UN POSSIBILE MODO PER RICONVERTIRE UNA BLOGGER DAL FUTURO INCERTO
Da qualche anno a questa parte, quattro,
tre, più o meno da quando ho iniziato
questa bellissima opera in divenire che
si chiama Folgorata, (ma non è la causa di ciò, forse ne è una diretta
conseguenza) ho delle notti un po’ tormentate. Prima, a parte qualche eccezione,
che come è noto conferma la regola, mi adagiavo sul candido lettino e via, fino
al suono della sveglia, era un placido sonno. Ora di notte ho molto tempo per
fare, se ho voglia di fare, o per pensare. Passo in rassegna tutti, ma proprio tutti gli
aspetti più o meno ingarbugliati della mia vita, cerco le soluzioni a certi
problemi, cerco anche di pensare a qualcosa di piacevole, e, siccome c’è veramente tempo per tutto, in
queste notti, invoco i numi affinché l’ispirazione non abbandoni Folgorata, e
non di rado scrivo nella testa ciò che poi trasferirò qui, dentro questo
contenitore di pensieri, questa specie di messaggio nella bottiglia nel quale,
finché non verrà meno da sé, (ci ho pensato tante volte, ma non ho mai avuto il
cuore di suicidarlo) continuo a
trovare un seppur minimo conforto. Per continuare a farlo vivere, sono andata a
frugare ovunque, e più di tanto davvero temo di non poter fare, in attesa di
avere nuove cose interessanti, ma davvero interessanti, da raccontare e da
commentare. "E se diventassi di nuovo seriale? facendomi un po’ di violenza, perché
la serialità non mi appassiona" – Mi son detta.
E se, dopo aver dedicato sette uscite
ai frammenti, con l’intento non già di mutilare delle canzoni, ma di cogliere il
pretesto per parlarne, dedicassi alcune uscite a stralci di interviste, da
quelle più lontane nel tempo, a quelle più recenti? Potrebbe essere un’idea.
Operazione da condurre con abilità e tatto, per non rischiare di “estrapolare da un
contesto” (l’espressione non mi piace, ma rende bene l’idea) certe
considerazioni che al suo interno, hanno la loro ragion d’essere, ma avulse da
quel contesto stesso, potrebbero perderla. No, non si può fare, o forse si, ma morirei di noia, a rileggermi con quest'intento, interviste che so quasi a memoria. L’unica cosa
che mi piacerebbe fare, nel senso che potrebbe un po’ divertirmi (e io come è
noto, quando scrivo desidero, almeno di tanto in tanto, divertirmi) sarebbe
quella di dare spazio a "Mimmo umorista", perché non tutti lo sanno e non tutti
hanno avuto modo di apprezzarlo, ma Mimmo è molto spiritoso, e lo manifesta anche in certe interviste. Da poco, ho esaminato,
in uno di quei tomi poderosi*** che parlano di
canzoni, cantanti, cantautori, band, la scheda dedicata a Mimmo: chi l’ha
redatta, definisce la sua prima produzione caratterizzata da un intimismo terribilmente sofferto, da testi molto malinconici. Non è che gli stava sotto sotto dando del triste, un po' come Mimmo ha fatto con i nuovicantautorifotocopia? No, triste no, almeno a mio avviso, ma, in molti casi, dolcemente struggente e malinconico, ha continuato a esserlo, però è anche spiritoso, allegro, arguto, capace di cogliere il lato bizzarro delle cose, anche in certe canzoni: la commistione dei due aspetti esercita su di me, sempre, un fascino notevole.
Insomma, non so proprio che fare.
Potrei anche parlare di "Mimmo Smemorino", perché di tanto in tanto ci ripropone
cose che ha già proposto in passato. Il video della tv tedesca, senz’altro
molto ben fatto, ma già visto, per esempio… o altre cose ancora. Forse, anzi di sicuro, non si è
confuso, è una tattica precisa, e un’applicazione del repetita iuvant, perché c’è sempre qualcuno cui quel video, o quella notizia, può essere sfuggito, e per
il quale, ciò che altri ricordano di aver già visto, è invece un gradito nuovo regalo.
Io resto in attesa, tanto lo so
che quando meno me l’aspetto, voilà, qualcosa di bello e di nuovo spunterà fuori anche
per me, che in questi anni, ho percorso tutte le strade possibili, frugato in tutti gli angoli, sollevato mobili e tappeti polverosi, in cerca di qualsiasi notizia, e anche rovistato nei bidoni dell’immondizia, senza temere topi e gatti di strada. Allora nei miei momenti di insonnia imbastirò un nuovo racconto, anche se avrò trovato una nuova opportunità di carriera, come presagisce l'immagine di apertura.
Si, ma nel frattempo, che faccio,
torno a essere seriale?
***24.000 dischi : tutti gli album dei 1000 artisti più importanti di rock, black music e canzone d'autore / a cura di Riccardo Bertoncelli e Cris Thellung ; supervisione alle discografie Maurizio Petitti ; la sezione italiana è a cura di Paolo Madeddu. - Milano : Zelig, [2004].
***24.000 dischi : tutti gli album dei 1000 artisti più importanti di rock, black music e canzone d'autore / a cura di Riccardo Bertoncelli e Cris Thellung ; supervisione alle discografie Maurizio Petitti ; la sezione italiana è a cura di Paolo Madeddu. - Milano : Zelig, [2004].
Nessun commento:
Posta un commento