Mimmo & Greg

Mimmo & Greg
Grazie Mariangela, grazie Mimmo!

sabato 30 giugno 2018

ELOGIO DEL LUNEDI

Il mio giorno preferito è il venerdì, in particolare il venerdì pomeriggio: mi concentro moltissimo e faccio una specie di magia perché duri il più a lungo possibile. A volte la magia riesce, altre no, e quindi mi ritrovo scaraventata nel sabato, giorno in cui non mi rilasso mai perché ho un sacco di cose da fare, e nella domenica, che non mi è mai piaciuta, sopratutto la domenica pomeriggio mi ha  sempre fatto venire una certa malinconia, spesso sconfinata nella tristezza. Il lunedì non mi dispiace, perché rappresenta un limbo che prelude ai due giorni, per me, più stancanti della settimana: martedì e mercoledì. La maggior parte delle persone odia il lunedì, io lo amo, non come amo il venerdì, ma lo amo. Qualche detrattore potrebbe sostenere che sia per una mia certa mutevolezza umorale, cosa che attiene più alla leggenda; semplicemente subisco il fascino della luna, e non sono la sola: mettiamola così. Sono nata di mercoledì, giorno notoriamente dedicato a Mercurio, messaggero degli dei con le ali ai piedi, intelligente, veloce e protettore di chi conduce trattative d'affari. Intelligente non spetta a me dirlo, veloce quando non sono lentissima senz'altro, ma senso degli affari nemmeno un po'. Mimmo nasce di giovedì, e su questo suo venire al mondo sotto l'alto patrocinio del capo dell'Olimpo, scrive una bella pagina sul suo libro. Ecco, tutto questo lungo cappello, questa lunga intro, per dirla musicalmente, non è casuale, ma ha un senso. Mimmo, il caro Mimmo che per fortuna semplifica molto quando deve preparare il suo trolley, altrimenti sarebbe un guaio, visto quante volte ha dovuto farlo (per fortuna e con piacere) in questo periodo, ha deciso di visitare, dopo lunghi anni dall'ultima volta, un'antica terra lontana, granitica, aspra, scarsamente popolata da abitanti piccoli e neri che parlano uno strano idioma, indossano dalla notte dei tempi la mastruca e pascolano greggi perfino nelle periferie delle città, e da una piccola donna grafomane con le chiome canute, che, coincidenza, vive da qualche tempo in un borgo non distante da quell'altro borgo dove il Nostro arriverà, presenterà il suo libro e, dopo una breve pausa di ricreazione, udite udite, canterà e suonerà e si faranno le ore piccole, ma la piccola scrivana lunatica non se ne preoccuperà, nonostante sia lunedì e lei il lunedì sera non esca mai. Quasi.
Lascio a Mimmo il compito di comunicare quale, tra quelli che verranno, sarà questo lunedì incantevole, e dove si terrà il duplice evento musical-letterario. 

venerdì 15 giugno 2018

IL SEGRETO DI MIMMO

Un caro lettore che non si appalesa mai sul blog, ma in altre forme, mi ha detto di aver notato come di tanto in tanto Folgorata ceda il posto a Sandra, che si lascia andare a piccole confidenze che puntano, se non un faro, una lucetta sulla sua piccola vita di provincia. Mi ha anche rassicurato, il lettore, dicendomi che queste esternazioni personali sono sempre "sul filo dell'equilibrio". Oggi lo smentisco in pieno e mi sfogo: non ne posso più, voglio cambiare vita e voltare pagina, scappare senza lasciare tracce (ma lasciando sul frigorifero un biglietto in cui chiedo di non essere cercata e di essere dimenticata, e che tutte le mie collezioni possono essere donate con la clausola di non disperderle). Sono stanca, stanca morta, totalmente priva di energie, mi trascino come una centenaria male in arnese (ce ne sono parecchie ancora in ottime condizioni, dalle mie parti), ma continuo a trascinarmi, a non lasciare una briciola in giro, a dare la caccia alle gocce e alle impronte, a spazzolare il gatto tutti i giorni, ad essere puntuale e diligente al lavoro,  ad alzarmi alle cinque dopo essermi svegliata almeno dieci volte durante la notte, a piastrarmi i capelli che in questa turbolenta mezza età tendono a gonfiarsi e non li sopporto, a leggere un libro ogni tre giorni, a correre avanti e indietro come una dannata, anche da ferma, a tenere d'occhio il Cantante che al contrario di me e nonostante gli undici anni che ci separano, sprizza energia da tutti i pori: ogni giorno ha un impegno diverso, va in giro a presentare il libro (di pomeriggio), e nello stesso giorno (alle 21 o alle 23), canta e suona. Ma da dove la toglie, tutta questa energia, quest'uomo, che non si alza alle cinque (anche se dorme pochissimo), non si piastra i capelli, non spazzola il gatto tutti i giorni, e sicuramente come la maggior parte degli uomini (scusate, ma è così) non impazzisce a causa delle gocce che sfuggono da un rubinetto troppo aperto, delle impronte sui mobili, e neppure per le briciole sul pavimento o sul divano? Come fa, quale sarà il suo segreto? Non confesserò mai come l'ho scoperto, ma, a parte l'adrenalina che deriva dal fatto di vivere un bel momento, dall'entusiasmo che questa nuova veste di scrittore sta aggiungendo al suo consueto entusiasmo, il segreto c'è e ha un nome: OVOMALTINA. E sapete in quale paese si produce l'Ovomaltina? No? ve lo dico io: In Svizzera, dov'altro avrebbe potuto essere? Mimmo non l'ha ancora annunciato e come è noto io, che evito di dare notizie in anteprima su impegni e novità che lo riguardano, anche se ne sono informata, qui proprio non posso trattenermi: tra breve inizierà il tour elvetico, perché il libro sta per uscire tradotto nelle tre lingue della Confederazione (lo so, sono quattro, ma una è l'italiano), e non solo in svizzero-tedesco come pareva dovesse essere all'inizio dell'avventura. Questione di fini trattative, e di incontri fortunati. E saranno giorni felici in cui l'Ovomaltina scorrerà a fiumi.

