Mimmo & Greg

Mimmo & Greg
Grazie Mariangela, grazie Mimmo!

sabato 28 febbraio 2015

LE PARISIEN



Mimmo è sempre più parigino. La mia speranza è che nelle sue permanenze nella città molto amata, al vagabondar meditando, alterni momenti di lavoro, magari brevi, ma intensi, di modo che all'ascoltatore della raccolta sia concesso di respirare un po' d'aria del Marais, ad esempio.
Non mi addentrerò troppo nella mia vita, ma mi lascio andare a una confidenza: se non avessi ... e se non mi fossi... mi sarei (e ne avrei avuto e ne avrei bisogno) concessa un anno sabbatico nella capitale francese. Sarà che ultimamente, non avendo l'energia e la lucidità mentale per impegnarmi in trattati filosofici, leggo molti libri rilassanti ambientati a Parigi (l'ultimo, un rosa raffinato di una mia conterranea, che ha avuto un successo mondiale, ambientato in parte proprio nel Marais), sarei diventata un po' parisienne anch'io. Magari avrei incontrato Mimmo, in giro a fare le sue belle foto in bianco e nero in Place des Vosges, e, approfittando dell'ospitalità di una colonna, non vista, l'avrei seguito un po' con lo sguardo. Invece, invece ce n'est pas possible, Madame Folgorata, almeno per ora.  Seguo da lontano il mio parigino d'adozione (ce ne sono tanti, incantati da Parigi, non solo tra i nomi noti, anche tra la gente comune, che magari comprano un piccolo appartamento,  e vi trascorrono periodi più o meno lunghi) preferito, e vado a preparare il sugo per le penne all'arrabbiata, tipico piatto ...parigino. 
À bientôt, j'espère...


martedì 24 febbraio 2015

L'ALTALENA




Vivo su un'altalena: da un lato conto i giorni che separano il lavoro in sala di registrazione dall'uscita del disco, passando attraverso le fasi intermedie, dall'altra mi godo l'attesa, perché  impaziente da giovane, nella maturità ho imparato a gustarmi le attese, o forse ho dovuto fare di necessità virtù. Proprio grazie alla frequentazione virtuale col giovanotto in camicia di jeans della foto, il gusto dell'attesa si è decuplicato, o forse si sono moltiplicate le occasioni in cui ho dovuto fare di necessità virtù. 
I mandorli sono in fiore, le giornate più lunghe e io sono, almeno per quanto attiene all'argomento in oggetto (ribadisco volentieri, essendomi già espressa in proposito), OTTIMISTA.

                                                    L'ARCHIVIO FOTOGRAFICO



...Sono devota custode di un archivio di foto di Mimmo, avendo raccolto quasi tutte quelle che lui ha pubblicato e tutte quelle che ho trovato in rete e per qualche motivo mi hanno colpito. Per noi agiografe le foto sono fondamentali. Lo conosco da quando portava il gilet di vello di pecora e aveva il boccolo sulla fronte, da quando era il frontman del noto gruppo beat che imperversava tra la jeunesse dorée pennese, i Dinosauri,  dal cappello a visiera da monello, ai raffinati attuali cappelli neri a falda stretta, passando per i tradizionali borsalino, per i panama, per i cappellacci da colono americano, per quelli a visiera piatta col logo che di tanto in tanto usa e che per me sono i più brutti in assoluto (de gustibus). In tanti casi di cronaca sentiamo parlare dei computer di indiziati o di vittime, sottoposti ad attente analisi da parte degli inquirenti. Sarò malata, ma qualche volta penso: mi capitasse qualcosa profanerebbero i miei computer e cosa troverebbero? intere cartelle denominate Foto M. seguite da numerazione.., o Immagini Cantante.... La cosa mi disturba alquanto. 

