A me quel cioè, forse non proprio correttissimo se usato per introdurre un testo, perché come Mimmo sa da molto prima di me, servirebbe a esplicare un concetto precedentemente enunciato, era piaciuto, mi aveva suscitato simpatia. Il ricorso a quella parolina, per essere precisi una congiunzione, che tanto andava di moda quando ero giovane, ed era usata, o meglio abusata, appunto, soprattutto dai giovani, anzi dai cciovani, mi ha messo di fronte un Cantante giovane, pieno d'entusiasmo, in questi giorni lontano, ma comunque vicino, felice di comunicare la gioia che gli ha dato trascorrere una serata non programmata in un locale in cui era entrato per caso, magari solo per bere qualcosa, e invece quello che ha trovato, la musica, l'ambiente, la birra, gli sono piaciuti e la sosta si è piacevolmente protratta. Mi è piaciuto tanto quel cioè, e non mi è piaciuto quell'insomma, che ha rappresentato un ripensamento, un ragionamento su qualcosa di istintivo e spontaneo.
Cioè, insomma, Norah Jones era nel locale, si dice, ma non si vedeva.
Ci penso io, te la materializzo all'istante. Eccola qui. Non è sola, è venuta con un gruppo di amici, una band pazzesca, come dici tu, perché pensa che questo connubio tra lei e loro possa incontrare i tuoi gusti. Canta una sua versione di Jolene, una delle canzoni da me più amate, e più ascoltate, anche nella versione originale di Dolly Parton. Una storia straziante e comune, tema ricorrente di molte canzoni, qui trattato con efficacia e passione particolari, e di molte vite. Nella vita, talvolta i ruoli sono interscambiabili. A volte può capitare alla stessa donna di essere Jolene, magari meno bella, altre di essere la donna disperata che implora l'altra di non portarle via l'oggetto del suo amore. Accade anche questo, di implorare, anche se alla fine, che ce ne facciamo di uno che ci sta accanto, mentre pensa alla Jolene di turno?...
Oggi Folgorata si è messa a pontificare sull'amore...
Ascoltiamoci Jolene, che, insomma, è molto meglio .
Cioè, insomma, Norah Jones era nel locale, si dice, ma non si vedeva.
Ci penso io, te la materializzo all'istante. Eccola qui. Non è sola, è venuta con un gruppo di amici, una band pazzesca, come dici tu, perché pensa che questo connubio tra lei e loro possa incontrare i tuoi gusti. Canta una sua versione di Jolene, una delle canzoni da me più amate, e più ascoltate, anche nella versione originale di Dolly Parton. Una storia straziante e comune, tema ricorrente di molte canzoni, qui trattato con efficacia e passione particolari, e di molte vite. Nella vita, talvolta i ruoli sono interscambiabili. A volte può capitare alla stessa donna di essere Jolene, magari meno bella, altre di essere la donna disperata che implora l'altra di non portarle via l'oggetto del suo amore. Accade anche questo, di implorare, anche se alla fine, che ce ne facciamo di uno che ci sta accanto, mentre pensa alla Jolene di turno?...
Oggi Folgorata si è messa a pontificare sull'amore...
Ascoltiamoci Jolene, che, insomma, è molto meglio .
Da una congiunzione piccola piccola uno dei tuoi soliti piccoli gioielli di scrittura.
RispondiEliminaFantasia, sentimento e ironia sono il tuo bagaglio quotidiano, che ti auguro possa accompagnarti sempre, cara Sandrina.
P.
E non sai cosa potrei tirar fuori partendo da una particella pronominale, se Mimmo introducesse in tal modo un suo post!
RispondiEliminaCon immensa gratitudine.
F.