Mimmo & Greg

Mimmo & Greg
Grazie Mariangela, grazie Mimmo!

venerdì 14 dicembre 2018

IL CANTANTE MONOCOLO (ANCHE L'OCCHIO VUOLE LA SUA PARTE)


Mentre Mimmo si diverte come un matto nella verde Svizzera tedesca, a suonare e cantare in compagnia di valenti musicisti che sono anche amici, davanti a un pubblico attento e competente, e dopo, ne sono certa, non va subito a rinchiudersi in una stanzetta d'albergo seppur confortevole, ma festeggia fino all'alba con gli stessi amici italiani e svizzeri, io, qui, ho un enigma da risolvere. Apro il disco ecologico con la confezione di cartoncino, che la plastica inquina e cosa mi trovo davanti? Una foto sibillina che rappresenta la faccia del cantante che al posto dei suoi soliti due occhi verde chiaro, ne ha uno solo enorme, ma enorme davvero, posto come è normale che siano gli occhi, tra il naso e la fronte, ma gigantesco. A seconda di come lo guardi, sembra un occhio buono, ma se cambi prospettiva, ti appare inquietante. Un occhio che tutto vede, anche ciò che non è visibile ai più. E non è finita qui: la faccia di Mimmo è inscritta all'interno di una schiena femminile, dalla quale si alza fiero un collo che regge un capo ornato di capelli che questo collo sfiorano. Ho un enigma da risolvere, ma in fondo non è detto che possa risolverlo, e neppure che lo voglia. Ciascuno ci veda ciò che vuole, in quell'occhio e in quella schiena. Io, che continuo a preferire la custodia di plastica e non di cartoncino, che si rovina subito, ho voluto avere tra le mani qualcosa di tangibile, leggermi il libretto, o booklet come direbbe Mimmo che è più moderno di me, e poi finalmente ri-ascoltarmi le canzoni, che come è noto conosco da tempo, in un modo rispettoso.

...Ma Mimmo, gliel'avrà fatta, anche questa volta, agli esigenti svizzeri, una delle mie canzoni preferite? La talentosa violoncellista c'è anche questa volta. 



domenica 2 dicembre 2018

SUGGERIMENTO D'ASCOLTO

Mimmo incontra due vecchie conoscenze...
Ascoltiamo con attenzione. Sono consentite le cuffie.

http://www.radioelettrica.it/tutti-i-podcast/marco-cavalieri-podcast/

E poi una proposta musicale, che si lega alla parte finale dell'intervista.


E di seguito la versione di Mimmo



venerdì 30 novembre 2018

UN UOMO FORTUNATO

Che Mimmo sia un uomo fortunato è un dato di fatto. Le cose gli sono andate piuttosto bene, ma non gli sono piovute dal cielo, si è impegnato. Ha studiato, ha lavorato, ha cantato, suonato, e fatto tutte quelle altre cose che sappiamo e che per noia non ripetiamo. Ha cercato anche di coltivarsi lo spirito, nell'ultimo decennio anche di guardarsi dentro con più attenzione. Dal punto di vista della gestione delle sue risorse mi sembra uno che si conceda ciò che gli piace e gli permetta una buona qualità della vita, senza nessun ammiccamento all'apparire. Se non avesse avuto dei guadagni dalla professione di medico, e avesse dovuto vivere solo degli introiti della musica, avrebbe saputo costruirsi un tesoretto per eventuali tempi di crisi, e lo avrebbe ben amministrato. Questione di dignità, questione di carattere. Si merita quello che ha, ma una buona dose di fortuna lo ha sostenuto. Ha una blogger di fama che da tempo immemorabile ancora scrive di lui, e ne segue le tracce con un fiuto notevole. Ha da qualche anno un legame professionale con una brava giovane fotografa che ora gli ha perfino dedicato una mostra (e da quel che vedo sono foto molto belle, e non so se il merito sia più del soggetto, o dell'autrice, ma per rimanere su una posizione di equilibrio dirò cinquanta e cinquanta), che è già visitabile al Museo archeologico "La Civitella" di Chieti e si intitola "Un po' di tempo ancora" come il noto successo con cui spesso Mimmo apriva (ora con il tour di "Cenere" non so), i suoi concerti. Dunque Mimmo, bene culturale da tutelare, all'interno del Museo archeologico ci sta proprio bene, lui che si è spesso definito un uomo antico. L'ho sempre detto io che ha le fattezze di un prode capo vestino... 

mercoledì 14 novembre 2018

FUGGIASCHI INNAMORATI DELL'ALBA


Ascolto le tracce dell’album, di qualcuna trascrivo in simultanea il testo. Mi rendo conto di come questo sia un metodo applicabile allo studio e le canzoni non si studiano, si ascoltano, anche se di queste canzoni dovrei scriverne. Dovrei o vorrei? Il primo condizionale è legato al fatto che forse ci si aspetta che io ne scriva, il secondo è invece legato al piacere che scriverne potrebbe darmi. Al quinto testo trascritto mi stanco e ascolto soltanto. Mi sembra di trovarmi dentro una storia familiare, perché nel disco ritrovo tutto Mimmo. C’è Sognadoro e c’è Natalina e c’è Dicembre, c’è Tango dietro l’angolo e c’è Passato e presente e La Disciplina dell’amore, solo per citarne alcune (non ci sono evidentemente queste canzoni, ma sonorità e stili che me le richiamano), ci sono autocitazioni e ci sono citazioni, ci sono rimandi a tanta bella musica, come spesso nella musica di Mimmo. Ci sono canzoni che mi hanno colpito di più, che mi hanno suscitato emozioni, mentre qualcuna, come è normale che sia, mi ha attratto di meno, ma potrei, è già capitato, recuperarla in futuro. Mimmo è stato in ottima compagnia, in questo disco, ma la mia preferenza va al contributo di Awa Ly nella canzone “Se mai”. Che voce! Si saranno conosciuti a Parigi? A proposito di città, che dire della essenziale Columbus Avenue tutta imperniata sulla tromba di Fabrizio Bosso? E poi a proposito di casa (quella dove siamo cresciuti rimane per sempre La casa, anche se ne abbiamo abitato altre, dopo) e quindi di famiglia, qui, e nessuno lo ha detto, c’è una suggestiva canzone di un ragazzo che Mimmo conosce molto bene, Ogni volta che piove (la pioggia è uno degli elementi fondanti delle canzoni di Mimmo e della sua discendenza), che fu pubblicata in un album del 2005, La migliore combinazione, quando sembrava che il giovane dovesse portare avanti, anche lui, una duplice carriera. Un regalo del padre al figlio e del figlio al padre. Mimmo autore di canzoni ha i suoi temi ricorrenti, l’amore con le sue diverse possibili declinazioni: Cercami, Se mai, Le regole del jazz (autore del testo su misura Enrico), Amnesia di un momento (testo bellissimo di Pacifico, che nei crediti compare col nome vero Luigi de Crescenzo), un amore che diventa particolarmente struggente quando la gioventù ha abbandonato il corpo, ma il cuore e il sentimento sono sempre giovani (Annaluna), con l’amico Büne, dove trovo sonorità di Natalina, che tanto lo aveva commosso; i tipi che non se la passano tanto bene (Cinque, sei, sette, otto) ma li salva il ballo e l’allegria e mai come in questi casi, Oh vita I love you! I colori della natura, i paesaggi a cui Mimmo ci ha abituato nelle sue canzoni e che sembra di vedere, ma anche i paesaggi interiori e sempre l’amore (La solitudine di un artista), anche qui c’è il contributo di una persona cara a Mimmo, il conterraneo Guerino Camplone, che ha composto la musica così adatta al paesaggio evocato. Il tempo, la memoria, (Cenere, ma non solo) e poi c’è un brano, non cantato ma parlato, un po’ come avveniva nella parte iniziale della versione di Intorno a Trentanni in Delitti perfetti, che è la ruvida Il fuggiasco e l’alba, dove io vedo Mimmo che alle quattro del mattino, dopo aver tirato tardi e non aver dormito niente, con le occhiaie e molto spettinato, con una sigaretta e un bicchiere di whisky, anche se non fuma più e dichiara di bere, in genere, solo vino, sale in macchina e gira a caso, nel tentativo di sfuggire ai rumori che forse sono dentro di lui, e non solo fuori, ma alla fine va al Pincio a vedersi l’alba.

