In quella vita da vagabonda del web che non avrei mai pensato di vivere, mi ritrovo a percorrere larghi viali e piccoli vicoli, strade asfaltate e piazzette romantiche. Dovunque posso trovare qualcosa in grado di suscitare il mio interesse, se non ho tanta fretta e posso fermarmi davanti a una vetrina che espone oggetti vintage (leggi: vecchie interviste o comunicati che contengono particolari di cui neppure Mimmo, Piumino ed io ancora eravamo al corrente), oppure a un modernissimo megastore che propone gli ultimi prodotti ipertecnologici (leggi: interviste recenti, al pari di quelle di cui ho fornito, con molta generosità, il link qualche post fa).
Mimmo quanto hai parlato in questo periodo? Sembri uno condannato al silenzio per secoli, a cui poi viene d'improvviso concessa la possibilità di esprimersi. Intendiamoci, per me è grasso che cola. Se potessi mettere in fila tutti i caratteri che compongono le parole che sono state da te pronunciate in questi ultimi mesi, e potessi da equilibrista camminarci sopra, arriverei certo molto lontano.
Ecco dunque un'altra lunga intervista che ho scovato durante le mie scorribande.
Per conoscere il senso del titolo bisogna leggere l'intera intervista.
A dire il vero oggi ne ho letto pure un'altra, ma mi rifiuto di inserire il link, perché, per quanto sia chiaro che certi svarioni siano in fondo peccati veniali (mica tanto), dovuti a fretta, distrazione, o a un innamoramento folle, uno che per lavoro scrive di musica dovrebbe controllare prima di pubblicare. Piccoli spostamenti e Delitti imperfetti sono da brivido. Sei d'accordo, caro Mimmo?
In attesa del nuovo Songbook (...).
In attesa del nuovo Songbook (...).
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