Mimmo & Greg

Mimmo & Greg
Grazie Mariangela, grazie Mimmo!

sabato 27 febbraio 2010

TELEFONATE, DIPENDENZA E INTERVISTE


Squilla il telefono nella notte ancora molto giovane. “Cosa fai” “Guardo l’intervista di Mimmo Locasciulli, quella prima del concerto in Calabria” “Sandra (qualcuno mi ricorda che non mi chiamo Folgorata) adesso stai esagerando, questa è una malattia: sei dipendente!” Ciascuno ha le sue, di dipendenze, anche chi pensa di non averne. La voce amica, che tiene a Sandra, ma incomincia a essere stanca e annoiata di folgorate e folgorazioni, dipende da quaranta sigarette al giorno. Ognuno ha le sue, e le dipendenze, che non sono mai un buon segno, ci illudono di aiutarci a placare le ansie, in alcuni casi, in altri ci aiutano a sentirci vivi. Io per il momento, malata e dipendente quanto si voglia, pur in fase di riflessione, e pienamente cosciente, non voglio ne’ curarmi, ne’ smettere. Il tempo e la naturale consuzione faranno la loro parte, se la faranno.

Come promesso dal Presidente del CJC, è apparsa su myspace la breve intervista che in nostro artista ha concesso prima del “memorabile” concerto in Calabria. Io potrei inserire di nuovo il link, che c’è già, in alcuni post precedenti e dire chi ne ha voglia se la guardi, ma come al solito preferisco dire la mia. Un’intervista breve, in cui si affrontano temi spesso già toccati, ma ogni intervista ha una sua personalità, si colgono sfumature diverse. Ad esempio, l’identità: Maestro (Eccoci!) Locasciulli, o Dottor Locasciulli, l’eterno dilemma! Mimmologasciulli risponde il nostro con quella gutturale sorda che scivola nella sonora, come America che diventa Ameriga; “Domenico è quello che sei veramente”, (invece io avrei detto l’ufficialità, l’istituzionalità) “Mimmo è un affettuoso modo di distorcere un nome, ma anche una password, un modo per presentarsi, per rendersi riconoscibile.” In effetti questo diminutivo simpatico, con tutte quelle emme richiama nel suono il termine mamma, trasuda affettività, morbidezza ed è curioso veramente come il nostro artista sia davvero spessissimo, da chi ne parla e chi ne scrive, identificato con queste due sillabe, senza cognome e senza titoli. Io per prima, curiosamente, quando ne scrivo e ne parlo (spesso ahimè per chi ascolta, quando non scappa lasciandomi intenta in un soliloquio) così lo chiamo, come fosse un amico carissimo che conosco fin da piccola, uno di casa, e non un signore di cui in realtà davvero bene conosco solo la voce e la musica.

Sorride Mimmo durante l’intervista, un’intervista condotta in piedi, velocemente, un po’ prima del concerto, già col cappello in testa, e con molta stanchezza, mi pare. Cosa c’è dietro un concerto? Contatti, preparazione, un volo aereo, chilometri e chilometri in macchina, come penso in questo caso, anche se abitare a Roma facilita di molto le cose, nell’un caso e nell’altro. Schemi fissi, routine, ma routine positiva, adrenalina, rituali. Cosa c’è dietro un’intervista? Ci si accorda brevemente sulle domande, lasciando un margine di libertà a chi intervista? Chi intervista ha la totale libertà? Un po’ e un po’, dipende dai casi? Mimmo mi sembra stanco, ha due occhiaie fonde, o forse non lo è, e le occhiaie ce le ha sempre. Certo se lo è, durante il concerto la stanchezza passerà, superata dal coinvolgimento, dalla tensione positiva, dall’interesse e dalla partecipazione del pubblico. C’è un altro breve video, su myspace, l’incipit del concerto, (due canzoni, Un po’ di tempo ancora e Aria di famiglia) che ricordiamolo, vede protagonisti Mimmo e Matteo: padre tenero, continuo a dirlo, perché io sono sempre sensibile ai padri teneri, di figlie femmine in particolare, che Mimmo non ha, e quindi nel suo caso di figli maschi: legame di sangue, ma anche di complicità e affinità, con la musica come collante.

Mimmo si prepara al concerto: una serie di rituali necessari, non scaramantici, non mi pare uno legato a questo genere di cose, Mimmo, razionale uomo del sud; la bottiglina d’acqua, il bicchiere da riempire, dei foglietti forse con i testi delle canzoni, o la scaletta, o non so cosa, che tira fuori dalle tasche della giacca. Le tasche sono come la borsa di Mary Poppins, contengono qualsiasi cosa, devono essere completamente sformate. Scommetto che più tardi avrà tirato fuori l’armonica, le carte no, quelle fanno parte del passato: forse Ballando non fa più parte dei concerti di adesso. Neppure più sigarette e accendini, anche quelli ormai relegati nelle stanze della memoria. Mimmo e la sua nuvoletta di fumo. Come poteva un fumatore così pervicacemente attaccato alla sigaretta trascorrere ore e ore in sala operatoria? Non faceva in tempo a togliersi guanti e mascherina e subito si fumava tre sigarette insieme? E ora, come sarà messo Mimmo con le dipendenze? Avrà anche lui le sue, ci sarà qualcosa di cui proprio non può fare a meno? Ecco, forse il mio limite maggiore è proprio questo: di un tema così, di un uomo così, io avrei dovuto trattare con più distacco e con un taglio più strettamente artistico e meno personale, più neutro, più controllato, ma a quel punto non sarei stata io. Io qui dentro, con qualche estremizzazione da un lato, con qualche necessario filtro dall’altro, ci ho messo me stessa. “Sii te stessa, ad essere sé stessi non si sbaglia mai” - si sente spesso dire. Io sono spesso troppo me stessa e a cinquant’anni quasi suonati mi pare che se recitassi un po’ di più e mi esponessi un po’ di meno, ci guadagnerei senz’altro. Vorrei, ma non sono capace.

Sono bravissima invece a scantonare, ad andare fuori pista. Parlavamo dell’intervista, di Mimmo secondo me stanco, che soprattutto alla fine consumava il pavimento, sorridente e impaziente. L’aspettava il suo pianoforte, l’aspettava il premio (Signor Presidente, mi avrebbe tanto fatto piacere vedere un video con la consegna del premio, è sempre in tempo per inserirlo) l’aspettavano una cena tardiva e un viaggio di ritorno in macchina. I concetti espressi sono già noti a chi segue l’artista. Non chiedeteglielo più a Mimmo, se è più medico o musicista, è come chiedere a un bambino se vuole più bene a mamma o a papà. Lui vuole bene a tutt’e due, la medicina e la musica: la prima è la moglie legittima, la seconda l’amante (fedele, non come il tempo che è un’amante infedele), la prima è amata ma è anche dovere disciplina sicurezza senza possibiltà di deroghe, la seconda è passione pura: non si rinuncia a nessuna delle due. Oltretutto Mimmo volendo potrebbe andarsene tranquillamente in pensione, dal lavoro in ospedale, perchè i suoi 35 anni di servizio ce li ha già quasi, se ha riscattato la laurea ne ha quaranta: se non lo fa, un motivo ci sarà.