venerdì 9 novembre 2018

UNA DATA DA RICORDARE


E siamo ancora qui, ciascuno nel ruolo che gli compete. Ho guardato di nuovo il video e ho ascoltato la canzone. Non ho visto bambine vestite con l'abito della cresima, e neppure giovani spose, forse me le ha mostrate la febbre di ieri sera, o la frenesia di tentare di cogliere tutti i particolari, o ancora l'emozione di essermi calata nell'emozione del Cantante, che vive sicuramente momenti di grande felicità. Sarei curiosa di sapere con che cosa ha brindato oggi, se con uno degli onesti vini della sua cantina, o con una delle prestigiose etichette di Borgogna presenti nella sua collezione. Certo oggi venerdì 9 novembre 2018, sarà una data da ricordare, così come certamente avrà un significato quel 18 aprile impresso in rosso su un foglietto di calendario. Non voglio esprimermi sul brano Cenere avulso dal suo contesto, che è l'album intero, di cui potrebbe essere un capitolo, anche se non ho letto da nessuna parte che si tratti di un concept album. Intanto lo ascolterò come il suo autore consiglia che si ascolti, in ambiente tranquillo e senza cuffie e aggiungo io, senza lasciarsi influenzare dalle immagini, che rimandano tutte al privato, agli affetti, ai luoghi, alle radici, quasi sottolineando che la vera piena realizzazione si sia svolta principalmente lì, e che quella duplice professionale si sia molto nutrita della pienezza della vita privata. Per l'album, attenderò l'uscita del Cd prevista per il 16. E ci sarà tempo di ascoltare e riascoltare. 


giovedì 8 novembre 2018

OBBEDISCO

Folgorata non sta tanto bene, stasera, è accasciata sul divano con un malessere generale vago, e un mal di pancia diffuso e ben definito, un senso di nausea. Proverà con una tisana digestiva, ma sa bene che si tratta di un rimedio, se rimedio sarà, palliativo e momentaneo. Non ha l'energia per far nulla, non legge, non scrive, vaga in maniera disordinata e compulsiva davanti allo schermo, attuando un comportamento che detesta negli altri e ancor di più in se stessa, quando ne è colpita. Gira tra video discutibili, tra varie caselle di posta elettronica, e poi atterra sulla pagina di Mimmo, dove, appena sette minuti prima Il Nostro ha dato l'annuncio: si può vedere in anteprima il video di Cenere, "GUARDATELO ADESSO" e Folgorata pur nella sua infermità si precipita. Nelle condizioni in cui versa non è in grado di fare molto di più che elencare ciò che ha visto o che le sembra di aver visto: una bambina in altalena, con il fazzoletto in testa legato in un modo che ai nostri tempi si definiva alla contadinella, una ragazzina con l'abito della cresima, o è una giovane sposa, che si intravede tra le fronde, dei bambini che fanno il trenino al mare, degli inequivocabili marcatori del tempo, clessidre e orologi, interni domestici appartenenti a varie dimore, la mano di Mimmo che scrive i versi della canzone Cenere, Mimmo che versa dalla moka due tazzine di caffè. Il tempo che scorre, gli affetti, la memoria, le piccole care abitudini, un susseguirsi volutamente disordinato di immagini che rimandano a momenti di vita, molti del passato, qualcuno del presente, senza troppe concessioni alla nostalgia o alla malinconia. L'amico Alessandro che dirige nel suo modo strampalato una ipotetica orchestra senza strumenti, forse dirige il caso, che a volte governa l'andamento di una vita, e infine Mimmo che quasi alla fine del video, con fare fortemente seduttivo, sorride con uno sguardo che ciascuno può decodificare come crede. La canzone mi rimanda in qualche modo (si vede proprio che sto male, uso un'espressione che non sopporto, "in qualche modo") all'album Uomini, ma magari sto dicendo una sciocchezza; mi sembra una di quelle che diventano familiari in breve tempo. Desidero ascoltarla meglio, memorizzarne il testo. Magari vedere il video a schermo intero, soffermarmi sulle immagini con più attenzione, ma questo sarà possibile domani.  

sabato 20 ottobre 2018

L'UOMO CON GLI OCCHIALI


Mi è molto piaciuta, questa immagine (l'autrice è Mariangela Ottaviano, la giovane brava fotografa teatina già da me citata in passato), che di fatto è quella della copertina dell'anelato "Cenere", in uscita tra circa venti giorni. Immagino che da questo momento in poi sarà  molto utilizzata , diverrà una sorta di immagine ufficiale del nuovo corso, come fu quella, altrettanto bella, della copertina di "Idra", ormai più di nove anni fa. Era giunto il momento di un cambiamento, piccolo a dire il vero, perché Mimmo non è tanto invecchiato da allora, lui che non trova corrispondenza tra la sua età anagrafica e quella biologica, (io direi che la corrispondenza forse non c'è tra età anagrafica e età spirituale e mentale) e non perde occasione per sottolineare lo sfasamento. Il viso si è fatto un po' più affilato, le rughe ai lati della bocca sono leggermente più profonde (noto con piacere che la foto non è ritoccata), compare, ma non è un fatto nuovo, quella famosa mosca che a me non piace, ma non gli sta male, e finalmente gli occhiali da vista, mai esibiti prima, anche se inforcati, ma subito levati, in diverse occasioni. Incominciano a uscire interviste (buona quella al quotidiano locale abruzzese) e articoli, dai quali Intuisco che Mimmo ha pubblicato diversi libri, dato che "Come una macchina volante" è l'ultimo della serie (scherzo, ma ovunque c'è scritto così) e via discorrendo. Sono felice del fatto che siano state annunciate nuove date per altri concerti, oltre a quelli di cui già si sapeva, e sempre di più ce ne saranno; Mimmo si divertirà molto a suonare con i suoi musicisti, in trio, e anche in quintetto, come ai vecchi tempi. Sono entusiasta, si prospetta per il Nostro un periodo davvero eccitante, e credo che sarà piuttosto lungo. Avrò molto da leggere (spero cose sensate) e molto da ascoltare, e mi domando se vedremo Mimmo ospite perfino in qualche trasmissione non proprio di nicchia della televisione di stato, almeno in occasione dell'uscita di "Cenere", e mi riferisco in particolare a quella condotta da una ragazza molto graziosa e simpatica e da un amico di Mimmo (nel corso delle mie ricerche mi sono imbattuta anche in notizie di questo tipo, che trovano terreno fertile in una comare come me), che ha condotto anche un programma radiofonico musicale nel quale non so se mai abbia fatto ascoltare, o potuto fare ascoltare, una canzone dell'amico.  In quelle che ho potuto seguire io no, e in tal caso mi verrebbe da dire "Dagli amici mi guardi Iddio, che dai nemici mi guardo io", ma potrebbe essere accaduto nelle puntate che mi sono sfuggite, senza contare che la musica che passa in radio spesso risponde a regole ben precise.
Un'ultima considerazione, nella intervista al giornale abruzzese di cui sopra, Mimmo fa riferimento a Italo Calvino come a uno dei suoi autori preferiti. Non ne ero a conoscenza, o meglio, lui non aveva mai esternato tale preferenza e mi fa piacere anche che, per una di quelle che qualcuno definisce semplici coincidenze, qualcun altro molto più colto sincronicità, nel mio scritto precedente ci fosse un riferimento proprio a quell'autore. Leggetevi "Gli amori difficili", li rileggerò anch'io.

venerdì 5 ottobre 2018

ASPETTANDO "CENERE"