P.S. ATTENZIONE! Mi pare evidente, ma, onde evitare equivoci e incidenti diplomati: ciò che ho raccontato è solo frutto della mia fantasia, anche se, come ho scritto nel commento di risposta a un caro lettore, auguro a Mimmo che il suo libro sia tradotto in tutte le lingue del mondo e che in tutto il mondo possa volare a presentarlo, con o senza Ovomaltina. Ah, oggi sono pure meno stanca...


lunedì 11 giugno 2018

BELLA MIA

Nei giorni scorsi Mimmo è stato in Abruzzo a suonare e cantare, a continuare a presentare il libro, a ritirare un premio e tra un impegno e l'altro, se il colorito racconta cose vere, a prendere un po' di sole e fare il bagno. Mentre lui era in Abruzzo, proprio in perfetto sincronismo, anch'io lì viaggiavo e sostavo, attraverso la lettura di Bella mia, romanzo del 2014 di Donatella di Pietrantonio, già citata qui a proposito del recente L'Arminuta e dell'opera che l'ha resa nota, Mia madre è un fiume. La scrittura, le storie, le tematiche della scrittrice nativa di Arsita, ma che vive a Penne, sono intrise d'Abruzzo. Bella mia racconta, attraverso la voce dell'Io narrante Caterina, la storia, non avulsa da altre storie simili,  di una famiglia, la sua, che deve affrontare le terribili conseguenze del terremoto del 6 aprile del 2009: la morte della sorella gemella Olivia, che oltre a Caterina lascia la madre, un figlio in piena burrasca adolescenziale, un ex marito musicista troppo preso da se stesso; la perdita della casa e delle cose, la sistemazione precaria nelle piccole abitazioni senz'anima, lontane dal centro della città diventato un luogo spettrale. Il tentativo di ricostruire, dentro e fuori, ma non come prima perché niente è come prima e tutto è da rimodulare. Letti d'un fiato, il romanzo e la sentita postfazione dell'autrice stessa, in cui rivivono il suo personale ricordo del terremoto e i suoi rapporti con la bella mia del titolo, che non è una donna, ma la città dell'Aquila, e con i suoi abitanti. Due piccolissime ombre in un libro quasi perfetto, l'uso dell'espressione "una manciata di secondi" che non riesco ad apprezzare, e la presenza di una storia d'amore che sulle prime sembrava condurmi dentro un Harmony, ma poi, per fortuna cambia sentiero. Mi sembrava strano, Donatella è caratterizzata da una scrittura femminile e di sentimenti, ma non è tipa da rosa melenso. L'Io narrante, la gemella superstite Caterina, merita di meglio di un tipo che fugge vie perché si sente troppo coinvolto, ma quella storia che probabilmente non avrà seguito, le servirà per riprendere i contatti con l'amore e quindi con la vita. Per sbloccare un ingranaggio inceppato.
Donatella di Pietrantonio, che viene sempre in Sardegna a presentare i suoi libri, sarà a Gavoi, al Festival L'Isola delle storie, il 30 giugno, in un appuntamento mattutino e suggestivo, "Dal Balcone".

venerdì 1 giugno 2018

VITA MOVIMENTATA

Un periodo alquanto movimentato, questo, per Mimmo, un impegno dietro l'altro, da un luogo d'Italia all'altro, passando per librerie, radio radicali e non, scuole, ipermercati, e, perfino, frutterie. I libri per fortuna ora si presentano ovunque, non in santuari paludati, e se si conclude la presentazione con una macedonia di frutta (faccio per dire), un bicchiere di vino, due chiacchiere e una stretta di mano, ancora meglio. Io, va da sé, seguo, leggo, indago, non sempre scrivo e commento tutto, ma ancora imparo qualcosa. