La Porta San Francesco, monumento emblematico di Penne. Qui avrebbe dovuto tenersi il concerto, se....
Mi ha incuriosito il nome di questo vicolo di Penne
Manifesto a Penne, avvistato anche nelle zone limitrofe.
Nessuno ha aggiunto baffi o altro.
A quando una bella foto nuova???? Come lui nessuno mai
Uno sguardo discreto alle prove
Uno sguardo su un particolare
PELLEGRINA SOTTO LA PIOGGIA
La Pellegrina è stanca: ha camminato su è giù per stradine ripide, per pendii scoscesi, ha percorso in lungo e in largo la città di Penne alla ricerca di testimonianze. I muri parlano, i mattoni raccontano, gli angoli suggestivi bisbigliano, senza mai perdere la discrezione. Penne è apparsa alla Pellegrina, calzata con comode scarpe da signora di una certa età, nella sua veste medievale austera, affascinante, anche se un po’ decadente, per alcuni aspetti. Vetusti palazzi nobiliari, facciate di chiese corrose dall’umidità, antichi portali corrosi dal tempo: subisco il fascino malato della decadenza, ma di una decadenza dignitosa, pulita; vedo qualche facciata intonacata che stona nel trionfo del rosso del mattone, qualche infisso in alluminio. Angoli umidi e muschiosi, casette curate da amorevoli mani femminili, e dovunque piante e fiori, e gatti, molti gatti. Ci sono molte signore anziane, che appaiono agili nel percorrere le salite e le innumerevoli scalinate della città. La Pellegrina vive in una città costruita sui colli, ed è abituata a camminare, in piano e anche in salita, ma spesso a Penne cerca luoghi dove sostare. Una panchina, un gradino, un muretto vanno bene, come la sosta a un bar o a un ristorante. Non si muore certo di fame, a Penne, anche se il lunedì la maggior parte dei ristoranti sono chiusi. Piove: la prima passeggiata a Penne, la domenica, è sotto una pioggia scrosciante. Ci salva un grande ombrello che ci prestano in albergo, che non si trova a Penne, perché non esiste più un albergo vero e proprio, nella cittadina. Ci salva anche un bar dove alle quattro del pomeriggio mangiamo affamatissimi qualcosa e degustiamo il primo calice di Montepulciano. Alla ragazza del bar chiedo notizie sul concerto del giorno dopo, soprattutto per suggerimenti logistici, ad esempio sul parcheggio, e poi le chiedo anche se sono contenti del concerto del loro Cantante. La ragazza è giovane e educata; con una bella vocina e con una graziosa garbata alzata di spalle ci fa capire che a lei non importa tanto, del concerto di Mimmo. La perdono perché ci porta un caffè e delle piccole deliziose paste.
SULLE TRACCE DEL PASSATO DEL CANTANTE
Gira, la Pellegrina. Osserva. Ecco la Piazza del comune, la Piazza Luca da Penne. Osserva i palazzi, e si domanda quale possa essere quello dove è nato e dove ha vissuto da bambino. I palazzi sono molto riservati e non danno nessuna informazione. Cerca il Liceo frequentato dal Nostro amico, intitolato anch’esso a Luca da Penne, insigne giurista del XIV secolo. Trova ben tre piccole sedi della scuola, tutte nel centro e non saprà quale portone avrà varcato lo studente Mimmo, sul quale non torniamo perché gli abbiamo dedicato largo spazio in passato. Arriva al Duomo, la Pellegrina, ma non riesce a entrarci, chiuso sia domenica che lunedì. Non è più come in passato, che le chiese erano sempre aperte per accogliere i pellegrini. Anche la storia del piccolo organista attratto dal canto gregoriano la conosciamo. Esce dalla Porta di San Francesco, dove ci sono lavori di pavimentazione non ancora conclusi. Lì avrebbe dovuto tenersi il concerto, ma il palco è allestito in una spazio non lontano. Si tratta di un parcheggio adibito in occasione della festa di Sant’Antonio a location dei vari spettacoli.