Mimmo si è preso il suo tempo, e in questo ultimo mese sicuramente sarà stato molto impegnato nella realizzazione del suo nascituro. Non dico che siamo già in sala parto, ma forse in sala travaglio si. Su questo album per il momento il Nostro non fornisce ancora notizie ufficiali, se non sul mese d'uscita. Conosciamo il titolo, sappiamo che si tratta di un album di inediti, abbiamo sentito il suo artefice annunciare che sarà l'ultimo, di una bella e onorata e non convenzionale carriera, aggiungo io. A qualcuno, per motivi validissimi, tuttavia, le notizie sono state fornite, e di questi tempi, si sa, anche in assenza di informazioni sugli "organi ufficiali", si viene a sapere, se non tutto, molto. Fedele ai miei saldi principi di non divulgare, essendone venuta a conoscenza per vie traverse (niente di illegale, nessuna operazione di spionaggio, tutto alla portata di chiunque abbia voglia di spendere un po' di tempo e di energie nella ricerca), informazioni di cui Mimmo non abbia parlato direttamente e per primo, mi limito a riferire che Cenere, secondo uno schema caro a Mimmo, vedrà delle collaborazioni, o come egli preferisce dire, abbracci e strette di mano. Alcuni di questi sono abbracci consueti e collaudati, altri abbracci inediti. Sono curiosa. Intanto alcuni concerti autunnali sono già stati fissati, in luoghi carissimi al Nostro. Basta, mi fermo qui. Sarà Mimmo quando vorrà ad entrare nei dettagli, a scostare la tendina dal vetro, perché il passante possa vedere l'interno della stanza. Una cosa non mi piace, la parola ultimo. Non mi piacciono le convinzioni granitiche, le sentenze definitive. Per ora Cenere è un album che deve ancora uscire e che sono curiosa di ascoltare. Per il resto, anche se l'autore ha già deciso, o è convinto di averlo fatto, non mi pongo il problema di ciò che verrà. Ultimo viene il corvo. Punto. E con questa citazione alta, chiudo.

domenica 2 settembre 2018

AMARCORD

Il video è molto breve, giusto una piccola gradita anticipazione; per ora colgo una melodia che facilmente mi diverrà familiare, con un bel ritmo e un contenuto che sembra riferirsi al tema caro del tempo che passa inesorabile, e non ci sembra quasi possibile che si sia arrotolato così velocemente su se stesso. Vecchi filmati, una bimba che corre, un figlio bambino, uno scorcio di vecchia camera da letto, forse dei genitori, con un tavolino dove il Cantante scrive, passato e presente che si rincorrono, scene di nostri poveri immigrati che lasciano terre amate e amare in cerca di fortuna...
Giusto poche frasi per dire, "Mimmo, ho visto", aspetto di vedere il quadro completato. E sono contenta che dei quarantotto incontri, ben cinque si siano svolti proprio nell'Isola, dove, ne sono certa, ci vedremo di nuovo.

lunedì 27 agosto 2018

IL MATTINO HA L'ORO IN BOCCA

Copio Mimmo, e intitolo questo piccolissimo intervento mattutino con un proverbio, che racchiude in sé una profonda verità, ancora più vera per il mattutini come me. Proprio di primo mattino ho scovato un vecchio video e desidero condividerlo. Uno stralcio di una trasmissione televisiva di tanti anni fa: nostalgia. Qualità pessima, ma molto interessante, anche perché contiene un raro momento musicale, l'esecuzione a più voci di una bella canzone di Rino Gaetano, Aida. Fluttuano tutti in una densa nuvola di fumo, senza porsi minimamente il problema della sicurezza e dei danni del fumo passivo. Era così.

Mimmo ti ricordi? 



mercoledì 22 agosto 2018

IL PIGIAMA DEL NONNO

La comunicazione ufficiale dell'inizio delle riprese del video del singolo "Cenere" (mi rendo conto della presenza di troppi complementi di specificazione, ma sono necessari), che vede insieme il regista del video di "Piccoli cambiamenti" e uno degli amici storici di Mimmo, nonché suo produttore "nel difficile decennio tra gli '80 e i '90", che a me, fissata con le somiglianze, ricorda in alcune espressioni un noto comico milanese d'adozione, mi rende duplicemente felice. Il primo motivo di felicità è il fatto in sé, cioè che finalmente dopo nove anni e più, assaporerò un gusto musicale nuovo, seppur riconoscibile e familiare;  il secondo è che Mimmo ha dato prova di affidabilità: ha detto settembre e settembre sarà. Nonostante le numerosissime tappe di presentazione del libro l'abbiano tenuto a lungo impegnato, è stato di parola. 

Fatta questa premessa, mi sorge spontanea la domanda, per usare l'espressione tipica di un simpatico conduttore e giornalista campano: perché Mimmo, impeccabile dalla vita in su, con tanto di cappello, indossa i pantaloni del "pigiama del nonno"? 

giovedì 9 agosto 2018

L'AMICO DELLA RADIO

Lo sappiamo da sempre: la radio è un mezzo a lui congeniale. I mimmopatici ricorderanno Radio days, la bellissima festa in quattro serate al Teatro Golden, a Roma, dal 30 marzo al 2 aprile 2011. Bei tempi. Folgorata non in prima fila, perchè riservata alle autorità, e perchè la prima fila incute soggezione, ma appena indietro, in seconda, in quel 30 marzo dedicato al folk (le serate erano tematiche). Mimmo non sbagliò nemmeno una nota, in quel vecchio cinema trasformato in teatro senza palco. Coltivo il ricordo, privilegiando l'aspetto sentimentale (nel termine ricordo è insito il cor, cordis) e lo riporto alla mente attraverso la memoria. 
La radio gli piace, ha partecipato a tante trasmissioni anche molto note sia nella radio di stato, che nelle emittenti private, dalle più famose alle più oscure. Non dimenticherò mai la puntata di un programma sul vino e il cibo, che andava in onda (o forse va ancora, ma non dirò il titolo) intorno alle 20, in cui, Mimmo ospite, uno dei due conduttori, il meno simpatico e più saputello, discettando della carta d'identità dell'uovo, rivoltosi al Cantante che di cibo e vino ne sa parecchio per passione personale e per mestiere, gli chiese se ne avesse mai sentito parlare. Come chiedere a Von Karajan se conosce Wagner. Mimmo, molto umilmente a dire il vero, rispose affermativamente. La conosceva. Mi fanno infuriare i Lei non sa chi sono io, ma in quel caso l'avrei giustificato.
Per non farla tanto lunga, all'interno di una bella trasmissione di Radio uno che si intitola L'Ultima spiaggia, c'è un breve contributo telefonico di Mimmo di cui sono venuta a conoscenza perchè una persona a me molto vicina, che in macchina ascolta sempre la radio, mi ha informato in diretta. E io informo il mondo. La trasmissione merita un ascolto integrale, ma se uno volesse solo Mimmo, lo troverebbe intorno al quarantesimo minuto.

sabato 4 agosto 2018

SBARCO INATTESO

Fermo restando il fatto che Porto Cervo è Sardegna solo da un punto di vista geografico, e che, lo abbiamo detto fino allo sfinimento, "Come una macchina volante" non è un romanzo, accolgo con vero piacere questo nuovo atterraggio, anche se sarò assente giustificata. La formula è la stessa del 9 luglio: prima presentazione del libro, poi concerto "solo piano", ma pubblico e ambiente saranno diversi. 


