Mimmo & Greg

Mimmo & Greg
Grazie Mariangela, grazie Mimmo!

venerdì 31 agosto 2012

ULTIMA USCITA D'AGOSTO




Di tanto in tanto, anche se non con la frequenza e il trasporto degli inizi, in cui tutto era una eccitante novità, continuo a svolgere le mie ricerche sul Cantante. Gli archivi dei giornali (ne ho già parlato più volte), sono una preziosa miniera che nasconde ancora qualche filone inesplorato. Per chi si occupa di qualcuno, anche in termini diversi dai miei, in maniera, potrei dire, non tanto più seria, quanto finalizzata a un progetto di studio vero e proprio, possono costituire una fonte inesauribile. Non mi riferisco soltanto ad articoli dedicati,  recensioni  o interviste, ma perfino a piccoli trafiletti che pubblicizzano spettacoli, concerti, recital. Si possono ricavare notizie interessanti anche per svolgere un’indagine di costume sul periodo esaminato. Attraverso la lettura di uno di questi trafiletti, ad esempio, ho scoperto che a dicembre del 1983, nel pieno della popolarità dei fortunati album "Intorno a trentanni" e "Sognadoro", rispettivamente del 1982 e del 1983, Mimmo si esibiva al Teatro dei Satiri per quattro giorni consecutivi. Se vogliamo parlare di aspetti spiccioli, il costo del biglietto era di cinquemila lire. Non so bene come si svolgessero i suoi concerti allora, se amasse intrattenere il pubblico come fa ora tra una canzone e l'altra, o se la comunicazione fosse tutta affidata solo alla musica. Se penso che proprio in quei giorni passai da Roma, ignara di tutto, mi coglie una rabbia retroattiva nei confronti della me stessa di allora, che evidentemente, pur essendo ascoltatrice compulsiva di "Sognadoro", non aveva la mentalità del partire per seguire il concerto di chicchessia: Mimmo non faceva eccezione.

…Volevo saperne di più su "L’attesa", e una ricerca casuale mi ha aiutato: tra le canzoni di "Idra" è una di quelle che mi è rimasta dentro fin dai primi ascolti. Mi aveva sfiorato un dubbio, circa il significato più profondo di questa canzone, che mi pareva andasse oltre un momento di riflessione un po’ malinconico di un uomo alle prese con un bilancio della sua vita. Già in un breve scritto Mimmo, che ama utilizzare la metafora della corriera, così si esprime E così un giorno, quasi senza rendermene conto, mi sono trovato a salire su questa specie di corriera. Adesso mi affaccio al finestrino e vedo, pur se ancora in lontananza, una stazione di arrivo, e alle spalle tutte le mille curve del mio bellissimo viaggio…

E ancora in “Qualcosa farò” E adesso le strade alle spalle si allungano/Quelle davanti ai miei occhi si accorciano/Ma non ho paura e mi faccio coraggio da me/Faccio i conti col vivere/ Ho ancora dei sogni da spendere…

In numerose occasioni ha fatto riferimento all’autostrada alle spalle, e a una strada più breve e più stretta ancora da percorrere. Una immagine simile, da quando ho parvenze da vecchia senza però essere divenuta adulta, mi attraversa spesso la mente.

Ne “L’attesa” però c’è qualcosa di più, e che cosa lo faccio dire al Cantante stesso, riportando uno stralcio di un’intervista rilasciata in occasione del concerto palermitano di febbraio 2012. Se potesse raccontare la sua storia soltanto con tre canzoni, quali sceglierebbe e perché? «”L' attesa”, perché affronto per la prima volta il problema di non esserci più. Sono un laico ma mi chiedo se esista un ritorno da qualche parte. Poi salverei "Natalina", apparentemente la storia di un partigiano e della guerra ma, in realtà, è la mia speranza di esserci già da prima di nascere, in un tempo che è prima, dopo, durante e sempre. Infine, "Aria di famiglia", il cui testo è di Ruggeri. Eravamo a Mosca e gli chiesi di descrivere il conflitto fra genitori e figli adolescenti».

