…
E io non sono pronto
Per grandi cambiamenti
Vorrei parlarne ancora
Mi ascolterai?
…
Aiutami
Segretamente aiutami
Inventami
Sarò come vorrai
Accoglimi
Semplicemente prendimi
Aspettami
Per la mia strada cercami
Ho una candela accesa
E briciole di pane
Mi riconoscerai così
Oggi più che mai ho
sentito il dovere di tenere ordinate e accoglienti le mie stanze interiori, perché
presentivo che i frammenti che mi hanno appena visitato, sarebbero stati ospiti speciali, ai quali riservare cure particolari. L’inverno ha il sapore della neve appena posata
sul davanzale della finestra. Fa freddo ma la apri e non resisti alla
tentazione di assaggiarla. Le finestre sono state chiuse con l’ordine di non
aprirle per giorni e giorni, ma in questo caso, benché inclini all’obbedienza, si
cede all’insubordinazione. Mimmo, lo
racconta lui stesso, traspone nella canzone tutti i ricordi degli inverni della
sua infanzia e della sua giovinezza nel luogo natio: io mi immergo in questo
flusso di ricordi e mi immedesimo. Mi aiutano certo le molte immagini innevate
che ho visto con gli occhi, ma anche in assenza di esse, la canzone me ne
avrebbe suggerito di altrettanto vivide, perché ha un forte potere evocativo.
Che cosa mi fa venire
in mente, inoltre? Un amore, certo, un po’ sofferto, anche questa volta, ma c’è
la possibilità di trovare un punto d’incontro. Perché è evidente che ci sono
divergenze: da una parte forse c’è il desiderio di fare passi importanti, dall’altra
di pensarci ancora, perché i grandi cambiamenti spaventano, e bisogna attendere
il momento giusto, o arrivarci per gradi. Se ne può parlare, per fortuna. Non
ci si trincera dietro silenzi. In amore si chiede molto: aiuto, con
discrezione, accoglienza, paziente attesa… ma molto si dà: si forniscono segnali
e indizi per arrivare all’essenza di sé, oltre l’ovvia apparenza, e si è
disposti a essere come l’altro ci vuole, se è capace di inventarci.
Questa è la lettura
più immediata, ma non la sola. La canzone è inserita dentro l’album a mio avviso
più bello dei tre più recenti, Piano piano, (dopo per me viene Idra e infine
Sglobal) o semplicemente più vicino alla mia sensibilità, quello che sento più
mio. Non dimentichiamo che in Piano piano c’è Lettere dalla riserva, che
a buon diritto Mimmo definisce il suo manifesto artistico. Anche in alcuni
versi de L’inverno potremmo trovare un invito e insieme una indicazione, per
chi desideri incontrare un artista che ha scelto una strada non troppo
frequentata, forse un po’ impervia, ma che riserva bellissime sorprese per chi
decida di percorrerla.
Inevitabilmente, la canzone mi fa venire in mente Pollicino, e Hansel e Gretel. D’altronde
lo sappiamo che Mimmo è un po’ fiabesco.
Ancora, il riferimento alla candela accesa, forse del tutto simbolico nella canzone, mi richiama immediatamente alla mente una figura di donna, ritratta in penombra, di spalle, con una lunga veste bianca, che tiene in mano una candela, e che volge il viso verso un ipotetico osservatore con espressione vagamente impaurita e al contempo invitante. Esisterà un quadro simile?
Per completezza, e perché
ha svolto un bel lavoro: la musica della canzone è di Guido, che mi pare ora
abbia preso un periodo di pausa dalla musica, almeno da quella (relativamente)
sotto i riflettori. Non avevo mai visto il video della canzone di Guido La migliore
combinazione, quello diretto dal Muccino più giovane, e stasera, complice L’inverno, me lo sono
andato a cercare. Pieno di gioventù allegra e pieno di baci. Il luogo in cui è
girato mi è sembrato familiare: se non è quello a cui penso io, gli somiglia
molto. Che bello poter fare tutto in casa!
Bei frammenti di un discorso amoroso.
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