IL GRAN GIORNO
Il 13 è il grande concerto di Mimmo e band. Il concerto è annunciato da diversi manifesti sparsi per Penne e dintorni. Per me la presenza della band è una assoluta novità. Questa proposta musicale e la presenza dell’artista nella sua città, dopo diversi anni, mi hanno spinto a fare acrobazie per vedere realizzato anche quest’obiettivo. Mi sembrava di non poter mancare, ero curiosissima.
Il 13 è la festa di Sant’Antonio da Padova, in realtà colto francescano di Lisbona. Nella capitale portoghese ho assistito a una processione per le vie dell’Alfama, dal forte sapore paesano. A Penne la mattina vedo passare un modesto camioncino che gira con la statua del santo per le vie del paese. A bordo ci sono alcune persone, tra cui un frate francescano: forse si tratta di una benedizione. C’è molto traffico, molte macchine, si fatica a trovare un parcheggio.
AVVISTAMENTO E INCONTRO: SONO APPARSA A M.L.
Tardo pomeriggio: piove. Gli artisti, Mimmo e band, li scorgo dalla macchina, di transito proprio alla ricerca di un parcheggio. Tentano di provare, ma poi piove troppo e devono desistere. Vedo un armeggiare con teli, per proteggere la strumentazione, vedo l’artista, con un cappellino a visiera e degli inspiegabili occhiali scuri, che si muove con la sua valigetta, avanti e indietro e dopo si ritira in una sorta di tendone che dovrebbe fungere da camerino. Temo che il concerto possa non farsi, e, stranamente, sono rassegnata. Contro lo scatenarsi degli elementi nessuno può nulla.
Mi consolo pensando che il piccolo viaggio valga comunque la pena, ma, pur con qualche dubbio, poiché il fine primo del viaggio è stato il concerto, decido almeno di andare a salutare il Cantante, nell’ipotesi che non riesca a esibirsi. Gli appaio da lontano, ma sembra non accorgersi di me. Quando sente il mio saluto, si volta e gli leggo negli occhi, oltre che una piccola dose di divertimento, la certezza che io sia del tutto folle. Altro che un giorno di ferie, o qualche decina di chilometri in macchina: per cogliere i momenti più salienti della sua vita artistica più recente, ho sfidato neve e gelo, ho preso sei voli, treni, autobus, taxi e metro, noleggiato auto, provato emozioni forti, e ho avuto la conferma che se si desidera davvero qualcosa, si superano ostacoli e difficoltà. Il saluto è rapido, lascio presto il Cantante a occuparsi delle sue cose. Lui appare comunque fiducioso, nonostante la pioggia: il concerto si farà.
PROVE
A un certo punto la pioggia diminuisce. Si riprende ad armeggiare sul palco. Si prova. Mimmo canta Aiuto!, in un modo che mi piace molto. Canta Il suono delle campane, brandelli di altre canzoni, interloquisce con i componenti della sua band pazzesca, come l’ha definita prima. Ha l’aria del leader, ce l’aveva anche prima quando non vista lo osservavo da lontano. Nel suo modo di muoversi, di fare, di guardare, ormai prevale l’uomo abituato a dare disposizioni, e a non dover aspettare troppo. Insomma, assisto alle prove, con uno sguardo al cielo. Dapprima non c’è nessuno, poi piano piano, la gente inizia ad arrivare. Qualcuno si avvicina a salutarlo. Molti sono suoi coetanei, magari vecchi amici o compagni di scuola, magari qualcuno è un parente: strette di mano, gesti affettuosi, sorrisi. Ormai si è fatto tardi, il Cantante va via, con i musicisti e un piccolo corteo di fedelissimi (chissà dove andranno a rifocillarsi) e annuncia che di lì a mezzora si inizia: a un tratto lo vedo lanciare il cappello a qualcuno, con un grido di entusiasmo. Assisto all’incontro con un vecchio amico, molto intenso, commovente e allegro al contempo: sembrano non volersi più sciogliere dall’abbraccio.
