Mimmo & Greg

Mimmo & Greg
Grazie Mariangela, grazie Mimmo!

lunedì 29 dicembre 2014

2015

Siamo agli sgoccioli, mancano ormai pochi giorni al 2015, anno che segna un traguardo importante (la ricorrenza dei quarant'anni), nella vita professionale (duplicemente intesa) e anche personale, del Nostro. Lo ripeto ancora una volta, il 1975 fu per il giovane Mimmo l'anno in cui tutte le rotte erano ormai state tracciate. Dei progetti per festeggiare i quarant'anni dalla pubblicazione di Non rimanere là, ha raccontato ampiamente Egli stesso, e con uno spirito molto positivo e propositivo, non molto tempo fa. Ci sono tutte le premesse e le condizioni favorevoli perché il 2015 sia per lui un anno ricco di esperienze gratificanti, di grandi soddisfazioni, forse di svolte. Io terrò la finestra aperta, per poter meglio udire le voci provenienti dalla strada, e di tanto in tanto mi affaccerò, col pretesto di pulire i davanzali. 
Al 2015, anno di trepide attese.

mercoledì 17 dicembre 2014

IL RE DELLE NOTTI BIANCHE


Da agiografa attenta, da qualche giorno sono sulle tracce di questo evento, che, come si evince dalle informazioni riportate sulla locandina, è una notte bianca, densa di appuntamenti e ospiti, che animerà la città di Pescara, in uno dei suoi luoghi simbolo, il bell'edificio che fu sede della fabbrica dove si produceva il famoso liquore Aurum, citato anche dal mio amico Ghiottone errante, al quale, nel suo vagabondare per l'Abruzzo, fu, con altri liquori, copiosamente offerto. Ora, come spesso accade, quella che fu la distilleria dell'Aurum, il cui nome pare sia stato scelto dal Vate in persona, ha cambiato destinazione d'uso ed è diventata un importante centro culturale polivalente. Una notte bianca mi pare l'evento giusto per uno poco amante di Morfeo come il Nostro, che ne ha al suo attivo diverse, artisticamente parlando, ad esempio le notti augustine di Roccacaramanico, quella all'Università degli studi  Roma Tre, o anche molto più private ma con una finalità resa pubblica, le notti insonni a cercare negli scantinati di sé stesso, durante la laboriosa genesi di Idra
Gli rubo volentieri un'espressione contenuta nella sua canzone Dolce vita, e lo nomino Re delle notti bianche per diritto dinastico. Noto con piacere che l'immagine utilizzata nella locandina non è più quella, bella, ma ormai inadatta al momento attuale, della copertina di Idra, ma quella di un concerto recente, con la camicia bianca (abbinata alla notte) da smoking, che a mio avviso è una delle mises più riuscite, anzi la più riuscita. 
Mi auguro che la manifestazione abbia un grande riscontro, e che ci sia un'ottima affluenza di pubblico soprattutto al concerto di Mimmo, che inizierà a cantare intorno all'una nella sala dell'Aurum dedicata a un altro grande dell'Abruzzo contemporaneo: Ennio Flaiano. Il caso vuole che abbia appena letto un interessante articolo sulla travagliata storia del Melampus di Flaiano, diventato dopo una serie di tribolate vicissitudini, il film La cagna di Marco Ferreri, con Mastroianni e la Deneuve, nel quale Flaiano vide del tutto snaturato il suo progetto iniziale. 
Non mi resta che procedere all'incoronazione ufficiale del Re delle notti bianche: uno dei privilegi del ruolo, così il re non sarà più senza corona


lunedì 1 dicembre 2014

GIORNI DIFFICILI

Se New York chiama, si sa, bisogna rispondere. Certo, avrebbe potuto svegliarsi per tempo, la tua New York, e chiamarti prima dell'arrivo del grande freddo, ma chi fin dall'infanzia si affaccia alla finestra e vede montagne innevate, non si lascerà scoraggiare da una temperatura rigida, metterà in valigia qualche capo adatto e partirà. Tu posti "Scuro" dal tuo album "più riuscito e sofferto", che ti ha condotto a una N.Y. ormai nota e familiare, io, che rispondo (quasi) sempre alle chiamate, anche a quelle non esplicitate,  posto "Il giorno più difficile", dal tuo album "insuperato e insuperabile", che risale al tempo in cui per te, la città, era ancora tutta da scoprire. Allora batticuore da innamoramento recente e ora sentimento solido da amore maturo, con ancora molti guizzi di passione. 
Io continuo imperterrita nella mia missione di postatrice compulsiva: avere un fine nobile nella vita, aiuta a trovare sollievo anche nei giorni più difficili.

Il giorno più difficile - Mimmo Locasciulli (1991)

lunedì 24 novembre 2014

Tom Waits live at Premio Tenco 1986 Sanremo-Italy



Si, certo, non racconto niente di nuovo, ma mi piace ancora una volta ricordare un momento importante della carriera di Mimmo. Di lui nessuna traccia in questo video, ma lui c'era, in quell'occasione, e non ebbe un ruolo da semplice spettatore. Indossava una cravatta che oggi forse non porterebbe più, di cui è rimasta traccia in qualche foto che lo ritrae con uno dei suoi artisti più amati, e nel suo volto sono parimenti visibili felicità ed emozione, non disgiunte da un certo stupore. Della circostanza e di ciò che avvenne quella sera, compreso un incontro che avrebbe dato buoni frutti non molto tempo dopo, ho scritto altre volte, con dovizia di particolari. Solo che in passato non condividevo video, cosa che ora, invece, parrebbe la mia attività principe.
Una curiosità, e chiudo: a Tom Waits, sul quale è stato scritto moltissimo, è stato perfino dedicato su "Civiltà Cattolica" (Quaderno 3762, 17/03/2007), la rivista della Compagnia di Gesù, un articolo di cui è autore il direttore Antonio Spadaro, intitolato "E l'alba esplose come una frustata". Da leggere, se non lo si è ancora letto.

mercoledì 19 novembre 2014

FOLKLIVESHOW N.4 - parte1

FATTIVO ESAURIENTE CONVINCENTE AFFETTUOSO

Nel titolo c'è tutto il post di oggi.
Da una parte lo esige il poco tempo a disposizione, dall'altra la convinzione che a volte l'estrema sintesi valga più di una verbosa analisi.
Sono molto felice e molto più fiduciosa delle altre volte.
Aspetta primavera, Folgorata...

martedì 18 novembre 2014

NUOVO "NDUO" COMICO?


Chi può dirlo? Potrebbe essere il presente artistico di Mimmo, la strada della comicità, e della comicità nell'idioma patrio. Chi meglio dell'amico e compagno di tante avventure Germano-'Nduccio, potrebbe avere un ruolo maieutico, e aiutare Mimmo a tirar fuori e rendere pubblico un aspetto che magari (a parte qualche siparietto durante i concerti) conosce solo chi divide con lui momenti conviviali (celebri, ad esempio, le sue imitazioni), ma che il suo pubblico consueto fa fatica a immaginare? Solo 'Nduccio. Sarei molto felice se dietro le parole di Mimmo, a corredo della foto che gli ho prontamente rubato, ci fosse più che un'intenzione un progetto vero e proprio. Ne sarei contenta soprattutto perché il mio terzo occhio (con che coraggio parla di terzo occhio una come me, con un occhio ambliope, l'altro miope e ora anche presbite, di fatto una povera cieca) vede, in questo periodo, un Mimmo leggermente sottotono, lievemente rimuginante e amareggiato (certo elucubrazioni di un terzo occhio che ha bisogno di accurata visita oculistica) e un tuffo in una nuova esperienza di tipo totalmente diverso, con un caro amico, sarebbe un vero toccasana. 
Allora avanti con questa follia. Io aspetto, con la solita trepidazione, la prima nazionale dello spettacolo d'esordio del nuovo 'nduo comico. 

'Nduccio "dal dottore" parte 1

lunedì 10 novembre 2014

giovedì 6 novembre 2014

RECIDIVA

Mi è capitato altre volte di raccontare qui i miei sogni. Lo faccio senza alcuna censura e con tutte le conseguenze del caso anche oggi. C'è Mimmo di mezzo, è evidente, anche se i sogni raccontano chi li produce, e non chi li popola. 

