Questa è una settimana cruciale per Mimmo, che partirà alla conquista del nord per incontrare, nei tre appuntamenti che lo vedono protagonista, il 17 ad Asti, il 19 a Bergamo, e il 21 a Milano, un pubblico meno casuale e più consapevole di quello che, in linea di massima, si può trovare una sera d'estate in una località di mare. Lo sento felice, carico di stimoli, e desideroso di mettersi nuovamente in gioco, soprattutto nei due appuntamenti in cui sarà solo con il suo pianoforte. Probabilmente nei prossimi giorni (una è già uscita e l'abbiamo già letta) ci sarà qualche intervista, magari a Bergamo. Mi incuriosisce la serata del locale alla moda (così mi è parso) di Milano che, condotta da uno che di musica ne pratica e ne macina molta, sarà trasmessa in radio. Ho ascoltato, negli ultimi quattro anni, tutte le trasmissioni radiofoniche in cui Mimmo è stato ospite, e non posso non sottolineare quanto, al di là di eventuali argomenti definiti e domande concordate, contino, per far tirare fuori ad un artista il meglio di sé, la preparazione, la verve e la capacità di stimolare di chi conduce.
Ci sono state trasmissioni davvero belle, in cui è venuto fuori un mondo artistico, personale ed interiore colorato e variegato, ed altre un po' più scontate e piatte, in cui già alle prime domande e alle prime risposte, avrei potuto continuare da sola, esattamente con le stesse parole di conduttore e condotto.
Espletata brevemente la parte doverosa e burocratica del mio scritto mattutino, mi dedico alla parte per me più divertente, riportando l'ultima delle tante riflessioni del nostro Cantante.
"IL FILO DI ARIANNA
La verità è questa: chiunque, inaspettatamente, può ritrovarsi nella sua vita fatti ed evenienze che dapprima lo blandiscono, piano piano lo circondano, lo conquistano ed infine annientano ogni sua possibile resistenza. Ad ognuno di noi può accadere di svegliarsi in un labirinto infernale. Ecco perché nelle mie tasche c’è sempre un filo, per venirne fuori."
Il tema è oltremodo interessante. Mi verrebbe voglia di fare molte considerazioni serie, perché il tema lo è, ma preferisco, (non solo perché il tempo a mia disposizione è quasi scaduto) essere breve e sdrammatizzare. Ho sempre visto le tasche di Mimmo come una sorta di borsa di Mary Poppins, da cui potesse uscire qualsiasi cosa. Ancora: essendomi fatta una certa idea di lui, penso anche, nei limiti degli strumenti a mia disposizione, rispondente al vero, non mi sorprende che nel suo corredo ci siano mezzi che gli permettano di uscire indenne, anzi neppure entrare in certi labirinti. Per rimanere nel mito, può ascoltare il canto delle Sirene, senza (troppe) conseguenze. Quanto al filo che dimora nelle sue tasche, mi domando, sarà quello che serve per suturare le ferite?
...Quanto a me: i labirinti, più o meno infernali, quelli architettonici e quelli metaforici, mi danno l'angoscia. Preferisco perdermi in uno spazio aperto, magari tra le nuvole, e volare: non sempre sono munita di paracadute.
...Quanto a me: i labirinti, più o meno infernali, quelli architettonici e quelli metaforici, mi danno l'angoscia. Preferisco perdermi in uno spazio aperto, magari tra le nuvole, e volare: non sempre sono munita di paracadute.
Nei labirinti spesso ci addentriamo da soli perché siamo curiosi di esplorare insieme l'altro e noi stessi, spesso scopriamo di esserci finiti quasi senza accorgercene , mettendo un passo dopo l'altro in un luogo che credevamo sicuro e conosciuto.
RispondiEliminaIl filo d'Arianna, da tenere in tasca e toccare con le dita per rassicurarci, è la sana paura, la consapevolezza del rischio di perderci se non abbiamo un... "filo di Arianna".
mari
Ciò che è fuori di te è una proiezione di ciò che è dentro di te, e ciò che è dentro di te è una proiezione del mondo esterno. Perciò spesso, quando ti addentri nel labirinto che sta fuori di te, finisci col penetrare anche nel tuo labirinto interiore.
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