GUARDA CHI SI VEDE!
Sono contenta, sto vivendo da un osservatorio privilegiato un bel momento. Sono molto serena, le mie emozioni sono positive e non eccessive. Mi sento perfettamente a mio agio, curiosa e attenta. A un certo punto vedo di fronte a me un ragazzo, che mi domanda, con un tono di voce formale e educato - La signora Sandra? Eccolo, il mio commentatore: Piumino, esiste, non è come pensavo io un ectoplasma, o addirittua un essere multiplo. Un ragazzo molto educato e gentile, anche lui a Penne per il concerto di un artista che conosce in maniera approfondita e che apprezza. Tra me e Piumino non c’è storia, perché nonostante tutte le mie letture e le mie ricerche, lui ne sa davvero di più. L’ha anche praticato di più, il Cantante. Onore al merito. Una persona discreta e educata, con cui scambierò qualche battuta per tutta la durata del concerto. Mi permetto di citarlo solo perché ha fatto lui per primo, con un commento, riferimento a questo incontro. Non me lo aspettavo e ho molto gradito.
IL CONCERTO DEI CONCERTI
Finalmente inizia il concerto. Mimmo e la sua band pazzesca. Matteo, questa volta al basso e Fabrizio al sax, già li avevo visti, gli altri no. Moreno alla chitarra, Giovanna al violoncello, e infine un giovanissimo, almeno tale sembra, e molto sorridente Daniele alla batteria. Mi pare una new entry, ma non posso affermarlo con certezza.
La prima canzone è Svegliami domattina. Mimmo canterà instancabile circa venti canzoni, e in ciascuna ci sarà posto per mettere in luce la sua vena artistica che stasera è a vertici piuttosto alti, e quella dei singoli musicisti. La nota dominante di questo concerto è il divertimento e l’allegria. Io mi ero immaginata un artista emozionato, come forse lo avevo già visto, e mi immaginavo un certo tipo di conseguenze di questa emozione. Invece mi sbagliavo. Nessuna confusione, nessuno sbandamento, nessuna incertezza, nessun sentimentalismo, ma una grande carica, un grande coinvolgimento, la voglia di lasciarsi trascinare e trascinare il pubblico. Se la sono presa comoda, i suoi concittadini, tanto era un concerto in piedi e lo spiazzo era molto ampio. Sono arrivati con calma, ma sono arrivati, davvero in numero considerevole. Mimmo è contento, si lascia andare, canta e suona davvero bene, scherza col pubblico e con i musicisti. Meno giochi di parole (solo uno che gli piace molto, lo dice sempre: siamo entreneuse, e poi propina la falsa traduzione, siamo tra di noi) nessuna citazione dotta, nessun romanziere, qualche piccola nota di commento a certe canzoni.
Sentite cosa dice ai Pennesi presenti, incitandoli all’applauso: Fate sentire a questi ragazzi (i musicisti) che sono di fuori chi siamo noi, di cosa siamo capaci. Io che mi immedesimo molto e divento pennese per lo spazio di un concerto, applaudo molto e a onor del vero, mi sarei aspettato un po’ di entusiasmo in più dai suoi concittadini. Non che non abbiano dimostrato gradimento, ma insomma, un po’ di calore in più, un applauso un po’ più prolungato…
Noi siamo molto vicini al palco, ma sul tardi, quando molti iniziano ad andare via, per l’ora tarda, perché i loro bambini ormai si sono addormentati in braccio, perché fa un po’ freddo, ci avviciniamo ancora di più. Per terra ormai c’è un tappeto di gusci di noccioline…
Questa volta mi sono lasciata un po’ andare. Ho urlato, si proprio urlato un paio di bravo!!!, vergognandomi molto, ma sentendomi molto libera, e, vergogna al cubo, quando il cantante ha introdotto Stella di vetro, - C’è una stella, nel cielo, una stella di… una stella di…- nessuno coglie l’imbeccata e io sorprendo me stessa, sentendo una voce - chissà chi era - urlare VETROOO!!!! Meno male che nessuno ha risposto: Si vetro e lattine, la raccolta è domani mattina. Insomma, mi sto sciogliendo, qualcosa sta cambiando.