Sono a Oristano, che di Oristano ha veramente poco, ma assomiglia un po' ad Alghero, un po' a una cittadina del sud della Francia, e anche a Tossa de Mar, che si trova in Catalogna. Si respira una bella atmosfera. C'è gente che passeggia, ci sono negozi e caffè, tutto è molto ovattato, non si sentono rumori. Anch'io passeggio, e sono affascinata dal colore rosato del cielo, e dalla bellezza della spiaggia che è proprio dentro il centro abitato, una spiaggia bianca e setosa, su un mare trasparente: ci vuole fantasia per immaginarsi una cosa simile dentro Oristano, perché è lì che sono convinta di essere. Si accede alla spiaggia da un viale alberato corto e curato. Passa un noto politico locale, un tempo molto in auge. Lascia il vialetto e si dirige verso la spiaggia, dove, in lontananza si intravede un'unica villa. Un passante, leggendo una muta domanda sul mio volto, mi dice che il politico si è fidanzato con una signora del luogo, proprietaria della villa. Va a trovare la sua amata. Ora è la volta di un noto attore romano, un sessantenne ancora in auge, ex pallanuotista. Lo stesso passante mi racconta che anche l'attore si è fidanzato con un signora del luogo, proprietaria della villa. Il passante sta ancora parlando mentre la mia attenzione è catturata da un uomo, che con andatura rilassata, procede verso la spiaggia bianca, assorto nei suoi pensieri. Indossa una tenuta da relax, bermuda e camicia leggera, svolazzante, e porta uno zainetto. Non sono abituata a vederlo così, ma è lui: Mimmo a due passi da me. Mi ritraggo, non ho nessuna intenzione di salutarlo, non siamo a un dopo concerto, e lui è li per i fatti suoi. Si china, si leva le scarpe e si mette a passeggiare sulla battigia, ancora più perso nei suoi pensieri. "Quel signore è un cantautore e medico di origine abruzzese, ma vive a Roma da più di quarant'anni" - il mio informatore non sa che sono la sua agiografa e dopo le prime informazioni essenziali, si mette a recitare l'intera biografia, quella di Wikipedia. Compiuto questo dovere, mi racconta il motivo della sua presenza qui "Anche lui è qui perché si è fidanzato con una signora del luogo, la proprietaria della villa".
Poi mi sono svegliata, felice di essere stata discreta e di non aver importunato il mio Cantante colto in un momento di vita privata. Che cosa sia potuto accadere poi nella villa sulla spiaggia, non lo saprò mai. Mi auguro solo che il tutto si sia svolto in un clima civile e che la signora molto corteggiata abbia finalmente scelto, tra i suoi spasimanti, quello giusto.

martedì 28 ottobre 2014

TEORIA DELL'ETERNO RITORNO



"IL FUTURO (Corsi e ricorsi storici)
Avverto un certo interesse e un certo fermento attorno a questa canzone, più o meno come quando pensai di inciderla. Sensazioni positive, comunque. Talvolta le buone intuizioni portano buoni frutti… vedremo". (M.L.)

Non intendo ripetere che The Future è una canzone del 1992 di Leonard Cohen da cui prende il titolo un intero album (fossi stata una che di musica ne mastica, avrei detto title track e non mi sarei sbagliata; fossi stata una noiosa maestrina, l'avrei definito brano eponimo). Non intendo neppure ripetere che Mimmo ha inciso un bell'album di cover, una sorta di omaggio a tutta quella gente che suona e canta in inglese e al cui cospetto Egli si inchina, e che lo ha fatto nel 1998, quando era a un bivio, sia come artista (di lì a poco avrebbe sciolto il contratto con la Polygram), che come uomo (di lì a poco avrebbe compiuto cinquant'anni, e anche se non sono un uomo garantisco che dopo è tutta un'altra storia, solo che qualcuno lo ammette, qualcun altro no). Mi guardo bene dal ricordare per l'ennesima volta che Il Futuro anche qui dà il nome all'album, mi astengo dal dire che la traduzione è di un noto cantante (ora gli piace essere definito così, proprio come io chiamo Mimmo: il Cantante) e che di questa canzone esiste un video ben realizzato grazie al quale per la prima volta (quando ho comprato il Cofanetto Universal) sono potuta entrare, seppur in maniera virtuale, in un bel posto dove poi sono stata, (sempre in maniera virtuale, sia chiaro) un sacco di volte. Non torno su queste cose, perché mi annoio a morte.

Non sono neppure sicura che stasera mi sarei messa alla tastiera se al titolo del minuscolo post di Mimmo, breve, ma ricco di spunti e suscettibile di varie interpretazioni, non fosse stato aggiunto un sottotitolo che mi ha ispirato. Mimmo filosofo continua ad avere su di me un forte ascendente, non lo nego. 

Mi ha messo addosso una certa curiosità. Che vorrà dire? Il fermento che egli avverte intorno alla canzone sarà dovuto a una certa attualità del testo, che persiste, o al gran parlare intorno a un evento epocale, al quale tra qualche settimana tutti avremo la fortuna di poter accedere e al quale la stampa, specializzata e non, sta dando un grande risalto? Mi conforta comunque leggere che le sensazioni di Mimmo sono positive. Mi auguro di poter assaporare dei frutti dolci e succosi... come già tante volte in passato: corsi e ricorsi storici, appunto. I tempi son maturi, come i frutti, non so bene per cosa, ma lo sono. Son pronta a tutto.

sabato 18 ottobre 2014

VENDEMMIA



La mia solita sfera di cristallo, a dire il vero attualmente con qualche crepa e un po' appannata, mi svela che questi, o quelli appena trascorsi, per Mimmo sono giorni di vendemmia, e di alacre attività di cantina. 
Come sarà andata, quest'anno? 

lunedì 6 ottobre 2014

IL GHIOTTONE ERRANTE



Paolo Monelli (Fiorano modenese, 1891 - Roma, 1984), giornalista poliedrico dalla lunghissima carriera, sul quale non mi soffermerò qui, consigliando eventualmente la lettura della voce a lui dedicata nel Dizionario biografico degli Italiani (reperibile anche online), scrisse nel 1935 un piccolo libro, intitolato Il ghiottone errante, che mi offre un piacevole spunto di scrittura.
Monelli, cultore del buon vivere e quindi del buon cibo e del buon bere, viaggiò in lungo e in largo per la penisola, in compagnia dell’illustratore Giuseppe Novello, e sperimentò le diverse cucine e i vini tipici, se non di tutte le regioni d’Italia, delle zone a suo vedere più rappresentative (con qualche inevitabile mancanza, ad esempio la Sardegna), per darne poi conto nella bella edizione pubblicata a Milano nel 1935 dai fratelli Treves, corredata dalle illustrazioni di Novello. L'edizione che ho consultato e di cui ho pubblicato l'immagine di copertina, è del 1938. La prosa è certo un po’ aulica, e risente come è normale che sia dello stile e dello spirito del tempo, ma l’autore ha il dono della leggerezza e di un umorismo sottile, che fanno del suo libro una piccola delizia per chi vi si accosti con l'animo giusto. 

Perché ne parlo qui? A parlare di buongustai, erranti o sedentari non sbaglierei in ogni caso, ma, poiché Monelli tra le regioni degne di una sua visita, ha incluso l’Abruzzo, sono certa di centrare il bersaglio. Si sposta, l'autore, in terra d’Abruzzo, dalla montagna al mare, e certo non racconta solo di cibo e di vino (anzi, non ne parla tanto quanto avrebbe potuto e forse dovuto: si limita ad accenni), ma si sofferma molto sul paesaggio, sulla descrizione dei luoghi, delle persone incontrate, che spesso sono personaggi. Il suo timore iniziale presto fugato, è quello di finire vittima della tradizione della panarda, pranzo di non meno di venti e anche di trenta portate (secondo altre fonti di diciannove e di ventiquattro) riservato a circostanze particolari, espressione suprema dell’ospitalità abruzzese, cui non si può dire di no, per non recare offesa a chi ha preparato e a chi offre. Al nostro viaggiatore furono servite diverse portate alquanto sostanziose, ma non ci fu una vera e propria panarda, che avrebbe messo a dura prova perfino un appetito robusto come il suo. Non so se Mimmo conosca Il ghiottone errante: probabilmente si, ma, se così non fosse, lo invito ad andarlo a cercare e a leggerlo. Il capitolo dedicato all’Abruzzo si intitola P.G.R. (per grazia ricevuta) e per scampato pericolo, che sarebbe quello di essere stati graziati dall’esperienza delle trenta portate. Io mi offro volontaria per una panarda, sia essa di diciannove, ventiquattro, o anche di trenta portate, ma piccine piccine, quasi bocconcini, accompagnate da altrettante sorsate di vino. 
Non potendo riportare tutto il capitolo, mi limito ad alcuni passi strettamente legati al cibo, che somministro sotto forma di bocconcini.

Dal menù di montagna, consumato sul Gran Sasso.

...Vennero in tavola i maccheroni conditi con aijo,oijo e peparzò...Ogni tanto ci veniva sotto i denti un confetto crocchiante che si rivelava aglio, ma questo era nulla in confronto alla barbarica violenza del peperone... Finita la porzione, una sete ruvida ci disseccò...Provammo con un vino rosa ed un vino nero, alternandoli, arzilli e trepidanti. E fecero l'ufficio loro. 
...Vennero poi, gentili, le scamorze di Rivisondoli allo spiedo: formaggine di latte di vacca e di capra che hanno la levità di questi panorami; simili a cavie grassottelle e bofficione, candide, con una strinatura sul fianco. Poi un'insalata di peperoni, pomidoro e melangole anticipò sulla tavola i colori del lontano tramonto... Ecco, col castrato di Rocca di Mezzo, ci passano ora sulla lingua, misti all'aroma selvatico della carne, quei pascoli dolcissimi, pingui di timo, e mastichiamo un verso del D'Annunzio abruzzese: Pensa ai riposi, quando sarà notte! la menta e il timo avrai per origliere.