Si toccano altri temi: il “suo” essere per la canzone d’autore, il “suo” essere appassionato di buona musica, al di là dei generi; il “suo” sentirsi cronista delle sue sensazioni; l’essere e sentirsi profondamente un uomo del sud, con tutto ciò che questo comporta; l’invito, quando gli si chiede cosa pensa della Calabria, a chi vive nel sud a riappropriarsi delle proprie radici e delle proprie peculiarità, evitando di rincorrere “qualcosa che non c’è”, intendendo con questa espressione tutto ciò che ha attinenza con gli aspetti deteriori della globalizzazione… Alla fine dell’intervista, si sente una voce che non è quella dell’intervistatore. “Posso fare una domanda?”- “Si” - risponde Mimmo con un cenno stanco e rassegnato, “Cosa è cambiato da quando hai iniziato?”- “Tutto ciò che mi gira intorno…tutto scappa, si dimentica più in fretta…ci si saluta più in fretta, le giornate sono di dodici ore e non di ventiquattro (e lui le vorrebbe di quarantotto) …io non sono pessimista, ma questo è un momento di freno, non c’è il turbo, non c’è l’entusiasmo…” Fine dell’intervista, meno male, perché mi sono immedesimata ed ero impaziente anch’io. Continua a consumare il pavimento, Mimmo, mentre si libera del microfono e continua a sorridere. Altre due battute fuori inquadratura: “Io sono una persona ottimista, ma è come quando si finisce la benzina, si, la macchina è stupenda, ma è finita la benzina.”
Peggio per chi si dimentica di fare regolarmente il pieno.
Guardatevela l’intervista, vale sempre la pena, almeno secondo me, anche se per contratto e per indole io tiro fuori il mio modesto spirito critico, lo guardo sempre volentieri e con affetto, Mimmologasciulli. Poi, con un nome così morbido, che a rigirarselo in bocca sembra di mangiare caramelle doppia panna, come si fa a non volergli bene, a Mimmo?

mercoledì 24 febbraio 2010

SE IL COMPUTER DI FOLGORATA POTESSE PARLARE...




A tutti alle scuole elementari sarà capitato di vedersi assegnato un tema, o composizione, come almeno nelle prime tre classi preferiva dire la mia maestra, dal titolo: Se il banco potesse parlare, chissà quante cose racconterebbe… E se invece a parlare fosse il computer di Folgorata? Quali sorprese avrebbe in serbo per noi?
Chiediamoglielo: è come la padrona, non si tira certo indietro e da buon esibizionista si mette a nudo e svela i suoi segreti. Certi che un po’ di riservatezza non guasterebbe, considerando che non c’è neppure la giustificazione di un solo goccio d’alcol bevuto, iniziamo.

Da cosa partire se non dall’immagine che fa da sfondo al desktop? Indovinate che c’è? Ve lo dico subito: un signore con il cappello, con una bella faccia e un bel naso, sguardo ispirato e gesto della mano ieratico. La mano “benedicente” per uno strano gioco di luci, si tinge di verde. La foto è stata scattata, insieme con molte altre, durante un concerto di Mimmo Locasciulli a Sezze Romano, in provincia di Latina, tenutosi nel febbraio 2007. Mimmo e Greg Cohen in concert, una serata particolarmente riuscita. Mi è piaciuta questa foto: ha uno sfondo nero, ed era perfetta per il mio desktop. Quando l’ho salvata, mi è stata posta l’alata domanda: vuoi impostarla come sfondo? Non mi sono fatta pregare due volte e si vede che qualcosa di molto intelligente dentro il mio computer ha interpretato subito il mio pensiero, perché la foto in questione si è letteralmente fatta in quattro e ora mi ritrovo con quattro esemplari di Mimmo Locasciulli con la mano verde che mi guardano disperati, perché forse lì non ci vorrebbero stare.

Lo sfondo nero permette alle icone di spiccare e di farsi individuare subito. Ci sono molteplici cartelle e le ho nominate, con molta originalità, Mimmo1, Mimmo2, Mimmo3 e via continuando fino a Mimmo25. Esse contengono molto del materiale che mi serve per il mio serio e onesto lavoro, frutto di tante ore sottratte ai bambini in lacrime perché reclamano la mamma impazzita, e al meritato riposo, anche a montagne di panni da stirare. Nel frigo ormai ci sono solo due uova scadute e quattro cipolle: si può rimediare una frittata. Nella prima cartella Mimmo1, sottotitolo Files in word su Mimmo ci sono tutte le brutte copie dei lavori che finiscono poi su Folgorata, o magari non ci finiscono, perché più sedimentano più mi passa la voglia di pubblicarli. (Voce fuori campo: Potresti estendere il metodo anche agli altri: impara a far sedimentare di più, che sei troppo impulsiva.) C’è un pezzo dedicato ai fans di Mimmo, scritto quattro o cinque volte, e ogni volta c’era un motivo che lo rendeva inadeguato, e che mi dissuadeva dal pubblicarlo. Chissà se alla fine vedrà gli onori della ribalta, se la “Banda dei quattro” potrà leggerlo. In un’altra cartella sono contenuti altri files in word, appunti, poesie, testi di canzoni, definizioni di termini tecnici acquisiti nel corso di questi mesi, indicazioni bibliografiche e altro ancora.

In un’altra ancora ci sono files in Pdf, che naturalmente contengono dei documenti preziosi per i biografi accreditati e non, roba interessantissima trovata dopo ore e ore di ricerca certosina (intanto i bambini affamati si sono mangiati le cipolle crude e le uova intere, guscio compreso, e dopo hanno telefonato al Telefono azzurro).

Volete avere qualche esempio? Nessuna remora: i bandi di svariate edizioni del Premio Scanno, dove Mimmo o come giurato o come relatore, o come ospite d’onore o come semplice spettatore non manca mai, ci tiene molto. Lo si può vedere che passeggia tranquillo a piedi con qualche amico del luogo, rilassato e contento di essere a casa, di fermarsi a scambiare due parole con le persone che incontra. Siccome mi piace molto divagare, e siccome questa notizia la sanno solo in pochi, farò in modo, divulgandola qui, che rimanga ancora per pochi: Mimmo ha scritto anche un capitolo all’interno di un libro intitolato
Scanno : storia di gente di montagna : bisturi e tramonti sul lago / a cura di Guglielmo Ardito Pescara : ESA, 2004. Va da sé che il lago che li ha ispirati, lui e gli altri autori, in gran parte colleghi chirurghi, ma non solo, che si sono dati appuntamento davanti alle placide sponde per meditare e il frutto di queste meditazioni l’hanno trasformato in un grosso tomo, è proprio il lago di Scanno.

Che cosa troviamo ancora nella cartella Pdf? Le locandine dei convegni medici, il resoconto statistico del reparto di Day Surgery, le locandine di tante altre manifestazioni cui ha partecipato, nella duplice veste di medico e di musicista, e altro ancora.

Eccoci alla cartella contenente le immagini: un bel divertimento ingrandire a piacimento, studiare la mimica facciale, controllare (giocosamente e bonariamente) le rughe e i chiletti accumulati, contare i capelli, e anche i cappelli (seconda categoria maggiormente rappresentata) scoprire il pacchetto di sigarette americane nel taschino della camicia in quella sorridente immagine giovanile, quante polo col coccodrillo possiede il nostro artista e molto altro ancora. Osservando con attenzione certe foto mi si è aperto un mondo: a saperle leggere con le lenti giuste le foto sono più preziose di certi scritti, e ci raccontano molto anche degli stati d’animo del nostro artista, anche i suoi momenti di noia, quelli in cui magari è lì perché deve, ma vorrebbe essere da un’altra parte.

