Di
tanto in tanto, anche se non con la frequenza e il trasporto degli inizi, in
cui tutto era una eccitante novità, continuo a svolgere le mie ricerche sul Cantante.
Gli archivi dei giornali (ne ho già parlato più volte), sono una preziosa
miniera che nasconde ancora qualche filone inesplorato. Per chi si occupa di
qualcuno, anche in termini diversi dai miei, in maniera, potrei dire, non tanto
più seria, quanto finalizzata a un progetto di studio vero e proprio, possono
costituire una fonte inesauribile. Non mi riferisco soltanto ad articoli
dedicati, recensioni o interviste, ma perfino a piccoli trafiletti
che pubblicizzano spettacoli, concerti, recital. Si possono ricavare notizie
interessanti anche per svolgere un’indagine di costume sul periodo esaminato. Attraverso
la lettura di uno di questi trafiletti, ad esempio, ho scoperto che a dicembre
del 1983, nel pieno della popolarità dei fortunati album "Intorno a trentanni" e "Sognadoro", rispettivamente del 1982 e del 1983, Mimmo si esibiva al Teatro dei Satiri per
quattro giorni consecutivi. Se vogliamo parlare di aspetti spiccioli, il costo
del biglietto era di cinquemila lire. Non so bene come si svolgessero i suoi concerti allora, se amasse intrattenere il pubblico come fa ora tra una canzone e l'altra, o se la comunicazione fosse tutta affidata solo alla musica. Se penso che proprio in quei giorni passai
da Roma, ignara di tutto, mi coglie una rabbia retroattiva nei confronti della
me stessa di allora, che evidentemente, pur essendo ascoltatrice compulsiva di "Sognadoro", non aveva la mentalità del partire per seguire il concerto di
chicchessia: Mimmo non faceva eccezione.
…Volevo
saperne di più su "L’attesa", e una ricerca casuale mi ha aiutato: tra le canzoni
di "Idra" è una di quelle che mi è rimasta dentro fin dai primi ascolti. Mi aveva
sfiorato un dubbio, circa il significato più profondo di questa canzone, che mi
pareva andasse oltre un momento di riflessione un po’ malinconico di un uomo alle
prese con un bilancio della sua vita. Già in un breve scritto Mimmo, che ama
utilizzare la metafora della corriera, così si esprime E così un giorno, quasi
senza rendermene conto, mi sono trovato a salire su questa specie di corriera.
Adesso mi affaccio al finestrino e vedo, pur se ancora in lontananza, una
stazione di arrivo, e alle spalle tutte le mille curve del mio bellissimo
viaggio…
E
ancora in “Qualcosa farò” E adesso le
strade alle spalle si allungano/Quelle davanti ai miei occhi si accorciano/Ma
non ho paura e mi faccio coraggio da me/Faccio i conti col vivere/ Ho ancora
dei sogni da spendere…
In
numerose occasioni ha fatto riferimento all’autostrada alle spalle, e a una
strada più breve e più stretta ancora da percorrere. Una immagine simile, da
quando ho parvenze da vecchia senza però essere divenuta adulta, mi attraversa
spesso la mente.
Ne
“L’attesa” però c’è qualcosa di più, e che cosa lo faccio dire al Cantante
stesso, riportando uno stralcio di un’intervista rilasciata in occasione del
concerto palermitano di febbraio 2012. Se potesse raccontare la sua storia soltanto con tre
canzoni, quali sceglierebbe e perché? «”L' attesa”, perché affronto per la
prima volta il problema di non esserci più. Sono un laico ma mi chiedo se
esista un ritorno da qualche parte. Poi salverei "Natalina",
apparentemente la storia di un partigiano e della guerra ma, in realtà, è la
mia speranza di esserci già da prima di nascere, in un tempo che è prima, dopo,
durante e sempre. Infine, "Aria di famiglia", il cui testo è di
Ruggeri. Eravamo a Mosca e gli chiesi di descrivere il conflitto fra genitori e
figli adolescenti».
La domanda se ci possa essere, al di là di una fede conclamata e
certa, un ritorno da qualche parte, e aggiungerei con quali forme, non
intendendo forme fisiche evidentemente, si coniuga molto bene con la speranza
di esserci già prima di nascere, in un tempo che è prima, durante e sempre. L’eternità, che di fatto non è un
tempo infinito, ma la compresenza di tutti i tempi, in cui lo spirito vaga libero e vede tutto con estrema chiarezza. Un concetto molto presente
e ricorrente nel mondo ideale di Mimmo, che ne costituisce uno degli aspetti per
me più affascinanti e condivisibili.
De L’Attesa,
non qualche frammento, ma tutto il testo.
Non posso
profanarla scegliendone solo una parte.
Guardo
l'erba che s'illumina
Con la
luce della notte
E
sento in fondo sulla strada
Qualche
macchina passare
Appoggiato
contro un albero
Soffio
dentro la mia armonica
Chiudo
gli occhi e qualche lacrima
Nascosta
viene giù
Aspetto
che si faccia giorno
Per
raccogliere i pensieri
Sparpagliati
tutt'intorno
Dal
principio fino a ieri
Gli
appunti della mia vita
Per
ripercorrerne i sentieri
Per
trovare il filo logico
Che mi
lega qui
Tutto
passa in fretta ma scorre lentamente
E dura
solo un attimo ma resta qui per sempre
Ho
incastonato i sogni
Negli
anelli della memoria
Senza
conoscere la storia
Di chi
ha cantato la sua resa
Dentro
il caldo della mia casa
Con
tutte le luci accese
E la
porta sempre chiusa
Senza
uscire mai da qui
Tutto
passa in fretta ma scorre lentamente
E dura
solo un attimo ma resta qui per sempre
C'è
qualcuno che mi aspetta
Per un
lungo viaggio insieme
Lascio
la porta aperta per quando tornerò
Lascio
la casa aperta per quando tornerò