Mimmo & Greg

Mimmo & Greg
Grazie Mariangela, grazie Mimmo!

giovedì 5 aprile 2018

ATTERRAGGIO



La "macchina volante" è atterrata dalle mie parti questo pomeriggio, sotto forma di libretto in brossura, di quelli che devi trattare con cura, altrimenti la copertina morbida si piega e si formano le orecchie sulle pagine. Non so perché, mi aspettavo una copertina rigida, un supporto un po' più solido. Un messaggio mi ha annunciato l'arrivo del "romanzo d'esordio del grande cantautore..." All'uscita dal lavoro sono andata a ritirarlo, ne ho iniziato la lettura durante il viaggio di ritorno a casa, e l'ho già finito. Consumo veloce. Non è un romanzo, e nemmeno una autobiografia romanzata (ma l'aneddoto della sorella usata come bersaglio per il lancio dei coltelli, si, è un po' enfatizzato, mi auguro): è il racconto di venticinque, quasi ventisei anni di vita, da quel sette luglio del 1949, al primo giugno del 1975, anno di grazia in cui ci fu il Giubileo, quello "Universale della chiesa cattolica", e quello personale del nostro autore, che nel 1975  realizza tanti sogni (per riassumere: si laurea, si abilita alla professione e si sposa, pubblica il primo disco ed inizia il suo lavoro in ospedale, e a seguito di tutto ciò entra definitivamente nell'età adulta, pur essendo ancora giovanissimo). Il racconto si apre con la nascita (quattro chili e tre, parto a casa, con l'ostetrica, come normale in quegli anni, appetito a dir poco vorace) e si interrompe con l'assunzione come "assistente straordinario incaricato in ospedale". Avrei voluto leggere questo libro senza alcuna nozione, se non vaga, sulla vita e le opere del suo autore. Ripenso alle emozioni provate dopo aver letto alcune precedenti esperienze di scrittura di Mimmo, che conosciamo io lui e pochi altri eletti, scovate dopo ricerche minuziose e lette con entusiasmo appassionato, e di cui ho ritrovato piccole parti nel lavoro attuale. Ecco, questo è proprio il libro adatto a un lettore che conosca Mimmo come artista, non benissimo, e sia incuriosito dalla sua personalità e dalle sue peculiarità. Questo lettore sarà conquistato dai fatti raccontati, ma anche dallo stile, a tratti sobrio, ma più spesso immaginifico, un po' ridondante, ma anche poetico. Sarà pervaso da quella smania di crescere, di migliorarsi, di ampliare gli orizzonti, di raggiungere obiettivi e di orientare in un certo modo la propria vita, di porre fin da giovanissimo impalcature solide su cui edificare la propria esistenza. Questa, a me sembra, la vera forza di Mimmo. 

Non posso dire di avere avuto particolari aspettative su questo libro, se non all'inizio, quando seppi che il progetto non era stato abbandonato, anzi, era già compiuto e ne era stata fissata la data d'uscita; ero stata incuriosita e fuorviata dalla definizione di romanzo; non posso neppure dire, per citare me stessa, di esserne stata "folgorata". Credo che qualcun altro, però, lo sarà. E ne sono felice. Non sono stata però neppure scontenta della lettura, ne' indifferente. Sono rimasta molto colpita dal racconto, del quale Mimmo forse non aveva mai parlato, se non in un accenno nella trasmissione del suo amico 'Nduccio, della sua lunga degenza in ospedale a Perugia, che lo segnò profondamente da un punto di vista non solo personale, ma anche di impostazione nell'esercizio della futura professione medica. Ho trovato irresistibilmente comico il primo incontro con "Suor Germana" e con l'assistente anziano, gigantesco mentore di Mimmo durante il tirocinio ospedaliero.

Non so se ci saranno, per Mimmo, altre esperienze letterarie. Scrittori ce ne sono fin troppi, andare in libreria, fisicamente o virtualmente, vuol dire perdersi. Un po' come accade per i cantanti di oggi, che, fatte le debite eccezioni si somigliano un po' tutti, c'è un filone di letteratura di "pronta beva", che ha un successo spropositato. Si assiste al lancio di nuovi scrittori che pubblicano un romanzo, che incontra il favore del pubblico e vende tantissime copie. L'anno dopo, lo scrittore ne scrive un altro, quasi una copia del precedente, e l'anno dopo un altro ancora, perché il successo va prima costruito e poi coltivato. Fermatevi a osservare la vetrina di una libreria: soffermatevi, ad esempio sugli ultimi successi di alcune scrittrici, siano esse spagnole, francesi, italiane, sarde (differenzio intenzionalmente perché c'è una notevole fioritura di autrici sarde), sulla scelta dei titoli, sulla grafica, sulle trame. Sono tutti uguali. Ne leggi uno e li hai letti tutti, e soprattutto, dopo averli letti, li elimini senza che lascino tracce di sé. 

Questa digressione per dire che c'è troppa roba in giro e ci sono pure troppi cantanti scrittori, e Mimmo ha già troppi impegni, tuttavia, se decidesse di ripetere l'esperienza di scrittura, mi piacerebbe se tentasse di cimentarsi in un romanzo vero, con una trama, un'ambientazione, dei personaggi, delle dinamiche, un inizio e un finale: avrebbe diversi ambiti ai quali attingere, senza necessariamente parlare di sé. In tal caso sarei veramente incuriosita e correrei il rischio di essere più coinvolta, forse anche, ancora una volta "folgorata".

3 commenti:

  1. Bella ed equilibrata la tua recensione, brava Sandra.

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  2. Grazie, ma non è una recensione, sono solo pensieri che si rincorrono, scalciando un po'.

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  3. Lo so, la foto è riuscita male, ma racconta bene l'anziana signora che sono, tra centrini, piccoli libri, occhiali, tisane. L'inquadratura non mi ha permesso di mostrare Loreto impagliato.

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