Mimmo & Greg

Mimmo & Greg
Grazie Mariangela, grazie Mimmo!

venerdì 30 novembre 2018

UN UOMO FORTUNATO

Che Mimmo sia un uomo fortunato è un dato di fatto. Le cose gli sono andate piuttosto bene, ma non gli sono piovute dal cielo, si è impegnato. Ha studiato, ha lavorato, ha cantato, suonato, e fatto tutte quelle altre cose che sappiamo e che per noia non ripetiamo. Ha cercato anche di coltivarsi lo spirito, nell'ultimo decennio anche di guardarsi dentro con più attenzione. Dal punto di vista della gestione delle sue risorse mi sembra uno che si conceda ciò che gli piace e gli permetta una buona qualità della vita, senza nessun ammiccamento all'apparire. Se non avesse avuto dei guadagni dalla professione di medico, e avesse dovuto vivere solo degli introiti della musica, avrebbe saputo costruirsi un tesoretto per eventuali tempi di crisi, e lo avrebbe ben amministrato. Questione di dignità, questione di carattere. Si merita quello che ha, ma una buona dose di fortuna lo ha sostenuto. Ha una blogger di fama che da tempo immemorabile ancora scrive di lui, e ne segue le tracce con un fiuto notevole. Ha da qualche anno un legame professionale con una brava giovane fotografa che ora gli ha perfino dedicato una mostra (e da quel che vedo sono foto molto belle, e non so se il merito sia più del soggetto, o dell'autrice, ma per rimanere su una posizione di equilibrio dirò cinquanta e cinquanta), che è già visitabile al Museo archeologico "La Civitella" di Chieti e si intitola "Un po' di tempo ancora" come il noto successo con cui spesso Mimmo apriva (ora con il tour di "Cenere" non so), i suoi concerti. Dunque Mimmo, bene culturale da tutelare, all'interno del Museo archeologico ci sta proprio bene, lui che si è spesso definito un uomo antico. L'ho sempre detto io che ha le fattezze di un prode capo vestino... 

mercoledì 14 novembre 2018

FUGGIASCHI INNAMORATI DELL'ALBA


Ascolto le tracce dell’album, di qualcuna trascrivo in simultanea il testo. Mi rendo conto di come questo sia un metodo applicabile allo studio e le canzoni non si studiano, si ascoltano, anche se di queste canzoni dovrei scriverne. Dovrei o vorrei? Il primo condizionale è legato al fatto che forse ci si aspetta che io ne scriva, il secondo è invece legato al piacere che scriverne potrebbe darmi. Al quinto testo trascritto mi stanco e ascolto soltanto. Mi sembra di trovarmi dentro una storia familiare, perché nel disco ritrovo tutto Mimmo. C’è Sognadoro e c’è Natalina e c’è Dicembre, c’è Tango dietro l’angolo e c’è Passato e presente e La Disciplina dell’amore, solo per citarne alcune (non ci sono evidentemente queste canzoni, ma sonorità e stili che me le richiamano), ci sono autocitazioni e ci sono citazioni, ci sono rimandi a tanta bella musica, come spesso nella musica di Mimmo. Ci sono canzoni che mi hanno colpito di più, che mi hanno suscitato emozioni, mentre qualcuna, come è normale che sia, mi ha attratto di meno, ma potrei, è già capitato, recuperarla in futuro. Mimmo è stato in ottima compagnia, in questo disco, ma la mia preferenza va al contributo di Awa Ly nella canzone “Se mai”. Che voce! Si saranno conosciuti a Parigi? A proposito di città, che dire della essenziale Columbus Avenue tutta imperniata sulla tromba di Fabrizio Bosso? E poi a proposito di casa (quella dove siamo cresciuti rimane per sempre La casa, anche se ne abbiamo abitato altre, dopo) e quindi di famiglia, qui, e nessuno lo ha detto, c’è una suggestiva canzone di un ragazzo che Mimmo conosce molto bene, Ogni volta che piove (la pioggia è uno degli elementi fondanti delle canzoni di Mimmo e della sua discendenza), che fu pubblicata in un album del 2005, La migliore combinazione, quando sembrava che il giovane dovesse portare avanti, anche lui, una duplice carriera. Un regalo del padre al figlio e del figlio al padre. Mimmo autore di canzoni ha i suoi temi ricorrenti, l’amore con le sue diverse possibili declinazioni: Cercami, Se mai, Le regole del jazz (autore del testo su misura Enrico), Amnesia di un momento (testo bellissimo di Pacifico, che nei crediti compare col nome vero Luigi de Crescenzo), un amore che diventa particolarmente struggente quando la gioventù ha abbandonato il corpo, ma il cuore e il sentimento sono sempre giovani (Annaluna), con l’amico Büne, dove trovo sonorità di Natalina, che tanto lo aveva commosso; i tipi che non se la passano tanto bene (Cinque, sei, sette, otto) ma li salva il ballo e l’allegria e mai come in questi casi, Oh vita I love you! I colori della natura, i paesaggi a cui Mimmo ci ha abituato nelle sue canzoni e che sembra di vedere, ma anche i paesaggi interiori e sempre l’amore (La solitudine di un artista), anche qui c’è il contributo di una persona cara a Mimmo, il conterraneo Guerino Camplone, che ha composto la musica così adatta al paesaggio evocato. Il tempo, la memoria, (Cenere, ma non solo) e poi c’è un brano, non cantato ma parlato, un po’ come avveniva nella parte iniziale della versione di Intorno a Trentanni in Delitti perfetti, che è la ruvida Il fuggiasco e l’alba, dove io vedo Mimmo che alle quattro del mattino, dopo aver tirato tardi e non aver dormito niente, con le occhiaie e molto spettinato, con una sigaretta e un bicchiere di whisky, anche se non fuma più e dichiara di bere, in genere, solo vino, sale in macchina e gira a caso, nel tentativo di sfuggire ai rumori che forse sono dentro di lui, e non solo fuori, ma alla fine va al Pincio a vedersi l’alba.

