Il futuro è il titolo di un album di M. L. pubblicato nel 1998. Lungi da me l'intenzione di recensire un album nel senso comune del termine: a quello hanno già pensato altre persone più o meno qualificate a farlo. Io, mi limiterò, in questo come in altri casi che magari seguiranno, a raccontare il mio modesto e assai poco professionale punto di vista e le mie personali sensazioni.
Per me Il futuro è stato un'autentica rivelazione. Saputo che era un album di cover non mi è venuta tanta voglia di ascoltarlo, poi invece l'ho fatto ed è stata una gradita sorpresa. Credo che il Nostro abbia voluto fare un tributo ad alcune canzoni di autori statunitensi o britannici che lui ascolta e ammira. Le canzoni sono state a mio avviso molto ben tradotte e arrangiate; Mimmo se le è magistralmente cucite addosso. La canzone che dà il titolo all'album, che in termini tecnici si chiama title track (l'ho imparato da pochissimo, durante questa indagine, come tantissime altre cose che ad altri più esperti sembrano scontate) è la rivisitazione di una canzone di Leonard Cohen, The future. La traduzione è di Francesco De Gregori. Mi è piaciuta moltissimo: Cohen, che io ero convinta fosse il padre di Greg, ormai storico collaboratore e amico di Mimmo da più di vent'anni, ma credo che non sia così (Cohen è uno dei cognomi ebraici più diffusi, quindi forse solo coincidenza) parla della sua voce come di un dono di cui va evidentemente molto fiero, e la definisce una voce da rasoio arrugginito. La voce di Mimmo, a mio avviso, ma non solo, immagino, roca e bassa da un lato, piena e rotonda dall'altro, morbida come il velluto e ruvida come l'orbace, (tessuto sardo, nessun riferimento all'uso del ventennio per carità) è adattissima a cantare questa canzone. L'altra che mi è piaciuta tanto, è Powderfinger di Neil Young, tradotta da Mimmo e cantata con l'amico Francesco De Gregori, che qui appare con lo pseudonimo di Cereno Diotallevi. Sono perfetti insieme, una vera forza della natura: il pezzo è molto trascinante. Molte delle canzoni originali rivisitate nell'album non le conoscevo, e anche questa è stata una bella occasione per imparare qualcosa. Dico solo che sono presenti omaggi a Tom Waits, Elvis Costello, Bob Dylan e altri, ma non continuo a scriverne. Chi volesse saperne di più vada sul sito di M. e si farà una cultura. L'altra autentica sorpresa nell'ascoltare questo album, è stata trovare due perle, che non sono cover: Stella di vetro e Come viviamo quest'età, che in realtà come Mimmo dixit è una cover di sè stesso, essendo stata scritta per Gigliola Cinquetti, e inserita nell'album Tuttintorno del 1990. Rimando Gigliola ad altro post prossimo venturo. Come viviamo quest'età è a dir poco bellissima ed è una di quelle che ascolterei davvero cento volte di seguito senza stancarmi, molto nelle mie corde. La pubblico in un post a parte come sentito omaggio alla bravura e sensibilità artistica dell'autore.
Per me Il futuro è stato un'autentica rivelazione. Saputo che era un album di cover non mi è venuta tanta voglia di ascoltarlo, poi invece l'ho fatto ed è stata una gradita sorpresa. Credo che il Nostro abbia voluto fare un tributo ad alcune canzoni di autori statunitensi o britannici che lui ascolta e ammira. Le canzoni sono state a mio avviso molto ben tradotte e arrangiate; Mimmo se le è magistralmente cucite addosso. La canzone che dà il titolo all'album, che in termini tecnici si chiama title track (l'ho imparato da pochissimo, durante questa indagine, come tantissime altre cose che ad altri più esperti sembrano scontate) è la rivisitazione di una canzone di Leonard Cohen, The future. La traduzione è di Francesco De Gregori. Mi è piaciuta moltissimo: Cohen, che io ero convinta fosse il padre di Greg, ormai storico collaboratore e amico di Mimmo da più di vent'anni, ma credo che non sia così (Cohen è uno dei cognomi ebraici più diffusi, quindi forse solo coincidenza) parla della sua voce come di un dono di cui va evidentemente molto fiero, e la definisce una voce da rasoio arrugginito. La voce di Mimmo, a mio avviso, ma non solo, immagino, roca e bassa da un lato, piena e rotonda dall'altro, morbida come il velluto e ruvida come l'orbace, (tessuto sardo, nessun riferimento all'uso del ventennio per carità) è adattissima a cantare questa canzone. L'altra che mi è piaciuta tanto, è Powderfinger di Neil Young, tradotta da Mimmo e cantata con l'amico Francesco De Gregori, che qui appare con lo pseudonimo di Cereno Diotallevi. Sono perfetti insieme, una vera forza della natura: il pezzo è molto trascinante. Molte delle canzoni originali rivisitate nell'album non le conoscevo, e anche questa è stata una bella occasione per imparare qualcosa. Dico solo che sono presenti omaggi a Tom Waits, Elvis Costello, Bob Dylan e altri, ma non continuo a scriverne. Chi volesse saperne di più vada sul sito di M. e si farà una cultura. L'altra autentica sorpresa nell'ascoltare questo album, è stata trovare due perle, che non sono cover: Stella di vetro e Come viviamo quest'età, che in realtà come Mimmo dixit è una cover di sè stesso, essendo stata scritta per Gigliola Cinquetti, e inserita nell'album Tuttintorno del 1990. Rimando Gigliola ad altro post prossimo venturo. Come viviamo quest'età è a dir poco bellissima ed è una di quelle che ascolterei davvero cento volte di seguito senza stancarmi, molto nelle mie corde. La pubblico in un post a parte come sentito omaggio alla bravura e sensibilità artistica dell'autore.
http://www.simonziodh.splinder.com/post/22071816/Francesco+De+Gregori+-+Powderf
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