Ieri sera, nello spogliatoio di un campo da tennis, mi hanno rubato i calzini. Incredibile!
Gente che era lì ha detto che non era la prima volta che questo accadeva. Ho pensato ad uno scherzo di pessimo gusto ma poi, riflettendoci, ho interpretato l’accaduto come una ulteriore conferma dello sbandamento totale che il nostro paese (ma forse il problema è più generale) sta vivendo. Certo, questa è una minima cosa, ma è lo specchio della deriva morale, civile o semplicemente umana che l’incultura, l’ineducazione, la straripante ignoranza e (non ultimo) il pessimo esempio dei nostri politici, riescono a produrre in un momento talmente grave di crisi.
Non posso pensare che uno arrivi a rubare un paio di calzini. Non posso pensarlo, anche se racconti simili a quello di Mimmo non sono infrequenti. Alcune amiche mi hanno parlato di furti di biancheria femminile in palestra, avvenuti mentre facevano la doccia. A me hanno saccheggiato la borsa, lasciata ingenuamente incustodita in luogo assai più istituzionale che lo spogliatoio di un campo da tennis, con tutte le sgradevoli conseguenze del caso.
Nei primi due casi, (e forse anche nel mio), non è il bisogno a muovere certi istinti.
Possibili ipotesi:
un errore, ma è molto improbabile incappare per errore in un paio di calzini altrui.
Il gesto di un cleptomane. Possibile.
Un atto di becera goliardia. Quasi certo.
Il gesto di un feticista... Improbabile, ma non posso escluderlo. Gente strana ce n’è dovunque.
Quello di un ammiratore estremo, che voleva portarsi a casa un trofeo. Lo escludo. Io, a mio modo, ammiratrice estrema, ma molto poco legata al possesso di oggetti e di oggetti-feticcio in particolare, allo stato attuale non vorrei rubargli altro che un sorriso, o una riflessione legata a ciò che scrivo, ma devo confessare che in più di un'occasione in passato ho provato il desiderio irrefrenabile di rubargli il cappello. Non l'ho fatto per mancanza di coraggio e perché avendolo trovato, sarei stata divorata dal senso di colpa.
Propendo dunque per un gesto di becera goliardia, da bagno dei maschi all'ora di ricreazione, o da ora di educazione fisica di un tempo (ora credo capiti di molto peggio), o da grossolano scherzo da "nonno" in caserma; non è dato sapere se l’autore del gesto, conoscendolo, volesse colpire proprio Mimmo, magari prevedendone la reazione di irritazione e fastidio che ne sarebbe derivata, oppure se il destinatario dello scherzo potesse essere chiunque.
Certo, a un'analisi superficiale è un piccolo episodio lievemente irritante, che avrebbe tranquillamente potuto accadere anche nel passato, niente di più. Segno di stupidità, più che altro, di un modo di divertirsi rozzo. A un'analisi più accurata, forse anche segno della decadenza dei costumi e della mancanza di educazione e rispetto che contraddistinguono sempre più quest’epoca, e chi compie un piccolo sgradevole gesto di questo tipo, forse cerca anche di superarti quando sei in fila, mangia a sbafo, con grande faccia tosta, la frutta secca esposta nei supermercati e getta i gusci per terra, ti ruba il parcheggio, guida mentre parla al telefono rischiando di metterti sotto, deposita la sua immondizia indifferenziata sotto casa tua nei giorni in cui ritirano l'umido e non ti rilascia la ricevuta fiscale, ma queste sono altre storie.
Lettore sii benevolo: non dirmi che questo post l'ho scritto coi piedi... ti confesso che neppure io ne sono entusiasta!
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