Il nostro Cantante, in una occasione recente, ha invitato il suo pubblico ad essere presente a un suo importante concerto almeno col pensiero, nell’impossibilità di esserci fisicamente. Da che ho intrapreso questo percorso…iniziatico, ho rivolto più di un pensiero misto a un po’ di sofferenza, nelle tante occasioni in cui non ho potuto partecipare personalmente. Fosse per me diventerei una specie di “suppellettile” da concerto, al pari dei microfoni, degli amplificatori, degli strumenti, o della valigetta dove il Cantante custodisce i suoi CD, da mettere a disposizione del pubblico, dopo la performance. Insomma accarezzo l’idea di una Folgorata custodita dentro un trolley antiurto, tutta ben piegata, magari conservata sottovuoto, con le funzioni vitali ridotte al minimo, in una sorta di letargo autoindotto, che al momento giusto salti fuori per seguire il concerto, dovunque sia. Non è molto grande, quindi piegata in quattro può essere trasportata come bagaglio a mano in aereo, o sistemata nel cofano della macchina, insieme alle altre valigette con diverso contenuto.
La manifestazione di stanotte, e cioè la lunga notte nel borgo medievale di Roccacaramanico in festa, all’interno della quale il concerto di Mimmo sarà solo una tappa (si presenteranno libri, si celebrerà pure una messa dedicata Celestino V, si pianteranno un certo numero di alberi, si camminerà attraverso i sentieri di montagna per arrivare a vedere sorgere il sole, e in conclusione, verso le sette del mattino, si offrirà ai presenti una bella colazione di un tempo, sana, a base di prodotti del luogo: pane appena sfornato, latte appena munto e altro ancora) sarebbe stata per me un momento di autentica gioia. Al di là del concerto stesso, Mimmo in trio con Matteo e Fabrizio, già visti e apprezzati ormai in diverse occasioni, avrei certo goduto della bellezza del borgo, del movimento di gente allegra, dell’alba in montagna. Avrei apprezzato il fresco notturno dei mille metri, perché, pur nata e vissuta sul mare, mi vanto di avere nel sangue la montagna degli avi, e avrei sfoggiato volentieri un bello scialle pesante, stanotte. Lo so, è più adatto e pratico un giubbotto, ma lo scialle fa più scena. Solo che mica si può avere tutto, o fare tutto: spesso, nonostante il desiderio ardente, si deve, con dolore, ma anche con rassegnazione, rinunciare. Quanto al letargo autoindotto che mi permetta di sopravvivere a lunghe permanenze nel trolley, a breve seguirò un corso, e ne seguirò anche uno per contorsionista. (Mi viene sempre in mente una Mariangela Melato di tanti anni fa, magrissima e agilissima, che veramente sbucò fuori, in una di quei varietà del passato in prima serata, da una valigia, e poi, altrettanto agilmente, vi rientrò.)
Nell’attesa di tutto ciò, tento un esperimento di intima, non so se semplice, connessione con il palco della notte bianca, intorno alle 22,30-23,00.
Con che cosa iniziamo? Un po’ di tempo ancora? Vola vola vola ancora più sentita visto che siamo in terra natia? Siamo noi, che è una sorta di manifesto di identità, e c’è molto affezionato, Mimmo. Non so in che ordine, ma le farà forse tutte e tre. Mi tuffo negli occhi dell’artista, con l’intento di manifestargli tutta la mia sconfinata ammirazione, senza parlare, perché le parole talvolta rovinano tutto, e lui, da non crederci, canta proprio Gli occhi, che, tra le sue canzoni, è ancora una di quelle che fa venire i brividi, sempre, ogni volta che la canta. A volte dice di commuoversi anche lui, a cantarla; a volte fa il cinico, e racconta al pubblico che tutto quel tormento e sentimento erano finti, cioè erano solo dentro la canzone.