Per tornare veramente in Sardegna, magari il prossimo anno, segnalo a Mimmo una splendida manifestazione che si svolge in un piccolo centro della Marmilla, Siddi. Sarebbe bellissimo se potesse essere l'artista ospite, ma, per lui così appassionato ed esperto di eccellenze gastronomiche, sarebbe auspicabile una visita anche come "privato cittadino".

sabato 28 luglio 2018

RICORDO E MEMORIA


Il link per ascoltare l'intervista di Gerardo Ferrara a Mimmo, in quel di Dolianova, il 9 luglio del 2018, data che passerà alla storia. 

https://www.spreaker.com/user/radiobrada/locasciulliok

Qualcuno mi ha raccontato di aver visto, alla fine di tutto - intervista, presentazione del libro, concerto - Mimmo che, tutto solo, in un cantuccio, mangiava in piedi un piatto di qualcosa di non ben precisato. Ho provato una stretta al cuore, e nonostante il mio informatore abbia subito evidenziato come il solingo sia stato immediatamente raggiunto e confortato da alcuni sodali dell'organizzazione, questa immagine dell'artista solo e appartato e affamato mi ha devastato. Lui sicuramente era contento così. Si limitava a soddisfare un bisogno primario. Dal particolare, passo all'universale e mi chiedo: L'artista è solo?  Domanda più adatta a elucubrazioni notturne invernali che a un pomeriggio estivo. 
Ci sarebbe da discutere con Mimmo sul significato delle parole e in particolare su alcune sfumature personali che egli attribuisce ad alcune di esse. Questa attenzione all'uso delle parole mi piace e mi appartiene, come mi appartiene il fastidio per alcune espressioni che stanno sulla bocca di molti, ad esempio da un po' di tempo imperversa l'odiosissimo "anche no", per non parlare dell'abominevole "piuttosto che" impropriamente usato. Queste brutte espressioni sono contagiose quanto un virus e difficili da estirpare. Anzi, noto che chi le utilizza se ne compiace. Nelle conversazioni di Mimmo, uomo per sua stessa definizione "antico", sono spesso presenti i proverbi. Il mondo contadino pullula di proverbi; dopo avergli sentito infinite volte proferire "corre l'acqua per l'orto", nelle ultime interviste mi capita spesso di sentire e leggere "mi hanno messo il sale sulla coda." Per chi volesse saperne di più sul significato:
Talvolta pronunciamo certe espressioni senza sapere da dove derivino, e scoprirlo è sempre interessante.
Ci sono poi gli appassionati delle massime latine, che si devono usare solo se si è certissimi della loro esattezza. Non sempre accade. Quante volte capita di sentire "dulcis in fundum" o "deus gratias", o benedizione "urbis et orbis", per citare le storpiature più comuni. Taluni fanno come certe vecchiette che in chiesa biascicavano, deformandole, preghiere in latino. Il campionario delle massime è sterminato; tra le mie preferite "ubi maior minor cessat", e "sutor, ne ultra crepidam", passando per "festina lente". Cerco, per quanto possibile, di attenermi ai precetti enunciati.

La conversazione tra Mimmo e Gerardo è da ascoltare. Mimmo, se non l'hai già fatto, ascoltati.

domenica 15 luglio 2018

VARIANTI


Per evitare di soccombere alla noia e alla routine, perchè il rischio potrebbe esserci, quando tutti i giorni, a volte, come oggi, anche due volte in un giorno, sei in giro a presentare il tuo ultimo figlio formato cartaceo, occorre trovarsi in una certa condizione e mettere in atto alcuni piccoli accorgimenti. La certa condizione consiste nell'essere innamorato di ciò che fai, i piccoli accorgimenti fanno si che, partendo da una base di intelligenza, alla quale si aggiungano un poco di pazienza e molta resistenza fisica e psicologica, tutti i giorni ti inventi un modo diverso di far conoscere la tua piccola creatura. "Quelli di Alghero", hanno pubblicato l'intero video della presentazione: qualità pessima, bisogna fare uno sforzo non indifferente per riuscire a capire quel che si dice, ma non si può non apprezzare la buona volontà. Ho visto un Mimmo diverso da quello incontrato a Dolianova: sono venuti fuori aspetti diversi, come certamente diverse sono le persone che lo hanno accompagnato nel corso delle due serate. A Dolianova, più sentimentale, più calmo: si è instaurato un buon feeling con chi lo ha supportato, uno scambio spontaneo e armonioso, nonostante si fossero appena conosciuti. Ad Alghero, più veloce e direi determinato, brandiva il microfono con una grinta notevole e teneva in mano la situazione: più che essere condotto, conduceva. Non ha perso un colpo. 

https://www.facebook.com/cyrano.librivinoesvago/videos/2119901838225631/


Chissà cosa s'inventerà, stasera.










giovedì 12 luglio 2018

DOTTORE, CONCILIA?

Questa sera Mimmo parcheggerà la sua macchina volante in un bel posto, di quelli dove si troverà senz'altro a suo agio, un luogo d'incontro pieno di libri e di buoni vini, situato in una delle cittadine più belle della Sardegna, Alghero. A L'Alguer, è cosa nota ma mi fa piacere ricordarla, si parla una variante antica di catalano, una lingua che molto mi affascina. Le targhe che indicano le vie sono bilingue. Passeggiare per le strade di Alghero, è esperienza di grande suggestione, e mi auguro che Mimmo si sia inoltrato, seppur brevemente, a esplorare. Ieri ha conversato con un musicista, oggi lo farà con uno scrittore e poeta. Il giornale "La Nuova Sardegna" gli ha dedicato, cosa che quello del capoluogo non ha fatto, un'intervista, in cui l'ignaro giornalista gli rivolge la consueta domanda: "Come è riuscito a conciliare...?". Piccolo (o grande) neo, ma inviterei alla clemenza. 
Spero che il bilancio di questi quattro giorni sia stato positivo. Spero che Mimmo, che ha sofferto lievemente di nostalgia e avrebbe voluto avere il dono dell'ubiquità, come la veggente marchigiana, sia stato ben nutrito e ben accudito, che abbia dormito in luoghi se non di lusso, confortevoli e puliti, e che abbia conosciuto delle persone piacevoli. Chi ha organizzato il tutto, ha fatto a mio avviso un bel lavoro, anche nella scelta delle persone che hanno accompagnato Mimmo nella presentazione della sua creatura, questo figlio unico di carta. Mai dire mai, mai essere granitici, mai dire questo sarà l'unico libro, e quell'altro sarà l'ultimo disco. Alla base di certe decisioni definitive ci sono di sicuro motivazioni valide, ma sarà il corso della vita a decidere. Per ora aspettano il nostro amico cantante-dottore-cantiniere ancora altre presentazioni estive, poi arriverà l'autunno (dopo tutto)  e vedremo cosa ci porterà. Così, come viene, senza fretta. Quando sarà, come è tradizione, ascolterò "Cenere" in totale solitudine, l'unico ammesso sarà il gatto bianco, e lo farò al buio e con gli occhi chiusi. Vorrei però che ci fosse comprensione nei miei confronti se qualche volta mi venisse il desiderio, sulla metropolitana leggera che mi riporta a casa o sul vecchio romantico trenino che in certi orari viaggia al posto della vettura più moderna, di mettere le cuffie e d perdermi nella sua musica, e magari di perdermi a tal punto da saltare la prima fermata, la mia, e scendere a Dolianova, e di ricordarmi della bella serata di lunedì.

Grazie infinite Mimmo per essere venuto, e grazie infinite a chi ha reso possibile tutto questo.

martedì 10 luglio 2018

NON TROVO IL TITOLO...