In un’altra cartella ci sono gli articoli di giornale dove si parla di lui, e anche le interviste, in un’altra le pagine salvate da internet. A proposito di internet, diamo un’occhiata ai preferiti: tutto parla di Mimmo, questo ormai è un computer dedicato, tutto il resto se ancora c’è qualche traccia, è destinato a scomparire. Vediamo cosa c’è: Mimmo sito home page, M. myspace, gruppo M.L.Facebook, Mimmo video musicali, M. interviste sul web, radiofoniche, partecipazioni a trasmissioni televisive, Mimmo premi, Mimmo siti amici, e siti degli amici o in cui si parla di loro, insomma Mimmo in tutte le sue forme applicazioni emanazioni ruoli e funzioni. Mimmo Mimmo io al posto tuo un po’ preoccupato sarei, che questa pazza grafomane ti sta dando da tempo segnali della sua potenziale pericolosità: finirà che te la ritrovi travestita da trota nel lago di Scanno, o avvolta dentro uno dei tuoi camici a fingersi un fantasma, o nascosta dentro una barrique di nebbiolo, in uno dei tuoi viaggi nel Monferrato-Langhe.

(Nel frattempo i bambini, tutti sporchi dopo aver consumato la salutare merenda di uova scadute e cipolle, frugano nei cassetti alla ricerca di magliette pulite: manco l’ombra. Folgorata non si reca al fiume a lavare da settimane, e non ha approntato neppure la lisciva). Folgorata, noi vorremmo qualcosa di inedito, non c’è nessun lavoro tuo tuo tuo, su quel computer, di quelli che ti vergogni un po’ a rendere pubblici, un piccolo scoop? E va bene, come posso non soddisfare qualche innocente curiosità. Certo che c’è: per la serie Le interviste impossibili Folgorata intervista Mimmo Locasciulli (85 domande, escluse quelle che di tanto in tanto affiorano nei deliri dei "post folgorati", e considerando che si tratta di work in progress, da 85 potremmo arrivare a numeri molto più alti…) e non gli chiede ne’ della sua passione per Carmen, ne’ di quanto ha sofferto per arrivare a Idra, ne’ se l’amore salverà il mondo, ne’ di fornire un’esatta spiegazione del concetto di “riserva", e neppure di quanto tenga alla famiglia e agli amici e alla sua amata Terramammabruzzo, dal seno caldo e accogliente (questa espressione è sua, mi è piaciuta molto: esattamente (o forse con qualche variante?) dice, per introdurre Vola vola vola, Mi è venuta voglia di scrivere una canzone sulla libertà, e siccome la mia mamma è ancora l’Abruzzo, mi sono rifugiato nel seno caldo e accogliente della mia terra: schiere di leggiadre creature femminili che vorrebbero essere l’Abruzzo).

C’è una poesia, che s’intitola L’uomo con il cappello, dedicata a lui, una delle cose più brutte che l’autrice abbia mai scritto, ma piena di sentimento. Ancora un lavoro in power point, da presentare nelle scuole come progetto educativo, all’interno del processo di catechesi locasciulliana fortemente voluta da Folgorata. Una sorta di “Mimmo story”, dalle origini ai giorni nostri, dalle aste alla laurea, dai primi esercizi al pianoforte in quel lontano 1954, al primo concerto serale al Folkstudio con l’unico spettatore, l’uomo più fortunato del mondo, dalla prima candelina alla torta del compleanno 2009, dal primo complessino beat all’album numero17, da Penne a Perugia, da Roma a New York. I testi che accompagnano le immagini sono i miei, per il commento musicale conto sulla collaborazione di Greg.

Ha parlato, il computer di Folgorata, ha svelato molto, ma non tutto: anche noi estroversi, qualche piccolo mistero dobbiamo saperlo celare; forse in quel computer c’è qualche file nascosto, ma quello speriamo che non lo trovi mai nessuno.

Per la prima volta mi azzardo a pubblicare un'immagine di Mimmo, quella che davvero attualmente uso come sfondo del desktop. Se rischio di incorrere in qualsiasi tipo di sanzione, avvisatemi, la rimuoverò all'istante.

Mimmo, come già detto protagonista con Greg Cohen a febbraio 2007 di un concerto molto apprezzato a Sezze Romano, organizzato dall'associazione onlus Leonardo di cui inserisco il link http://www.leonardo-sezze.it/ e di cui vi invito a visitare il sito, si esibirà nuovamente nella cittadina laziale il 20 marzo, sabato, alle ore 21, all'Auditorium "M. Costa." Non ci sarà Greg, ma il quartetto Mimmo Locasciulli - piano e voce, Alessandro Svampa - batteria Fabrizio Mandolini - sax, Matteo Locasciulli - contrabbasso.

venerdì 19 febbraio 2010

LE PAROLE CHE TI HANNO DETTO

MIMMO LOCASCIULLI ATTRAVERSO LE VOCI DI CHI PARLA DI LUI

Uno dei soliti giochini miei: mi metto a estrapolare dalle interviste, dalle recensioni, da introduzioni a sue partecipazioni, da ciò che dice la gente che ha avuto modo di conoscerlo, da chi commenta i suoi video su YouTube, da chi ne parla nei social network, nei blog - perché spesso capita che qualcuno gli dedichi un post a Mimmo, in blog che parlano di musica o anche d’altro - frasi, espressioni, parole dedicate a lui. Lo faccio in maniera un po’ anarchica, senza citare la fonte da cui ho attinto, senza un ordine preciso: non invento nulla. Semplicemente di tanto in tanto inserisco qualcosa che ho scritto o che penso io. Quello che colpisce è che c’è molta omogeneità di giudizi; probabilmente una certa rispondenza al vero, ma anche, in alcuni casi una certa tendenza ad idealizzare. A farlo diventare una sorta di semidio, il nostro artista. A me tutto ciò piace poco, ma come atteggiamento generale, non solo in riferimento a Mimmo, che sicuramente merita tutte le gratificazioni che gli sono tributate, tuttavia… Senti chi parla – mi par di sentire in lontananza la voce del grilloparlante -proprio tu sputi sentenze? Può sembrare una contraddizione, ma proprio io, che gratificazioni gliene tributo in dosi massive ogni volta che scrivo di lui, rimango perplessa non tanto davanti a certe manifestazioni eccessive, quanto soprattutto alla quasi totale mancanza di levità e ironia e senso critico che riscontro in certi casi. Mimmo è un uomo: di grande fascino, che a mio avviso nasce molto dai contrasti che sono l’essenza della sua personalità, piena di luci e ombre, di spigoli e di accoglienti rotondità, di grande raffinatezza ed estrema semplicità, di sicurezza e di emotività, di terra e di aria, e anche di fuoco, ingabbiato dentro un certo autocontrollo; di grande fascino, (per chi lo voglia cogliere, è evidente, non per tutti è così) ma pur sempre un uomo, e come tale incompiuto, imperfetto, con le sue fragilità e insicurezze, con i suoi dubbi e le sue paure, i suoi turbamenti, le sue contraddizioni. Come tutti. Credo anche che, al di là del piacere che da artista, e come tale senz'altro narcisista, possa provare nel sentire parlare di lui in un certo modo, provi un lieve disagio, a sentirsi così idealizzato. Essere apprezzato per le sue doti, nelle quali crede anche lui, gli piace; il resto, insomma. Può attrarlo, ma anche irritarlo. O preoccuparlo un po', perchè lo "costringe" a essere sempre fedele all'immagine che dà di sè, e che il pubblico percepisce come univoca, quando magari avrebbe desiderio anche di esprimersi in una veste un po' inedita.
Senz’altro ciò che di lui si dice lo incuriosisce, e non è escluso che proprio a esternazioni o tributi un po' eccessivi, tendenti ad idealizzarlo, dedichi qualche pensiero notturno, solitario e profondo, di tanto in tanto.