Tra decine e decine di foto, non ce n'è neppure una che risalga all'infanzia, certo sempre legata a un momento musicale. Proprio non riesco a immaginarmi Mimmo bambino. Se non avessi sentito tante volte dalla sua stessa bocca, il vibrante ricordo del piccino di cinque anni, costretto a lunghe sedute di solfeggio, penserei che è nato adolescente. Mi guardo bene dal proporre al Cantante di pubblicare una foto dell'infante che fu, magari durante un saggio di pianoforte (certa che la mia accorata richiesta sarebbe cinicamente ignorata), però mi rimane la curiosità di sapere che aspetto avesse, da bambino. 
Me la porterò nella tomba, questa curiosità, però me ne faccio una ragione. Un'altra delle convinzioni che si è rafforzata nella maturità è che ci sono dei territori in cui non è lecito sconfinare, ed è mio desiderio mantenermi sempre dentro la legalità.

martedì 17 febbraio 2015

"IL PIACERE DI VEDERGLI L'UGOLA"

Mimmo, già tanti anni fa (stralcio di un articolo pubblicato sull'Unità del 1 dicembre 1983, in occasione dei concerti al Teatro dei Satiri, a Roma, ai tempi di Sognadoro): Tutto è più naturale, quasi un intrattenimento. Ed è sbagliato dire che questa sta diventando una moda. E il pubblico stesso a richiedere un contatto diretto con il cantante. In teatro si può comunicare, improvvisare e lo spettatore ha il piacere di vederti l'ugola. 

Non è cambiato molto, da allora, ma era così anche da prima di allora: i teatri e i club sono da sempre i luoghi d'elezione per Mimmo, e lui è stato antesignano, ed allo stato attuale non è sbagliato dire che è, per taluni, una moda. Anche la storia dello spettatore che può vederti l'ugola, o le tonsille (ma più spesso, aggiungerei io, valutare la condizione della dentatura e se hai dei vuoti tra le arcate dentarie, o che tipo di otturazioni e di capsule) è uno dei suoi cavalli di battaglia... In ogni caso, io, questo piacere di vedergli l'ugola, o le tonsille, non l'ho mai avuto, e mi sento veramente un'agiografa mutilata. So di altri agiografi, che hanno visto anche le radiografie. Ho anche il dovere, tuttavia, di non perdere le speranze, perché prima o poi capiterà anche a me, questo piacere inconfessabile di vedergli l'ugola.

venerdì 13 febbraio 2015

MANIFESTO PROGRAMMATICO

Il video di Scuro, tra quelli di Mimmo, è certo uno dei più visualizzati e dei più condivisi; spesso lo si trova a corredo di altre fonti che lo riguardano. Non l'ho mai pubblicato, dal momento in cui sono diventata postatrice compulsiva di video fino ad oggi, forse proprio perché è ovunque. Ho deciso, infine,  di rimediare, colmando la grave lacuna. Si tratta di uno dei manifesti programmatici di Mimmo, deve esserci e mi fa piacere che ci sia. 

Mimmo Locasciulli- "Scuro", dall'album "Idra" (2009)

lunedì 9 febbraio 2015

venerdì 6 febbraio 2015

I DISCHI DEGLI ALTRI


Un sentito ringraziamento ad Aida Satta Flores, persona di squisita gentilezza e disponibilità, per avermi concesso di pubblicare le foto a corredo del post. So che l'autore della foto in bianco e nero è Matteo Locasciulli, mentre non conosco la paternità della seconda. 

