Il termine mosca ha molti significati, da solo o usato in espressioni idiomatiche.
Ci troviamo di fronte a uno dei tanti esempi che testimoniano la ricchezza della nostra lingua.
Come una mosca, volerò libera in cerca dei vari contenuti semantici di questa sequenza di cinque lettere, sperando di non incappare in qualche cacciatore spietato.
La mosca è un insetto, appunto, assai molesto.
Da sarda, anche se non lo mangio, ma ce l'ho nel DNA per quanto ne hanno consumato i miei predecessori nell'albero genealogico, in particolare la nonna materna campata anni centodue, non posso non ricordare la larva della mosca casearia, quella che rende possibile su casu marzu, per alcuni prelibatezza, per altri puro orrore.
Se non ricordo male, il neo finto con cui le damine del settecento si adornavano il volto e il decolleté, si chiama mosca.
Mi è capitato spesso di sentire chiedere (a volte anche alle sette del mattino, in qualche bar paesano) da parte di qualche avventore infreddolito (a dire il vero anche ad agosto) una sambuca con la mosca, che sarebbe un chicco di caffè tostato.
Mosca è anche un cognome; da noi si trova nella variante Muscas.
Che Mosca sia una città, capitale della Federazione russa, lo sanno anche i meno portati per la geografia.
C'è la pesca con la mosca, ci sono i pesi mosca, c'è un pennuto talmente piccino da meritarsi l'epiteto di uccello mosca.
Insomma, ci sono mosche per tutti i gusti: ci sono quelli che non farebbero male a una mosca, tanto sono buoni e innocui, altri che incutono terrore o soggezione e al loro passaggio non si sente volare una mosca. Ci sono quelli talmente straordinari, eccezionali, da poter essere definiti mosche bianche.
Quante volte mi sarò trovata con un pugno di mosche in mano, quante altre mi avranno detto "zitta e mosca". La cosa che mi capita più di frequente è, senza ombra di dubbio, che mi salti la mosca al al naso, o meglio, che me la facciano saltare.
Ieri mi è capitata una cosa inconsueta: mentre rimiravo, in brodo di giuggiole, le foto dell'ultimo Mimmo in concert, davanti a un ispirato primo piano, mi è saltata la mosca all'occhio; ho ingrandito, esaminato con maggiore attenzione e non ho avuto dubbi: nella nicchia sotto il labbro inferiore, appare una piccola infiorescenza. Un caso, un ciuffetto di peli sfuggito alla lama, o un cosciente e meditato cambio di look? Ci sono domande alle quali solo il tempo potrà dare risposta, per ora rimane la testimonianza rappresentata dalla foto in questione. Che Mimmo si sia già occupato di mosche, non è un segreto per chi lo segue, essendo Egli (con Greg), il celebrato autore della canzone Mosche & Mosquitos.
A me, la mosca all'occhio, è saltata immediatamente. Alla faccia di chi mette in dubbio il mio spirito di osservazione.
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