Finito col cibo, si inizia con i liquori. Li assaggia tutti, ma proprio tutti e ce li presenta: il sangue di Aligi, che par roba per pancini festivi, un liquore giallo detto Brummel, chissà perché, l'aurum di Pescara, la cerasella di Fra Ginepro, ma da uno in particolare è conquistato, il centerbe di Tocco Casauria:
Dicono che lo distilla un mago scontroso, e lo dà solo a chi gli va a genio. Grande alchimista, ad ogni modo. Se mangiando peperoni e maccheroni alla chitarra ingoiammo l'Abruzzo, bevendo di questa preziosa pietra liquida ci mettiamo in comunione con la grande montagna, con tutto il massiccio di roccia nobile e di gelo splendente che sorge a custodire il cuore d'Italia.

Leggendo Il ghiottone errante sono venuta a conoscenza di un'altra opera precedente, di un tedesco gaudente, Hans Barth, che trasferitosi in Italia come inviato del Berliner Tageblatt, non trascurò di effettuare visite puntuali a molte osterie, e di riportare l'elenco completo e le sue considerazioni in un libro dal titolo Osteria, guida spirituale delle osterie italiane da Verona a Capri (prima edizione: Firenze, 1909, seconda edizione, quella che ho consultato io, riveduta ed ampliata, Firenze, 1921). Mi dispiace, le osterie dell'Abruzzo non sono presenti nella guida spirituale. In compenso, l'Abruzzo è ugualmente presente perché la prefazione è curata... indovinate da chi? Dall'Immaginifico in persona. 
Curiosando tra i tanti locali recensiti dallo scrittore di Stoccarda dalla penna spigliata e briosa, ne ho trovato diversi che, per come lo vedo io (o anche per come effettivamente è, chi può dirlo), sarebbero stati perfetti per Mimmo. Uno in particolare avrebbe potuto essere il suo luogo elettivo. Si trovava a Roma, sulla Via Appia, dietro un rustico portone, il gran Bar notturno per Lemuri vagabondi, ideale per il bicchiere della staffa. Mi par di vederlo, in una notte fredda e brumosa, ultimo avventore che si allontana svelto, involto nel suo tabarro, e si lascia alle spalle una scia di luminosa malinconia. 

lunedì 22 settembre 2014

AUTUNNO

Ritenendo azzardato addentrarmi in questioni riguardanti l'autunno astronomico, mi asterrei anche da considerazioni sull'autunno meteorologico. Mi interessa di più l'autunno come stato d'animo, o l'autunno della vita. L'autunno è sempre stata la mia stagione preferita, o almeno quella più congeniale al mio temperamento. Così pensavo fino a non molto tempo fa, provando davanti ai precoci tramonti, un senso di rassicurante calore, non disgiunto da una consolante malinconia. Ora che nell'autunno della vita ci sono in pieno (secondo il tizio che l'altro giorno mi ha chiesto se fossi la figlia di Tia Juanna, la mia rocciosa nonna nata nel 1895 e morta più che centenaria, e purtroppo è già il secondo ad averlo fatto, dovrei più che altro essere nell'inverno più freddo, che nessun fuoco ormai potrebbe più riscaldare), la malinconia scivola talvolta nella tristezza, e in tutta franchezza, non lo so più, se l'autunno è la mia stagione preferita. Non mi consola ormai neppure l'assorta lettura dell'epigramma di Paolo Silenziario, che è uno dei punti cardine della mia formazione e di cui ho parlato anche qui, sul fascino delle donne mature. Ho provato a cercare conforto nell'ascolto della canzone di Mimmo, L'autunno, dopo tutto, (in Sglobal, 2006), di cui ho testé postato un video non ufficiale (non mi pare ne esista uno), che utilizza immagini di un film di rara bellezza, Dieci inverni, di Valerio Mieli, che con l'autunno della vita c'entra poco, visto che i protagonisti sono due ragazzi di cui si racconta l'incontro e gli sviluppi di questo incontro, entrando nelle loro vite nell'arco di tempo tra i diciotto e i ventotto anni, per dieci inverni, appunto, come recita il titolo. 
Non c'entrano nulla con L'autunno, dopo tutto, però sono belle immagini. E poi uno può sempre chiudere gli occhi, e immaginarsi quello che vuole, o, anche sognarsi un'altra vita

L'autunno,dopo tutto - Mimmo Locasciulli

martedì 16 settembre 2014

OGNI VOLTA DIVERSE

Ormai è una sfida: acchiappare i video che le anime buone postano quasi in sincrono, e immediatamente condividerli. O forse è questione di fortuna: oggi è decisamente la mia giornata fortunata, non solo per i video, ma perché mi sono capitate tante cose piacevoli. In ogni caso ci ho preso gusto, da quando ho capito che si può, condivido a gogò.
Un po' di tempo ancora, Cara Lucia e Passato presente, sono canzoni che ho ascoltato forse centinaia di volte e ogni volta che Mimmo le canta nei concerti, regala loro qualche sfumatura in più, le arricchisce, le rende nuove. In alcuni casi l'operazione riesce benissimo. In questo ultimo caso più che mai. Mi sono entusiasmata. Il merito non è solo suo, è lui il primo a dirlo, è anche dei musicisti che lui ha il merito di scegliere con la massima cura e in amicizia. 
Una costante: l'applauso su Cara Lucia, in un momento di pausa, prima di un nuovo attacco, che una fetta di pubblico che ancora non lo sa (imparerà, se ripeterà l'esperienza), interpreta come il termine della canzone.
Grazie alle anime buone e... Mimmo, oggi ti promuovo a pieni voti.

MIMMO LOCASCIULLI 3

MIMMO LOCASCIULLI 2

MIMMO LOCASCIULLI 1

lunedì 15 settembre 2014

QUALE DEI DUE?


Tra le dieci belle foto del concerto di Bergamo, ho scelto questa: Mimmo e la sua immagine riflessa, Mimmo e il suo doppio. Mi è sembrato che rappresentasse bene la compresenza, nella sua vita, di (almeno) due identità, e che fosse anche emblematica della sua personalità ricca di elementi in contrasto tra loro. 

Niente paura, l'analisi termina qui! :)

venerdì 12 settembre 2014

RISTORANTE DA MIMMO



Non ho dubbi: Mimmo a Bergamo si troverà bene. Non si sentirà solo, sarà circondato da persone amiche e durante il concerto, con quel suo modo di intrattenere il pubblico, che piace tanto e che conquista, sicuramente arriverà dritto al cuore anche di chi è lì non tanto perché c'è lui, ma perché ma si usciamo, potrebbe essere l'ultima occasione di stare all'aria aperta prima dell'autunno, che al nord, così sentiamo dire noi che da queste parti, a novembre, se lo desideriamo, possiamo ancora frequentare le nostre spiagge, arriva presto.

Elucubrazioni di Folgorata, che le pensa tutte per promuovere il suo eroe: Bergamo ha una First Lady amante della musica, che, come in alcune occasioni ha raccontato, ha vissuto in prima persona autentiche folgorazioni a sfondo musicale. Magari se è in città ha voglia di uscire e di andarlo a sentire anche lei, ne rimane fortemente colpita e lo invita nella sua trasmissione. Va bene essere di nicchia ma se la nicchia si allarga un po', non mi pare un sacrilegio...

...Il caso vuole che uno degli sponsor dell'evento sia il ristorante DAMIMMO di Bergamo Alta. Segno del destino.
Non potevo non entrare nel sito del ristorante, ed ecco che durante la visita virtuale, mi sono imbattuta in un cappello nero appeso ad un attaccapanni. Doppio segno del destino.

Non lo vedrei male come ristoratore, il Mimmo che tengo prigioniero in queste pagine virtuali, magari non come chef: lo chef lo facciamo fare a qualcun altro. A lui il compito di genius loci, di anima del locale, quello che detta le linee di indirizzo, che applica le sue regole del mangiar bene e di conseguenza del viver bene: prodotti di prima qualità del territorio, pochi passaggi nella filiera, piatti della tradizione, porzioni adeguate, cura nella presentazione senza che questa prevalga sulla sostanza, carta dei vini non esagerata, ma curatissima. 
Ed ora che gli ho aperto pure il ristorante (Chez Mimmo, magari a Parigi), che mi rimane da fare? Come al solito aspettare i prossimi giorni nella speranza che, così come è accaduto a Bordighera, anche a Bergamo ci siano anime buone
La mia salvezza dipende da loro.

martedì 2 settembre 2014

CANZONI...STUPIDINE


Ormai mi è capitato già alcune volte, negli ultimi tempi, di sentire Mimmo dichiarare di aver scritto molte canzoni stupide, e qui è stato brutale, o stupidine, e qui è stato più affettuoso nei confronti di sé stesso. Che cosa della sua produzione Mimmo consideri stupidino, non posso sapere con esattezza, ma suppongo si possa riferire al repertorio più leggero, più scherzoso, ad esempio la luna è gobba e zoppica una stella/ se tu fossi un po' più bella/ forse ci starei, sarà per lui nel novero delle stupidine? Tu che vieni da lontano/ Prova a leggermi la mano/ Che voglio saperne di più/ Dimmi qualcosa/ Di questa musica misteriosa, è stupidina? E Costa caro questo pezzo di pane come la metti la metti resto un morto di fame? Non lo so, dipende dal punto di vista. Leggerezza e allegria non coincidono necessariamente con stupidità. E seriosità è un concetto diverso da serietà, seriosità ben si sposa a pesantezza. E se Mimmo ascoltasse Sandra sai di nutella cuore di panna, cosa penserebbe? Scherzando, ma non so fino a che punto, ho sempre dichiarato di essere stata un po' punita dalla sorte, perché nessuno aveva mai dedicato una canzone a una donna col mio nome, mentre altri nomi femminili avevano ricevuto abbondanza di omaggi: lo stesso Mimmo ha nel suo repertorio Lucy, Lucia, Nadia e Vanina e non solo. Nel baule dei ricordi c'è anche una Marilù. La povera Sandra era stata ricordata in una canzone di un gruppo, Gli Albatros, intitolata Volo AZ 404. Il cantante del gruppo, che poi diventerà molto noto soprattutto nelle Repubbliche dell'Asia centrale, urlava Sandra ti amoooo, nel tentativo di non farle prendere il volo, ma ascoltando la canzone si scopriva che non era poi così vero, e Sandra aveva fatto bene a mollarlo.

