccolo sondaggio l’ho effettuato anche tra altri amici e conoscenti. Idee molto vaghe: "Ma è stato a Sanremo? "– "Ancora quello, sei proprio fissata, già ci rompevi nel 1983." - "Ah si cantava come De Gregori!" - "Esiste ancora?" - "Ma non è quello che ha messo a dieta Rosy Bindi?"- "Ho capito, cantava Caterina e Rosalina" (peccato che quello fosse Fabio Concato, che ha scritto anche Fiore di maggio, mentre Mimmo Odor di maggio) - "Guarda che forse è Natalina." – "Eh, sei pignola!"- "Ah, si quello che non ha voluto partecipare, lui abruzzese al disco per l’Abruzzo. Bello!" (E qui corre l’obbligo dirlo, siamo a piani alti di informazioni: un’informazione un po’ distorta, un po’ superficiale, ma è già qualcosa.) Tutto questo lungo discorso per dire che in effetti Mimmo, almeno al grande pubblico, almeno da queste parti, non è molto noto. Per quei pochi che lo conoscono è quello che canta “tipo” De Gregori, oppure quello di Intorno a trentanni, quello che ha iniziato al Folkstudio, ma qui siamo già a livelli alti di conoscenza. Sto cercando di compiere un cammino di catechizzazione nei confronti di chi è disposto a credere. Pochi, ma qualcuno si è detto disposto. A Milano il 12 novembre non vuol venire nessuno. Perché non sono stata colta da insana e presenile passione per Fossati? Teresa sarebbe venuta, anche se l’avrà sentito almeno trenta volte. Io Mimmo mai, eccezion fatta per quella volta nel 1982, ma lui era in quell’occasione pianista e ospite del concerto dell’amico Francesco. Bisognerà rimediare a questa lacuna, gravissima per un'ammiratrice appassionata e informata come me, e se la montagna non va da Maometto, Maometto andrà alla montagna: dovesse essere l’Everest questa montagna, Maometto prima o poi la scalerà. C’è tempo, “Mimmo dixit” che ha intenzione di fare concerti per tanto tempo ancora: gli piace troppo. E poi gliel'ha detto il dottore.
giovedì 1 ottobre 2009
Chi è cosa ha fatto cosa fa
Riflessioni personali: ho scritto tutto di getto senza consultare fonti, basandomi sull’elaborazione estemporanea delle tante letture fatte e notizie ascoltate in questi mesi di studio pazzo e disperatissimo. Avessi messo lo stesso impegno profuso nello studio della mimmologia, in altri campi, nella mia vita avrei fatto ben altre cose, ma forse questo blog indispensabile non ci sarebbe. Niente è per caso. (Risata e applauso, please!)