Noti sono, almeno a chi non entri in questo blog solo per sapere cosa sia la fame atavica o cosa sia uno stetoscopio (e poi ci rimangono male perché di fatto non trovano le definizioni) ma per un fine più appropriato, i miei momenti di ambascia, quando, avendo ascoltato tutti i lavori di Mimmo, cercavo di procurami il misterioso Quello che ci resta, ormai introvabile. Poi capitò un angelo sul mio cammino, che mi rese sommamente felice e mi recapitò una copia dell'album, che custodisco nel mio caveau. Anche questa è storia nota.
A me il Mimmo dei primordi piace molto: c'è in lui una compresenza di dogmatismo giovanile, del tutto perdonabile, e di fresca ingenuità che mi intenerisce molto (a dire il vero ci sono dei momenti, ancora oggi, in cui lo vedo e lo sento un po' perso, un po' in difficoltà, in cui non trova le parole e l'orientamento, e mi suscita altrettanta tenerezza). Una delle canzoni che amo di più dell'album che per tanto tempo fu per me un miraggio (mai disperare), è Il rosso del mattino, tanto che l'avevo perfino inserita nella mia personale classifica della famosa special edition, a tutt'oggi irrealizzata, che aveva fatto sognare tutti gli adepti. Mi mette in uno stato di gioiosa eccitazione, e al contempo mi rasserena, mi avvolge in una piccola coltre di rassicurazione e di speranza. Esiste una testimonianza, lontana e preziosa, della interpretazione di questa canzone al Tenco del 1976. Nessun filmato, un semplice contributo audio. Si sente la voce, ancora in divenire, del giovane Mimmo mentre saluta e presenta i musicisti che lo accompagnano, in tutto quattro, uno di chiara origine scandinava, un altro che ha continuato a far parte della sua vita, e che con lui ha in comune almeno tre aspetti: la terra d'origine, l'amore per la musica e quello per il vino: è uno degli amici che contribuiscono alla realizzazione dei vini della cantina di Mimmo, che si è di recente arricchita di due nuove etichette.
La canzone, nella versione live ha una forte connotazione folk, con l'armonica a introdurre a lungo, armonica che per Mimmo è stata ed è una fedele compagna.
Sotto, i link per poter ascoltare il breve estratto della partecipazione di Mimmo al Tenco del '76, ma anche contributi di altri cantautori più o meno noti, ospiti della stessa rassegna, in diverse edizioni degli anni settanta.
https://it-it.facebook.com/video/video.php?v=522485907762161Ed ecco anche il testo di questo ottimo rosso d'annata, rubato durante un'incursione nel sito di Mimmo, in cui trovo i soliti vecchi mobili rassicuranti.
IL ROSSO DEL MATTINO
Testo e Musica di M. LOCASCIULLI
© 1977 Edizioni Musicali BMG Ricordi /Jeans
Dolce amore non avere paura
Non temere la notte se n’è andata
Stringi la tua mano nella mia
L’alba si avvicina dall’oriente
E tutto intorno è rosso nel mattino
Rosso il vento rosso l’orizzonte
Il giorno a poco a poco
Vince la sua sfida
E il sole ancora sopra il mare incandescente
S’alzerà
E tu nell’anima e nel cuore
Sarai rinata un’altra volta
E mi dirai che adesso ai sogni
Tu preferisci la realtà
Il cielo adesso è già più grande
(La tua promessa è più sincera)
Il cuore è in pace
La paura è più lontana
La notte è vinta e muore
Al giorno nuovo che verrà
Bello riascoltare questa vecchia canzone! Nell'esecuzione live, ancora più bello.
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