Insomma ero alla ricerca della mia canzone. Qualcuno mi parlava di Alessandra, del noto gruppo che si esibisce in mezzo ai fumi colorati, ma non mi chiamo Alessandra. Qualche tempo fa ho scoperto un album di una cantautrice e scrittrice bolognese, Sotto un cielo blu diluvio. Al suo interno c'è un pezzo intitolato Dice Sandra. Ho fatto carte false per averlo, l'album era di difficile reperibilità. Leggo volentieri i libri di Grazia, l'autrice, e l'album è molto bello e curato da un punto di vista musicale, ma la Sandra del testo non sono io: cercavo esperienze da condividere.

Questo pomeriggio ho avuto finalmente ciò che cercavo: mentre con la radio accesa, sintonizzata su una stazione super impegnata, roba da intellettuali, mi davo da fare per accrescere il mio sapere musicale e non, ancora una volta, evidentemente ci sono portata, sono rimasta folgorata. Non riuscivo a credere alle mie orecchie: era la canzone che aspettavo da una vita. Sandra portami al mare, compriamo il pane, e un fornellino bella cuore di panna, Cuba é in Romagna, cioccolatino prendi tutte le cose, tutti i colori, di questo giorno qua Sandra sai di nutella, pelle che brilla, ti spalmo il miele guarda che arriva l'onda, mora gioconda, distesa al sole perso nelle tue pose, nei tuoi sapori, come un bambino specchio delle mie brame, ghiotto é' il pane, sul fornellino... Eccomi, sono io, potremmo solo mutare Cuba è in Romagna con Cuba è in Sardegna, e ci siamo proprio. Mi annuso un braccio: miele e nutella. La canzone, pare, ebbe un successo strepitoso, e aggiungerei meritatissimo, nell'estate 1999. Dov'ero? A che pensavo? Perché non me sono accorta? Il gruppo che cantava quella che ormai diventerà La Mia Canzone, non ha più dato notizie di sé dal 2003, sono irreperibili, pertanto il mio grande desiderio di avere una copia autografata del disco, rimarrà un pio desiderio. 

...P.S. il nuovo disco si avvicina, ormai... così una fonte non so fino a che punto accreditata.
Spero che ci sia almeno qualche canzone stupidina, in questo tanto atteso nuovo disco, perché le canzoni stupidine di Mimmo sono sicuramente dei piccoli capolavori, rispetto a certa roba che si sente in giro. Solo che... solo che nonostante il P.S, che potrebbe essere inteso non solo come post scriptum, ma come...PSS, PSS, EHI! ARRIVA IL NUOVO DISCO!  io, finché non vedo una foto del Cantante che tiene in mano il CD (ci deve essere un supporto, con la sua bella copertina, il suo libretto con i testi, le nuove foto, mi raccomando: quel Mimmo sorridente di profilo che continua a farci compagnia, non esiste più!) e dà l'annuncio della conferenza stampa di presentazione, IO NON CI CREDO!!!

sabato 30 agosto 2014

MANI



"Non tocco mai il mio pianoforte, perché non ne sono attratto. Se mi siedo al piano, è perché è in atto un processo creativo, qualcosa sta accadendo, e probabilmente verrà fuori un nuovo lavoro". 
Così si esprime spesso Mimmo. Ci sono tuttavia delle occasioni in cui, concerti a parte, pur non essendo in atto alcun processo creativo, al pianoforte si siede, e suona. Lo racconta la mia immagine: primo piano delle mani, mani grandi mani senza fine di Mimmo, che sanno fare, e bene, molte cose. Lo sappiamo. Agli inizi del blog, quando andavo avanti per supposizioni, avevo scritto qualcosa a proposito delle mani, sulla base, appunto di mere supposizioni, che si erano rivelate fondate. Sono la sua fonte di sostentamento, le mani, guidate dalla competenza, dallo spirito e dall'intelletto. Lo racconta anche l'etimo della parola che indica la sua prima professione: il chirurgo (termine, come tanti, di derivazione greca, da χείρ, mano e ἔργον, opera) è infatti colui che opera, per semplificare, usando le mani. 

Le mani raccontano di noi quanto gli occhi. A partire dalle mani mi sono spesso divertita a tentare di ricostruire la vita di sconosciuti che mi son trovata davanti, spesso in situazioni d'attesa. 

Una serie di domande alle quali non sono in grado di rispondere: Mimmo sarà anche uomo di casa? Avrà la cassetta degli attrezzi? I quadri di casa li avrà appesi lui, saprà cambiare la guarnizione di un rubinetto, sostituire una presa, montare un piccolo mobile, mettere due tasselli? Se le sarà mai sporcate di grasso, le mani, nel cercare di risolvere un problema alla sua auto, magari in un passato ormai lontano? Mi pare che lo spirito pratico non gli difetti, ma credo si sia poco dedicato al bricolage, e non solo per mancanza di tempo. Chissà.

Ogni tante le vedo incerottate, quelle mani. Le usa, non è uno di quei fissati che gira sempre con i guanti per non danneggiarle. Un'altra domanda che mi pongo, è: avrà mai usato il bisturi su sè stesso, ponendo rimedio a piccoli infortuni? Si sarà mai dato due punti? Nescio. Un signore che conosco bene io, che chirurgo non è, in casi del genere, interviene su sé stesso con grande coraggio, con grande successo, e aggiungerei io con grande incoscienza, mentre conosco medici che hanno il terrore perfino di farsi una iniezione. 

Puntando ancora l'attenzione sulle mani di Mimmo, di una cosa invece sono quasi certa: fa la manicure, non c'è traccia di pellicine.

Ancora una volta consapevole di aver dato un alto e ulteriore contributo alla storia della canzone d'autore, mi ritiro per lavorare al nuovo post dal titolo Orecchio (nel senso di orecchio musicale, cosa avevate capito?)

Chi ha orecchie per intendere...

venerdì 29 agosto 2014

FOTO DA INCORNICIARE


Bravo il fotografo che ha saputo cogliere espressioni, sguardi, sorrisi e forse qualche pensiero segreto di un soggetto visibilmente felice. Un soggetto felice, che ha offerto un'ottima materia prima al bravo fotografo.

Foto da incorniciare. Dentro c'è la quintessenza del Cantante, per come appare a me. 

...Mi riferisco, va da sé, alle foto postate oggi da Mimmo sulla sua pagina, relative al concerto di Bordighera. 

mercoledì 27 agosto 2014

ANIME BUONE

http://www.bordighera.tv/2014/08/mimmo-locasciulli-a-bordighera-video/

L'anima buona in oggetto è una gentile signora bionda di una web-tv locale, che ha intervistato brevemente Mimmo dopo il concerto. La mia curiosità è stata appagata quasi del tutto. Arriverà anche il momento in cui saranno pubblicati stralci del concerto. Da donnina frivola e pettegola e molto attenta all'aspetto esteriore (non disgiunto da una certa sostanza, tuttavia), mi sento di sfruttare il minuto che ho a disposizione, per dire che pare che il Cantante abbia fatto una cura miracolosa, altro che l'antiquato Gerovital, sembra un quarantenne nel fisico, che appare snellito, e nel volto. Ha dato una sforbiciata ai capelli (io avrei lavorato un po' di più sul retro, non solo ai lati), insomma era al top, come usano dire i giovani d'oggi. Se la voce e l'interpretazione sono state, e mi pare di intuire di si, sullo stesso piano dell'aspetto, allora il top è diventato supertop.
Quanto alla mosca, se c'è (la definizione del video non è tale da permettere di cogliere bene i particolari) deve essere proprio una moschina molto molto discreta, oppure è già volata via: poco male.
Ed ora, per Folgorata, una mezz'ora di VERGOGNATI VERGOGNATI VERGOGNATI da ripetere davanti allo specchio!

...Questo intorno alle 14,17.