Mi sono chiesta se fosse il caso di mettermi a scrivere ora, o aspettare di avere più tempo. Scrivo ora, seppur in maniera molto veloce, per il semplice fatto che Mimmo se lo merita. Quella che principalmente è emersa stasera è la pregiata fattura del suo tessuto umano. Simpatico, semplice, disponibile, amabile, sorridente, abile intrattenitore e sapiente lettore delle sue pagine, e poi, generoso artista come sempre. Ha sempre paura, Mimmo, quando deve esibirsi, e fatica un po' ad ingranare; certo, stasera era la difficoltà a trovare la giusta posizione, i fari puntati che non gli permettevano di vedere i tasti del pianoforte (e che gli facevano come un'aureola rossa tuttintorno al capo); c'è sempre qualcosa alla quale addurre la responsabilità, ma se non ci fosse sarebbe uguale, è una sua caratteristica. Poi, dopo le prime canzoni va come un treno, trova la giusta dimensione, e diventa quello che è: uno showman irresistibile e l'artista che noi conoscitori amiamo.
Inizia con una versione inedita e stramba di Una vita che scappa, conclude con una mirabolante Tango dietro l'angolo e saluta il pubblico, coinvolgendolo (ma siamo stati pessimi) con Pixi Dixie Fixi. In mezzo ci sono Aria di famiglia, Piccola Luce, Gli Occhi, Un po' di tempo ancora, Natalina, Siamo noi, Correre Baby, Benvenuta, Intorno a trentanni. Non ho preso appunti - cito a memoria - come non ho scattato foto, ne' fatto video, tanto ci hanno pensato quelli dello staff del Festival Street books, ottimi organizzatori della serata di stasera, delle altre che si sono già svolte e di quelle che si svolgeranno fino al 15. 
Mi è sembrato che tutto sia andato bene, però ho visto Mimmo un po' stanco, come se i prossimi giorni che dovrà trascorrere qui, a presentare il suo libro, nelle tappe di Nuoro, Sassari, Alghero, fossero qualcosa da fare, magari anche piacevole, ma la testa fosse rivolta altrove, ad altre cose, ad altri impegni e aspetti della vita. Sensazioni mie. Mi sono avvicinata ad uno degli organizzatori e gli ho espresso il mio desiderio di far tornare Mimmo per un concerto di presentazione del nuovo album, quando uscirà. Mi sono anche informata se avessero imbandito un desco per il Cantante, digiuno fino a quel momento. Certo che si, domanda retorica, però volevo essere rassicurata. 
Due parole solo per Mimmo.
Sono rimasta colpita ancora una volta dai racconti legati al periodo lontano della malattia, come lo fui durante la lettura, alle visioni, in quei momenti, di fatti che si sarebbero verificati anni dopo, ma ancor di più dalle parole sulla veggente che rassicurò sull'esito della malattia. 
Mi scuso io per quel signore che sicuramente per troppo affetto ti ha braccato mentre uscivi dal bagno con le mani bagnate, e ti ha chiesto di firmargli la copia del libro, ma so che hai capito.
Poi mi son ricordata il nome del cantante-farmacista, Mimmo, Ghielmetti, Luca Ghielmetti. Non faccio quasi mai nomi, perché non mi va di tirare in ballo la gente che se ne sta tranquilla, mi sembra sempre una forma di molestia, ma tanto a quest'ora di notte non ci fa caso nessuno.
Un'ultima cosa, ma qui non farò nomi: paladina della celiachia così famosa una me ne viene in mente. Se è quella a cui penso io, ti confesso che mai e poi mai avrei immaginato fosse stata non già tua paziente, ma tua amica, ma non dovrei sorprendermi visto che i tuoi amici son tutti diversi tra loro, non riconducibili ad un'unica categoria, quindi nel novero può starci anche la persona a cui penso io, sempre che sia lei.
Mi scuso con eventuali altri lettori per il tono criptico di queste ultime considerazioni. Diciamo che invece di scrivere a Mimmo in privato gli ho scritto qui, ma l'ho fatto per una forma di discrezione che forse, dato il mezzo usato, diventa indiscrezione.
E ora, è proprio ora di chiudere. 

domenica 8 luglio 2018

LUSINGATO


Non si può che confermare quanto sostenuto nell'articolo di cui segue il link per l'accesso.


Mi sembra di ricordare che l'articolo sia uscito in passato e rispolverato ieri a causa, mi pare di intuire, di una ricorrenza e mi pare anche che Mimmo lo abbia commentato a suo tempo scrivendo qualcosa come "Sarà vero, sarà meritato, me lo meriterò?" Mi pare che sia così, perché potrei sbagliarmi ed essermelo sognato, come accadde quella volta che non dimenticherò mai e che risale alla prima elementare. A quanto sostenevo, la Signorina Maestra avrebbe assegnato come compito a casa un disegno; il tema del disegno sarebbe stato "Il re a caccia del cervo". Pianti, disperazione, questa caccia del cervo (o al cervo), era troppo difficile. Mi aiutò, fornendomi indicazioni, un fratello grande, bravo in disegno. Il giorno dopo la maestra controllò i compiti e disse che avevo fatto un bel disegno, ma lei non ne aveva assegnato uno con quel tema. Dunque potrei essere inaffidabile e l'articolo essere stato scodellato ieri. 

Non cambia la sostanza: un bell'articolo, che esprime un concetto condivisibile; Mimmo è veramente sottovalutato, a volte neppure citato, a volte neppure, su  libri scritti da gente che lo conosce bene e che se non lo salta, lo cita appena. Mi verrebbe da dire tutta invidia. Da poco ho letto un libro di uno considerato un grande giornalista musicale (e sicuramente lo è), sopratutto è molto noto e molto presente, e sono andata proprio a vedere e mi sono segnata anche i capitoli e le pagine. Citato, ma a proposito del periodo del Folkstudio, che certo è un periodo importante. Poi citato, anche lì, per la solita questione di Ciampi, non riferita alla musica, ma ad altro, e riportata sempre in maniera non del tutto esatta. Canzone inserita nella playlist (per ogni capitolo il giornalista propone delle playlist)? "Intorno a trentanni". 









lunedì 2 luglio 2018

sabato 30 giugno 2018

ELOGIO DEL LUNEDI

Il mio giorno preferito è il venerdì, in particolare il venerdì pomeriggio: mi concentro moltissimo e faccio una specie di magia perché duri il più a lungo possibile. A volte la magia riesce, altre no, e quindi mi ritrovo scaraventata nel sabato, giorno in cui non mi rilasso mai perché ho un sacco di cose da fare, e nella domenica, che non mi è mai piaciuta, sopratutto la domenica pomeriggio mi ha  sempre fatto venire una certa malinconia, spesso sconfinata nella tristezza. Il lunedì non mi dispiace, perché rappresenta un limbo che prelude ai due giorni, per me, più stancanti della settimana: martedì e mercoledì. La maggior parte delle persone odia il lunedì, io lo amo, non come amo il venerdì, ma lo amo. Qualche detrattore potrebbe sostenere che sia per una mia certa mutevolezza umorale, cosa che attiene più alla leggenda; semplicemente subisco il fascino della luna, e non sono la sola: mettiamola così. Sono nata di mercoledì, giorno notoriamente dedicato a Mercurio, messaggero degli dei con le ali ai piedi, intelligente, veloce e protettore di chi conduce trattative d'affari. Intelligente non spetta a me dirlo, veloce quando non sono lentissima senz'altro, ma senso degli affari nemmeno un po'. Mimmo nasce di giovedì, e su questo suo venire al mondo sotto l'alto patrocinio del capo dell'Olimpo, scrive una bella pagina sul suo libro. Ecco, tutto questo lungo cappello, questa lunga intro, per dirla musicalmente, non è casuale, ma ha un senso. Mimmo, il caro Mimmo che per fortuna semplifica molto quando deve preparare il suo trolley, altrimenti sarebbe un guaio, visto quante volte ha dovuto farlo (per fortuna e con piacere) in questo periodo, ha deciso di visitare, dopo lunghi anni dall'ultima volta, un'antica terra lontana, granitica, aspra, scarsamente popolata da abitanti piccoli e neri che parlano uno strano idioma, indossano dalla notte dei tempi la mastruca e pascolano greggi perfino nelle periferie delle città, e da una piccola donna grafomane con le chiome canute, che, coincidenza, vive da qualche tempo in un borgo non distante da quell'altro borgo dove il Nostro arriverà, presenterà il suo libro e, dopo una breve pausa di ricreazione, udite udite, canterà e suonerà e si faranno le ore piccole, ma la piccola scrivana lunatica non se ne preoccuperà, nonostante sia lunedì e lei il lunedì sera non esca mai. Quasi.
Lascio a Mimmo il compito di comunicare quale, tra quelli che verranno, sarà questo lunedì incantevole, e dove si terrà il duplice evento musical-letterario. 

