Mi chiedono perché mai io stia registrando un disco con canzoni già edite.
Rispondo: per vestirle a festa in una ricorrenza speciale: i miei quarant'anni di dischi.
Così Mimmo nel suo piccolo post odierno. Non posso fare a meno di domandarmi chi siano quelli che gli chiedono perché: gente che lo conosce in maniera davvero superficiale, che lo frequenta di striscio, che leggiucchia velocemente pescando nel mucchio di notizie, che dà una veloce sbirciata, perché chi lo conosce, neanche in maniera molto profonda, non può non sapere perché. Non solo per i quarant'anni di dischi, ma per far contenti noi gravidi di cinque anni di attesa (le prime promesse, sempre fatte in assoluta buonafede, risalgono al 2011). Bene, i tempi son maturi e il neonato è quasi formato. Ho già avvisato i fratelli maggiori che sta per arrivare un pargolo, già saggio come i vecchi, ed entusiasta come chi è giovane (anche d'animo).
Amo quest'album di un amore folle. Spero che Pop art (o avrà cambiato idea sul titolo, o avrò capito male io), mi porti in dono un brano almeno, da questo disco del 1987, ispirato alla figura di Vanina Vanini, per la quale Mimmo ha un amour fou. L'occasione buona per riproporlo in un arrangiamento più in sintonia con sé stesso, visto che considera quello originale, affidato a Paoluzzi, che risente dell'influsso della musica elettronica tipico del tempo, non corrispondente a ciò che avrebbe voluto, nonostante ci avesse messo le mani dopo i primi ascolti per renderlo, appunto, meno estremo.
E dopo questo periodo piuttosto lungo, pieno di incisi e di virgole, sul quale occorre soffermarsi un po' per comprenderlo, mi godo gli ultimi sgoccioli dell'attesa.
Nessun commento:
Posta un commento