Il post che il nostro Cantante ci ha di recente proposto, è di quelli pericolosi. Invita, infatti, chi legge, ad un'analisi accurata, che potrebbe portare a conclusioni sbagliate, col rischio di calarsi nel ruolo improprio di psicologo, che per forza di cose, sarebbe uno psicologo farlocco, di quelli che qualcuno definisce da domenica pomeriggio, o da seduta dal parrucchiere. Ciascuno è libero di fare le sue considerazioni, e obbligato a tenersele per sé.
Tuttavia... pare già una fortuna stare sulla sponda del fiume e vederlo popolato di pesci. Una fortuna doppia captare che questi pesci siano disponibili a essere pescati. A volte i fiumi son pieni solo di sassi, e i pesci, se ci sono, guizzano via veloci. Ciascuno di noi in fondo in fondo sa quello che vuole, e ogni scelta lascia dietro di sé un po' di rimpianto per quella che non si è fatta. Solo che non sempre la strada che si desidera veramente percorrere è praticabile, o forse lo sarebbe, ma porterebbe un tale scompiglio nelle nostre vite che è meglio rinunciarvi, e seguire la via della saggezza, che non sempre è quella della felicità. Il mio è un discorso del tutto generale, o al massimo applicabile alla mia esperienza diretta, in alcuni casi.
Nel caso di Mimmo non posso che circoscrivere l'ambito alla sua attività artistica. Mi pare che negli ultimi due anni sia stato e sicuramente sia ancora animato da molti progetti, in cui si è lanciato con entusiasmo, ma, per una serie di motivi che solo lui conosce, non "quaglia". Si certo, ha i suoi tempi e non deve rendere conto a nessuno, ne' dimostrare niente, chi lo segue continuerà ad apprezzarlo anche se non "sforna" nuovi prodotti: si può tranquillamente vivere di rendita, anche se nuove opere costituirebbero un valore aggiunto. A me pare di percepire nell'artista una certa difficoltà, una certa insoddisfazione, un certo "immobilismo fattivo", peggiore dell'immobilismo semplice, perché porta in sé un senso di maggiore frustrazione.
Tutto ciò mi fa venire in mente una sensazione molto frequente nel sogno, quella di tentare di correre per raggiungere una meta necessaria, o per sfuggire a un pericolo, e sentirsi le gambe di piombo, come se si camminasse sull'asfalto fresco: a me capita spesso di provarla, ed è molto spiacevole.
Questo ho percepito, ma spero di essermi sbagliata; spero che Mimmo sia nel pieno della sua fase creativa, un po' insoddisfatto del risultato solo perché vuol dare il meglio di sé, da buon perfezionista.
E se fossi io "il pescatore dalla natura bizzarra", che farei? Forse in questa fase della mia vita, riempirei il paniere, d'istinto, senza pensarci troppo, senza badare troppo alla varietà del pescato: una volta a casa potrei sempre scartare ciò che non mi piace, ma sarei felice di essermi buttata (non nel fiume) in un tentativo di scelta, il primo passo verso una svolta.
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