venerdì 15 giugno 2018

IL SEGRETO DI MIMMO

Un caro lettore che non si appalesa mai sul blog, ma in altre forme, mi ha detto di aver notato come di tanto in tanto Folgorata ceda il posto a Sandra, che si lascia andare a piccole confidenze che puntano, se non un faro, una lucetta sulla sua piccola vita di provincia. Mi ha anche rassicurato, il lettore, dicendomi che queste esternazioni personali sono sempre "sul filo dell'equilibrio". Oggi lo smentisco in pieno e mi sfogo: non ne posso più, voglio cambiare vita e voltare pagina, scappare senza lasciare tracce (ma lasciando sul frigorifero un biglietto in cui chiedo di non essere cercata e di essere dimenticata, e che tutte le mie collezioni possono essere donate con la clausola di non disperderle). Sono stanca, stanca morta, totalmente priva di energie, mi trascino come una centenaria male in arnese (ce ne sono parecchie ancora in ottime condizioni, dalle mie parti), ma continuo a trascinarmi, a non lasciare una briciola in giro, a dare la caccia alle gocce e alle impronte, a spazzolare il gatto tutti i giorni, ad essere puntuale e diligente al lavoro,  ad alzarmi alle cinque dopo essermi svegliata almeno dieci volte durante la notte, a piastrarmi i capelli che in questa turbolenta mezza età tendono a gonfiarsi e non li sopporto, a leggere un libro ogni tre giorni, a correre avanti e indietro come una dannata, anche da ferma, a tenere d'occhio il Cantante che al contrario di me e nonostante gli undici anni che ci separano, sprizza energia da tutti i pori: ogni giorno ha un impegno diverso, va in giro a presentare il libro (di pomeriggio), e nello stesso giorno (alle 21 o alle 23), canta e suona. Ma da dove la toglie, tutta questa energia, quest'uomo, che non si alza alle cinque (anche se dorme pochissimo), non si piastra i capelli, non spazzola il gatto tutti i giorni, e sicuramente come la maggior parte degli uomini (scusate, ma è così) non impazzisce a causa delle gocce che sfuggono da un rubinetto troppo aperto, delle impronte sui mobili, e neppure per le briciole sul pavimento o sul divano? Come fa, quale sarà il suo segreto? Non confesserò mai come l'ho scoperto, ma, a parte l'adrenalina che deriva dal fatto di vivere un bel momento, dall'entusiasmo che questa nuova veste di scrittore sta aggiungendo al suo consueto entusiasmo, il segreto c'è e ha un nome: OVOMALTINA. E sapete in quale paese si produce l'Ovomaltina? No? ve lo dico io: In Svizzera, dov'altro avrebbe potuto essere? Mimmo non l'ha ancora annunciato e come è noto io, che evito di dare notizie in anteprima su impegni e novità che lo riguardano, anche se ne sono informata, qui proprio non posso trattenermi: tra breve inizierà il tour elvetico, perché il libro sta per uscire tradotto nelle tre lingue della Confederazione (lo so, sono quattro, ma una è l'italiano), e non solo in svizzero-tedesco come pareva dovesse essere all'inizio dell'avventura. Questione di fini trattative, e di incontri fortunati. E saranno giorni felici in cui l'Ovomaltina scorrerà a fiumi.

P.S. ATTENZIONE! Mi pare evidente, ma, onde evitare equivoci e incidenti diplomati: ciò che ho raccontato è solo frutto della mia fantasia, anche se, come ho scritto nel commento di risposta a un caro lettore, auguro a Mimmo che il suo libro sia tradotto in tutte le lingue del mondo e che in tutto il mondo possa volare a presentarlo, con o senza Ovomaltina. Ah, oggi sono pure meno stanca...


lunedì 11 giugno 2018

BELLA MIA

Nei giorni scorsi Mimmo è stato in Abruzzo a suonare e cantare, a continuare a presentare il libro, a ritirare un premio e tra un impegno e l'altro, se il colorito racconta cose vere, a prendere un po' di sole e fare il bagno. Mentre lui era in Abruzzo, proprio in perfetto sincronismo, anch'io lì viaggiavo e sostavo, attraverso la lettura di Bella mia, romanzo del 2014 di Donatella di Pietrantonio, già citata qui a proposito del recente L'Arminuta e dell'opera che l'ha resa nota, Mia madre è un fiume. La scrittura, le storie, le tematiche della scrittrice nativa di Arsita, ma che vive a Penne, sono intrise d'Abruzzo. Bella mia racconta, attraverso la voce dell'Io narrante Caterina, la storia, non avulsa da altre storie simili,  di una famiglia, la sua, che deve affrontare le terribili conseguenze del terremoto del 6 aprile del 2009: la morte della sorella gemella Olivia, che oltre a Caterina lascia la madre, un figlio in piena burrasca adolescenziale, un ex marito musicista troppo preso da se stesso; la perdita della casa e delle cose, la sistemazione precaria nelle piccole abitazioni senz'anima, lontane dal centro della città diventato un luogo spettrale. Il tentativo di ricostruire, dentro e fuori, ma non come prima perché niente è come prima e tutto è da rimodulare. Letti d'un fiato, il romanzo e la sentita postfazione dell'autrice stessa, in cui rivivono il suo personale ricordo del terremoto e i suoi rapporti con la bella mia del titolo, che non è una donna, ma la città dell'Aquila, e con i suoi abitanti. Due piccolissime ombre in un libro quasi perfetto, l'uso dell'espressione "una manciata di secondi" che non riesco ad apprezzare, e la presenza di una storia d'amore che sulle prime sembrava condurmi dentro un Harmony, ma poi, per fortuna cambia sentiero. Mi sembrava strano, Donatella è caratterizzata da una scrittura femminile e di sentimenti, ma non è tipa da rosa melenso. L'Io narrante, la gemella superstite Caterina, merita di meglio di un tipo che fugge vie perché si sente troppo coinvolto, ma quella storia che probabilmente non avrà seguito, le servirà per riprendere i contatti con l'amore e quindi con la vita. Per sbloccare un ingranaggio inceppato.
Donatella di Pietrantonio, che viene sempre in Sardegna a presentare i suoi libri, sarà a Gavoi, al Festival L'Isola delle storie, il 30 giugno, in un appuntamento mattutino e suggestivo, "Dal Balcone".

venerdì 1 giugno 2018

VITA MOVIMENTATA

Un periodo alquanto movimentato, questo, per Mimmo, un impegno dietro l'altro, da un luogo d'Italia all'altro, passando per librerie, radio radicali e non, scuole, ipermercati, e, perfino, frutterie. I libri per fortuna ora si presentano ovunque, non in santuari paludati, e se si conclude la presentazione con una macedonia di frutta (faccio per dire), un bicchiere di vino, due chiacchiere e una stretta di mano, ancora meglio. Io, va da sé, seguo, leggo, indago, non sempre scrivo e commento tutto, ma ancora imparo qualcosa. Ad esempio che Mimmo non va pazzo per il caffè, ma non può farne a meno appena si alza, e anche che subito dopo lo svezzamento si è fidanzato. Scherzo, è evidente, ma non scherzo per niente quando confermo quanto dice il conduttore radiofonico: Mimmo ha proprio una bella voce radiofonica, e l'ho sempre sostenuto, e magari dopo il libro, dopo il disco, gli offriranno, ma questa volta alla nostra radio di stato, e non a quella svizzera, di condurre un bel programma, e io e il conduttore potremmo dire: ecco, finalmente se ne sono accorti di questa bella voce radiofonica non priva di contenuti.

 https://www.radioradicale.it/scheda/540889/due-microfoni-intervista-a-mimmo-locasciulli

Quanto a me, appena alzata bevo il caffè e ci inzuppo qualche biscotto. Nel pomeriggio ne bevo uno corto, con una schiuma alta un dito, e a volte dopo cena un dek. Senza zucchero, ma questa per me è una conquista recente. Mi sono innamorata per la prima volta a dieci anni, anche se non capivo cosa mi stesse accadendo, però con quel bambino non mi sono mai fidanzata: "le rose che non colsi". Tra i tanti dubbi che albergano in me, una sola certezza: non inciderò mai un disco.

domenica 20 maggio 2018

VOGLIO LA MAGLIETTA

Per sapere di che maglietta si tratti, occorre guardare con attenzione il video. 

https://www.youtube.com/watch?v=mGh0vXPaVeg

giovedì 17 maggio 2018

COMMISTIONI

Ci sono persone con cui ci capita di avere un rapporto speciale, ma non sono propriamente nostri amici; spesso le abbiamo viste pochissime volte, solo di striscio, ma il più delle volte non le abbiamo mai incontrate, e non ne abbiamo neppure tanto il desiderio, e in certi casi non è neppure possibile, perché queste persone sono vissute nel passato e le conosciamo attraverso le loro opere. Nonostante tutto, riusciamo a stabilire dei legami solidi, mentali, spirituali e sentimentali, che non cadranno mai nella banalità della quotidianità e che faranno a meno del contatto fisico e anche degli sguardi, che pure nelle relazioni hanno un peso importante. 
Mimmo, con il grande Hemingway ha stabilito un legame, fin dalla giovinezza, che affonda le sue radici nella lettura di un romanzo giovanile del grande scrittore, "Festa mobile", che ha contribuito anche a sviluppare nel Cantante la passione per Parigi. Nel corso degli anni il pensiero è andato più volte a scrutare l'anima dello scrittore e in quella notte di luna, ormai di non pochissimi anni fa, le due anime si sono incontrate e le due storie si sono fuse, dando origine a una commistione bellissima.

