Come racconta l’immagine pubblicata ieri, ho finalmente tra le mani e davanti agli occhi Serge. No, non l'ho subissato di domande, l'ho lasciato tranquillo cercando alcune risposte nel libretto accluso al disco. L'ho letto con molta cura e mi sono soffermata sui ringraziamenti, sinceri, pensati, motivati. Avrà dimenticato qualcuno?
Non è stato, questa volta, molto complicato reperire il disco, perché dopo un tentativo andato a vuoto in un Feltrinelli point del centro della città, la ricerca è andata a buon fine in un Feltrinelli Village periferico molto grande e fornito. Grazie alla lungimiranza di un distributore illuminato, il disco é arrivato ai confini dell’impero. Mi soffermo sui dettagli perché magari qualcuno delle mie parti che legge se ne giovi e sappia che Mimmo è già tra noi e non occorre farselo spedire.
Di notte, dopo aver combattuto
non poco con la pessima confezione di plastica interna che aveva intrappolato i
CD e non voleva affrancarli, riesco ad ascoltare il primo. Un solo ascolto
permette appena di esprimere sensazioni. Piccoli
cambiamenti ha un testo che fa riflettere, alcuni versi sono molto ben riusciti, e una musica incalzante, ma
è nuova, dobbiamo approfondire la conoscenza. Nel complesso il lavoro mi sembra, per
usare una espressione che Mimmo usò per Tango
dietro l’angolo, un disco azzardato, innovativo e sperimentale, a tratti
spericolato. Dentro c’è il vecchio (mi riferisco all’utilizzo di tracce di un
passato anche molto lontano, in cui sono presenti anche persone che non ci sono più,
o che da tempo non collaborano più con Mimmo), ma si tratta di un vecchio in parte inedito, e
il nuovo: le canzoni dovrebbero essere state tutte ri-cantate, anche se nel caso di un
duetto, ho un dubbio, non sulla voce di Mimmo, ma del sodale: non mi sembra quella di
oggi. Ci sono, accanto ai vecchi, nuovi musicisti; c’è un’alternanza di lento-lentissimo dolce dolcissimo-struggente, e di veloce-velocissimo. Canzone di sera amata in egual misura dal
pubblico e dal cantante, è un esempio bellissimo della prima categoria. La
spericolatissima versione di Aiuto, che già di suo è spericolata e anche
inconsueta come tema, per Mimmo, è un esempio di estremizzazione totale.
Le chitarre di Britti richiamano il suono di una lama sul ghiaccio, o sul
metallo.
Degna di nota Che fine farò, che
mette insieme tre voci diverse tra loro, ma ugualmente interessanti, anche se dentro di me ho espresso una preferenza... sghemba. Ho evidentemente avuto una visione obliqua.
Chiude il primo Cd I musicisti son così, in una versione
lenta e ancor più disincantata.
In mezzo le altre: Cala la luna, che si fa trina
per l’occasione, e che da sola potrebbe valere l’album. Inevitabilmente ci riporta ai live, con
quella lunga introduzione strumentale, qui ancora più lunga e
intrigante. Ben eseguite, ma senza sorprese particolari Aria di famiglia con il coautore, e Due
amiche. Sempre altamente evocativa La pioggia e l’esilio.
Del secondo CD ho ascoltato, ma
in tutta fretta, Confusi… e Come viviamo
questa età. Anche Liga ha postato oggi il video di Confusi..., e mi è sembrato anche questa
volta, al di là del fatto che nel disco e nel video c’è anche lui, un bel gesto di
amicizia. Ho letto alcuni commenti di giovani che ignoravano l'esistenza di Mimmo; ringraziano L. per aver dato loro dato la possibilità di conoscerlo. Quanto a Come
viviamo, questa versione molto dolce, direi struggente, ma pacata, svuotata
della rabbia che la connotava, sembra quasi avvolgere di una coltre affettuosa tutti i ragazzi di provincia che un tempo sognavano spazi interni ed esterni più vasti.
Non mi rimane da fare altro che:
a) ascoltare il secondo CD; b) annotare veloci impressioni; c) ascoltare di
nuovo l’album nella sua interezza; d) scrivere considerazioni più puntuali; e)
raccontare alla maniera di Folgorata il video (la parte a me più gradita, perché non sono una che recensisce, ma una gioiosa, serissima cialtrona). Tabella di marcia impegnativa, ma spero di farcela.
Infine, come promesso, aprire lo
Champagne.
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