Mimmo & Greg

Mimmo & Greg
Grazie Mariangela, grazie Mimmo!

sabato 20 ottobre 2012

FRAMMENTI 4



Non è il primo disco, lo sappiamo, ma è quello che gli ha dato la notorietà, che lo ha fatto uscire dalla nicchia, tanto ristretta quanto affezionata, di persone che lo andavano a sentire nel locale famoso e fumoso. Per me per tanto tempo è stato il primo; degli altri precedenti, avevo notizie nebulose, e ho approfondito solo quando ho intrapreso il "percorso iniziatico". Del Qdisc di Mimmo in particolare e di cosa fosse in generale, ho parlato in diverse occasioni: era un vinile a 33 giri, grande quanto un long playing tradizionale, ma conteneva solo quattro canzoni, due per facciata. Ne uscirono in quegli anni (siamo nel 1980) un certo numero, di diversi giovani cantautori, nella Rca di Ennio Melis, che di fatto lanciò il prodotto. Quello di Mimmo, intitolato "Quattro canzoni di Mimmo Locasciulli" fu registrato in un solo giorno, così narrano le cronache. Mimmo e la sua Piccola luce colpirono nel segno: passavano in radio e illuminavano tanti pomeriggi e tante sere. “Chi sarà questo, che bella voce!” Ti ritrovavi subito a cantare quella canzone. Credo di averne parlato fino allo sfinimento, della bolletta della luce, del concerto di folk abruzzese, del foglietto sul tram, dell’incontro con la musica dell’artista americano dalla voce roca, et voilà eccolo pronto a salire sul treno della notte.  Chi ne ha voglia e ancora non sa, cerchi qui dentro o altrove e troverà diverse notizie sull'argomento, anche di prima mano dell’autore che racconta questo suo luminoso passato.

La canzone di oggi è, con la compagna Con un fiore tra i capelli, la parte oscura del Qdisc, perché tanto note sono, anche a chi Mimmo lo conosce poco, Piccola luce e Il treno della notte – anche perché, soprattutto la prima, sono state più volte riproposte, e, sempre soprattutto la prima, eseguite nei concerti dal vivo -  quanto meno note e un po’ dimenticate le altre due. Forse proprio per questo, per vedere un po’ di sole, i frammenti di Un altro giorno, hanno bussato alla mia porta con una certa energica prepotenza, come spesso accade a chi abbia sete di giustizia. Eccoli.

Quando viene la bufera 
E la montagna è tutta scura 
E il vento fischia sulle porte 
Tu non devi avere paura 
Dopo l'inverno arriva un'altra estate 
E ti saranno più dolci queste notti gelate 
C'è una candela accesa in fondo al cuore 
Avvicinati ancora per un po' di calore 


Ma contravvenendo un po’ allo spirito di questi miei ultimi scritti seriali, che giocano intorno ai frammenti che si sono più soffermati nel ricordo e ogni tanto affiorano, pubblico l'intero testo.

Benedetta questa terra
Benedetta questa spiga di grano
Benedetta sia la rosa
Che tieni nella mano
Viva la sposa bianca e senza spine
Che hai colto un giorno
Dietro a queste colline
Coglila piano senza fare rumore
Che le cornacchiette se ne volano via

Un altro giorno è andato
Quante volte ci ho pensato
C'è qualche posto lontano
Che uno ci passa e poi
Non ci ritorna più
Quando viene la bufera
E la montagna è tutta scura
E il vento fischia sulle porte
Tu non devi avere paura
Dopo l'inverno arriva un'altra estate
E ti saranno più dolci queste notti gelate
C'è una candela accesa in fondo al cuore
Avvicinati ancora per un po' di calore

Un altro giorno è andato
E buonanotte al figlio che hai cresciuto
A questa striscia di luna
Alla buona e alla cattiva fortuna

Un altro giorno è andato
E buonanotte al grillo che ha cantato
Agli occhi freschi di pace
E buonanotte pure a te

Mi sembra ci sia già ben delineata la poetica di Mimmo, qui dentro, molte delle sue tematiche e molte delle sue figure ricorrenti, che poi vedremo riproposte, ampliate e approfondite. Sembra quasi una dichiarazione d’intenti. C’è il tempo che passa, c’è la terra nutrice con i suoi frutti, ci sono la natura e i paesaggi cui tanto è legato; l’alternarsi delle stagioni, che puoi prendere alla lettera, ma puoi leggere come una metafora: dopo l’inverno arriva un’altra estate… una promessa di speranza e di rassicurazione. C’è un amore dal sapore antico consumato dietro le colline: una figura femminile docile e pura, un po’ anacronistica, di quelle capaci di mantenere un legame saldo per tutta la vita, perché così hanno giurato. Il fruscio del vento, che qui fischia sulle porte, altrove sarà da cani, passerà sui vetri, e in tante altre occasioni farà da sottofondo, e spesso scompiglierà i capelli. Candele accese e spiragli di luce, posti lontani dove uno passa, ma poi non ci ritorna più; non si può non pensare a qualche posto fuori mano dove è raro che ci passi mai qualcuno. Un altro giorno è andato e finisce il giorno e ricomincia la notte; avvicinati ancora per un po’ di calore, e io io ti volevo qui vicino, coprirti le braccia dal freddo del mattino; se hai le braccia gelate ti riscalderò…. La promessa costante e reiterata di un abbraccio che riscalda membra e cuore. L’augurio di buonanotte, ripetuto più volte, a più indirizzi, mi richiama alla mente quello di Buona fortuna… Insomma, in quella che a una lettura superficiale sembra una canzoncina gradevole e basta, senza troppe pretese, c’è, in embrione, parte del suo mondo, che è più ricco e vario e non si esaurisce certo nelle costanti e nei moduli brevemente elencati per esemplificare. Senza contare che Mimmo non ci ha già detto tutto: dovrà ancora prenderci per mano e accompagnarci per le lande del suo mondo che ancora non conosciamo, e che forse non conosce neppure lui: addentrarsi e scoprirle insieme, attraverso le sue canzoni future, sarà un bellissimo viaggio interiore. 

Non prendo altri impegni, in attesa della chiamata.

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