In
genere, quando Mimmo è ospite di qualche trasmissione, sia
radiofonica, sia televisiva, faccio il possibile per seguirlo, e poi
ne parlo più o meno diffusamente: ci sono decine di post, che
costituiscono una testimonianza fedele delle sue partecipazioni in
questi ultimi quattro anni, con tanto di date, dati, domande,
risposte, battute, riflessioni più o meno serie. Ho tenuto conto di risate, sfumature della voce, perfino dei piccoli colpi di tosse, dei sospiri e dei battiti del cuore, e li ho riportati qui. Eccesso di zelo, di presenza, attenzione ai particolari - non ho timore a evidenziarlo, e sufficiente senso dell'umorismo per riconoscerlo - maniacale; in una parola: troppo. Neppure i biografi dei grandi statisti, o dei papi...
Non mi sarei soffermata, quindi, oggi, sulla sua partecipazione al programma di Rai 3 "Brontolo", che ho appena finito di vedere ora,
non avendolo potuto fare stamattina, per più di un motivo. Pur
essendo seduto sull'unica poltrona bianca riservata - in un programma che
accoglie sulle poltrone colorate, esperti, addetti ai lavori - all'uomo della strada, all'uomo
comune, lì dentro ha portato, (il tema era, semplificando molto,
la condizione in cui versa la nostra sanità pubblica) per quel poco
che è riuscito a dire, la sua esperienza di medico. Forse per
contagio, sono da un bel po' di tempo poco incline a fare
commistioni.
Tra gli ospiti presenti, un politico, che, non so se per coincidenza, o perché capita spesso da quelle parti, Mimmo aveva incontrato anche in un'altra puntata di "Brontolo", quella del 6 dicembre 2012, dedicata alle manifestazioni di piazza e agli scontri tra manifestanti e forze dell'ordine. Di questa partecipazione - almeno così mi pare di ricordare - M. non aveva parlato, ne' io ne sarei venuta a conoscenza, se, sapendo che sarebbe stato ospite oggi, non fossi andata a curiosare tra le puntate del programma, e avessi iniziato a seguire, all'inizio senza troppa convinzione, quella appena menzionata. Il suo contributo si è rivelato, invece, via via più rilevante, ben più di quello odierno: da qui lo spunto per un post che altrimenti non sarebbe nato. Al di là di alcune considerazioni sul tema della puntata, espresse con intelligente semplicità e molta umanità, ciò che mi ha colpito è stato il modo in cui ha evidenziato la scarsa capacità di alcuni degli ospiti convenuti, (compreso il politico citato prima) di partecipare al dibattito con equilibrio, moderazione, e rispetto dell'altro, portatore di opinioni e istanze diverse. La ben nota tendenza ad alzare i toni, a prevaricare, al posto di un sano ed auspicabile fair play, è un concetto molto caro a Mimmo, sul quale si sofferma spesso anche in altra sede.
Tutti i presenti, compresi quelli al
cui comportamento faceva riferimento, lo hanno ascoltato in
silenzio, con molta attenzione: nei loro sguardi ho letto stupore,
ma anche rispetto. In maniera educata, ma decisa, senza alcuna
remora, ne' alcun timore, ha espresso il suo dissenso e il suo sconcerto per un tipo di
atteggiamento che, diffuso negli ambienti più disparati, sembra aver trovato il suo terreno più fertile nei
dibattiti televisivi. I toni di voce alti,
l'arroganza, il disprezzo e la svalutazione dell'avversario politico,
al posto di una dialettica criticamente costruttiva, del superamento
degli ostacoli per trovare soluzioni nell'interesse comune, sono diventati una costante giustificata e condivisa.
L'ho
molto apprezzato.
La
prossima volta, perché mi pare si sia affezionato a "Brontolo", vorrei
che gli riservassero una poltrona colorata, di quelle che accolgono
gli esperti. E vorrei che, se sentisse l'esigenza di meglio precisare un concetto, gli fosse possibile farlo. Oggi avrebbe voluto, ma, dopo due tentativi falliti, proprio perché non sgomita per prendere la parola, e non urla, ha lasciato perdere, ma senza mai perdere il sorriso. Ho apprezzato anche questo.
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