Ho ordinato un disco uscito appena tre giorni fa, che dovrebbe arrivare a casa mia all'inizio della prossima settimana. Si tratta di quel Bellandare al quale ho accennato qualche post fa. Morivo dalla curiosità di farmi ammaliare dalla misteriosa voce di quel mare nero. Mi son messa a frugare su YouTube senza nessuna speranza e invece mi sono trovata l'intero album. Così non vale - ho pensato. Uno se li trova lì pronti, e non compra più i dischi. Comprare i dischi è, in fondo, un atto d'amore. Un amore diretto a qualcuno di cui può trarre beneficio anche qualcun altro. No, non ho ascoltato tutti i brani, lo farò con calma, quando il piccolo plico atterrerà dalle mie parti. Per ora sono andata a colpo sicuro, là dove sapevo che ci sarebbe stata quella voce che ormai staziona da qualche parte dentro di me, senza la necessità di mettere continuamente i suoi dischi, come facevo un tempo, in un passato remoto e in un passato più prossimo. Quel mare nero che tanto mi incuriosiva, potrebbe convincere chiunque (portato a farlo) a tuffarsi nelle sue acque; con quella voce un po' beffarda non è riuscito a farmi nessuna paura, sebbene abbia provato ad essere minaccioso e ringhioso. Certi divertenti giochetti vocali gli riescono splendidamente, ai concerti e in studio, evidentemente.
Promossa a pieni voti Aida, per aver scelto Tutto bene e per la sua interpretazione. Mi pare di intuire che a suonare il piano sia Mimmo, ma poi, mentre ascolto, a un certo punto ecco la sua voce, e non ho parole. A costo di sembrare smielata, non ho paura di confessare di aver chiuso gli occhi, per amplificare la bella sensazione. 



Sapevo della passione di Aida per l'intero album Tango dietro l'angolo, ma non avevo la certezza, venuta a conoscenza dei titoli delle tracce, che la sua Tutto bene fosse proprio quella di Mimmo. 
Non ho ascoltato tutto l'album, ma ho guardato il video di Oh mà, con le quattro età della vita e la predominanza di rossi e il fascino del palazzo decadente, e poi ho, seppur in un ascolto veloce, percepito un altro omaggio a Mimmo in una canzone che sembra una citazione dei suoi vecchi sempre attuali buoni propositi. Mi son persa il titolo, ma rimedierò.***
In attesa di poter toccare e ascoltare il Cd e di poter sfogliare il libretto, e, solo se mi sento ispirata, senza l'obbligo di dover fare i compiti, raccontare qualche altra mia sensazione, ad integrazione di quanto ho scritto sull'onda del...mare nero. 
***Non si tratta di un altra canzone, ma dell'incipit de Il mare è sempre più nero. Ero intenta a lottare con le onde e ho fatto un po' di confusione. Chiedo perdono.

Tutto Bene

Il Ballo Della Vita

Il Mare è Sempre Più Nero

martedì 3 febbraio 2015

FIDARSI




I computer come quello della foto sono, per i programmi di cui sono corredati e per le prestazioni che offrono, quelli preferiti dai musicisti, o dagli artisti in genere, o da chi si occupa di grafica, o, a volte, anche da gente che di computer non capisce niente, ma possedere quella marca e utilizzare quel sistema operativo è infinitamente più figo che utilizzare quell'altra marca o quell'altro sistema operativo. Che Mimmo sia un appassionato di mele, in particolare di grandi mele e di mele morsicate, è cosa nota. La mela morsicata della foto lo aiuta nella preparazione della raccolta. Questa è la volta buona, lo sento: bisogna fidarsi. Data la stretta collaborazione con Matteo, il titolo della raccolta potrebbe essere... Aria di famiglia, se non fosse già uscito, ormai tanti anni fa, un suo lavoro con lo stesso titolo. Mi domando se il fatto che il lavoro si svolga in parte a Parigi, possa incidere in qualche misura nella sua realizzazione. 

Cambiando completamente argomento... Ho letto un articolo dedicato ad Adriano Olivetti, nel quale è citata una frase della signora Carlotta Musso, che ne fu a lungo la segretaria. C'era come un giardino proibito, uno spazio riservato di cui non voleva dischiudere l'accesso. Se qualcuno tentava di farlo, allora sbarrava il cancello. Appena l'ho letta, non ho potuto non pensare che pareva cucita addosso al Nostro amico... melofilo, non solo, questa volta, per come lo vedo io, ma per come egli stesso, in tante occasioni, ha parlato di sé. 



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