Ho ripescato queste foto (scattate a Torino, al FolkClub, il 4 dicembre 2010) solo da pochissimo. Sono un po' confuse, e forse sono l'esatta rappresentazione del mio stato d'animo, quella sera. Ho giurato a me stessa che "mai più sola, mai più". Musica a parte, (forse dovrebbe bastare) non ne ho un bel ricordo. Certe esperienze sono da condividere all'istante con qualcuno incline alla comprensione e alla consolazione, e anche con la tempra giusta per frenare certi istinti un po' pazzi.
Ho avuto la tentazione di avvicinarmi al pianoforte e "rapire" il cappello, e magari poi chiedere il riscatto. Poi non l'ho fatto. Anche se l'avessi fatto, di avvicinarmi, intendo, magari avrei solo guardato l'etichetta, e mi sarei fermata lì. Non ho fatto neppure quello, hanno prevalso il buon senso e la buona educazione. La pazzia si ferma a uno stadio di ideazione e non si realizza nei fatti. Non sempre è la cosa migliore.
Il cappello non si vede, ma c'era. Giuro.
Io, pur essendo stata, credo, tra i primi a prenotare, ero seduta in quarta fila, posizione centrale, e davanti a me c'era il solito tipo alto, a cui avrei volentieri staccato la testa. Anche qui mi sono dovuta frenare e mi sono accontentata di torcermi il collo per cogliere ogni minimo dettaglio.
Avendole ripescate, ho pensato di consegnare le immagini alla sede più adatta ad ospitarle.
Il Cantante non l'ho fotografato, ne' durante il concerto (senza flash avrei potuto) ne' dopo (forse avrei potuto, ma non ho voluto). Mi sono sufficienti tutte le fotografie custodite nella memoria, che si diverte però a giocare brutti scherzi e talvolta racconta le cose come vuole lei, e non come sono state realmente.
Quel posto, comunque, mi è piaciuto, si respira un'aria speciale.
Ci ritornerò? Da sola, sicuramente, no.
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