L'immagine che Mimmo propone per il singolo Confusi in un playback - in uscita il giorno 8 aprile - in cui duetta con Ligabue, mi è subito sembrata familiare. Essa rappresenta due giovani che camminano accanto con passo sincrono, forse a significare una comunanza di intenti e una identità di vedute. Il giovane a sinistra potrebbe, come suggerisce Piumino, amico di questo blog e estimatore e fine conoscitore del Cantante, ricordare Mimmo da giovane. Concordo: prendetelo, intento a cantare Canzone di sera appollaiato sullo sgabello del Folkstudio, mettetelo in piedi e poi di spalle, sembra proprio lui. Il fatto è che l'immagine è uno dei fotogrammi del documentario del 2005, Tra Roma e l'Abruzzo, della regista tedesca Petra Reinfelder, andato in onda nella rete televisiva tedesca Bayerischer Rundfunk, all'interno di un ciclo intitolato L'Italia dei cantautori. I due giovani passeggiano a Penne, dopo il tramonto, in una atmosfera che quasi richiama Blade Runner, piena di mistero. In sottofondo le note di Come viviamo questa età. Poi via via il mistero si affievolisce, i due appaiono sotto un cono di luce più viva e la somiglianza svanisce. Chi siano i due in fondo non ci importa. Che sia un vecchio fotogramma fornito dallo stesso Mimmo che passeggia nella sua città con un amico di gioventù, che siano due giovani di epoca più recente, quel che conta è ciò che l'immagine vuole rappresentare: scene e stati d'animo di una vita di provincia, ben descritte dalle parole della canzone che ne costituisce il commento sonoro. L'immagine ben si adatta anche a Confusi in un playback versione 2016, dal cui ascolto ci separa ormai pochissimo tempo. Non per niente Mimmo l'ha scelta.
Mimmo & Greg
martedì 29 marzo 2016
martedì 22 marzo 2016
MIMMO O SERGE?
Il 15 aprile non prendete
impegni, perché questa è una data che ricorderete a lungo. Esce quel famoso Piccoli cambiamenti che mi ha fatto
perdere talvolta il sonno, e anche un po’ la testa, e la cui gestazione
tormentata mi ha fatto anche un po’ tribolare. Un piccolo colpo al cuore quando
ho saputo che Mimmo aveva fatto a pugni con la pop art, e che il disco sarebbe
uscito il 27 settembre con un nuovo titolo emblematico, un altro quando la data è stata spostata al 15 gennaio,
ma nessuna extrasistole quando si è parlato di primo aprile, perché tanto sapevo
che prima o poi, quella bottiglia di lussuosissimo Champagne che tengo in serbo
per l’evento, avrei avuto modo di stapparla in tempi ragionevoli. E cosa sarà
mai una quindicina di giorni, quando la frequentazione con Mimmo ha prodotto in
me non piccoli, ma grandi cambiamenti, al punto che, se prima ero una del tipo tutto e subito, ora sono diventata ben
più tollerante nei confronti dell’attesa, anzi, in questi circa quattro anni
(da quando si è iniziato a parlare della eventualità di un disco, prima special edition omaggio ai fedelissimi, divenuto
in corso d’opera disco celebrativo), ho imparato ad apprezzarla, a gustarla ed
ora quasi quasi vorrei poter aspettare un altro po’.
Tutti quanti noi (anche noi, siamo noi!), allertati nel nome di Mimmo dagli avvisi di Google, abbiamo avuto modo di
prendere visione delle canzoni contenute nel doppio Cd (10, tra cui l'inedito che dà il titolo all'album + 9, più bonus) e
abbiamo potuto constatare come Mimmo abbia con raro equilibrio e una certa dose
di spericolato equilibrismo, accontentato se non proprio tutti, molti, compreso
se stesso e in parte chi scrive (curiosa di sentire il duetto di Come viviamo questa età). La scelta non
deve essere stata facile, e credo che Mimmo non sia andato a colpo sicuro a
costruire la trama del racconto, ma l’abbia più volte modificata. I duetti: mi
sarei divertita a mischiare un po’ più le carte, e mi riferisco in particolare
a Due amiche e Il suono delle campane. Ma magari sarò la prima a sorprendermi di
cose che senza averle sentite mi sembrano già sentite. Mi spiace che neppure un
pezzo di Clandestina abbia avuto una
seconda possibilità.
E che dire della copertina del disco che ci è
stata generosamente mostrata in anteprima? Un Mimmo un po’ sgualcito e
lievemente maudit, con la barba di
due giorni, aspetto da duro e sguardo tenero, che sembra strizzare l’occhio a
Serge Gainsbourg. Uno disincantato, che le ha viste e provate (quasi) tutte, insonne cronico per scelta, con la pellaccia dura ma all’occorrenza col cuore tenero. Piccoli cambiamenti interiori,
ma anche esteriori (e non mi riferisco ai normali mutamenti legati
al passare degli anni), di uno che in fondo sotto sotto è ancora quello duro e
puro di quaranta, o di trent’anni fa, ma
che col tempo forse si è lievemente ammorbidito, e non disdegna di infondere nella
sua vita una piccola dose di giocosità e di ironia, quindi di leggerezza.
mercoledì 9 marzo 2016
SOFFITTE E SCANTINATI
Ho notato con piacere che il meccanismo per lungo tempo inceppato, opportunamente oliato e revisionato, ha ripreso a funzionare. Con uguale piacere ho letto l'articolo che partecipa il parto ormai imminente, in cui Mimmo fa riferimento a visite un po' reali, un po' metaforiche in soffitta (ma la soffitta è più probabilmente un armadio, uno scaffale, un archivio), da cui ha attinto il materiale che gli è servito nella lunga gestazione del disco. Oggi cita la soffitta, presente anche in una delle mie canzoni preferite che chissà se sarà nel novero delle venti (mi riferisco evidentemente all'Inganno del tempo), nel 2009, anno in cui uscì Idra, frequentemente parlava della discesa negli scantinati della sua anima, scandagliati non senza una buona dose di sofferenza. Attrazione per luoghi reconditi e spesso coperti di ragnatele, talvolta senza illuminazione o con illuminazione insufficiente, che si raggiungono per tuffarsi nelle vestigia del passato, o per cercare pace e pensare.
Ventidue giorni ci separano, se dobbiamo prendere per buona e definitiva e non meramente indicativa la data del primo aprile, dall'evento annunciato. Calendario alla mano, cominceremo a depennare le caselle. Poi, finalmente, dopo tanto digiuno o piccoli bocconi, arriveranno porzioni robuste di Cantante. Sarà un bel convivio.
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