Diverse ore dopo: ore 21,30. Mi trovo davanti a una galleria fotografica che mi chiarisce definitivamente un dubbio e mi regala una certezza: la mosca c'è, non è figlia della mia fervida immaginazione. Solo che il Mimmo quarantenne non c'è più: c'è Mimmo, signore affascinante, ma un po' spiegazzato, con la solita chioma sconvolta, portatore degli esiti dei suoi numerosi e piacevoli momenti conviviali, con la camicia e la giacca nera d'ordinanza, quello che sono abituata a vedere di solito,  a parte un paio di inconsueti mocassini da impiegato, al posto dei soliti stivaletti da rocker. Non è chiaro se le foto siano state scattate prima o dopo il concerto, certo è invece che il video è stato registrato dopo il concerto, e magari dopo una doccia e un cambio d'abito, che insieme alla pozione miracolosa dalla formula segreta, hanno levato ogni traccia di stanchezza e trasformato il brutto (si fa per dire) anatroccolo in cigno, e che cigno!
Certa che questo mio discorso illuminato non sia molto utile al dibattito sulla canzone d'autore (al quale a dire il vero non giungono apporti significativi), ma fermamente convinta di dover intervenire per amor di verità, chiudo dicendo che Mimmo, con la sua voce e le sue canzoni potrebbe avere le trecce, i tatuaggi, pesare 130 chili, indossare tute dorate, e la sostanza non cambierebbe. (Ancora una volta si fa per dire.)
...Avrò peggiorato la mia già precaria posizione???

lunedì 25 agosto 2014

CI SIAMO... QUASI


Con piacere noto che nelle ultime settimane e in questi ultimi giorni in particolare, è stato dato ampio risalto al concerto di Mimmo e degli altri artisti che si esibiranno stasera e domani a Bordighera, all'interno della rassegna "D'autore e d'amore". Ottimo lavoro quello dell'Associazione "Aspettando Godot", che organizzò anche la rassegna di Ferrara dell'ottobre 2013, per limitarci a eventi cui partecipò anche Mimmo. La finalità dell'associazione è ben spiegata nel sito e nella pagina facebook, ma per riassumere in poche parole: valorizzare e promuovere la canzone d'autore al di fuori delle logiche di mercato. Sensibile e attento anche il Comune di Bordighera, che ha inserito la rassegna all'interno degli eventi che hanno accompagnato l'estate della bella cittadina del Ponente ligure.
Curiosando, come faccio sempre ogni volta che Mimmo si sposta per un concerto, sulle particolarità del territorio che lo ospita, ho scoperto che nelle vicinanze di Bordighera, precisamente a Vallecrosia, esiste Il Museo della canzone italiana, che contiene al suo interno anche una ricca sezione dedicata agli strumenti per la riproduzione del suono.

Un'altra curiosità. A Bordighera, in un collegio di matrice cattolica, studiò da bambino e fino alla prima adolescenza Leo Ferré, artista poliedrico che fa parte del bagaglio culturale e musicale di Mimmo. Per non smentire la mia "fissazione" per le somiglianze (ho sempre pensato e l'ho anche scritto qui, che Mimmo ricordi un po' Richard Harris, e mi sembra un gran bel complimento) osservando qualche immagine di Ferré in età matura (da giovane non la colgo), vedo tra i due qualche fattezza o anche qualche espressione comune. Qui dalle mie parti c'è un detto: "Dognia mazzu 'e cardu, di paridi Bernardu" tradotto letteralmente "Ogni mazzo di cardi gli/le sembra Bernardo", per indicare chi vede sempre somiglianze o tratti affini non solo fisici, di qualcuno, che evidentemente a vario titolo gli interessa, in qualcun altro.

Non aggiungo altro: da Mimmo a Richard Harris a Leo Ferré a Bernardu, il passo è brevissimo.


Buon concerto, anzi, buoni concerti a tutti, artisti, organizzatori e pubblico.


sabato 23 agosto 2014

AZZURRO

Chissà se si ricorda, Mimmo, di quella manifestazione canora alla quale partecipò nel 1982, una gara tra cantanti, riuniti in squadre che si fronteggiavano per carpire la vittoria finale. La mia è evidentemente una domanda retorica: non sono cose che può dimenticare chi ne è stato parte in causa. La manifestazione si chiamava Azzurro; si svolse tra il mese di maggio e il mese di giugno di quell'anno che vide poco tempo dopo (l'undici luglio) l'allora gloriosa Italia vittoriosa ai Mondiali, quelli entrati nella storia anche per il tifo entusiastico del Presidente Pertini. A quanto narrano le cronache del tempo, il titolo fu voluto dall'organizzatore della rassegna, proprio come augurio e omaggio agli Azzurri calcisticamente intesi. 
Chi non ha quasi nessun ricordo di quella edizione della gara canora, la prima di una lunga serie, perché si ripeté per molti anni ancora dopo l'esordio del 1982, e a dire il vero neppure delle successive, se non per vaghissimi flash, sono io, l'agiografa. Per fortuna si trovano siti in cui ci si può documentare a piacimento e scoprire molte cose, ad esempio che la squadra dove militava Mimmo, chiamata New Romantic, capitanata da un cantante famosissimo e amatissimo che in quegli anni ritornava al successo dopo un periodo d'oblio, con una canzone che quando la ascolto mi fa palpitare, vinse la gara. Raramente riporto i nomi di altri artisti: chi fosse il capitano della squadra si intuisce facilmente e comunque chi volesse, digitando Azzurro manifestazione canora, troverà tutte le notizie nel dettaglio. 
Dei New Romantic faceva parte, tra gli altri, un numeroso gruppo sardo, Il Coro degli Angeli (ecco subito l'eccezione alla regola con la citazione) composto anche dai tre amici che poi costituirono I Tazenda.
Insomma, non so bene perché oggi ho dato risalto a quel momento della carriera di Mimmo così lontano nel tempo, al di là del paravento della completezza di notizie che il lavoro meticoloso delle agiografe deve produrre. Non lo so davvero: son passati tanti anni e la storia, nella forma adeguata ai tempi, continua. Mimmo attende trepidante il suo concerto bordigotto di lunedì,  io attendo trepidante che qualche anima buona, subito dopo, pubblichi dei video, perché Mimmo live è sempre una botta di vita, ma anche perché tanta è la curiosità di vedere... se la mosca c'è sempre o è volata via. 

mercoledì 13 agosto 2014

SE MI SALTA LA MOSCA... ALL'OCCHIO

Il termine mosca ha molti significati, da solo o usato in espressioni idiomatiche.
Ci troviamo di fronte a uno dei tanti esempi  che testimoniano la ricchezza della nostra lingua.
Come una mosca, volerò libera in cerca dei vari contenuti semantici di questa sequenza di cinque lettere, sperando di non incappare in qualche cacciatore spietato.
La mosca è un insetto, appunto, assai molesto. 
Da sarda, anche se non lo mangio, ma ce l'ho nel DNA per quanto ne hanno consumato i miei predecessori nell'albero genealogico, in particolare la nonna materna campata anni centodue, non posso non ricordare la larva della mosca casearia, quella che rende possibile su casu marzu, per alcuni prelibatezza, per altri puro orrore.
Se non ricordo male, il neo finto con cui  le damine del settecento si adornavano il volto e il decolleté, si chiama mosca.
Mi è capitato spesso di sentire chiedere (a volte anche alle sette del mattino, in qualche bar paesano) da parte di qualche avventore infreddolito (a dire il vero anche ad agosto) una sambuca con la mosca, che sarebbe un chicco di caffè tostato.
Mosca è anche un cognome; da noi si trova nella variante Muscas.
Che Mosca sia una città, capitale della Federazione russa, lo sanno anche i meno portati per la geografia.
C'è la pesca con la mosca, ci sono i pesi mosca, c'è un pennuto talmente piccino da meritarsi l'epiteto di uccello mosca. 
Insomma, ci sono mosche per tutti i gusti: ci sono quelli che non farebbero male a una mosca, tanto sono buoni e innocui, altri che incutono terrore o soggezione e al loro passaggio non si sente volare una mosca. Ci sono quelli talmente straordinari, eccezionali, da poter essere definiti mosche bianche.
Quante volte mi sarò trovata con un pugno di mosche in mano, quante altre mi avranno detto "zitta e mosca". La cosa che mi capita più di frequente è, senza ombra di dubbio, che mi salti la mosca al al naso, o meglio, che me la facciano saltare. 
Ieri mi è capitata una cosa inconsueta: mentre rimiravo, in brodo di giuggiole, le foto dell'ultimo Mimmo in concert, davanti a un ispirato primo piano, mi è saltata la mosca all'occhio; ho ingrandito, esaminato con maggiore attenzione e non ho avuto dubbi: nella nicchia sotto il labbro inferiore, appare una piccola infiorescenza. Un caso, un ciuffetto di peli sfuggito alla lama, o un cosciente e meditato cambio di look? Ci sono domande alle quali solo il tempo potrà dare risposta, per ora rimane la testimonianza rappresentata dalla foto in questione. Che Mimmo si sia già occupato di mosche, non è un segreto per chi lo segue, essendo Egli (con Greg), il celebrato autore della canzone Mosche & Mosquitos. 
A me, la mosca all'occhio, è saltata immediatamente. Alla faccia di chi mette in dubbio il mio spirito di osservazione.


