Mi pongo la seguente domanda: il disco avrebbe dovuto chiamarsi Pop Art, poi, come sappiamo, è divenuto Piccoli Cambiamenti, e sappiamo anche bene perché. Spesso il tour che accompagna la promozione di un album, prende il nome dall'album stesso (es. Idra Tour...), e nei progetti iniziali forse, l'atteso tour avrebbe dovuto chiamarsi Pop Art Tour, ma, ora, a seguito dei sopravvenuti piccoli cambiamenti, dovrebbe chiamarsi Piccoli Cambiamenti Tour, o no? Se così fosse, bisognerebbe attivarsi per fornire le giuste indicazioni laddove si siano già presi contatti (che bel posto!)...
Nel 2016, dunque, i Musicisti riprendono a viaggiare: Un'altra stanza, un altro hotel...
La prossima settimana verrà, qui, un cantante noto, che, quest'anno, come accade anche ad altri (quel 1975 fu anno di grande creatività, o forse erano tempi di maggiori opportunità), festeggia, o sarebbe forse meglio dire, del quale ricorre, il quarantennale del primo album. Il grande successo e la grande notorietà arriveranno l'anno dopo. Ho sempre meno voglia di uscire, e proprio per schiodarmi da questo torpore e da questa routine-lavoro in casa e lavoro fuori casa, ogni tanto compro dei biglietti di qualche spettacolo, o concerto, per costringermi a uscire, sperando che aver sostenuto una spesa, spesso non bassa, mi stacchi dal mio fidanzato, il divano, sul quale a una certa ora, quando la gente esce, mi butto a corpo morto, anzi morta del tutto. Il cantante, del quale, come ama dire Mimmo, vedrò, e non so se mi farà piacere, tonsille e molari, perché suonerà in un posto molto piccolo, ha rilasciato un'intervista, in cui racconta la sua giornata minuto per minuto, dal risveglio al momento di andare a dormire. Allora mi è venuta l'idea di inventarmi la giornata di Mimmo, pensieri e sogni compresi, e di scriverla. Non qui però, non qui. Non c'ho cuore di pubblicarla, una cosa simile.
Una come me non può che essere
attratta, colpita, affascinata, da intese profonde, affinità elettive che
portano due persone che scrivono, separatamene, ciascuno per la parte che gli
compete, una canzone, a immaginarsi lo stesso tipo di svolgimento della storia.
Di queste intese sotterranee, profonde e apparentemente labili mi nutro, e
gioisco ferocemente quando la sorte mi ci conduce.
L’album del 1989, che mi fece
compagnia durante una bella vacanza estiva in un borgo sul mare, contiene
tante delle tante belle canzoni della storia musicale di Mimmo. Dell’album nel
suo complesso e di molte di esse ho parlato in mille occasioni, in particolare di Una vita che scappa.
La versione dell’illuminato
quintetto durante l’esibizione svizzera di qualche anno fa, in cui ciascuno dei musicisti ha modo di esprimere il suo
talento, e il Cantante le sue doti interpretative, calandosi splendidamente in
un personaggio che, stando alla visione un po’ oleografica che di lui alberga
nell'immaginario collettivo, non dovrebbe assomigliargli per niente, è la mia
preferita… Non statemi a sentire, perché dico sempre così, quando ascolto la
canzone dai vari album che la contengono, oltre quello citato, ma anche quando
ascolto la versione live con Greg a Torino, o con Matteo da qualche altra
parte, o da solo, mi si dipinge sul volto un’espressione beata e beota. Per
fortuna non mi vede nessuno, si tratta di un gioco solitario e non condivisibile. In giro per il blog il video, riferito a un concerto del 2010, corredato delle mie considerazioni sempre appassionate, c'è già. Lo ripropongo ancora una volta, con immutato piacere.
Curiosando nella pagina di una ragazza (un po' più giovane di me, quindi ragazza), ottima musicista e cantautrice, nota, ma non di quelle proprio notissime al grande pubblico, trovo una bella foto di qualche anno fa, che racconta il clima rilassato di una serata tra amici. Uno fuma il sigaro, uno suona la chitarra, un altro (forse), scatta la foto. Quattro dei presenti (uno c'è di certo, ma non si vede) sono nel disco di Mimmo, che per inciso è quello che suona la chitarra. Non faccio nomi, non pubblico foto, però due righe (ormai ho fatto della "massima sintesi" la regola), le scrivo. La foto mi è piaciuta, la ragazza mi è simpatica, e Mimmo sembrava, anche allora, felice.
Spero proprio che il feuilleton non si colori di tinte grandguignolesche, ma dubito, data la pacatezza, fatta qualche eccezione, del pubblico di Mimmo. Io penso che se il lavoro è stato completato, non abbia senso aspettare ancora. Nessun rischio di confusione, nessun pericolo di soffocamento, a meno che non ci sia la precisa volontà di cambiare rotta e con tutta questa corte di dotti medici e sapienti (promoter, manager, distributori, addetti stampa, vattelapesca), lanciarsi verso una fetta di pubblico non raggiunta prima. In tutta sincerità non vedo Mimmo così incline a lasciarsi convincere da opinioni, strategie e volontà altrui, se non collimano perfettamente con le sue opinioni, le sue strategie e la sua volontà. Forse è lui non del tutto contento e del tutto convinto, forse altre interferenze esterne hanno influito, ma queste non sono altro che considerazioni personali. Quanto al titolo, mi pare che a parte l'assonanza ci sia una differenza sostanziale, soprattutto se dietro a un titolo c'è il desiderio di esprimere un concetto. Piccoli cambiamenti va benissimo, ma potrebbe andar bene anche Piccoli equivoci senza importanza, se non ci fosse già un precedente illustre. Niente di irrimediabile. Poi, se il Cantante volesse farsi perdonare, per questa attesa che inizia ad assomigliare ad un'era geologica, un modo ci sarebbe...