Sapete che in certi casi, quando una storia finisce, non necessariamente un amore, non c’è bisogno di dirsi addio, perché la fine era già tutta nella storia stessa? Insomma, a suo avviso non c’è bisogno di formalizzare. Faremo in tempo a dirci addio, senza nemmeno un addio… Punti di vista, con e Senza un addio, le storie che finiscono lasciano sempre qualcosa, a volte un gusto un po’ amaro, altre un grande senso di liberazione.
Vedo bene? Cosa fa, ora, si alza? Con un bicchiere in mano? Una vita che scappa…Questo è il mio momento, non devo perdere nemmeno un istante, perché poi mica è il video del CJC che guardo e ricomincio a guardare dieci volte, quando non c’è nessuno nei dintorni, beninteso. Certi piaceri sono da coltivare in beata solitudine. Mimmo ricomincia, please! E lui da capo, senza protestare, esegue.
Torna al pianoforte. Si sente a casa, anzi è a casa, e poi come sempre accanto a lui c’è un contrabbassista che casualmente porta il suo nome… Aria di famiglia.
Altra lunga introduzione musicale…Batte le mani…un’altra delle mie preferite, Passato presente. Sto per mettermi a piangere di gioia, e non vorrei che in questo esperimento telepatico insieme con il flusso di pensieri arrivassero anche le lacrime, e che qualcuno le scambiasse per pioggia… Stanotte non è prevista.
No, ti prego, anzi ti imploro, non ricominciare con la storia di quel ragazzo, del romanziere austriaco…lo sai che non la sopporto! Va bene, se è lo scotto da pagare per poter sentire una canzone di limpida bellezza come L’interpretazione dei sogni, posso passarci sopra, anzi, non ho capito bene: mi puoi raccontare di nuovo la relazione tra la tua canzone e l’omonimo romanzo di quel ragazzo austriaco di tanto tempo fa? Nooo, niente da fare?
Va bene, si, ci sto: Il giorno più difficile la ascolto molto volentieri, anche per una forma di immedesimazione: non si può dire che la testa non mi sia andata in bambola, in tutta questa vicenda. Eccoci, ora canta Piccola luce, il classico dei classici che mi dà sempre allegria, ma mi procura ancora qualche palpito, perché tutto è partito da lì… Di nuovo una lunga introduzione musicale, eccola, la canzone trascinante, quella che la canto per ultima perché vado sopra le righe... Tango dietro l’angolo. Che bello andare sopra le righe in questo modo! Questa notte è dedicata à moi!
Omaggio ai musicisti… che presenta di nuovo. Applauso. Saluti e ringraziamenti al pubblico, pubblico di casa, che con il suo calore non ha fatto sentire il freddo, a quest’ora ancora più pungente. I concerti sono tutti speciali, per un artista, ma per Mimmo quelli nel seno caldo e accogliente della sua Mamma Abruzzo sono ancor più speciali.
Scherzi, già finito? Vogliamo il bis!