Cominciamo

Un mito; il più grande; come lui non ce ne sono; Mimmo sei unico; ogni volta che parlava era una perla; ma quant’è bello; un uomo severo; ha lo sguardo di un uomo abituato ad ascoltare; che occhi, che sguardo; (grande successo, lo sguardo a volte comunica più delle parole: condivido.) il chirurgo dell’anima; sono rimasto folgorato (questo signore è il mio omologo al maschile, o sono io sotto mentite spoglie) dalle parole del “maestro”. (Un sacco di gente lo definisce così: a me, absit injuria verbis, viene troppo da ridere, non perché voglia sminuirlo, ma perché qui dalle mie parti il “maestro” è il nome di un'affermata agenzia di pompe funebri, con diverse filiali, e non posso farci niente, il pensiero va lì.) Una persona speciale, anzi speciale è dir poco; uno che nella musica e nella medicina va oltre le formalità; meriterebbe molto di più perché è il migliore; una bravissima persona umile, ogni tanto mi scrive (beato te!); generosissimo; educato; un signore d’altri tempi; uno defilato; un personaggio strano; scontroso; disciplinato; difficile; simpaticissimo; intransigente; sobrio, riservato; essenziale; ponderato; misurato; un uomo semplice; colto; raffinato; rustico; un vero poeta; una voce che scalda l’anima (se lo ascolti in cuffia, però); Il cantore del tempo; un uomo perbene; uno che non si vende; sono sempre più innamorata di lui; il più grande cantautore italiano; un perfomer inimitabile; ho trovato nelle sue canzoni le parole che io avrei voluto, ma non sono riuscito ad esprimere; una persona davvero seria; un carattere determinato; uno con le idee chiare; asciutto; ruvido; una persona accogliente; ti mette a tuo agio; lontano dai clamori e dai lustrini; fuori da ogni logica di mercato; con un forte senso di solidarietà; poco allineato; disponibile; per me è come un amico, anche se non lo conosco; poco omologato; un po’ permaloso; rispettoso del prossimo; uno che crede in certi valori; un signore gentile; un medico come ce ne sono pochi; (affermazioni di questo genere sono quelle che mi colpiscono di più: forse non dovrei, ma uso questo mezzo per esprimere una motivata opinione su un discreto numero di medici, per i quali indossare un camice bianco si traduce in protervia, cinismo, insensibilità e senso di onnipotenza, laddove pazienti e parenti avrebbero bisogno di tutt’altro) una persona sensibile col dono del terzo occhio; un padre tenero; Mimmo è per pochi; Mimmo è di chi se lo merita; (Mimmo è di sè stesso e si gestisce lui, mi viene da aggiungere) perfezionista; abituato a studi lunghi e faticosi; lo adoro; ironico; trascinante; coinvolgente; emozionante; una persona dalle rare qualità umane e professionali; un caso a sè nel panorama musicale italiano; cordialissimo; affabile; si può amare così tanto uno che nemmeno si conosce?
Oh Mimmo I love you cantano in coro tutte queste voci di persone che lo amano e credono in lui; c’è anche qualche piccola voce fuori dal coro, che coglie aspetti altri rispetto al leit-motiv dell’uomo sensibile, umile buono disponibile. Sono poche ma ci sono, per fortuna, altrimenti dovremmo dichiararlo, usando un'espressione da diverso tempo stra-abusata, santo subito, ma in vita e senza previo processo di beatificazione: sai che noia! I buoni integrali non esistono, e io confesso che mi piace moltissimo quando Mimmo canta "Io mi difendo con tutto quel che ho/Sono un bastardo, lo so/Ma proprio non ci sto..."

martedì 16 febbraio 2010

IL GRANDE CIRCO


Stasera inizia il grande circo, che occuperà la prima serata della rete "ammiraglia" fino a sabato.
Molti possono essere i motivi per stare a guardare una manifestazione del genere: gli abiti della conduttrice che pare sia molto dimagrita; le star internazionali, le vecchie glorie italiane, i giovani, alcune star locali fuori concorso che riproporranno, con nuovi arrangiamenti, vecchie canzoni del festival. Mi ha colpito che Miguel si produrrà in Non ho l'età, mentre Carmen, perchè si, ci sarà anche Carmen, canterà... aiuto non mi ricordo più, l'ho letto stasera e non me lo ricordo: pessimo segno; non saranno i primi sintomi del disturbo cognitivo? D'altronde comincio ad avere un'età. (Digressione: io è da un po' che mi faccio più vecchia di quello che sono e che mi definisco una donna di mezza età, da diversi anni, ormai, ma da quando un tipo molto anziano, cantante da strapazzo, ha dichiarato che le donne di quarantacinque anni sono di mezza età, be', smetto immediatamente e mi dichiaro ragazza d'antan, mentre il tipo in questione è semplicemente un vecchio laido.)


Come omaggio a Mimmo Locasciulli, per l'amicizia che li lega, mi sono letta il testo di La notte delle fate di Enrico, e mi è sembrato un bel testo già a una semplice prima lettura, così senza musica, ma d'altronde onore al merito, sarà un po' fissato col pallone, E. ma scrive delle belle canzoni. Magari troppi nomi di donna che finiscono con la y (Mary, Candy, ma sarà per una questione di metrica, suppongo; anche Lucy di Mimmo termina con y: così, tanto per metterlo in mezzo).


Io non accenderò nemmeno la tv stasera, forse mi ri-guardo Le conseguenze dell'amore, che quando l'ho visto la prima volta, scema, pensavo alle solite conseguenze dell'amore, spesso non troppo piacevoli, e invece... Solito pugno nello stomaco, ed è un genere di pugni che mi piace molto ricevere; oppure come alternativa mi dedico alla lettura di un libretto uscito un po' di anni fa, di una ragazza, Giulia Carcasi, che allora, nel 2005, aveva 21 anni, ma racconta, a due voci, dal punto di vista maschile e da quello femminile, una storia di ragazzi dell'ultimo anno di liceo. L'ho iniziato stamattina in pullman e mi sono molto immedesimata nella diciottenne. Comportamenti analoghi, fatta salva la differenza d'età. Cosa c'entra Mimmo Locasciulli in tutto questo? Nessi se ne possono trovare mille, ma uno potrebbe essere che il libro s'intitola Ma le stelle quante sono e lo sappiamo bene che dove ci sono stelle c'è Mimmo, e nel libro è anche citata Piccola stella senza cielo di L.L., che Mimmo gli vuole bene perchè, quando si vedono, gli offre sempre quel lambrusco da intenditori.