domenica 10 agosto 2014

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Caro Cantante,
è da un po' che non ti scrivo una bella letterina, e questa mi pare l'occasione giusta per farlo, anche se non ti nascondo che rivolgermi in maniera diretta a te, come se fossi una persona in carne ed ossa e non l'ente virtuale che tu sei e devi essere, mi fa sentire ogni volta lievemente a disagio. Solo lievemente però, è un disagio piccolo e non molesto. Ho notato che ultimamente usi molto il punto esclamativo, e questo mi sembra segnale di stupita contentezza. Credo che il concerto di stasera, inaspettato per noi, ma forse anche per te, ti abbia reso felice, e ti abbia spinto, ancora una volta, a usare il punto esclamativo. Sono certa che anche oggi sarà una bella serata, con tanta gente, e che dopo, magari, ci sarà spazio per un bel brodetto e un bel trebbiano, o un buon cerasuolo dal rosa intenso. Sai, in questo periodo appena trascorso, nell'Isola, in cui solo in questi giorni è arrivata l'estate, ma un'estate calda, afosa, ventosa, una di quelle che mi fa desiderare una casa piccola piccola in un borghetto spopolato di montagna, sono giunti alcuni abitanti d'Abruzzo. Parlo di abitanti noti, che son venuti qui, ciascuno per un motivo diverso. Visite velocissime. Due signori, e una signora. Dei due signori, uno in particolare ha riscosso un successo strepitoso tra il pubblico femminile, e io in certi casi non posso non rimanere esterrefatta. Non giudico tuttavia, questione di gusti, anzi, meglio, di buon gusto. Magari le ragazze e le signore che sono andate in brodo di giuggiole per quel signore lì, penserebbero di me e di quello che scrivo chissà che cosa, e forse non avrebbero tutti i torti. Il mio interesse era tutto per la signora,  che è stata, qualche settimana fa, ospite di una serata nella biblioteca di un paese qui vicino; si tratta di una scrittrice, che nella vita svolge un altro lavoro, anche se scrive fin dall'infanzia. Solo da qualche anno tuttavia, ha iniziato a pubblicare. Vive nella tua città natale, questa signora, ma nasce in un piccolo borgo dove due anni fa hanno deciso di proclamarti Bacucco dell'anno. Avevo letto qualcosa su di lei e sul suo primo romanzo, ma poi la blanda curiosità che mi aveva suscitato era caduta nell'oblio. La sua presenza qui, mi ha spinto invece, questa volta, e anche in maniera prepotente, alla lettura proprio di quel primo romanzo, e ne sono rimasta colpita. Ho pensato che, nonostante tu non sia un grande lettore di narrativa, salvo le dovute eccezioni, questo libro avrebbe potuto conquistarti, se lo avessi letto... ma magari lo hai letto. Dentro c'è l'Abruzzo rurale di un tempo che sembra arcaico, ma non è neppure tanto lontano, con tutti i suoi aspetti belli e quelli duri  e difficili, a tratti spietati, e l'autrice lo racconta esattamente come è stato, senza cadere nella tentazione di rappresentazioni da carme bucolico. C'è la fatica dei campi, ci sono le relazioni difficili e sofferte all'interno di grandi famiglie, ma c'è anche la solidarietà, l'affetto discreto e un po' ruvido: in ogni caso c'è poco spazio per le smancerie. Ci sono le tradizioni, c'è lu ddu' bbotte e il bicchiere di Montepulciano, gli inverni rigidi e le case che si svuotano degli uomini che vanno a lavorare altrove, e vivono di niente in condizioni estreme, per mandare quanto più denaro possibile alla famiglia, lo sfruttamento dei mezzadri da parte di fattori e padroni esosi e odiosi. C'è una situazione in cui la voce narrante del romanzo, ormai adulta, autonoma, dedita a una professione frutto dei sacrifici dei genitori e dei suoi anni di studio, distante dal mondo contadino in cui è cresciuta,  va a visitare con il figlioletto i luoghi dell'infanzia e trova tutto in uno stato di abbandono e di rovina. Inevitabilmente mi è venuta in mente la tua Canzone di sera.
Il contesto che ho cercato di descrivere è solo uno degli aspetti del romanzo, che ha più piani di lettura e tratta in particolare del rapporto non sempre facile tra una figlia e una madre malata di Alzheimer, con la quale ad ogni incontro cerca di ripercorrere un capitolo della sua e della loro vita, in un costante tentativo di lotta contro l'oblio. 
Ho trascorso delle ore piene e partecipi, nel leggerlo, questo romanzo che si intitola Mia madre è un fiume (e il lettore che si domandi perché, non sarà deluso nelle sue aspettative) e molte volte il pensiero è andato a te. 
Un saluto, e buona lettura, di questo o di altri libri.
La solita cantora delle tue gesta.

Donatella di Pietrantonio, Mia madre è un fiume, Roma, Elliot, 2011

mercoledì 30 luglio 2014

UN ARTISTA DIVINO (DI ... VINO)




La battuta è oltremodo sfruttata e scontata, ma mi sembra anche del tutto calzante. 
Divino deriva da divus, e chi non ha capito l'essenza di Folgorata, ma si è fermato alla superficie, potrebbe sostenere che qui si è innalzato un altare a una divinità, un altare al quale si portano continuamente offerte, anche se si fanno poche preghiere.
Volendo essere un po' antipatica e un po' cattivella, potrei anche affermare che Mimmo, in alcune circostanze faccia un po' il divo, o meglio adotti in certi casi quelli che a suo tempo ho definito portamenti divistici, quando dice che non si mescola, poi... Ormai, però, lo conosco bene, so di che pasta è fatto e rispetto il suo modo di essere, che è così sic et simpliciter, e poco ha a che vedere con il divismo. Un Mimmo che si mescola troppo, un Mimmo piacione, non riscuoterebbe il mio apprezzamento.  
Se invece volessi, e lo voglio, dare a Cesare (Divus Caesar) quel che è di Cesare e a Mimmo (Divus Mimmus), quel che è di Mimmo, dovrei dire che si merita l'appellativo di artista divino, in riferimento alla sua facies (e vai con il latinorum) musicale, come parimenti merita quello di artista, anzi artigiano, di...vino. Raccoglie consensi e soddisfazioni e ne è giustamente orgoglioso e felice, glielo si legge negli occhi che fissano l'obiettivo, quando lo ritraggono col calice del suo (dei suoi) Montepulciano d'Abruzzo, nel suo stand allestito in maniera curata e a volte un po' civettuola, con la vecchia pigiaderaspatrice sullo sfondo. 
Non sarebbe necessario ricordare che per Mimmo fare il vino, non è una moda, che come un'epidemia sembra abbia colpito un numero esagerato di personaggi famosi, (mi è capitato di degustare uno spumante prodotto da una signora ricchissima, notissima, con tanto di tenuta-castello: ai competentissimi addetti ai lavori è piaciuto molto; io l'ho trovato del tutto insignificante, ma la mia opinione conta zero, ad esempio anche il tanto decantato abbinamento bottarga-vernaccia, mi delude profondamente) che appena hanno la possibilità investono nel settore vinicolo, reclutano i migliori enologi e poi si prendono gli elogi. Il vino è un trend, fa figo fare il vino, mettetela come vi pare. Certo non per tutti è così, certo non lo è per Mimmo che nel suo vino ci mette (non da solo, è evidente) passione e si sporca le mani. Credo fermamente che la foto con grembiule e guanti non sia un espediente, ma rappresenti proprio la realtà.



Se poi i due aspetti, quello divin-musicale, e quello divin...di-vino si incontrano, l'artefice dell'una e dell'altra espressione di divinità, non potrà che essere sommamente felice, e rendere sommamente felici i fortunati che ad entrambe le espressioni si potranno accostare e dissetare.

                                       


...E che nessuno si azzardi a darmi della piaciona...


lunedì 21 luglio 2014

A PROPOSITO DI...TANGO

Ormai sono diventata postatrice compulsiva di video di canzoni di Mimmo, quasi a tempo pieno. Tutto il resto può attendere...
Beccatevi prima Tango dietro l'angolo, un video non ufficiale di qualcuno a cui bisogna riconoscere un certo impegno e senz'altro, una discreta dose d'amore per l'autore.  
Subito dopo, il video che documenta l'esperienza newyorkese del 1991, che guardo sempre molto volentieri, e sul quale non mi attardo oltre, avendo detto tutto ciò che avevo da dire in altre occasioni. Sull'effetto dopante che questo video ha su di me, sicuramente avrò informato il mondo, ma non posso esimermi dal farlo ancora una volta. 
In tutta franchezza penso che Mimmo potrebbe, se volesse, dare ancora molto, ma con altrettanta franchezza non ho timore a sostenere che un album come Tango dietro l'angolo rimarrà insuperato, e da estimatrice che non ama le classifiche, vado contro i miei principi e le mie convinzioni, e lo nomino in assoluto miglior album di tutta la carriera di Mimmo. 

