Mimmo & Greg

Mimmo & Greg
Grazie Mariangela, grazie Mimmo!

lunedì 22 ottobre 2012

FRAMMENTI 5




...
E adesso
Io non mi piango addosso
Non ho domande
E neanche le risposte

Ho un passo lento lento  un andare costante
E non mi pare pesante
Questo lungo cammino che porta
A qualche posto distante

Dietro quali suggestioni Mimmo abbia scritto questa canzone (Passo lento, Sglobal, 2006) non è dato sapere, e neppure posso tirare a indovinare: non riesco proprio a immaginare. Posso semplicemente tentare di inventarmi una mia storia, certo un’altra, rispetto a quella che aveva in mente lui. Sarebbe interessante chiedere a dieci diverse persone di cimentarsi nel mio stesso esperimento, per vedere i diversi esiti, come sarebbe - però in ultima istanza - interessante conoscere la sua versione.

Nella mia storia c’è un foglio bianco da riempire, in risposta ad un altro invece fitto di scrittura. Qualcuno attende notizie, o chiede spiegazioni. La risposta non si fa attendere, anche se scrivere è mettersi a nudo e può far male, ma può anche servire a togliersi un peso. Qualche ingranaggio sembra essersi inceppato nella vita del protagonista, che tira avanti in una situazione fiacca, che procede quasi per inerzia, con la complicità di qualche bicchiere e un po’ di mestiere, ma nonostante questi tentativi, c’è una sofferenza che lo afferra e lo riporta indietro. Forse è giunto il momento di cambiare rotta, di rompere con i retaggi del passato e di procedere verso una strada nuova. La decisione è presa: c’è una meta da raggiungere, senza atteggiamenti vittimistici, e con un certo disincanto. Senza porsi domande, senza darsi risposte. C’è una tensione, una pulsione che conduce altrove, che sia un altrove fisico e un cambio di situazione non importa, appare chiara la volontà di cambiamento, che presuppone costanza, tenacia: è un affrettarsi con lentezza, ma senza affanni. La decisione è presa e per raggiungere la meta si è disposti a percorrere un lungo cammino, che non appare pesante, anche se  si intuisce pieno di polvere e ostacoli.

Mi vengono in mente altre canzoni del passato. Qualcosa farò per i non ho, per la volontà di agire, seppur in maniera non ancora del tutto chiara. Svegliati amore per la chiamata, per l’urgenza della pulsione che spinge ad andare. Dopo che avrò pubblicato me ne verranno all’istante in mente altre, ma non integrerò il testo, lasciandogli immediatezza e incompiutezza.

Non so bene dunque cosa abbia spinto Mimmo a scrivere questa canzone, che fa parte dell’album Sglobal, e non è una delle più note. In Sglobal, ci sono delle canzoni bellissime prese singolarmente, ma che danno la sensazione di una mancanza di armonia nell’economia dell’album, in cui sembrano quasi perdersi e quasi stridere con altre, belle anch’esse, ma in maniera diversa, con cui hanno poco da condividere.  C’è troppo di tutto, lì dentro, troppa varietà, sembra quasi uno spreco, un eccesso, che porta a una mancanza di equilibrio. Ai primi ascolti dell’album avevo asserito il contrario e invece, dopo averlo meditato, mi trovo a rivedere le mie considerazioni. Mi viene in mente l’immagine di un insieme  di gemme bellissime,  infilate a formare una collana, senza tener conto di forma e colore: ne risente la singola gemma e il monile nel suo complesso.

Non so bene cosa lo abbia spinto a scrivere la canzone, ma so, o meglio, mi pare di cogliere in lui, nel Cantante inteso come persona, delle caratteristiche evidenziate nella canzone. Mi lancio in questa operazione azzardata. Non si piange certo addosso, non si commisera, e spesso non ha domande, e neppure risposte, sia nel senso più immediato che spesso non sa davvero cosa pensare di certi argomenti, non ha una opinione definita (mi sovvengono i suoi frequenti "non saprei" nelle interviste, accompagnati da un tono di voce sorridente: ha ragione, non si può avere un’opinione su tutto)  sia nel senso più alto, filosofico, di non ritenere di essere detentore di verità assolute. Se deve raggiungere un obiettivo, percorrere un lungo cammino che lo porti a qualche posto distante, non si lascia scoraggiare: procede, magari con passo lento, ma il suo andare è costante e prima o poi arriverà. Così lo vedo io.

E io, dove voglio arrivare? Intanto a portare a compimento il ciclo "Frammenti", che nelle mie intenzioni nasceva come un ciclo di sette, da esaurire in sette giorni: troppo anche per me. Neppure io so su quali altri frammenti (ne restano due) mi soffermerò, anche se sono orientata verso quelli di canzoni un po’ defilate, un po’ da retrovia, e solo sue, senza il contributo di altri. Poi si vedrà. Questo posto è come uno di quei ristoranti dove si decide il menù in base a ciò che si trova  al mercato, al mattino presto.

Il mio mercato è Mimmo. Mi piace molto girare per mercati, osservare con attenzione merci e persone, ascoltare suoni, rubare discorsi e poi imbastire storie. Un po' quello che faccio qui dentro: racconto, e un po' me la racconto, per farci compagnia. 

Nessun commento:

Posta un commento

Elenco blog personale