In occasione dello sciopero indetto da Folgorata, chi scrive è stato incaricato di render noto il seguente comunicato:
“Oggi, in luogo del consueto post
settimanale, a causa dello sciopero indetto da Folgorata, sulle cause del quale
Ella non ha fornito, al momento, spiegazioni, si è scelto di trascrivere
integralmente la scheda sull’artista cui questo blog è dedicato, presente all’interno
del Dizionario completo della canzone
italiana, a cura di Enrico Deregibus, Firenze, Giunti, 2006.
L’autore della scheda in oggetto
è il signor Alberto Bazzurro.
Una trascrizione integrale di brevi scritti di autori che non siano la
stessa Folgorata, in questa sede, è
stata effettuata, sempre avendo cura di citare la fonte, solo in casi sporadici:
in alcuni casi si tratta di scritti dello stesso M.L., in un altro caso è trascritto un toccante ritratto
di impareggiabile corrispondenza al vero, di un signore che lo conosce bene,
Mimmo, e in poche pennellate lo racconta fuori dai soliti schemi.
Il motivo per il quale Folgorata,
tra diverse altre schede a lui dedicate, in diverse opere dello stesso tipo di
quella citata oggi, abbia scelto proprio quella di Bazzurro, non è del tutto
chiaro. La spiegazione più semplice potrebbe essere che, forse considerando una
garanzia il curatore dell’opera, autore tra l’altro di un riuscito libro su un
noto cantautore italiano, dove compaiono molte testimonianze su e di Mimmo (principale
motivo per cui si trova nella libreria di Folgorata: è sufficiente che Egli sia
citato in una sola frase di un libro, e
lei se lo porta a casa), abbia deciso di acquistarla. Insomma il motivo della scelta,
potrebbe risiedere, molto banalmente, nel fatto che è stata, per lei, la scheda
letta più di recente, seppur risalente al 2006 (anno in cui, Folgorata ci tiene a ricordarlo, uscì Sglobal).
Mere supposizioni. Ciò che si
agita nella mente contorta di una blogger
per caso esaltata, è difficilmente afferrabile, quindi sospendiamo il
giudizio, dando la parola a un addetto ai lavori, appunto, e permettendo alla dilettantissima
blogger esaltata di faire la grève (in
francese per compiacere il Cantante, perché oltre che esaltata é anche un po’ ruffiana).
“I cantautori sono una specie fatta di tante sottospeci (così nel
testo): i professori, gli avvocati, i
medici… Se di questi ultimi Jannacci è l’indiscusso
capofila, Mimmo Locasciulli è il degno scudiero. Amico di De Gregori e “nemico”
di Ciampi (al quale, appunto da medico, impediva di bere…) abruzzese di nascita
(Penne, 7 luglio 1949) e romano d’adozione, è ormai “intorno ai trent’anni”
quando l’Italia, al di là di un manipolo di patiti che lo conosce soprattutto
come habituè del Folkstudio (che fra l’altro, nel 1975, produce il suo album d’esordio)
– inizia ad accorgersi seriamente di lui. Chitarrista per necessità e pianista
per vocazione, colpisce per una vocalità grave e pastosa, irruvidita dalle
mille sigarette (e che in effetti si fa, dopo il suo stop alle “bionde”, più
nitida e rotonda), fortemente evocativa, attraversata da un lirismo mai
sdolcinato, al servizio di tematiche spesso quotidiane, mai ridondanti. Calcato
un cappello in testa, a metà del guado di una carriera non sempre sotto i
riflettori come il suo spessore avrebbe meritato, ritiene di possedere tutti
gli elementi per mettersi sulle rotte dell’amatissimo Tom Waits. È ormai “intorno
ai quaranta”, e al suo fianco chiama pure il bassista, (nonché cognato) di
Waits, Greg Cohen, con il quale si cementa via via un rapporto destinato a
durare. Appena alle spalle ha una brillante collaborazione con Enrico Ruggeri, (che
come lo stesso De Gregori, accompagnerà, a singhiozzo, altre tappe della sua
carriera), davanti un abile lavoro di produttore che lo porterà, tra l’altro a
indurre un attore come Alessandro Haber a prestare il suo humus interpretativo
anche alla canzone.
