Il 23 aprile si festeggia San Giorgio, in catalano Sant Jordi.
San Giorgio, giovane condottiero al servizio di Diocleziano, mori decapitato il 23 aprile del 303 d.C. per essersi rifiutato di perseguitare i cristiani. Questo è un fatto storico. La fama del condottiero, che divenne santo nel settimo secolo, iniziò a diffondersi nei paesi catalani, dove fu presto oggetto di grande venerazione, fino a divenirne il patrono nel 1456. Come spesso succede i fatti storici si fondono con le leggende o ad esse danno origine. Secondo la versione catalana della leggenda, Sant Jordi, valoroso cavaliere, ebbe il merito di liberare il regno dall'incubo di un temibile drago, che esigeva un tributo di sangue molto alto, dato che ogni giorno gli veniva sacrificata una fanciulla. Non era un sacrificio fine a se stesso, costituendo la fanciulla il pasto dell'ingordo drago. Un giorno, la prescelta dalla sorte a tal fine, fu una bellissima principessa. Jordi, venuto a conoscenza del fatto, diede fondo a tutto il suo coraggio e uccise il drago con la sua lancia. Dal sangue del drago, che doveva essere copioso, nacque un roseto dal quale il cavaliere colse la rosa più bella e la offrì alla principessa, con la quale, come da copione, visse una romantica storia d'amore. A questo fatto si fa risalire l'antica usanza catalana di donare, il 23 aprile, una rosa alle fanciulle e alle donne. La faccenda però si complica. Dalla metà degli anni venti in Catalogna, su impulso dello scrittore Vincent Clavel Andrès, si individuò una data, in origine il 7 ottobre, giorno di nascita di Miguel de Cervantes, dedicata al libro, e quindi alla promozione della lettura. Qualche anno dopo si decise, su proposta dei librai catalani, di spostare la Festa del Libro al 23 aprile, data in cui ricorre la morte di diversi scrittori, tra cui lo stesso Cervantes e William Shakespeare, nonché festa di Sant Jordi. Il 23 aprile in tutta la Catalunya, ma è a Barcellona che la festa assume un rilievo e un fascino particolari, cultura e amore per la lettura e amore-passione si fondono, dando vita a quella bellissima usanza che prevede che gli uomini donino una rosa alle donne, amiche, mogli, fidanzate o compagne che siano, mentre gli uomini ricevono in dono, dalle stesse, un libro. Una giornata molto romantica, certamente, ma anche un business, visto che il 23 aprile le librerie fanno (finalmente), grandi affari. Poi, siccome le buone abitudini si diffondono, nel 1995, l'Unesco ha proclamato, partendo dall'esempio catalano, il 23 aprile "Giornata mondiale del libro e del diritto d'autore". Cosa c'entra Mimmo con quanto ho appena raccontato: molto, ma diamo tempo al tempo. Per ora posso solo anticipare che, avendogli già donato delle rose virtuali, quando ero una Folgorata più giovane e certamente più romantica, sovvertendo i ruoli, oggi rientro nei canoni e gli regalo, virtualmente, un libro, o meglio un altro consiglio di lettura non richiesto, che potrebbe essere, ad esempio, "I migliori anni della nostra vita", di Ernesto Ferrero, che racconta l'avventura della Casa editrice Einaudi e i suoi protagonisti. Mimmo, leggi, ma se vuoi continua pure a scrivere. Hai visto come ti sei divertito e quante nuove esperienze hai vissuto in quest'ultimo anno?
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