mercoledì 9 maggio 2018

CI VEDIAMO AL MAXXI



Pare che ci sia anche Mimmo, stasera, pare... anche se, visto che lui non ne ha minimamente parlato, potrebbe esserci stato un cambiamento di programma. Sempre tra vecchi amici, in un posto molto figo.

lunedì 30 aprile 2018

(IN)DISCREZIONE

il 30 aprile ho scritto il breve post che segue, e l'ho messo in freezer, come ho fatto con quel cous cous alle verdure, una specie di cascà, preparato in grande quantità, che dovrò mangiarmi da sola, perché non ha riscosso molto successo. Questione di gusti, non era malaccio. Ho questa abitudine di mettere in freezer, in attesa che arrivi il tempo giusto, per mangiare, e per pubblicare.

Non è Mimmo di quelli che qualsiasi cosa facciano (e non parlo di vita personale, ma artistica) sentano l'esigenza di postare continuamente qualcosa. Ne è un esempio la promozione che sta facendo al tour di presentazione del suo racconto di formazione, anzi della sua formazione. Ci rende edotti del fatto che in tale data sarà in quella data città, in quel dato luogo, in quella data ora. Per fortuna ci pensano altri, che gli vogliono bene, lo supportano in questa fase cosi inconsueta per lui, gli fanno una promozione amichevole, e pubblicano anche numerose foto delle serate di presentazione. Lo vedo contento, a suo agio, rilassato, intento anche a interpretare se stesso, a far da lettore alle sue stesse pagine. Lo vedo (e lo vedrò) circondato da moderatori, critici musicali, scrittori, poeti, editori, organizzatori di eventi che sono anche e soprattutto buoni amici. 
Appena disfatta la valigia, sarà il caso di rifarla da capo, perché tra pochissimi giorni saremo di nuovo al nord, in tre città lombarde, dove naturalmente ci saranno dei buoni amici. 
Il 4 sarà a Milano, e lo scrivo io perché ne ha già dato notizia lui. Per le altre due date, metto in essere una qualità che lui apprezza e che io apprezzo in lui e in assoluto, la discrezione, e anche se altri lo hanno già fatto, lascio a lui il piacevole compito di "svelare" le date che lo vedranno ospite di altre due belle città lombarde. Sono convinta che, quando questo giro per la penisola e l'isola maggiore sarà concluso, Mimmo sarà, stanchezza fisiologica dalla quale si riprenderà presto a parte, talmente contento dell'esperienza vissuta, che si rimetterà immediatamente a scrivere il seguito del racconto, dai venticinque ai cinquanta, per poterla ripetere.  

giovedì 26 aprile 2018

IL NIPOTE VERONESE

Continua il tour di presentazione del libro che sta portando Mimmo in giro per l'Italia. Per fortuna sua, non ha bisogno di muoversi con altri mezzi, sale sulla sua macchina volante ed è subito a destinazione. Questa volta è atterrato a Verona; chi organizza la promozione sta toccando, a parte i luoghi imprescindibili per il Nostro, come la terra natia, o Roma, o imprescindibili in assoluto, come ad esempio Milano, luoghi lontani dalle sue normali frequentazioni, almeno quelle artistiche, come Verona. Ecco, io a Verona ho un nipote, che ha solo dieci anni meno di me. Nel libro Mimmo racconta di una sorella di dieci anni più giovane di lui, alla quale faceva da baby sitter: la cambiava, la cullava, la metteva nella carrozzina e la portava a scuola, dalla mamma, all'ora della poppata. La stessa cose accadeva a me con il mio amatissimo nipotino, nato prematuro, rimasto tanto tempo in incubatrice. Mi avevano insegnato a lavarlo, cambiarlo, preparargli la pappa. Ero diventata bravissima. Lo portavo a spasso in passeggino, e qualche anno dopo, lo accompagnavo in piscina e anche al mare, da sola, o al massimo con qualche coetanea. E abitavo in una città, non una metropoli, ma una città, non in un paese piccolo. I genitori del bambino e anche i miei, si fidavano di me, e io avevo nei confronti di questo bambino un enorme senso di responsabilità, ma ero pur sempre una bambina. E lo amavo alla follia, e mi commuovevo quando sentivo la canzone L'apprendista poeta, dove è citato un bambino che amava una zia con vera pazzia. Non sono sicura del suo amore di allora, ma sono sicura del fatto che ora, non sono nel suo cuore. Cose che capitano nella vita. Peccato, in questa occasione lo avrei chiamato e gli avrei chiesto di andare alla presentazione del libro, e poi di raccontarmi tutto. 
Stasera potrei decidere di annegare nell'alcool ricordi ed emozioni troppo forti, e guarda caso ho da parte una bottiglia di Amarone...

mercoledì 25 aprile 2018

PEPERONI A CENA

Salgo le scale di un palazzo, in cui ci sono molti piani e in ciascun piano, diverse porte aperte, raccontano l'uso non abitativo degli appartamenti. Ci sono negozi di abbigliamento, di giocattoli, parrucchieri, fruttivendoli, pellai, cerai, la farmacia, il centro estetico: un consorzio di arti e mestieri, con un sapore molto retro, dato che sembra di essere tornati indietro di parecchi decenni. A ogni piano una sorpresa. Continuo a salire e trovo un'insegna: Premiata ditta Locasciulli & Figli. La porta è aperta ed entro con una certa sicurezza. Evidentemente sono stata convocata. Li trovo li, tutti e tre, il patriarca e i figli, in un grande monolocale un po' dannunziano, al centro un enorme letto sul quale i figli sono comodamente sdraiati, mentre il padre siede accanto a una  monumentale scrivania, centro del comando, su una sorta di trono di legno e pelle, bello e scomodo. I piani temporali sono sfalsati. Il padre ha davvero le sembianze di un patriarca biblico, con una lunga barba bianca. Il figlio minore sembra essere uscito da poco dall'adolescenza. Quello maggiore dimostra una quarantina d'anni. Nessuno di loro parla. Io che forse avrei fatto meglio a darmela a gambe, esordisco: "Buongiorno, come mai sono stata convocata?" e ancora più incauta, dimostrando di avere la coda di paglia, proseguo: "C'è l'Avvocato, cosa ho combinato?". A quel punto l'Avvocato mi guarda e dice: "Lei ha l'aria di essere molto compiaciuta di quanto scrive. Mi risulta che a volte rilegga i vecchi post e li valuti positivamente, dal punto di vista della forma e del contenuto". "Si, qualche volta accade, ma accade anche che mi vergogni parecchio, non immagina quante volte mi sia sentita ridicola, o addirittura... una stal..." e qui mi fermo. "Si, appunto, una stalker: si ricordi che ci sono leggi molto severe che puniscono tale reato". Non è esattamente una situazione in cui ci si possa sentire a proprio agio. Con la coda in mezzo alle gambe mi dirigo verso l'uscita, quando il patriarca biblico esclama: "Senti, Folgorata, ti ho convocato qui per darti una notizia in anteprima. Il mio libro sarà tradotto presto in svizzero-tedesco e pubblicato presso una prestigiosa casa editrice. Per ora non posso rivelare di più, se non che gli Svizzeri, che sono molto previdenti, ne hanno già prenotato cinquecentomila copie. Ed ora va', e non consumare più peperoni a cena, o almeno ricorda di spellarli"!