Mimmo Locasciulli, New York 1991

Mimmo Locasciulli - Tango dietro l'angolo

mercoledì 16 luglio 2014

SE TUTTI I DELITTI FOSSERO COSI'...

Sarebbe certo un bellissimo modo di delinquere. Quello appena postato è l'unico video relativo al brano, che dà il titolo all'album summa del 1992 (dovrei dire title track...), che ho trovato. Ne ricordavo un altro, una registrazione di una serata del Nuovo Cantagiro 1992 (esiste un vecchio post che ho riletto per l'occasione, e non mi vergogno a dichiarare di essermi vergognata di averlo scritto!) ma, come di tanto in tanto accade a testimonianze interessanti che mi piacerebbe postare, il video è stato rimosso. 
Qui vediamo Mimmo in grande spolvero, accompagnato da una band di 13 elementi, la Alta tensione big band, di cui, leggo nelle poche notizie recuperate, fu fondatore il caro amico di Mimmo, nonché compagno di lavoro in tanti album e concerti, il bassista Mario Scotti.
Il video non è ad altissima risoluzione, ma si coglie lo spirito che animava momenti come quelli: la musica unita all'entusiasmo e al divertimento.

delitti perfetti - Fabio Di Cocco con M. Locasciulli.wmv

mercoledì 9 luglio 2014

ANDIAMO VERSO IL NIENTE

Andiamo verso il niente, così Mimmo ha intitolato la sua cover di Road to Nowhere, canzone del 1985 dei Talking Heads, di cui ho appena condiviso il video ufficiale. Questa canzone, molto nota, della quale dobbiamo ringraziare il genio di David Byrne, ottimo performer, oltre che splendido musicista, ha avuto diverse cover. L'altro giorno ne ho sentito alla radio una versione, cantata da una voce femminile che non sono riuscita a individuare, e neppure le mie ricerche hanno dato frutto. Avrò sbagliato canzone? Non mi pare, perché dopo la messa in onda ne hanno annunciato il titolo. Sarà accaduto in uno dei miei soliti sogni? Mah, uno dei tanti misteri, che mi ha fornito però lo spunto, per riascoltare la canzone nella versione di Mimmo. 
All'album Il futuro, avevo dedicato uno dei miei primi timidi post di giovane Folgorata, ignara di quello che sarebbe stato il mio futuro. Sarà L'ultimo album di Mimmo con la Polygram (siamo nel 1998); qualche anno dopo, con la nascita della casa discografica Hobo, la SUA casa discografica, Mimmo inizierà un nuovo corso,  di cui l'album Aria di famiglia sarà la prima tappa (un po' di ripasso non guasta). Per me tutto è (ri)partito da lì. Se non mi fosse arrivato, nel giugno del 2009, un pacchetto contenente l'album doppio del 2002, la summa della carriera di Mimmo fino a quel momento, non ci sarebbe stata la chiamata, avrei continuato a vivere la mia vita e Folgorata non sarebbe mai nata. Evidentemente era scritto negli astri e, qualsiasi cosa se ne possa pensare, sono felice di poter continuare a condurre questa mia piccola vita parallela, anche se talvolta ho la netta sensazione di andare verso il niente.





Talking Heads - "Road To Nowhere"

sabato 28 giugno 2014

UN'ESTATE "ZUMPA ZUMPA"


Tutti quelli che lo seguono sanno che Mimmo ha un appuntamento a Bordighera, il 25 di agosto; sanno che è felicissimo di tornare in una terra che tanto ha dato alla canzone d'autore, e già conta i giorni che lo separano da quel momento. Quello che ancora quasi nessuno sa, è che molto presto aprirà il suo, tanto breve quanto intenso, Live tour summer 2014. Mimmo si esibirà in un ciclo di otto concerti, quattro a luglio e quattro ad agosto, prima di quello fatidico del 25. Ad ospitare i concerti, saranno altrettante località di mare della nostra penisola, che rimarranno misteriose quasi fino all'ultimo minuto. Si sa soltanto che si trovano sul mare Adriatico, sul mar Tirreno e sul mare Jonio. Sarà data comunicazione solo della prima tappa, nei modi che l'artista riterrà più idonei e utili. Dalla sede del primo concerto, un fan affezionato investito dell'alto incarico da Mimmo in persona, avrà il compito di portare l'annuncio del concerto successivo nella nuova località prescelta, rigorosamente a piedi (deciderà Mimmo, dopo attenta osservazione e anamnesi, se a passo veloce, o di corsa), e così di seguito, fino alla località nella quale si svolgerà la grande festa finale, dove tutti i presenti avranno il permesso di prendersi per mano in un grande girotondo, ubriachi di languore, su una grande spiaggia, intorno a un grande falò, uniti e felici nel nome di Mimmo. Quale sarà la caratteristica di questi concerti, che si preannunciano la sorpresa più eclatante di quella miriade di concerti e spettacoli che l'estate 2014 porterà con sé? Secondo fonti attendibili Mimmo avrebbe intenzione di cantare, durante i suoi concerti sul mare, solo le canzoni, per usare una sua definizione (l'unica possibile, d'altra parte), appartenenti alla categoria zumpa zumpa, e cioè quelle veloci, che fanno scattare immediatamente, anche in quelli meno portati, uno sfrenato desiderio di ballare, o almeno di muoversi come forsennati. Sul palco Mimmo sarà accompagnato ogni sera da una formazione diversa; si farà ricorso a strumenti della tradizione della località ospitante e, cosa insolita nei concerti di Mimmo, ci saranno coriste e coristi, danzatrici e danzatori, costumi coloratissimi e anche un po' audaci. Si mormora, ma per averne la certezza è ancora presto, che i migliori amici e collaboratori di Mimmo, quelli con la A maiuscola, quelli che non tradiscono, tra i quali anche le note, costanti presenze internazionali che molti gli invidiano, renderanno ancora più emozionante la kermesse finale, suonando insieme, danzando e cantando nelle quattro lingue ufficiali di Mimmopoli, abruzzese, italiano, inglese e svizzero tedesco, la mitica "Avrò diamanti". C'è chi dice che alle quattro lingue si possa aggiungere il francese, per la nota passione del frontman per la lingua e la cultura di Francia, ma se questo avvenisse, sarebbe una sua acclamata esibizione a solo, con il resto della band in religioso silenzio. A rendere ancora più appetitosa la perfomance, i componenti della prestigiosa band all'uopo, e solo all'uopo, costituitasi, indosseranno variopinti costumi da bagno dalle fogge più fantasiose, sui corpi generosamente spalmati di unguenti addizionati con brillantini. Mimmo, e solo lui, perché come leader della band gli sarà riconosciuto questo privilegio, indosserà un copricapo stile Carmen Miranda, o, in alternativa, uno adornato di frutti di mare freschi.

Altro non è dato sapere, se non qualche indicazione sulle possibili canzoni presenti in scaletta, che varierà tutte le sere. Eccole in ordine cronologico:
Il treno della notte
Buoni propositi
Dolce vita
Blu
Il giorno più difficile
Tango dietro l'angolo
Avrò diamanti (solo nella serata finale)
Delitti perfetti
Auto monoposto
Piano piano
Aiuto!
Correre, Baby
Passato presente
Canzone zumpa zumpa (un brano inedito scritto per l'occasione).

Spero di sapere al più presto cosa c'è di vero in queste indiscrezioni. Con ancora maggiore ansia, attendo certezze sulla possibilità, per i fans più affezionati, costanti e fedeli, di poter salire sul palco, in numero non superiore a otto, uno per ogni serata (si dovrebbero tenere a tale scopo, a Giulianova, il 30 giugno, le elezioni mimmarie che hanno accolto moltissime candidature), per poter realizzare il sogno di cantare e danzare con un Mimmo veramente scatenato. Chi vivrà vedrà.  


Potremmo dire che sia colpa del caldo, ma non è così. Il post di oggi è delirante, e il delirio è parte integrante della personalità di chi scrive queste pagine. Il caldo non c'entra, e la minuscola parte sana della personalità di chi scrive, si domanda come un personaggio come il serissimo, talvolta con una punta di seriosità, cantante dal multiforme ingegno celebrato in queste pagine, possa generare pensieri simili. 
Rimanessero pensieri e quindi muti...

martedì 17 giugno 2014

ABBINAMENTI



In genere si parla di abbinamenti cibo-vino, e si dice che difficilmente si sbaglia se a un piatto di un determinato territorio, si abbina un vino del medesimo territorio. La natura, la tradizione, le consuetudini difficilmente inducono in errore. A me è venuto in mente di sposare un vino non ad un piatto, ma ad una voce: mi paiono fatti l'uno per l'altra, mi paiono avere le stesse caratteristiche il Cavaticchi 2007, il più prezioso tra i vini di Mimmo, e la sua voce. Entrambi rossi di passione, decisi, forti, ma insieme vellutati e morbidi, rotondi, evocativi, inebrianti. Se a qualcuno questo mio cercar analogie e combinare matrimoni, può sembrare nel migliore dei casi un azzardo, o nel peggiore una sciocchezza, legga, assaggi, ascolti e poi rifletta, e vedrà che questo è uno dei casi in cui maggiormente mi sono avvicinata alla verità assoluta.

giovedì 12 giugno 2014

DOPO IL VIDEO...

