Mimmo & Greg

Mimmo & Greg
Grazie Mariangela, grazie Mimmo!

giovedì 1 ottobre 2009

Chi è cosa ha fatto cosa fa

Note biografiche: le trovate dovunque, sul suo sito, http://www.mimmolocasciulli.com/index01_ml.html in altri siti sul web, nel libro di Mario Bonanno, Mimmo Locasciulli, Sognadoro e altre storie, Bastogi, Foggia, 2007. Ho scritto che non avrei seguito un vero e proprio ordine nel raccontare Mimmo, ma non posso creare un blog monotematico, zoppo e difettoso quanto si voglia, senza parlare dell’unico abitante del blog.

Mimmo nasce a Penne, bel paese di collina dell’Abruzzo, in provincia di Pescara, il 7 luglio 1949. Prima di lui un fratello, dopo due sorelle. Il padre è veterinario , la madre insegnante. Famiglia borghese, ma forti legami con la terra; letture, giochi con i compagni, parrocchia e oratorio, studio della musica; a casa sente i dischi del padre, musica americana raffinata, grandi voci. Frequenta il liceo, immagino il classico, non chiedetemi dove; so che a Penne c’è una scuola d’arte, ma non so se ci sia o ci fosse, quando Mimmo era ragazzo, il liceo. A Chieti, a Pescara, dovunque fosse Mimmo era molto bravo a scuola, sia nella materie umanistiche che in quelle scientifiche. A quattordici anni ha già le idee piuttosto chiare: sa che da grande farà il medico, e sa anche che vuole continuare con la musica. Legge i libri di biologia della zia, laureata in biologia, come fossero romanzi d’avventura e inizia a far parte di vari complessi musicali, come si chiamavano allora quelle che oggi si chiamano band. Ho visto una sua foto buffa di adolescente, con tutti i capelli e con un bel boccolo sulla fronte, diventata presto molto alta. Gira i locali e le feste dell’Abruzzo con queste band, e inizia a scrivere poesie, come molti adolescenti, e canzoni.
Più tardi inizia a nutrirsi di canzone d’autore, ascolta gli chansonniers francesi e quando si trasferisce a Perugia nel 1968, per frequentare la facoltà di medicina, ha la possibiltà di ampliare i suoi orizzonti, anche musicali, e si avvivina al folk, scandinavo (aveva fatto amicizia con uno studente norvegese, folk-singer abbastanza noto nel suo paese) e americano: subisce, lui come molti altri della sua generazione e non solo, la fascinazione dylaniana e quella del nostro grande Fabrizio De André.
Nel 1971 si trasferisce a Roma dove frequenta gli ultimi anni di medicina e si laurea nel 1975. Non ha ancora compiuto i ventisei anni, quindi possiamo dire che non è andato fuori corso. Nei primi anni settanta comincia a esibirsi nel mitico locale romano Folkstudio, dove, lo sanno anche i sassi, hanno mosso i primi passi De Gregori, Venditti, Bassignano, Giorgio Lo Cascio, Edoardo de Angelis e alcuni altri, non troppi. Mimmo dice sempre che c’è un sacco di gente che vanta nel suo curriculum il Folkstudio e invece c’è passata di striscio un paio di volte.
Con l’etichetta Folkstudio pubblica il suo primo, a mio avviso bellissimo, album, solo voce e chitarra, che s’intitola Non rimanere là, sempre nel 1975: questo è un anno cruciale per il nostro, si laurea, pubblica il primo album, inizia a lavorare all’Ospedale Santo Spirito di Roma, e forse mette anche su casa, se non nel 1975 poco dopo, se nel 1977 è già padre del primogenito Guido. Più tardi avrà anche un altro figlio, Matteo. Se sia sposato attualmente non lo so, io mi auguro di si, perché non sono certo fatti miei, ma mi piace l’idea di Mimmo sposato da tanto tempo con la stessa donna. Chissà: in ogni caso porta la fede, e quando parla la tocca in continuazione. Dal 1975 in poi seguirà con impegno e disciplina e anche con successo le due carriere, entrambe per lui vitali. Come medico si occupa di chirurgia generale ed è anche nutrizionista. Attualmente è dirigente responsabile del reparto di Day surgery dell’ospedale citato prima.
Come musicista e autore di canzoni ha al suo attivo 17 album, l’ultimo è Idra, pubblicato a maggio del 2009. L’elenco completo dei suoi lavori lo trovate dovunque, dunque ora non mi attardo a elencarli tutti. In seguito capiterà di parlarne. Siccome è uno che non si accontenta di fare solo le cose che ho detto prima, che non sono poche, di tanto in tanto fa anche il produttore per altri artisti, tra cui nomi celebri come Claudio Lolli, Goran Kuzminac, Alessandro Haber, il figlio Guido, (dedicherò un paragrafetto anche ai ragazzi) e altri ancora. Ha una sua etichetta indipendente, la Hobo, che gli permette la libertà che non aveva quando stava, ad esempio, con la RCA, ma questi ormai sono ricordi lontani. Ha alle porte di Roma, in un paesino minuscolo che si chiama Saracinesco e di cui non fosse stato per lui, mai avrei sentito parlare, uno splendido studio di registrazione. (Non è che l’abbia visto, mi fido di quello che dice.)
Va per la sua strada, Mimmo, e sembra un uomo contento, appagato, ma con una certa inquietudine di fondo, che pur quasi impercettibile, traspare. Gli piace molto la notte, ma anche questo è un tema che approfondiremo in seguito. Sembra uno calmo, non gli piace l’aggressività, non si muove in maniera convulsa, non sgomita e non è presenzialista. Mi pare si adatti molto bene a lui il motto latino festina lente. Mimmo mi sembra proprio uno che si affretti lentamente. Per iniziare può bastare?

Riflessioni personali: ho scritto tutto di getto senza consultare fonti, basandomi sull’elaborazione estemporanea delle tante letture fatte e notizie ascoltate in questi mesi di studio pazzo e disperatissimo. Avessi messo lo stesso impegno profuso nello studio della mimmologia, in altri campi, nella mia vita avrei fatto ben altre cose, ma forse questo blog indispensabile non ci sarebbe. Niente è per caso. (Risata e applauso, please!)

3 commenti:

  1. una vita vincente questo mimmo! tutti i presupposti per essere un uomo felice. Realizzato nel lavoro, nelle passioni, nell'amore????..... INVIDIA!!! "a chi troppu, a chi nudda (si scrive così? :))

    p.s. ora però basta, mi ritiro, per oggi, e lascio spazio ad altri visitatori. pat

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  2. Mi ha telefonato "l'uomo di casa"...sto rientrando ho registrato un cd...bellissimo!!!... ebbene sì cara folgorata e caro mimmo, anch'io ho un musicista in casa...e che musicista!!!

    sempre io, pat

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  3. Deliziosa amica,
    visitratrice costante, gratificatrice entusiasta, temo che pochi altri siano entrati qui. Un po' complicato l'accesso, il percorso obbligato è il profilo di A pesar. Il protagonista involontario credo sia più che altro un uomo con le idee chiare, molto determinato. Credo anche, per l'idea che mi sono fatta di lui, che non ami far sapere troppo i suoi fatti personali e fa bene.
    Al tuo giovane e fascinoso musicista auguro la stessa sorte di Mimmo, sia musicale che professionale, anche se almeno per il momento, la carriera di medico pare sfumata. In amore mi pare sia messo benissimo, dopo le sofferenze infantili. Almeno uno in casa!

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