Più tento di approfondirla, questa
materia di studio chiamata Cantante, meno la possiedo. Proprio
mentre mi pare di riuscire ad afferrarla, mi sfugge. Ancora, talvolta, riesce a sorprendermi,
materia multiforme e non facilmente imbrigliabile, fluida, - quando non è
granitica - magmatica e viva. Ore dedicate all’ascolto di materiale di gente che si scrive, si canta
e si suona canzoni, poi gliele invia. Spinto da vari fattori,
correttezza, forse, nei confronti di chi ripone in lui fiducia e aspettative, curiosità,
speranza di essere sorpreso e di trovare qualcosa che lo colpisca, ascolta.
Tutto questo senza tornaconto, perché immagino non ci sia un ritorno monetario. Qualche tempo fa, la produzione di un nuovo talento della musica d'autore, avrebbe
potuto rientrare nei suoi progetti, ora non più, sempre che nel frattempo non
ci siano state evoluzioni. Dopo l’ascolto, delusione e giudizio implacabile. Mimmo boc(c)ia tutti. Il mondo va avanti
e quelli son lì a proporre clichés di un passato lontano, che ora non hanno più
senso perché bisogna adeguarsi ed essere testimoni
del tempo che si vive, attraverso forme espressive e tematiche anch’esse
adeguate ai tempi.
L’unica considerazione che mi
sento di fare, dopo aver letto il post di Mimmo, che mi ha sorpreso non tanto
per i concetti espressi, che già sapevo appartenergli, ma perché nelle maglie
preziose del suo tempo e delle sue molteplici attività riesce pure a infilare
questi ascolti più o meno ingrati, in quantità non modeste, è questa: se un
ragazzo, ma anche una persona più matura, sente impellente l’esigenza di
esprimersi attraverso una manifestazione creativa, di qualsiasi tipo, nel caso
specifico la musica, può tranquillamente farlo. A casa sua, tra i
suoi amici, a qualche festa, perfino in qualche locale dove, magari, gli
consentiranno di esibirsi gratis per farsi
conoscere, o gli offriranno una consumazione o un piccolo compenso. Si
diverte lui e forse, ma non è garantito, si diverte chi lo ascolta. Un piacevole
modo di trascorrere il tempo e di coltivare una passione. Quello che mi sembra
stonato, è il volere ad ogni costo “diventare famosi”, cercare una ribalta più
ampia, da tentare di raggiungere nei modi più disparati e talvolta disperati,
dal talent show, all’invio della
propria produzione, scadente o meno,
vetero-cantautorale o innovativa, a quello che ce l’ha fatta, passando
attraverso una serie di altri canali e percorsi, (che oggi molto viaggiano per
il web), spesso senza quel minimo di senso critico utile per avere la giusta
percezione delle cose. Non di rado, purtroppo, sono i casi più pietosi quelli maggiormente convinti di valere. Dunque bisogna rinunciare ai
sogni? Non si deve neanche tentare? L’esperienza di tanti ci dimostra che la tenacia
è importante, insieme con il talento e con una buona dose di fortuna e di
circostanze propizie, anche di incontri, variabili, queste, davvero determinanti, a parità di talento. No, non
si deve rinunciare ai sogni, e forse fa bene chi le tenta tutte e non si
arrende, nemmeno davanti a un giudizio negativo da addetto ai lavori obiettivo, severo e
autorevole. Magari se facesse tesoro dei consigli sarebbe meglio. Più di tutto non si deve rinunciare alle passioni, che qualche volta possono portare lontano, altre semplicemente rendere più sapida la vita. Quello che non
mi piace è che ci sia, sempre più diffusa, la tendenza a pensare che si esista solo se si ha un pubblico, una notorietà, il tanto decantato successo. Non
conta misurarsi in una cosa che diverta e gratifichi in sé, ma il divertimento e la
gratificazione passano attraverso la fama, il bagno di folla, l’essere
riconosciuti.
Appaio dunque sono.
Ecco, è questo l’aspetto che
proprio non mi piace.
Non posso, infine, anche se al
loro posto mi guarderei bene dall’inviare le mie canzoni tristi e mortifere all'attenzione di chicchessia, e dal sollecitare ascolti, soprattutto in maniera martellante come capita, non immedesimarmi almeno per un istante
nei nuovi cantautori in attesa di giudizio. Fuggo via immediatamente da questo tipo di attesa, perché mi procura un gran disagio e una grande
sofferenza.
Non posso neppure chiudere senza aver sottolineato la costante generosità che il nostro Cantante dimostra nell'elogiare alcuni suoi colleghi più giovani. Non manca occasione per citarli ed esprimersi nei loro confronti in termini lusinghieri, e questo gli fa onore: non è proprio da tutti.
Nessun commento:
Posta un commento