In preda a uno stato di inerzia e di torpore che mi si addice poco, ma che sempre più spesso si impossessa di me, non riuscendo a farlo con mezzi miei, mi rivolgo al Nume tutelare e trovo immediata risposta... Correre, Baby, tradotto in una lingua a me accessibile, sciollirì, movirindi, pesarindi. Non posso più stare immobile a rigirarmi i soliti pensieri, la canzone mi dà la carica giusta. Tanto per non far dimenticare chi sono: Correre, Baby, da Sglobal, 2006. Pare che la musica Mimmo se la sia ritrovata bella e pronta, (quasi) tra gli scampoli non utilizzati della colonna sonora del film La vera vita di Antonio H. che non ho visto e non riesco a trovare da nessuna parte, se non in qualche sperduta cineteca che lo possiede in cassetta. 
Il video appena rubato dal canale di Mimmo sembra rappresentare al meglio la sua parte immaginifica, onirica, cinematografica, post-moderna. Al posto suo mi metterei al lavoro per realizzare altri video partendo da qualche altra canzone, di quelle che a noi sembrano una cosa e sono l'esatto contrario: con le immagini giuste può a suo piacimento portarci sulla strada giusta, o dirottarci altrove. Farebbe contenti i suoi affezionati, che continuano a non perdere la speranza che prima o poi il suo pianoforte lo chiami, da molto vicino e a gran voce, come una sirena irresistibile alla quale non si può dire di no.
Tra i suoi affezionati speranzosi certo ci sono anch'io, ma tra le opere incompiute che avrei voluto vedere realizzate non c'è il disco, ma il libro. Peccato, che ne è di quella mole di materiale raccolto, che ne è dell'editor stra-lodato? Mistero, ma il fascino di Mimmo è quello di essere misterioso, riottoso, contradditorio,  entusiasta, impegnato e attivo su alcuni fronti e inconcludente e stagnante su altri. Tutto dipende da ciò che lo cattura. Fare concerti gli interessa ancora e ho visto che c'è già un progetto annunciato, in una terra dove lo scorso anno è già stato due volte. Non c'è due senza tre: giorni felici a te, Cantante, che corra sempre tanta acqua per l'orto, come ami dire tu!

Correre, Baby - Mimmo Locasciulli (2006)

domenica 1 giugno 2014

ACCENTO FRANCESE

Alla radio stamattina, ospite di una trasmissione radiofonica che ascolto spesso (ho ancora vivo il ricordo della partecipazione di Mimmo del 9 aprile 2011, avendola ripassata cento volte), una cantante francese dalla voce bellissima: il fascino dell'accento francese, soprattutto declinato al femminile. Non vorrei entrare in un luogo comune, ma mi sento di affermare con convinzione che le francesi,  anche quando non sono belle, hanno spesso un garbo e una grazia speciali che noi non abbiamo, quando parlano poi... La cantante in questione, finora per me una sconosciuta, ha presentato il suo disco registrato a Berlino, nel quale ha avuto l'onore di lavorare con Monsieur Greg C.; ha raccontato di averlo conosciuto in Italia, (da quello che ho letto, la cantante vive a Roma) anni fa, perché Greg, ha spiegato, suonava e suona ancora con Mimolocasciulì. Immediatamente ho desiderato di poter essere in una nuova vita una cantante francese, ma anche di essere francese e basta, per poter pronunciare il suo nome così. Roba da schianto. Io al massimo potrei dirgli (possibile situazione: io, ovviamente sotto mentite spoglie, devo fargli da guida nella mia città, e passo a prenderlo sotto il suo hotel; lo aspetto da un'ora e ancora non arriva; finalmente dopo aver trascorso tutto il tempo buttata nella strada, con tutti che mi guardano e qualcuno che mi mette una moneta nella mano, lo vedo arrivare, per niente in colpa per il ritardo), con tutto l'accento sardo di cui sono portatrice: "Aiò Mimmo movirindi, che tra due ore hai l'aereo e non faeusu a tempu a biri nudda*. Ogni lingua ha il suo fascino? Certamente, ma non nell'immediatezza dell'ascolto. Ognuno ha il suo destino, che ci volete fare, ma forse si può tentare di cambiarlo: ora faccio un po' di training per rinascere, in un'altra vita, cantante francese e poter urlare, con quanto fiato ho in gola, Mimolocasciulì, écoute-moi!!!! 

*Andiamo, Mimmo, spicciati, ... non facciamo in tempo a vedere nulla. 

venerdì 30 maggio 2014

A PROPOSITO DI DOMANI SERA



Mimmo, quando a Roma? Eccolo, tutto per i suoi concittadini d'adozione, domani sera, in concerto in un luogo particolare, perché Santa Maria della Pietà è stato, chiamiamo le cose col loro nome, il Manicomio provinciale di Roma. Il concerto si tiene all'aperto, nel Parco della struttura, che è diventato un parco pubblico ricco di specie botaniche particolari. Ricorre il centenario dell'istituzione dell'ospedale, e il concerto di Mimmo fa parte della serie di iniziative per ricordarlo. Molti dei padiglioni sono stati restaurati e ospitano servizi della Asl, ma anche centri culturali, uffici, ristoranti, perfino una chiesa, da quel che leggo. Qualcosa di simile è accaduta anche nel Manicomio provinciale di Cagliari, che ho visitato più volte quando era in funzione, perché una mia zia ci lavorava. Ne conservo ricordi indelebili. Anche qui c'è un parco molto bello, anche qui i padiglioni restaurati ospitano servizi della Asl, ma anche altro: finalmente, dopo un lungo travaglio, è stata aperta la nuova bellissima sede della Biblioteca provinciale, ospitata, dopo lunghi lavori di adeguamento e di restauro, nella villa padronale, Villa Clara, nome che a Cagliari è sinonimo di manicomio, dove sorse il primo nucleo dell'ospedale e che poi divenne la residenza del Direttore. Luoghi di dolore diventano altro, dove si viveva in una condizione di sofferenza e di alienazione, ci si incontra, si legge e ci si confronta, si ascolta bella musica, come domani sera, quasi una ricompensa postuma per chi in quei luoghi ha condotto un'esistenza buia e isolata. Mi viene in mente un film che ho visto di recente, Séraphine, (regia di Martin Provost, 2010) la storia commovente di una pittrice di umile condizione, priva di tecnica, ma dotata di grande talento, che amava dipingere fiori, foglie, uccelli coloratissimi, realmente vissuta a Senlis, in Piccardia, tra ottocento e novecento, che finì i suoi giorni in un manicomio. Chissà se Mimmo lo ha visto, chissà se conosce Séraphine de Senlis. 
Domani sera dunque, un altro concerto sotto le stelle per Mimmo, con la stessa formazione dell'altro giorno, sax, batteria e basso, ma questa volta a suonarlo, ci sarà di nuovo Matteo.    

venerdì 23 maggio 2014

UNA SERATA PARTICOLARE


Mimmo è uno che s'innamora, (non ci sarebbe bisogno di  evidenziarlo: non parlo di innamoramento in senso stretto) e che crede molto nell'amicizia. Per amore e per amicizia, ne sono convinta, e non per tornaconto personale, e, ne sono ancor più convinta, in totale buonafede, è salito su una barca, e non per navigare a vista. Non sembra temere falle, ne' procelle, non si limita al piccolo cabotaggio, ma vuole raggiungere l'oceano. L'ho seguito, per quanto ho potuto, in questo suo percorso in cui si è dato anima e corpo alla causa, con entusiasmo e con tutti i mezzi possibili, dimostrando doti organizzative eccellenti, fibra forte, e prestazioni non da neofita, ma da politico consumato. Ha condotto una campagna elettorale classica, professionale, con tutti i crismi, cercando di toccare tutti i punti nodali, e di raggiungere e coinvolgere e sentire tutte le categorie e tutte le fasce di cittadini e possibili elettori. Lo ha fatto in maniera seria e non ha rinunciato a quei momenti di convivialità in cui sapientemente si sono mescolati il vino e la musica e gli amici e la politica.
Il concerto di stasera, che certo non è un semplice concerto,  ma il momento conclusivo di questo periodo che comunque vadano le cose, rimarrà tra le esperienze entusiasmanti della sua vita, testimonia l'importanza  di quanto asserito nell'incipit del mio post: amore e amicizia. Alcuni dei nomi presenti stasera ne sono testimonianza.
Il mio intervento finisce qui. Non entro nel merito di giudizi o valutazioni sulla scelta di Mimmo, ne' importa che la  mia sia una posizione di condivisione, di parziale dissenso o aperta critica nei confronti delle sue posizioni o del suo modo di esternarle.  Semplicemente in questi ultimi mesi mi sono trovata di fronte a un uomo rinnovato nello spirito, carico di energia e di determinazione e di entusiasmo, che gli erano forse mancati in questi anni recenti, e sono stata felice per lui.
Quella di stasera, su questo non ho dubbi, sarà certamente una serata particolare, e Mimmo non la dimenticherà facilmente.

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