Mi pare possano avere in comune vari aspetti, le nostre due regioni d'origine, mia e di Mimmo, intendo: una certa fiera contegnosa riservatezza caratteriale degli abitanti, un ricco patrimonio di tradizioni, la transumanza, il pecorino, i vini, lo zafferano, due scrittori, tra gli altri, importanti e diversissimi tra loro, vissuti all'incirca nello stesso periodo, solo che una, la nostra, vinse il Nobel, l'altro, il loro, il Vate, no. Si sa come va talvolta con i premi. Ho deciso, stamattina presto, dato che oggi è giornata di festa per Folgorata, che compie il suo primo mese sul web (l'idea arrivò più o meno a quest'ora, quando mi apparve un diplay su cui scorreva già bell'è pronto il titolo, e udii una voce interiore che mi incalzava: Devi devi, inizia subito, è un imperativo categorico! Non potei sottrarmi, quando uno sente le voci deve rispondere alla chiamata) di fare un gemellaggio sardo-abruzzese. Ogni scusa è buona per un brindisi, quindi ho preparato quattro calici di quelli belli grandi panciuti da degustazione e li ho riempiti con due rossi tipici: uno sardo, e l'altro abruzzese; il primo è un Cannonau, e ho scelto Nepente di Oliena, oltre che per la qualità, per un motivo preciso. Tale denominazione deriva infatti da quella contenuta in una lettera di Gabriele D'Annunzio del 1909, in cui il poeta, dopo una visita nella zona di Oliena, così scrisse "Non conoscete il Nepente di Oliena neppure per fama? Ahi lasso! lo sono certo che se ne beveste un sorso, non vorreste mai più partirvi dall'ombra delle candide rupi"... Il nepente è secondo la mitologia greca una bevanda ricavata da un'erba egiziana, con le proprietà di lenire il dolore e scacciare la noia, e davvero il Nepente olienese, senza esagerare perchè ha una gradazione un po' alta, ha effetti benefici sull'umore e facilita le relazioni umane. Altrettante qualità ha il rosso tipico abruzzese per eccellenza, il Montepulciano d'Abruzzo. I bicchieri sono quattro, due a ciascuno, ma il compagno di brindisi non è presente: chissà dove sarà a quest'ora, forse ancora a casa, a bere il caffè, o sulla via del Santo Spirito. Idealmente me lo sono portato qua, Mimmo e gli offro i vini complici del gemellaggio e un assaggio dei pecorini, un fiore sardo di Gavoi, e del pecorino abruzzese: magari ci mettiamo sopra un po' di miele; e se servissi anche un piccolo vassoio di amaretti sardi? Li potremmo accompagnare con un ottimo rosso dolce, sempre di Oliena. Spero che dopo aver smesso di fumare non abbia anche deciso di privarsi della gioia di una piccola piacevole intemperanza alcolica, Mimmo, perchè io non posso brindare al primo mese di Folgorata col succo d'ananas, ne' favorire la nascita di un gemellaggio col succo di pompelmo. Bene, Mimmo, ovunque tu sia, Salude e trigu, (Salute e grano, quindi prosperità) che poi sarebbe il cin cin sardo. Quello abruzzese me lo dici tu un'altra volta.
Oggi è davvero il trenta,venerdì, e ora sono le otto del mattino; io sono a casa perchè oggi è la festa del santo patrono, dunque vacanza. Non capisco perchè la data del post risulti essere il 29 e il giorno giovedì. Mah, misteri. Forse sono gli effetti dei quattro calici che per forza di cose ho degustato da sola.
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