venerdì 9 novembre 2018

UNA DATA DA RICORDARE


E siamo ancora qui, ciascuno nel ruolo che gli compete. Ho guardato di nuovo il video e ho ascoltato la canzone. Non ho visto bambine vestite con l'abito della cresima, e neppure giovani spose, forse me le ha mostrate la febbre di ieri sera, o la frenesia di tentare di cogliere tutti i particolari, o ancora l'emozione di essermi calata nell'emozione del Cantante, che vive sicuramente momenti di grande felicità. Sarei curiosa di sapere con che cosa ha brindato oggi, se con uno degli onesti vini della sua cantina, o con una delle prestigiose etichette di Borgogna presenti nella sua collezione. Certo oggi venerdì 9 novembre 2018, sarà una data da ricordare, così come certamente avrà un significato quel 18 aprile impresso in rosso su un foglietto di calendario. Non voglio esprimermi sul brano Cenere avulso dal suo contesto, che è l'album intero, di cui potrebbe essere un capitolo, anche se non ho letto da nessuna parte che si tratti di un concept album. Intanto lo ascolterò come il suo autore consiglia che si ascolti, in ambiente tranquillo e senza cuffie e aggiungo io, senza lasciarsi influenzare dalle immagini, che rimandano tutte al privato, agli affetti, ai luoghi, alle radici, quasi sottolineando che la vera piena realizzazione si sia svolta principalmente lì, e che quella duplice professionale si sia molto nutrita della pienezza della vita privata. Per l'album, attenderò l'uscita del Cd prevista per il 16. E ci sarà tempo di ascoltare e riascoltare. 


giovedì 8 novembre 2018

OBBEDISCO

Folgorata non sta tanto bene, stasera, è accasciata sul divano con un malessere generale vago, e un mal di pancia diffuso e ben definito, un senso di nausea. Proverà con una tisana digestiva, ma sa bene che si tratta di un rimedio, se rimedio sarà, palliativo e momentaneo. Non ha l'energia per far nulla, non legge, non scrive, vaga in maniera disordinata e compulsiva davanti allo schermo, attuando un comportamento che detesta negli altri e ancor di più in se stessa, quando ne è colpita. Gira tra video discutibili, tra varie caselle di posta elettronica, e poi atterra sulla pagina di Mimmo, dove, appena sette minuti prima Il Nostro ha dato l'annuncio: si può vedere in anteprima il video di Cenere, "GUARDATELO ADESSO" e Folgorata pur nella sua infermità si precipita. Nelle condizioni in cui versa non è in grado di fare molto di più che elencare ciò che ha visto o che le sembra di aver visto: una bambina in altalena, con il fazzoletto in testa legato in un modo che ai nostri tempi si definiva alla contadinella, una ragazzina con l'abito della cresima, o è una giovane sposa, che si intravede tra le fronde, dei bambini che fanno il trenino al mare, degli inequivocabili marcatori del tempo, clessidre e orologi, interni domestici appartenenti a varie dimore, la mano di Mimmo che scrive i versi della canzone Cenere, Mimmo che versa dalla moka due tazzine di caffè. Il tempo che scorre, gli affetti, la memoria, le piccole care abitudini, un susseguirsi volutamente disordinato di immagini che rimandano a momenti di vita, molti del passato, qualcuno del presente, senza troppe concessioni alla nostalgia o alla malinconia. L'amico Alessandro che dirige nel suo modo strampalato una ipotetica orchestra senza strumenti, forse dirige il caso, che a volte governa l'andamento di una vita, e infine Mimmo che quasi alla fine del video, con fare fortemente seduttivo, sorride con uno sguardo che ciascuno può decodificare come crede. La canzone mi rimanda in qualche modo (si vede proprio che sto male, uso un'espressione che non sopporto, "in qualche modo") all'album Uomini, ma magari sto dicendo una sciocchezza; mi sembra una di quelle che diventano familiari in breve tempo. Desidero ascoltarla meglio, memorizzarne il testo. Magari vedere il video a schermo intero, soffermarmi sulle immagini con più attenzione, ma questo sarà possibile domani.  

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