Mi è venuta una curiosità, ma perchè W.V. che nel suo ultimo romanzo, che ha presentato nei giorni scorsi anche qui, dove ha citato canzoni di chiunque, non ha omaggiato l'amico inserendo anche una sua canzone, che a un certo punto della storia ci sarebbe stata benissimo? Mimmo non preoccuparti, ci penso io a mettere canzoni tue dovunque, le scriverò anche sui muri, su quelli grigi e sgarrupati di periferia, è evidente, così li rendo più belli e più allegri, e ci faccio anche i disegnini, le stelle, le lune, i cani e i treni (le trombette no) e anche tanti pennuti, disegno, con le ali spalancate, tutti colorati. Ma tu il circo, almeno per vedere gli amici tuoi, lo guarderai? Un pezzettino, poco poco, giusto per dire "Quanto è brava così libera e senza mediazioni", o "Ma davvero Enrico non si smentisce mai, ogni volta riesce a sorprendermi, mi fa rizzare i capelli (???) per l'emozione."


Io che dai circhi in genere cerco di stare alla larga, penso che giusto se ci andassi tu, potrei fare un'eccezione, caro amico ritrovato, ma tu non lo rifarai, semel in vita licet insanire, anche se, devo dire, tutte le volte che per caso e per dieci minuti mi son trovata ad armeggiare col telecomando, durante la messa in onda della kermesse, ho avuto naso e fortuna e ho beccato Ancora nel 1981, Vita spericolata nel 1983, e Tutto quello che un uomo nel 2003, (ci avrò preso con le date, io in genere verifico, ma stasera non ne ho voglia e mi affido alla memoria) canzoni portate a S. che da subito, dal primissimo ascolto mi sono entrate dentro.
Sai Mimmo, sto iniziando la fase di disintossicazione, e pur ascoltando ancora tutti i giorni una media di due, tre album tuoi, sto piano piano riprendendo a inserire altra musica; a piccole dosi, poco per volta, un po' come quando dopo un intervento chirurgico di una certa gravità si nutre il paziente con quella pappa bianca per via endovenosa, poi a poco a poco si inserisce un po' di te, e poi via via un po' di semolino, così sto facendo io con la musica di altri. Domani ascolterò Amalia Rodrigues, ti va bene? E poi però riprendo con te: Tango dietro l'angolo che mi piace ascoltare quando lavo i piatti, che così non mi si rovinano le manine, e come ninna nanna, quando sono già sotto le coperte, e inizio a ronfare cullata dalla tua bella voce: un modo bellissimo di sprofondare nel mondo dei sogni, sentire ormai in lontananza Buonanotte nella pioggia. Da quando ti ascolto prima di andare a dormire sono anche diminuiti i miei risvegli notturni, quelli in cui mi sembra che il cuore non ne voglia più sapere di ripartire e allora grido Aiuto! Ora, più spesso, invece di gridare Aiuto! la canto, Aiuto! e mi passa tutto, così, come per incanto, e mi riaddormento tutta felice, mentre fuori piove. (Non lo dico perchè è più romantico, qui davvero da due inverni non smette mai di piovere: l'isola degli estremi, o siccità, o alluvioni; ci mancano le cavallette, l'invasione dei nuovi barbari l'abbiamo già subita.)

lunedì 15 febbraio 2010

UNA PREZIOSA INFORMAZIONE

Ho ricevuto un commento, che contiene un'utile informazione, da parte del Presidente del Centro Jazz Calabria. Lo ricopio. (Già è molto se qualcuno legge il blog, cliccare anche per accedere ai commenti non è detto accada.)
"Salve sono Francesco Stezzi Presidente del Centro Jazz Calabria che il 20 gennaio ha ospitato Mimmo Locasciulli in un concerto davvero memorabile... e lo ha premiato come migliore artista per il 2009 con il premio internazionale MUSICA NEWS. Tra qualche giorno metterò sui miei myspace alcuni video del concerto. www.myspace.com/centrojazzcalabria
Buona visione a chi non ha potuto assistere al concerto."

domenica 14 febbraio 2010

Cicero pro domo sua

Nessun nuovo post oggi per Folgorata, ma Sandra di cui F. è diretta emanazione, vuol anche qui fare pubblicità a un suo piccolo scritto del blog "a fianco", non certo per la qualità del pezzo, ma perchè non le sembra tanto di andare fuori tema, proponendone anche qui la lettura. Il protagonista è infatti un collega di Mimmo Locasciulli, non in campo artistico, ma in campo chirurgico. Mi pare abbia fatto una buona cosa. http://porqueapesardelospesares.blogspot.com/2010/02/un-bellesempio-da-seguire.html
Nel prossimo post Folgorata parlerà di Mimmo e di... meglio non anticipare troppo. Tempo è che impari a mantenere qualche segreto. A presto.

venerdì 12 febbraio 2010

ERRARE HUMANUM EST, PERSEVERARE AUTEM DIABOLICUM


AI MIEI GENTILI LETTORI

Comprendendo nella categoria i soliti quattro, e, tra loro, spero di poter annoverare il Lector princeps, Mimmo Locasciulli, che mi auguro continui a onorarmi delle sue visite, di quando in quando. Di questo pubblicamente lo ringrazio. (Anche se non legge, lo ringrazio: è stato il fattore scatenante di questa piccola, ma per me bella avventura, di cui evidentemente avevo bisogno.)

Nel blog, come è umano sia, e come già evidenziato, ci sono alcuni errori o imprecisioni, che sfuggono al mio "attento" controllo, alle mie "accurate" ricerche, e che sono figli talvolta della povertà o imprecisione delle fonti, che cerco sempre di confrontare, e verificare laddove sia possibile, talvolta della mia incompiutezza e dei miei limiti. Ho provveduto, con dei commenti ad alcuni post (Incontri, novembre 2009) a precisare o correggere, sperando di non aver peggiorato le cose. Mi giungesse l'illuminazione per porre rimedio a eventuali altri "scivoloni", provvederò. Saranno sempre graditi gli interventi di chi "ne sappia" più di me.


Essendo le poesie, o filastrocche, sempre più spesso ospitate nel mio blog, anche oggi, col pretesto degli errori, ne riporto una che mi piace, come tantissime di Gianni Rodari.



Viaggio in Lamponia


Si può viaggiare in treno, in automobile,

e in macchina da scrivere perchè no?


Io ci ho provato.

Semplicemente battendo

un tasto sbagliato

sono arrivato in Lamponia:

un paese dolcissimo

che sa di marmellata e di sciroppo

e somiglia un pochino ma non troppo

alla Lapponia propriamente detta

che se ne sta a rabbrividire

lassù alle soglie del polo.


Il popolo dei Lamponi

confina con altri popoli

buoni e tranquilli:

fragole e mirtilli,

lucciole e grilli.


Spesso giungono in visita

dagli Stati vicini

farfalle, api, bambini

con il cappellino bianco

che presto sarà nero di more...


Oh paese felice,

scoperto per errore,

Lamponia del mio cuore!


Gianni Rodari. Il libro degli errori; disegni di Bruno Munari.

