Per un caso del tutto fortuito ho potuto seguire su RaisatNettuno1, una "lezione d'autore" destinata agli studenti del corso di laurea in Beni culturali di UniNettuno, università online. La lezione d'autore che aveva Mimmo come protagonista, che credo faccia parte di una serie intitolata Dentro l'anima dell'artista, è stata vista casualmente da persona a me molto cara e vicina, che mi ha permesso oggi di essere a casa sua a vederla, non avendo io la parabola satellitare. (Bisogna chiamare subito l'installatore, non sia mai che Mimmo appaia all'improvviso e me lo perda) Mi sono scapicollata per arrivare in tempo per la messa in onda alle 14,20. Ho visto cinquanta minuti di parole e musica abbastanza peculiari non foss'altro perchè, al di là delle cose dette, che in parte avevo già sentito o letto nel corso della mia indagine, sono entrata in casa del prediletto. No, non la casa romana, ma quella di campagna, che Mimmo ha definito la sua riserva. Un posto bellissimo, immerso nella natura, caldo e accogliente, dove il nostro va a ritemprarsi corpo e spirito, e dove ha sede anche il famoso studio di registrazione (già da me citato) da lui definito molto bello, che, ora che l'ho visto, anche se non capisco niente di studi di registrazione, posso dire che è davvero molto bello. Lettere dalla riserva è il titolo di una canzone contenuta nell'album Piano piano, del 2004, uno dei miei preferiti, davvero uno dei più ispirati, pur essendo io poco portata per le classifiche. La sto ascoltando ora, mentre scrivo, per essere più ispirata anch'io. Quando sarai stanco di aspettare, leggi le mie lettere, vienimi a cercare... ci andrei volentieri a trascorrere un giorno in un posto così. Credo che sia un privilegio averne uno a disposizione, anche se il significato della canzone non è da intendersi proprio in senso letterale, ma figurato, e sta ad indicare la posizione di Mimmo nel mondo della canzone d'autore, il suo voler essere figura a sè, con una sua precisa peculiarità, non su un piedistallo e in sdegnoso isolamento, ma comunque felice di essere autore di nicchia. Quindi riserva è da intendersi nel senso nobile del termine e non in quello riduttivo di luogo di disagio separazione imposta e sofferta ed emarginazione.
Ha parlato di sè, Mimmo, delle radici, dell'amore e del forte legame per la sua terra. Del suo modo di scrivere canzoni, di come alcune di esse siano nate, degli spunti presi dalla realtà che lo circonda. Questo capita spesso a coloro che scrivono, canzoni, romanzi, film: la realtà che ci circonda, le persone che s'incontrano per strada o in viaggio, frammenti di discorsi sentiti, sono spesso suggestioni e stimoli importanti per la creatività. Canzoni spesso scritte materialmente in pochi minuti, perchè la vera stesura aveva già preso forma dentro e si trattava solo di mettere su carta ciò che era già scritto. Natalina, ad esempio, che parla di una storia vera che Mimmo racconta con molta delicatezza, una storia tra due giovani che si scambiano promesse d' amore per tutta la vita, ma così non sarà perchè lui, partito in guerra, non farà più ritorno. Mimmo l'ha realmente conosciuta, Natalina, da bambino, ma racconta che già sapeva la sua storia prima di nascere, (mi ci vorrebbero dieci righe solo per rendere bene la delicatezza con cui ha espresso questo concetto un po' metafisico) e si è tenuto il ricordo di quella storia per tanto tempo, finchè non è nata questa bellissima canzone. Oppure la genesi della celebre Piccola luce, anch'essa scritta in dieci minuti, su un autobus al ritorno dal pagamento della bolletta della luce, con ancora nella testa le suggestioni scaturite da un concerto sentito la sera prima: compendio di azioni minime quotidiane e di aperture verso il sublime, la piccola luce della speranza che non deve mai morire, quella che tanti anni fa mi ha folgorato e che ha ispirato il titolo del mio blog. Rimando al prossimo scritto altre riflessioni scaturite dalla visione della lezione d'autore. Frugare nell'anima di Mimmo, entro i limiti del consentito, mi piace molto.
LETTERE DALLA RISERVA
Testo e Musica di M. LOCASCIULLI
© 2004 Edizioni Musicali Piccola Luce
Quando sarai stanco di viaggiare
Attraverso il tempo e attraverso il mare
Oltre alle città oltre il confine
Del mondo che si sposta dentro le cartoline
Quando sarai stanco di giocare la partita
Che detta le sue regole finché non è finita
Quando sarai stanco di non vincere più niente
Vienimi a cercare puoi trovarmi qui
Quando sarai stanco di aspettare
Leggi le mie lettere
E vienimi a cercare
Vivo la mia vita tra i papaveri e il grano
Il cielo è trasparente il mondo gira piano
E c’è un camino acceso e coperte sui divani
La notte sopra il tetto e il correre dei cani
E sentirai l’odore della bella primavera
E suoni di campane tra gli echi della sera
E conterai le stelle nella notte senza luna
Vienimi a cercare io ti aspetto qui
Testo e Musica di M. LOCASCIULLI
© 2004 Edizioni Musicali Piccola Luce
Quando sarai stanco di viaggiare
Attraverso il tempo e attraverso il mare
Oltre alle città oltre il confine
Del mondo che si sposta dentro le cartoline
Quando sarai stanco di giocare la partita
Che detta le sue regole finché non è finita
Quando sarai stanco di non vincere più niente
Vienimi a cercare puoi trovarmi qui
Quando sarai stanco di aspettare
Leggi le mie lettere
E vienimi a cercare
Vivo la mia vita tra i papaveri e il grano
Il cielo è trasparente il mondo gira piano
E c’è un camino acceso e coperte sui divani
La notte sopra il tetto e il correre dei cani
E sentirai l’odore della bella primavera
E suoni di campane tra gli echi della sera
E conterai le stelle nella notte senza luna
Vienimi a cercare io ti aspetto qui
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