Dopo un Q-Disc del 1980 in cui spicca Piccola luce, è appunto l’LP INTORNO A TRENTANNI, che, nel 1982, lo
consacra. La canzone omonima, Gli occhi
e Natalina, ne sono i brani
trainanti, mentre negli altri lavori del decennio spiccano tra le altre, Cara Lucia, Ballando, Vienna 1936, Arte moderna (con i Cetra). Gli anni ’90
si aprono con uno dei capolavori di Locasciulli, TANGO DIETRO L’ANGOLO, culmine
della fase waitsiana (del resto mai dismessa). Inciso in America con i
musicisti del collega, (Cohen, ma anche Marc Ribot), ha i suoi apici nella
title track, in Siamo noi, Avrò diamanti e Il giorno più difficile. Alcune pagine scritte con De Gregori, (Delitti perfetti e Povero me su tutte), nobilitano i lavori che seguono, nonché il
successivo Il FUTURO, prezioso disco in prevalenza di traduzioni (da Cohen,
Dylan, Waits, Costello, Newman, Neil Young ecc.). Facendosi più stringente l’impegno
di produttore, (tra l’altro di un ritrovato Claudio Lolli), finisce per
soffrirne la produzione personale. Nel 2002 esce comunque un doppio lavoro
riepilogativo, ARIA DI FAMIGLIA, e due anni più tardi (l’uno e l’altro per l’etichetta
dello stesso Locasciulli, la Hobo), un nuovo lavoro di inediti, rigorosamente
acustico e intitolato emblematicamente PIANO PIANO, i cui brani come Un po’ di tempo ancora, L’inverno, Olio sull’acqua, Piano piano,
L’interpretazione dei sogni chiariscono
che per L’uomo di Penne, l’età della pensione è ancora lontana. Nel 2006 è la
volta di SGLOBAL, con ospiti come Frankie Hi-Nrg, e Alex Britti.”
… Segue discografia, che
saltiamo, mentre riportiamo il breve apporfondimento su:
“ARIA DI FAMIGLIA Accanto a inediti di valore quali Aria di famiglia e Alice è felice, trovano posto in questo doppio CD nuove versioni di
una ventina abbondante di brani storici (Piccola
luce, Gli occhi, Cala la luna, Intorno a trent’anni, Confusi
in un playback, Ballando, Avrò diamanti, Il giorno più difficile, Tango
dietro l’angolo, Povero me, Delitti perfetti, Il suono della campane) con ospiti come Francesco De Gregori, Enrico
Ruggeri, (entrambi come coautori) Greg Cohen, Paolo Fresu. Insomma: il veicolo
ideale per abbordare il pianeta Locasciulli.”
L’incaricato ha portato a termine
quanto richiesto, trasformandosi oltre che in portavoce, in segretario copista. Folgorata
mostra piccoli segni di impazienza… Forse si è già pentita de faire la grève? Può darsi. Credo che abbia deciso di dare
risalto a Aria di famiglia, perché è strettamente legato alla sua neofolgorazione. Lo ha già raccontato,
qui, ma so che se rinverdirò questo ricordo, sarà felice, forse più di Alice , da
cui ama farsi sorprendere, dopo una non breve attesa, nella versione proposta
come ghost track.
A maggio, o giugno del 2009 lo
ricevette in regalo, Aria di famiglia. “Guarda, ti ho portato una summa di
Mimmo!” (lei per tanti anni lo aveva
custodito in una tasca interna del cuore, in oblio apparente) - Le disse il Donante nel consegnarle il doppio CD. E
lei “Ah, Mimmo? Grazie, lo ascolterò al più presto.” Lo mise da parte e non le venne nessuna
voglia di ascoltarlo. Il Donante ogni
giorno, per molti giorni, le faceva sempre
la stessa domanda. “Lo hai ascoltato?” La risposta era sempre "NO!" finchè un
giorno proruppe in un troppo urlato “SI!” ma era una bugia. Più che pentita,
timorosa di poter essere interrogata e non saper rispondere in maniera
corretta, per dovere, lo, anzi, li ascoltò una,
due dieci, forse cento volte e da quel momento Mimmo divenne il suo impalpabile
Nume sonoro, e lei la sua fedele
paladina, con l’unica arma della scrittura e, per fortuna, distante centinaia di
chilometri.
Larga la foglia stretta la via…
Nessun commento:
Posta un commento