Torino: Einaudi, 1964.

mercoledì 10 febbraio 2010

UN'OPINIONE NON MIA

DEL TUTTO OPINABILE

Ho scovato un libro, senza andare lontano, nella Biblioteca dove lavoro: si tratta del
Dizionario dei cantautori / Giangilberto Monti, Veronica Di Pietro. - Milano : Garzanti, 2003. - 597 p. ; 21 cm. Certo, come tutti i dizionari un lavoro poderoso e ponderoso, che presuppone pazienza, attitudine alla ricerca, tempo. Ho scoperto, sfogliandolo, che esiste un numero spropositato di cantautori, dei quali non avevo mai neppure sentito il nome, e mi riferisco a contemporanei, del passato prossimo, del passato remoto e remotissimo.
A noi qui interessa uno in particolare, il coltissimo Dottor Mimmo Locasciulli poeta pubblicando: ecco l'opinione degli autori sul suo conto, a conclusione di una scheda sulla vita e le opere.
"Con testi di buon livello, in linea con lo stile minimalista di una certa scuola romana, lo aiuta la composizione al pianoforte, che gli consente buone aperture melodiche, ma lo frena la vocalità mono-tonica e l'interpretazione non particolarmente originale."
Dottore, immagino non Le sia sfuggito questo, come altri lavori che parlano di lei; io, senza commentare, e anche questa volta mi costa, a mero titolo informativo e per completezza, riporto.
No, proprio non ce la faccio: meno male che qui hanno almeno differenziato, alludendo a questa benedetta scuola romana non come una struttura monolitica, ma quantomeno differenziata (una certa) Poi sull'interpretazione non proprio originale no, non ci sto (come diceva un nostro vecchio presidente). C'è tutto lui in quell'interpretazione, altro che non è originale, é sua peculiare e basta. A noi piace (prima il presidente, ora il plurale maiestatis: non lo usa più neppure il successore di Pietro; questo è un sintomo grave.) Ho scovato anche un altro bel lavoro La *canzone d'autore italiana 1958-1997 : avventure della parola cantata / Paolo Jachia ; prefazione di Caterina Caselli Sugar. - Milano : Feltrinelli, 1998. - 231 p. ; 20 cm.
Peccato, Mimmo non c'è, (o meglio è citato, e di lui come di tutti gli altri è proposta una scheda in cui si valuta il grado di contaminazione con alcuni generi, ad esempio folk, jazz...) ma bisogna dire che l'autore ha concentrato la sua attenzione su un numero molto ristretto di autori, cui ha dedicato accurate analisi monografiche. Uno dei fortunati è F.d.G. Ci sono alcune sue considerazioni riportate, che hanno il sapore di verdetti, sui quali mi verrebbe molto da intervenire e obiettare, ma devo ricordarmi che questo mio lavoro è consacrato al "mio" "nume tutelare" e non ad altri, perquanto amici.
Au revoir; oggi ho accontentato chi li vuole brevi, i "post". Avviso subito che non sarà sempre così.

lunedì 8 febbraio 2010

GLI ANNI LO HANNO APPESANTITO


Alcune persone che conosco, ricevuta da me la segnalazione della partecipazione radiofonica di Mimmo Locasciulli alla radio, venerdì sera, chi per curiosità, più verso il mio interesse per lui, (se gli presta tanta attenzione ci saranno ragioni forti) che per reale passione nei suoi confronti, o per ritrovare un artista seguito in passato di cui avevano un po' perso le tracce, si sono sintonizzate sulle frequenze di Radio 1. Una persona in particolare, mi ha comunicato stamattina le sue sensazioni. La signora in questione, senza nulla togliere alle altre, forse quella con maggiore bagaglio culturale, esperienze di vita, conoscenza dell'animo umano, anche per studi seri ed approfonditi svolti, che sa dell'esistenza, ma non legge il mio blog, (peggio per lei) mi ha onorato di un'attenta disamina sul perchè io abbia sentito l'esigenza di entrare in comunicazione con l'artista, diventando autrice di un blog a lui dedicato, per certi versi rispondente al vero. Da intellettuale qual è mi ha tirato in ballo Arthur Schnitzler, che Mimmo conosce di sicuro, da appassionato della cultura mitteleuropea; S. è stato anche medico, come Cechov, di cui Haber interpreta attualmente il Platonov. I medici scrittori sono di più dei medici musicisti; ne abbiamo anche uno sardo, oculista, che nel contempo scrive, bene, e ha un buon successo anche all'estero. La gentile signora intellettuale, che mi conosce bene, mi ha anche espresso le sue considerazioni sul come tutto ciò (desiderio di comunicazione, e blog) possa essere recepito da un personaggio "particolare" come Locasciulli, apparentemente "accessibile", ma in realtà con molti accessi vietati, con molte saracinesche abbassate, trovandomi abbastanza concorde con la sua interpretazione. D'altronde se fosse stato uno dei tanti, di facile e univoca lettura, non gli avrei dedicato neppure una riga. Sull'una cosa, ne' sull'altra desidero adesso soffermarmi, puntando l'attenzione invece sulle sensazioni provate, nel sentirlo parlare e cantare, da quella signora che lo conosce, ma da tanto tempo è lontana dalla sua musica e dal suo mondo, e non ha fatto negli ultimi tempi alcuna lettura che lo riguardi. Riporto queste sue impressioni senza aggiungere alcun commento, e un po' mi costa: "Ho trovato un uomo "appesantito" dagli anni, più lento nel modo di parlare e porsi, cauto, come se ogni parola fosse frutto di attenta riflessione: ho percepito una certa emozione, seppur controllata, una certa tensione. Lo testimonia anche un inciampare ogni tanto nelle parole, che è sempre conseguenza di emozione. Ho ascoltato con molta attenzione i testi, quelli nuovi che non conoscevo, la canzone sul tempo (Un po' di tempo ancora, non conosceva l'esatto titolo) e quelli dell'ultimo album. Mi pare che questo sia un uomo molto colto e profondo, che molto si nutra di poesia. I suoi testi ne sono completamente permeati, delle sue influenze poetiche. Mi ha fatto venire in mente Pessoa. Rispetto alla produzione del passato mi pare abbia intrapreso un cammino introspettivo profondo, che si sia guardato dentro più di quanto non abbia mai fatto. Una maturazione non esente da connotazioni accentuatamente malinconiche." Non ho evidentemente registrato le parole dell'attenta ascoltatrice, i concetti sono i suoi, ma io li ho resi secondo il mio modo di esprimermi; lei non legge il blog, quindi non potrà mai dirmi se l'ho travisata. Mi pare una testimonianza interessante, che forse potrebbe essere utile all'artista, curioso, magari, del modo in cui è "percepito". O forse no: io sono incauta e impavida e come al solito mi sono lanciata senza paracadute. Ho, per onestà, avvisato l'ascoltatrice del fatto che avrei riportato le sue considerazioni. "Fai quello che vuoi"- mi ha detto - "l'importante è che non mi chieda di leggere il blog."
Così come Mimmo promise lo scorso anno di non parlare più di Idra trascorsi circa dodici mesi dall'uscita dell'album, io prometto di non parlare più della serata di venerdì, anche se dovessero giungermi all'orecchio testimonianze di vitale interesse. Passerò ad altro. Anticipazioni? Nessuna: solo "prevedibili" sorprese, su queste pagine.

sabato 6 febbraio 2010

NOTTE ALTA E SONO SVEGLIA


Pensieri in libertà sulla serata radiofonica dedicata a Mimmolocasciulli. (Me l'ha detto Frankie di scriverlo così.)