Buoni propositi, proprio quella che auspicavo! E questo giorno che deve arrivare è già arrivato… Lassù nonostante il freddo si sono riscaldati, perché non c’è niente di meglio che un clima gioioso, fatto di musica e scambio di emozioni tra gli artisti e il pubblico, dentro un borgo incantato in mezzo alle montagne, poi... C’ero anch’io, alla fine ce l’ho fatta, ho messo il mio scialle e sono arrivata. La mia scaletta, se non è proprio come quella realmente proposta stanotte, è verosimile, forse maggiore è il numero di canzoni, ma vere sono le mie belle sensazioni a distanza: ho cercato di imprimere un’intensità particolare al mio pensiero, e l’ho messa tutta in questo piccolo pezzo notturno: a volte i pensieri viaggiano a raggiungono i destinatari, a volte, nonostante la buona volontà, l’esperimento non giunge a buon fine. Forse è necessario che ci sia sintonia tra le parti. Chissà come sono andate le cose, questa volta…
La manifestazione di stanotte, e cioè la lunga notte nel borgo medievale di Roccacaramanico in festa, all’interno della quale il concerto di Mimmo sarà solo una tappa (si presenteranno libri, si celebrerà pure una messa dedicata Celestino V, si pianteranno un certo numero di alberi, si camminerà attraverso i sentieri di montagna per arrivare a vedere sorgere il sole, e in conclusione, verso le sette del mattino, si offrirà ai presenti una bella colazione di un tempo, sana, a base di prodotti del luogo: pane appena sfornato, latte appena munto e altro ancora) sarebbe stata per me un momento di autentica gioia. Al di là del concerto stesso, Mimmo in trio con Matteo e Fabrizio, già visti e apprezzati ormai in diverse occasioni, avrei certo goduto della bellezza del borgo, del movimento di gente allegra, dell’alba in montagna. Avrei apprezzato il fresco notturno dei mille metri, perché, pur nata e vissuta sul mare, mi vanto di avere nel sangue la montagna degli avi, e avrei sfoggiato volentieri un bello scialle pesante, stanotte. Lo so, è più adatto e pratico un giubbotto, ma lo scialle fa più scena. Solo che mica si può avere tutto, o fare tutto: spesso, nonostante il desiderio ardente, si deve, con dolore, ma anche con rassegnazione, rinunciare. Quanto al letargo autoindotto che mi permetta di sopravvivere a lunghe permanenze nel trolley, a breve seguirò un corso, e ne seguirò anche uno per contorsionista. (Mi viene sempre in mente una Mariangela Melato di tanti anni fa, magrissima e agilissima, che veramente sbucò fuori, in una di quei varietà del passato in prima serata, da una valigia, e poi, altrettanto agilmente, vi rientrò.)
Nell’attesa di tutto ciò, tento un esperimento di intima, non so se semplice, connessione con il palco della notte bianca, intorno alle 22,30-23,00.
Con che cosa iniziamo? Un po’ di tempo ancora? Vola vola vola ancora più sentita visto che siamo in terra natia? Siamo noi, che è una sorta di manifesto di identità, e c’è molto affezionato, Mimmo. Non so in che ordine, ma le farà forse tutte e tre. Mi tuffo negli occhi dell’artista, con l’intento di manifestargli tutta la mia sconfinata ammirazione, senza parlare, perché le parole talvolta rovinano tutto, e lui, da non crederci, canta proprio Gli occhi, che, tra le sue canzoni, è ancora una di quelle che fa venire i brividi, sempre, ogni volta che la canta. A volte dice di commuoversi anche lui, a cantarla; a volte fa il cinico, e racconta al pubblico che tutto quel tormento e sentimento erano finti, cioè erano solo dentro la canzone.
Sapete che in certi casi, quando una storia finisce, non necessariamente un amore, non c’è bisogno di dirsi addio, perché la fine era già tutta nella storia stessa? Insomma, a suo avviso non c’è bisogno di formalizzare. Faremo in tempo a dirci addio, senza nemmeno un addio… Punti di vista, con e Senza un addio, le storie che finiscono lasciano sempre qualcosa, a volte un gusto un po’ amaro, altre un grande senso di liberazione.
Vedo bene? Cosa fa, ora, si alza? Con un bicchiere in mano? Una vita che scappa…Questo è il mio momento, non devo perdere nemmeno un istante, perché poi mica è il video del CJC che guardo e ricomincio a guardare dieci volte, quando non c’è nessuno nei dintorni, beninteso. Certi piaceri sono da coltivare in beata solitudine. Mimmo ricomincia, please! E lui da capo, senza protestare, esegue.
Torna al pianoforte. Si sente a casa, anzi è a casa, e poi come sempre accanto a lui c’è un contrabbassista che casualmente porta il suo nome… Aria di famiglia.
Altra lunga introduzione musicale…Batte le mani…un’altra delle mie preferite, Passato presente. Sto per mettermi a piangere di gioia, e non vorrei che in questo esperimento telepatico insieme con il flusso di pensieri arrivassero anche le lacrime, e che qualcuno le scambiasse per pioggia… Stanotte non è prevista.