Quanto alla mia emozione, è qualcosa di affine alla gioiosa allegria, e poi son contenta che vicino a me ci sia un ammiratore irriducibile con cui poter condividere gusti e sensazioni. Qualcosa sta cambiando, tuttavia, e non me ne dispiace. Sono assai lontana dal batticuore della prima volta, che rimarrà negli annali di Folgorata, e sono assai più vicina a ciò che un’occasione come questa debba essere: un momento ludico di incontro tra artista, musicisti e pubblico, un momento gioioso e unico, perché ogni concerto, mi sto rendendo conto, è una cosa a sé, nonostante ci siano degli schemi fissi, si cantino più o meno le stesse canzoni, a seconda della formazione, e nonostante a volte ci si muova sulla stessa falsariga, (battute comprese) ci sono sempre molte possibili varianti, e c’è una buona dose di imponderabile.
Ha lanciato un invito, il Cantante, ai suoi concittadini, a rispettare la città, a non stravolgerne la storia e la peculiarità architettonica con restauri avventati, in una parola ad amarla di un amore giusto ed equilibrato, cosa che è sempre difficile, in qualsiasi tipo di amore, campo nel quale si è più portati ad eccessi. L’ho visto un po’ intenerito, Mimmo, (lo vedo sempre intenerito nel ruolo di padre del bassista: se lo cova con lo sguardo, e quando lo cita, piume delle sue piume, durante i concerti, ha un tono tutto particolare) quando una bimbetta, alla fine del concerto, gli ha porto un mazzo di fiori. Si è inginocchiato, e le ha dato un bacino. Anche i duri, ex puri, hanno un cuore, ma lo mostrano solo a chi vogliono loro, e quando vogliono loro, che il cuore è un fatto molto intimo da non esibire troppo.
Poiché mi sono molto impegnata per scriverla, al buio, questa scaletta del concerto pennese di Mimmo, ve la propino.
SVEGLIAMI DOMATTINA
CALA LA LUNA
PICCOLA LUCE
ARIA DI FAMIGLIA
OCCHI
CONFUSI IN UN PLAYBACK
IL SUONO DELLE CAMPANE
STELLA DI…VETRO
CORRERE BABY
PASSATO PRESENTE
AIUTO!
VOLA VOLA VOLA
BLU
POVERO ME
BUONI PROPOSITI
IL GIORNO PIÚ DIFFICILE
INTORNO A TRENTANNI
TANGO DIETRO L’ANGOLO
INFINE, COME BIS
NATALINA
PIANO PIANO
Cosa ne sarà di me? Continuerò in questa vocazione di groupie, con qualche poco rilevante differenza rispetto alle groupies vere? Dopo Penne il diluvio? (Anche durante, a dire il vero!) Continuerò a trovare, anche a costo di andarli a cercare tra i rovi e sotto i sassi, spunti per scrivere? Una risposta ce l’ho, e la copio pari pari da quel signore con gli occhiali scuri anche sotto la pioggia: (ognuno ha le sue abitudini) Scelgo di non scegliere, sarà quel che il momento mi suggerirà . Non ho contratti e non me l'ha detto il dottore, e penso che neppure me lo dirà.
Grazie a Chi ha reso possibile, perché da sola non ce l’avrei mai potuta fare, la mia avventura pennese, e non solo quella.