Sono le 23,02; la serata speciale dal vivo dedicata a Mimmo Locasciulli su Radio1, si è appena conclusa lasciandomi ad un tempo felice e disperata. Felice, è facile da capire, perché è stato veramente bello: per rubare un’espressione a Mimmo, mi son davvero molto sentita vicina al Paradiso; è facile anche capire perché disperata: è già finita, come tutte le cose belle, che sono effimere. Non ho resistito e ho preferito non lasciare a domani, ma dedicarmi ora, sull’onda delle sensazioni che ho addosso alla pelle, a raccontare quest’ora e tre quarti di grande piacere. Ci sarebbe materiale per scrivere dieci post, ma per ora ne scriverò uno solo, non so quanto lungo, che son sicura leggeremo integralmente in tre, io e altri due. Le mie amiche mi hanno quasi mollato; entrano, vedono di che si tratta e poi Ciao, troppo serio, oppure uff troppo impegnativo, ci divertiamo di più con Mimmopolis e con il gallo, ti riconosciamo di più. Devo un po’ mediare, in questa mia piccola avventura.



Mimmo stasera era molto rilassato, ho ragione io che lontano dalle telecamere dà il meglio di se’, e poi a me piace molto concentrarmi sulla voce, sui toni, sulle sfumature. Allegro, anche, contento, a suo agio. Io mi sono sentita a casa, ho respirato “aria di famiglia”. Di questa casa piuttosto grande che è il mondo di Mimmo posso dire di conoscere molte stanze, e anche il contenuto di qualche armadio; non ho aperto tutti i cassetti, e spero davvero che ce ne siano ancora molti da aprire perché altrimenti tutto il divertimento finisce. Dovrò guardare anche sotto i letti e sotto i tappeti, e negli angoli. Si può dire che dal mese di luglio, io, assolti gli obblighi, le incombenze, e fatti salvi alcuni legami affettivi, viva ormai di pane e Mimmo, tutti i giorni senza saltarne quasi nemmeno uno, per cui molte delle cose che son state dette stasera le conoscevo e molte le ho trattate qui, ma quest’uomo riesce sempre a sorprendermi, e ne ho scoperto delle belle.



Tra poco le racconterò, le cose che ho scoperto stasera, ma prima voglio dedicare un pensiero affettuoso ad Haber, che già tante volte ho tirato in ballo. Haber, come mi sei piaciuto, quasi quasi vi compro due al prezzo di uno, te e il tuo amico. Intanto ti invito idealmente a cena e ti permetto di pescare a piacimento nel mio piatto, (molto grande, così non invadiamo gli spazi) perché so che ti piace molto, a patto che mi ricanti La valigia dell’attore come l’hai cantata stasera, che anche se è da un sacco che non cantavi, per me era perfetta: la canti col cuore e riesci a comunicare tante emozioni. Io che Mimmo è per te una figura rassicurante, e non solo da un punto di vista della salute, già lo sapevo, e me ne hai dato conferma. Era davvero tangibile l’affetto che nutri per lui, anche quello che nutre lui per te, ma tu hai questo modo immediato e indifeso di manifestarlo. Vi siete conosciuti in un campo da tennis? Questa notizia non l’avevo trovata da nessuna parte, e dire che ho divorato pagine e pagine, ma nessuno ci aveva pensato di informarmi. Così come il tuo modo di manifestare affetto e stati d’animo è immediato, anche il tuo modo di esprimerti lo è. “Sai cos’è, Mimmo non è puttana, non si vende.” Esclami. E lui di rimando “Chi te l’ha detto?” Insomma a chi devo credere? Il tema è oltremodo interessante, ho bisogno di certezze.



Musica e parole, parole e musica. Io stasera ero interessata all’una, perché un’esibizione dal vivo, con le sue imperfezioni, e le sue piccole sorprese e variazioni è sempre una bella esperienza. Ho prestato un’attenzione particolare all’ascolto dei singoli strumenti, il piano di Mimmo, il contrabbasso di Matteo, il sax di Fabrizio Mandolini, le percussioni di Filippo Schininà, i plettri dell’Ensemble Mereuer, l’organetto di Ambrogio Sparagna, o almeno ci ho provato. Al buio completo, che l’operazione riesce meglio; sobria, e senza i tacchi alti. Ho detto un po’ di bugie, non avevo nemmeno l’abito da sera, ma una vestaglia, di quelle da nonna, e ora che scrivo alla vestaglia ho aggiunto anche un plaid, avvolto come un peplo. Un vero spettacolo; ho detto qualche piccola bugia e so che anche Mimmo di tanto in tanto ne dice qualcuna, di quelle piccole bugie benevole; tira fuori un aspetto un po’ burlone, talvolta. Certo se avessi avuto un bicchiere di La seconda luna l’avrei bevuto. Cos’è La seconda luna? Un lambrusco buonissimo - dice Mimmo. Io appena l’ho sentito parlare di vino, essendo già ai piani bassi del paradiso, sono giunta immediatamente in vetta. La citazione per me che, se non si è capito considero il vino una delle delizie del creato, è stata determinante. Ne ha parlato con Ligabue, in collegamento telefonico. Io che i due si conoscessero nemmeno lo sapevo, davvero non ne avevo trovato menzione da nessuna parte, se non forse, in un’intervista, due parole, alla domanda “Chi ti piace dei tuoi colleghi?” Si forse una volta, tra gli altri, ha citato anche Ligabue. Pare che tanti e tanti anni fa, nella notte dei tempi, quando Mimmo era già noto e Ligabue uno sconosciuto che aveva affidato a quello che sarebbe diventato il suo manager, il compito di far sentire a qualcuno che contasse la sua musica, proprio quel futuro manager andò da Mimmo con una cassetta di Luciano. Mimmo la ascoltò e si espresse in termini davvero lusinghieri. Avrebbero voluto collaborare, ma poi si sa, i casi della musica, per ogni cosa ci vuole il suo tempo, e magari giornò verrà, che vi vedrà insieme. Devo indagare su questa Seconda luna. Ma sarà un vino che produce Ligabue? C'è tanta gente dello spettacolo che si è data alla viticoltura.


La storia che la musica di Aria di famiglia fu scritta da Mimmo per un’opera teatrale di Michele Placido dal titolo omonimo, che poi l’autore volle mettere in scena senza commento musicale, l’avevo letta, ma tra le tante cose che mi son rimaste in mente, l’avevo dimenticata, e quindi l’ho re-imparata stasera e ora mi rimarrà per sempre stampata nella mente. Prometto.
In collegamento telefonico c’era pure, e non poteva non esserci, Enrico Ruggeri. Ah quanti complimenti si sono scambiati gli amici, stasera. Enrico è uno swinger - dice Mimmo - è una delle più belle penne della musica italiana, e se lo dice Mimmo che di “penne” in tutte le varie accezioni del termine se ne intende davvero, non possiamo che unirci alla sua convinzione. Il testo di Aria di famiglia l’ha scritto Ruggeri perché Mimmo era troppo coinvolto; io pensavo dal tema della canzone, e che questo gli permettesse poca lucidità, invece scopro che aveva ancora addosso il coinvolgimento dell’opera teatrale da cui la musica era stata tolta.