No, ti prego, anzi ti imploro, non ricominciare con la storia di quel ragazzo, del romanziere austriaco…lo sai che non la sopporto! Va bene, se è lo scotto da pagare per poter sentire una canzone di limpida bellezza come L’interpretazione dei sogni, posso passarci sopra, anzi, non ho capito bene: mi puoi raccontare di nuovo la relazione tra la tua canzone e l’omonimo romanzo di quel ragazzo austriaco di tanto tempo fa? Nooo, niente da fare?
Va bene, si, ci sto: Il giorno più difficile la ascolto molto volentieri, anche per una forma di immedesimazione: non si può dire che la testa non mi sia andata in bambola, in tutta questa vicenda. Eccoci, ora canta Piccola luce, il classico dei classici che mi dà sempre allegria, ma mi procura ancora qualche palpito, perché tutto è partito da lì… Di nuovo una lunga introduzione musicale, eccola, la canzone trascinante, quella che la canto per ultima perché vado sopra le righe... Tango dietro l’angolo. Che bello andare sopra le righe in questo modo! Questa notte è dedicata à moi!
Omaggio ai musicisti… che presenta di nuovo. Applauso. Saluti e ringraziamenti al pubblico, pubblico di casa, che con il suo calore non ha fatto sentire il freddo, a quest’ora ancora più pungente. I concerti sono tutti speciali, per un artista, ma per Mimmo quelli nel seno caldo e accogliente della sua Mamma Abruzzo sono ancor più speciali.
Scherzi, già finito? Vogliamo il bis!
Buoni propositi, proprio quella che auspicavo! E questo giorno che deve arrivare è già arrivato… Lassù nonostante il freddo si sono riscaldati, perché non c’è niente di meglio che un clima gioioso, fatto di musica e scambio di emozioni tra gli artisti e il pubblico, dentro un borgo incantato in mezzo alle montagne, poi... C’ero anch’io, alla fine ce l’ho fatta, ho messo il mio scialle e sono arrivata. La mia scaletta, se non è proprio come quella realmente proposta stanotte, è verosimile, forse maggiore è il numero di canzoni, ma vere sono le mie belle sensazioni a distanza: ho cercato di imprimere un’intensità particolare al mio pensiero, e l’ho messa tutta in questo piccolo pezzo notturno: a volte i pensieri viaggiano a raggiungono i destinatari, a volte, nonostante la buona volontà, l’esperimento non giunge a buon fine. Forse è necessario che ci sia sintonia tra le parti. Chissà come sono andate le cose, questa volta…
La loro notte non ha cancelli, continuerà per molte ore fuori dal palco, magari con lo sguardo verso il cielo terso. Cielo di metà agosto, notte da ricordare.
Ecco. Quest'anno che non sono uscita a vedere le stelle cadenti, accendo il computer di mattina e ne ritrovo una, di giorno, sullo schermo. Per niente cadente, anzi, splendida!!!!!
RispondiEliminaCiao. Mi chiedo se avrai modo di verificare se le tue antennine hanno funzionato bene in ricezione. Sicuramente, le tue antennine, hanno funzionato bene in trasmissione.
RispondiEliminaBip Bip,
mari
Sandra ha risposto
RispondiEliminaEsther, sei tu? Che bel regalo. Addirittura una stella mattutina. Ti abbraccio. Anzi Una abraçada a la mes gran bibliotecaria de Catalunya. (No sciu si anda beni, si no bella figura...)
Mari: le antenne hanno funzionato bene in invio; in ricezione non ho alcun modo scientifico per poterlo verificare. Spesso si verificano interferenze, a volte la ricezione non è simultanea all'invio. Non importa, oggi son contenta perché mi siete venute a trovare voi due!
"Credo sinceramente di avere intercettato molti pensieri che i cieli destinavano a un altro uomo".
RispondiEliminaLaurence Sterne
...A proposito di intercettazioni di pensieri.