La domanda se ci possa essere, al di là di una fede conclamata e certa,  un ritorno da qualche parte, e aggiungerei con quali forme, non intendendo forme fisiche evidentemente, si coniuga molto bene con la speranza di esserci già prima di nascere, in un tempo che è prima, durante  e sempre. L’eternità, che di fatto non è un tempo infinito, ma la compresenza di tutti i tempi, in cui lo spirito vaga libero e vede tutto con estrema chiarezza. Un concetto molto presente e ricorrente nel mondo ideale di Mimmo, che ne costituisce uno degli aspetti per me più affascinanti e condivisibili.  

De L’Attesa, non qualche frammento, ma tutto il testo.
Non posso profanarla scegliendone solo una parte. 

Guardo l'erba che s'illumina
Con la luce della notte
E sento in fondo sulla strada
Qualche macchina passare
Appoggiato contro un albero
Soffio dentro la mia armonica
Chiudo gli occhi e qualche lacrima
Nascosta viene giù

Aspetto che si faccia giorno
Per raccogliere i pensieri
Sparpagliati tutt'intorno
Dal principio fino a ieri
Gli appunti della mia vita
Per ripercorrerne i sentieri
Per trovare il filo logico
Che mi lega qui

Tutto passa in fretta ma scorre lentamente
E dura solo un attimo ma resta qui per sempre

Ho incastonato i sogni
Negli anelli della memoria
Senza conoscere la storia
Di chi ha cantato la sua resa
Dentro il caldo della mia casa
Con tutte le luci accese
E la porta sempre chiusa
Senza uscire mai da qui

Tutto passa in fretta ma scorre lentamente
E dura solo un attimo ma resta qui per sempre

C'è qualcuno che mi aspetta
Per un lungo viaggio insieme
Lascio la porta aperta per quando tornerò
Lascio la casa aperta per quando tornerò


4 commenti:

  1. Ero in quel periodo a Roma per motivi di studio,
    ho avuto la fortuna ed il piacere di assistere ad uno dei concerti di Mimmo al Teatro dei Satiri.
    Fernando Indino

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  2. Finalmente un commento cui corrisponde un nome e un cognome! Grazie. Se le va, mi racconti il suo ricordo di quella sera.

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  3. Effettivamente sono passati un pò di anni e ricordare quelle serate al Teatro dei Satiri è un profondo scavare nella memoria.
    Di quel concerto in uno dei teatri particolari di Roma conservo una locandina con dedica personale con all'interno un'intervista di Nicola Sisto e la fotocopia di alcuni articoli apparsi sui giornali (La Repubblica, La Stampa, L'Unità).
    La complicità di una ragazza ci aiutò a introdurre un piccolo registratore per la registrazione "in forma illegale" del concerto e forse conservo ancora la cassetta con su scritto "concerto Teatro dei Satiti ......."
    Andò via l'energia elettrica e dal pubblico spuntò De Gregori con il quale cantarono insieme alcune canzoni.
    Oggi continuiamo a seguirlo quando viene nel Salento.
    Conservo tra le mie vecchie carte del periodo romano qualche articolo di giornale, se ne ha necessità può contare, glieli posso mandare con una e-mail che vorrà indicarmi.
    Cordiali Saluti.
    Fernando Indino

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  4. La ringrazio molto della testimonianza e della disponibilità. Gli archivi dei giornali sono una fonte cui accedo spesso, sia consultando il cartaceo (lavoro in biblioteca) sia gli archivi online. Le lascio comunque la mail cui può, se vuole, contattarmi: sanneste@gmail.com. Magari prima di fare una scansione e di inviare, con tutta calma, si intende, potrebbe semplicemente fornirmi le indicazioni. Potrei già aver preso visione degli articoli, o riuscire a recuperarli senza impegnarla oltre.
    Grazie infinite

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