mercoledì 11 aprile 2018

CENERE, LAPILLI, GAS

L'album, dunque, uscirà a settembre. Mai decisione presa fu così saggia. Qualsiasi sia il motivo che a tale decisione ha portato, è quella giusta. Settembre, ma anche ottobre, vanno benissimo. Nel frattempo esce il singolo, si mette in vendita nelle piattoforme digitali, poi si gira un bel video; noi affezionati entriamo nel mood (devo adeguarmi, scusate), e ci facciamo un'idea e poi dopo un'estate in cui ci si può riposare un po', ma anche preparare l'uscita, e magari abbandonare la tana e andare a suonare un po' in giro, si procede.
Mimmo ha svelato urbi et orbi il titolo dell'album (a dire il vero lo aveva già detto nell'intervista pubblicata qualche mese fa sul Messaggero, pagina di Pescara, e forse anche in qualche altra occasione), è pronta pure la copertina, e io non posso non domandarmi di che natura sia questa cenere, da che tipo di suggestioni nasca. Dall'attenta osservazione della cenere dei caminetti, ai quali da sempre il Cantante è abituato; dal senso di sgomento che nasce dalla consapevolezza che di noi umani alla fine rimarranno solo le ceneri, se affideremo al fuoco i nostri poveri resti, oppure uscendo da una via che si è tinta di lugubre, dalla riflessione di quanto buoni possano essere, ad esempio, i vini dell'area del'Etna, proprio grazie al fatto che le ceneri del vulcano siano un ottimo fertilizzante, e creino un humus eccezionale.
Ancora, e qui interviene il medico che inviti alla moderazione i pazienti, dal detto "Bacco, tabacco e Venere riducono l'uomo in cenere", o dal ricordo della cenere delle sigarette, fide compagne per tanti anni. Dalla vicenda di qualche amico che a seguito di uno stile di vita un po' dissennato abbia visto il proprio patrimonio ridotto in cenere, ma poi, come l'araba fenice, dalle sue stesse ceneri sia risorto.
A me, così, d'istinto, senza pensarci troppo, cenere fa venire in mente il romanzo omonimo della scrittrice Grazia Deledda, mia conterranea, vincitrice del Nobel, con cui condivido diversi aspetti della personalità, ma non svelerò quali; Cenerentola, alla quale spesso mi sono sentita vicina (non per il lieto fine sentimentale), le patate cotte per me da mio padre, nei lontani anni dell'infanzia, sotto la cenere, la lisciva di cenere con cui mia nonna non solo lavava il bucato, ma anche i bicchieri dell'osteria di sua madre, non sempre frequentata da persone raccomandabili. E poi mi viene in mente la sequenza di quelle tre parole, cenere, lapilli, gas, diventate titolo del post, imparate a memoria alle elementari, quando la Signorina Maestra, una maestra laureata e coltissima, severa, ma non fornita di bacchetta, ci parlò delle eruzioni vulcaniche.
Tanto, anche se per ora, e fa bene, non si sbilancia, Mimmo, prima o poi ce lo racconterà, il perché del titolo. E se non vorrà raccontarcelo, lo costringeremo a cospargersi il capo di cenere. 

giovedì 5 aprile 2018

ATTERRAGGIO



La "macchina volante" è atterrata dalle mie parti questo pomeriggio, sotto forma di libretto in brossura, di quelli che devi trattare con cura, altrimenti la copertina morbida si piega e si formano le orecchie sulle pagine. Non so perché, mi aspettavo una copertina rigida, un supporto un po' più solido. Un messaggio mi ha annunciato l'arrivo del "romanzo d'esordio del grande cantautore..." All'uscita dal lavoro sono andata a ritirarlo, ne ho iniziato la lettura durante il viaggio di ritorno a casa, e l'ho già finito. Consumo veloce. Non è un romanzo, e nemmeno una autobiografia romanzata (ma l'aneddoto della sorella usata come bersaglio per il lancio dei coltelli, si, è un po' enfatizzato, mi auguro): è il racconto di venticinque, quasi ventisei anni di vita, da quel sette luglio del 1949, al primo giugno del 1975, anno di grazia in cui ci fu il Giubileo, quello "Universale della chiesa cattolica", e quello personale del nostro autore, che nel 1975  realizza tanti sogni (per riassumere: si laurea, si abilita alla professione e si sposa, pubblica il primo disco ed inizia il suo lavoro in ospedale, e a seguito di tutto ciò entra definitivamente nell'età adulta, pur essendo ancora giovanissimo). Il racconto si apre con la nascita (quattro chili e tre, parto a casa, con l'ostetrica, come normale in quegli anni, appetito a dir poco vorace) e si interrompe con l'assunzione come "assistente straordinario incaricato in ospedale". Avrei voluto leggere questo libro senza alcuna nozione, se non vaga, sulla vita e le opere del suo autore. Ripenso alle emozioni provate dopo aver letto alcune precedenti esperienze di scrittura di Mimmo, che conosciamo io lui e pochi altri eletti, scovate dopo ricerche minuziose e lette con entusiasmo appassionato, e di cui ho ritrovato piccole parti nel lavoro attuale. Ecco, questo è proprio il libro adatto a un lettore che conosca Mimmo come artista, non benissimo, e sia incuriosito dalla sua personalità e dalle sue peculiarità. Questo lettore sarà conquistato dai fatti raccontati, ma anche dallo stile, a tratti sobrio, ma più spesso immaginifico, un po' ridondante, ma anche poetico. Sarà pervaso da quella smania di crescere, di migliorarsi, di ampliare gli orizzonti, di raggiungere obiettivi e di orientare in un certo modo la propria vita, di porre fin da giovanissimo impalcature solide su cui edificare la propria esistenza. Questa, a me sembra, la vera forza di Mimmo. 

Non posso dire di avere avuto particolari aspettative su questo libro, se non all'inizio, quando seppi che il progetto non era stato abbandonato, anzi, era già compiuto e ne era stata fissata la data d'uscita; ero stata incuriosita e fuorviata dalla definizione di romanzo; non posso neppure dire, per citare me stessa, di esserne stata "folgorata". Credo che qualcun altro, però, lo sarà. E ne sono felice. Non sono stata però neppure scontenta della lettura, ne' indifferente. Sono rimasta molto colpita dal racconto, del quale Mimmo forse non aveva mai parlato, se non in un accenno nella trasmissione del suo amico 'Nduccio, della sua lunga degenza in ospedale a Perugia, che lo segnò profondamente da un punto di vista non solo personale, ma anche di impostazione nell'esercizio della futura professione medica. Ho trovato irresistibilmente comico il primo incontro con "Suor Germana" e con l'assistente anziano, gigantesco mentore di Mimmo durante il tirocinio ospedaliero.

Non so se ci saranno, per Mimmo, altre esperienze letterarie. Scrittori ce ne sono fin troppi, andare in libreria, fisicamente o virtualmente, vuol dire perdersi. Un po' come accade per i cantanti di oggi, che, fatte le debite eccezioni si somigliano un po' tutti, c'è un filone di letteratura di "pronta beva", che ha un successo spropositato. Si assiste al lancio di nuovi scrittori che pubblicano un romanzo, che incontra il favore del pubblico e vende tantissime copie. L'anno dopo, lo scrittore ne scrive un altro, quasi una copia del precedente, e l'anno dopo un altro ancora, perché il successo va prima costruito e poi coltivato. Fermatevi a osservare la vetrina di una libreria: soffermatevi, ad esempio sugli ultimi successi di alcune scrittrici, siano esse spagnole, francesi, italiane, sarde (differenzio intenzionalmente perché c'è una notevole fioritura di autrici sarde), sulla scelta dei titoli, sulla grafica, sulle trame. Sono tutti uguali. Ne leggi uno e li hai letti tutti, e soprattutto, dopo averli letti, li elimini senza che lascino tracce di sé. 

Questa digressione per dire che c'è troppa roba in giro e ci sono pure troppi cantanti scrittori, e Mimmo ha già troppi impegni, tuttavia, se decidesse di ripetere l'esperienza di scrittura, mi piacerebbe se tentasse di cimentarsi in un romanzo vero, con una trama, un'ambientazione, dei personaggi, delle dinamiche, un inizio e un finale: avrebbe diversi ambiti ai quali attingere, senza necessariamente parlare di sé. In tal caso sarei veramente incuriosita e correrei il rischio di essere più coinvolta, forse anche, ancora una volta "folgorata".

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