A tre anni dall’ultimo concerto di “Mimmo e band”“a cui ho assistito, l’occasione di Penne si è presentata proprio a fagiolo ma al mio arrivo , con netto anticipo sull’orario ufficiale, la pioggia veniva giù a più non posso e ho pensato proprio che il concerto sarebbe saltato.
RispondiEliminaIl pensiero, giuro, è andato alla “Signora Sandra”: non ci credo, dai, non è possibile – mi son detto – che dopo tanta strada possa prendere questo “pacco”!
E poi, davanti al monumento simbolo di Penne, ci sono ancora i lavori in corso! E adesso? Poi ho notato il palco in un parcheggio: mio Dio! Orrore!
Ok, andiamo avanti. Passeggiatina per la stupenda cittadina, rifocillamento e via al parcheggio.
Folgorata è subito a tiro: ripeto, gran persona! Non dico altro perché non saprei come sperticarmi: mi piacerebbe, un giorno, dividere un desco in terra sarda.
Il concerto è iniziato forse un po’ troppo tardi: se non sbaglio le 22:00; martedì si lavora, fa freschetto e poi c’è sempre la pioggia in agguato. Mi aspetto “Le cose normali” ed invece è “Svegliami domattina”: è l’inizio di un viaggio a ritroso negli anni. Che bello, scaletta quasi immutata: cala la luna, piccola luce, occhi. C’è tanta gente e questo mi fa un enorme piacere; però potevano lasciarsi andare un po’ di più, i pennesi. Sabato 11, a Loreto Aprutino avevo assistito al concerto di Branduardi (eccezionale!) e i loretesi sì che si erano fatti sentire.
Mi sono ritrovato a cantare tutte le canzoni in un incredibile crescendo di emozioni e sensazioni, con Mimmo che non si risparmiava in nulla (con amplificatori e casse più potenti magari crollavano le antiche mura vestine); Piumino si lasciava andare a diversi “bravo!”, mani spellate e, proprio lì vicino, notava Folgorata in atteggiamento “emozionale” leggermente diverso dalle sue descrizioni.
Nel bis mi aspettavo Pixi Dixie Fixi ma va bene lo stesso. Una scaletta godibilissima con quasi tute le mie canzoni preferite.
Grande Mimmo, grazie a tutti quelli che c’erano in questa serata magica e, a quelli che non c’erano posso solo dire: CHE VI SIETE PERSI!!!!!!
Piumino
Piumino,ti rispondo subito: sono in ferie e posso permettermelo. Se verrai qui,sarà certamente un piacere dividere il desco. Devi solo annunciarti.
RispondiEliminaGrazie per la cronaca delle tue sensazioni.
Quanto al mio atteggiamento emozionale, come ti ho detto, qualcosa è cambiato. Il mutamento è nella natura delle cose, negli scambi e nelle interazioni. Io oltre che una donna di emozioni, sono anche una donna ironica e concreta, altrimenti non potrei sopravvivere.
Ti abbraccio e ti ringrazio ancora una volta, perchè tu sei stato davvero protagonista, in questa storia.
A presto
Conosco Sandra da tempo. Ogni tanto entro qui, ma a lei non l'ho mai detto. Imprevedibile è imprevedibile, per cui magari la vedi in un modo, ma può benissimo essere l'esatto contrario. Non l'avrei mai fatta fan (ma è tutta una scusa...) di cantante, ma, come si usa dire, ci può stare. Una sola cosa, mi domando: che avrà di così speciale, questo cantante, per farle scaturire tutto questo mare di roba che ha scritto, Sandrina? Non posso fare altro che invidiarlo, quel signore.
RispondiElimina....
????????????????????????????????????????????????
RispondiEliminaMi vuoi far morire di curiosità? Avevi paura che mi montassi la testa, a dirmi che leggevi il blog? Che scusa e scusa, sono fan dalla radice dei capelli alla punta del naso. Se magari la prossima volta mi dici chi sei, ti racconto i dettagli di persona.