È perchè non posso non dedicare un piccolo spazio all’iniziativa di stasera, che avrà luogo al Teatro Ghione di Roma, anzi lo faccio molto volentieri. Si tratta di un momento di solidarietà organizzato dalla onlus "Laziochirurgia", unito a un momento di spettacolo, teatro e musica, al fine di raccogliere fondi per l’ospedale Hewo ((Hansenian's Ethiopian Welfare Organization) di Quihà, situato nella regione del Tigray, in Etiopia. Già in passato, nel 2003, fu organizzato, sempre dalla onlus, uno spettacolo che si svolse al Teatro Brancaccio, i cui proventi andarono alla realizzazione della sala operatoria dell’ospedale, sorto proprio in quell’anno. L’associazione, che porta avanti il reparto di chirurgia dell’ospedale, grazie a medici volontari (non solo chirurghi) che partono a proprie spese e lo fanno senza alcun fine di lucro, si propone come obiettivo, non solo quello di curare e operare direttamente, ma quello di formare e di istruire il personale medico e paramedico locale, perché possa arrivare a operare con una certa autonomia, seppur affiancato e coordinato periodicamente dai medici volontari.
Non mi addentro oltre, ma, come spesso ho fatto in casi simili, ripropongo le parole di Mimmo, che, questa volta come nel precedente spettacolo, sostiene con la sua partecipazione le finalità dell'Associazione di cui fanno parte suoi amici e colleghi medici. In una recente occasione in cui parlava di una iniziativa simile, l'ho sentito quasi riflettere tra sè e sè, in questo modo, se non con queste precise parole "Faccio spesso concerti o partecipazioni a eventi legati a iniziative solidali legate alla medicina, forse ne faccio troppi, dovrei farne meno, sarò ricordato per quello che, essendo medico..." Spero di non aver snaturato il senso delle sue parole, ma io direi che non sono mai troppi, se il fine lo giustifica e convince.
Quihà è un villaggio vicino a Macallé, nella regione etiopica del Tigray. Qui ha sede l’ospedale HEWO, che fa parte di una rete organizzata in piccole comunità autogestite, che accolgono poveri ed emarginati, ammalati di lebbra, TBC, AIDS, offrendo gratuitamente servizi di cure e terapie sanitarie, di assistenza sociale, di alfabetizzazione e di formazione professionale, per un recupero globale alla vita e per un reinserimento dignitoso e attivo nella società di appartenenza, rispettandone i valori della cultura, della propria religione e tradizione. Alcuni miei amici, colleghi medici, sono impegnati direttamente in questa infaticabile opera, ed io son ben felice di poterli sostenere con la mia partecipazione e con la preghiera, rivolta a chi può, di partecipare. Che la musica non sia solo un momento di evasione, ma anche una felice occasione per stringersi la mano.”
Inserisco anche il link di Laziochirurgia, ricco di informazioni chiare ed esaurienti. http://www.laziochirurgiasolidale.org/index.htm
Tutta la mia stima e il mio rispetto per i medici impegnati in progetti come questo o simili a questo, che si mettono veramente a disposizione dei più svantaggiati e nobilitano massimamente la professione.
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