Un’altra cosa che ho scoperto stasera, ma questa non mi ha sorpreso, è che Mimmo si è prodotto insieme con Sparagna in una pizzica. Ce lo vedo, perfetto. A me la pizzica piace da matti, ho un desiderio sfrenato di assistere a uno spettacolo dal vivo di musica e danza. Mi dà una gioia dionisiaca.



Ore 0.01. Il primo minuto del nuovo giorno; è già un’ora che scrivo. Temo che mi rileggerò solo io; è troppo per chiunque. Allora ricapitolando, Haber, (mon amour) Frankie HI NRG, in collegamento telefonico, per cui nutro un’invidia profonda perché Mimmo non fa altro che dire che è troppo intelligente, Ruggeri; l’inedito, per me, Ligabue, l’Ensemble Mereu(cognome sardo)er; mi sono dimenticata di qualcuno? No, non me lo sono dimenticata: alla fine ecco sempre al telefono Bassignano, che a Radio 1 conduce un noto e seguito programma, Ho perso il trend. Con Mimmo, e questo l’abbiamo già detto, si conoscono dal 1972. B. dice che potrebbe raccontare per più di due ore aneddoti che riguardano Mimmo. Non vedo l’ora di sentire queste rivelazioni. Organizza un’altra serata, invitalo alla tua trasmissione, firmiamo subito una petizione perché ciò accada presto, ma non prestissimo, perché certi piaceri è meglio centellinarli. Ah, la prima firmataria è ça va sans dire, Folgorata.


"Insomma è due ore che cianci, ma quest’uomo avrà pure cantato, raccontaci cosa." Tempo al tempo. Prima di mandare in stampa il pezzo, sperando di arrivarci prima che il giornale chiuda, devo fare altre sconvolgenti rivelazioni. A diciotto anni volevo fare l’attore - confessa Mimmo - interpretare uno di quei ruoli, di ubriaco, di pazzo, non che io lo sia… Senti sei sempre in tempo, io ti ho anche detto, e guarda che è un complimento esagerato, che un po’ ricordi (o almeno ricordavi) Richard Harris. Haber? Quest’uomo ti ha scoperto, ti ha lanciato nel mondo della musica, mettici una buona parola, facciamogli fare una parte, anche piccola, un cammeo. Facciamogli interpretare un pazzo ubriaco delirante, che non è mai troppo tardi per fare nuove esperienze. Io poi attenderei con ansia anche un libro di poesie del nostro, che so che ne ha scritto tante, fin dai primi schiaffi dentro il suo giovane cuore (segretamente trasferibili in poesia) Pubblichiamolo, con una bella autointroduzione e con il commento critico. In verità un libretto esiste; e questa è una notizia che non sanno in molti. Si intitola Il giardino In-Cantato, Raccolte di Poesie e canzoni.
Locasciulli, Mimmo
Il giardino in-cantato / Mimmo Locasciulli ; a cura di Rosario Galli
Pescara : Edizioni scientifiche abruzzesi, 2005
C’è pure un’auto-introduzione di Mimmo. Io questo libretto lo desidero ardentemente, l’ho cercato, ma pare sia esaurito. Ristampiamolo, altrimenti sarò costretta, e non è la soluzione ottimale, perché poi dovrò renderlo, a ricorrere al prestito interbibliotecario.


Giunto è finalmente il tempo di parlare di canzoni. Cos’ha cantato Mimmo? Ha esordito con Un po’ di tempo ancora, (Haber gli dice Mimmo ma questa insieme non l’abbiamo mai fatta, vorrei cantarla anch’io) che pare costituisca attualmente l’esordio dei suoi concerti, ha proseguito con la canzone che mi ha dato imprinting e spunto per il titolo di questo stupendo blog, cioè Piccola luce, ha proseguito con Gli occhi; ancora Sglobal, Correre baby, Aria di famiglia, poi si è dedicato ai nuovi (ormai non più tanto) brani di Idra, partendo dalla title track, appunto, poi Senza un addio, Passato presente, Benvenuta, Lucy, questa con l’Ensemble Mereuer. Me n’è sicuramente sfuggita qualcuna, ma ero troppo presa e troppo al buio per pensare di prendere appunti. Ah ecco, Confusi in un playback. Mimmo ti devo tirare le orecchie, (veramente io tirerei i capelli, ma temo reazioni ancor più inconsulte) perché non hai cantato Una vita che scappa. Non si può avere tutto, in fondo quello di stasera è stato un gran regalo, e credo che non siamo stati così in pochi a scartarlo tutti contenti. Io il fiocco e la carta li conservo. Di Mimmo non si butta via niente.


Ormai è l'una e quaranta cinque. Per Mimmo la notte è appena cominciata. Per me che spesso vado a letto con le galline, ma mi sveglio col gallo, è notte alta. Quasi quasi esco, così, con la vestaglia e col plaid-peplo avvolto: fermo i rari passanti e faccio il resoconto dello spettacolo di stasera. A questo punto sono certa che la notte non potrà non riservarmi qualche sorpresa.

lunedì 1 febbraio 2010

COMUNICAZIONE DI SERVIZIO

Post brevissimo, anzi telegrafico. Se ci riesco, perchè quando inizio a scrivere si stabilisce fra le mie dita e i tasti una corrispondenza d'amorosi sensi e mi dispiace separare questi soggetti innamorati. Ora mi produco in un meraviglioso copia-incolla:
Invito personale speciale live Mimmo Locasciulli
In diretta su Radio1 il dottore-cantautore con i suoi classici più famosi e i nuovi brani, prodotti a New York assieme a Greg Cohen e con la partecipazione di alcuni tra i più noti musicisti italiani e grandi nomi del jazz americano. Una speciale serata di musica dal vivo e racconti di amici ed ospiti a sorpresa, con la conduzione di Gianmaurizio Foderaro. Regia di Danilo Gionta. Venerdì 5 febbraio alle ore 21.00.
Come al solito sono stata aiutata, nel senso che mi è arrivata la dritta da una persona che non mi stancherò mai di ringraziare per tutto e soprattutto per la pazienza. Io sarò in prima fila in abito da sera, fresca di parrucchiere e con i tacchi alti e una bottiglia di spumante brut da stappare appena Mimmo Locasciulli inizierà a cantare.
Mimmo perchè non ci informi di queste tue partecipazioni sul tuo sito? Io in genere vengo a saperlo dopo, e mi perdo tutta l'emozione della diretta, anche se è registrata non importa, e devo andarti a cercare sul web e sul più bello succede qualche intoppo e non ti vedo più. (Come è accaduto in parte per la partecipazione a Linea notte, dove come al solito ti hanno presentato dicendo che sei uno degli storici cantautori della scuola romana, nonchè uno di quelli che di fatto è nato col Folkstudio. Proprio non ci riusciamo con tutta la buona volontà a fargli capire che la scuola romana altro non è stata che una trovata della casa discografica, che in questa espressione onni-comprensiva c'erano persone con caratteristiche le più disparate, che tu proprio non ti ci riconoscevi, ne' ti riconosci, e che quando nasceva il Folkstudio, tu eri alle medie, e giocavi, se ci giocavi ancora, col meccano.)
Ho concluso, vado a prepararmi... per la serata di gala: ho una certa età, non è come a vent'anni che bastavano dieci minuti: qui dovrò chiamare un'impresa specializzata in restauro e conservazione, ma per venerdì dovrei farcela.

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