Ho un bicchiere nella mano
Che mi accompagna dove dico io
Le mani sul volante
Sapessi almeno chi mi fermerà
Il vento nei capelli
Le luci accese che non vedo più
La strada corre davanti
Corre più forte e non rallenta mai
Che mi accompagna dove dico io
Le mani sul volante
Sapessi almeno chi mi fermerà
Il vento nei capelli
Le luci accese che non vedo più
La strada corre davanti
Corre più forte e non rallenta mai
Da tre giorni imperversa il maestrale, nell'Isola dei venti. Mi fa impazzire, il maestrale, e quando soffia violento, fatti salvi il lavoro e gli impegni improrogabili, mi rinchiudo in casa. A me stare a casa non dispiace, trovo molte cose da fare e le faccio con piacere, perché per fortuna, a meno che non sia proprio disperata, riesco a gioire delle piccole cose, dei piccoli piaceri quotidiani. Ho dei libri da leggere, dei nuovi Cd appena arrivati ancora da liberare dal cellophane e da ascoltare, delle lettere da scrivere, dei pensieri da riordinare, dei perché in attesa di risposta... e poi c'è quella marmellata di limoni, che da qualche giorno chiede di finire sopra un disco di pasta frolla. Piccole attività da ragazza vecchia di provincia, nata in un posto col clima sbagliato.
Il vento piace tanto al protagonista di questa minuscola landa, e quando ascolto le sue canzoni dove spesso soffia, mi par di sentirne il suono, ed è uno dei pochi casi in cui ne vivo l'intensità romantica e non il fastidio. Gli piace il vento e gli piace il vento nei capelli: il mio equilibrio, al primo scompigliarsi di chioma, rischia di andare in frantumi, e non perché io sia una di quelle donne convinte che una bella pettinatura, o un bell'aspetto siano tutto. Semplicemente sono fatta così, il mio tallone d'Achille sta in quei fili cheratinici infilati nel capo.
Ho parlato del tempo, cosa che avviene, e ci soccorre, quando non abbiamo altri argomenti, o in certe situazioni è opportuno non trattarne altri, che potrebbero generare conseguenze incresciose. Questione di bon ton, puro fatto di convenzioni mondane, che non sempre coincide con la buona educazione. Ci sono persone perfette in società, o quando appaiono in pubblico, ma di una maleducazione desolante appena escono dalle loro vetrine luccicanti.
I versi iniziali sono tratti da Bon voyage, (Sognadoro, 1983) che con il mio amore ascoltavamo sempre, nei nostri vagabondaggi giovanili, tantissimi anni fa.
Il post di oggi (avrei potuto intitolarlo Aria fritta), che sembra non avere un senso e invece ce l'ha, è dedicato a un signore nato nell'Isola dei venti, che la sorte ha portato tra le nebbie del nord. So che leggermi sempre per lui è mantenere un legame affettivo, anche se non trova le parole per manifestarlo.
La foto d'apertura non ha attinenza con l'aria fritta; è una di quelle che mi piace di più, (nonostante il cappellino e la camicia... eccentrica siano totalmente al di là dei miei gusti, o forse proprio per questo) e l'ho rubata, per una volta, senza pormi troppi problemi.
Avevo letto, ma non avevo capito che il "signore" ero io. Adesso, rileggendo, mi sono commosso e mi vengono in mente le parole di una canzone di un famoso gruppo combat-rock sardo: Arziadi entu e sula comente mai as suladu. Un abbraccio.
RispondiEliminaUn soffio di vento è riuscito a stanarti. Forse hai ragione tu, non servono tante parole se una così forte corrente ci unisce. Mi piace questa comunicazione sotterranea. Tu costruivi girandole mentre parlavo di vento e parlavo di te! Bah...
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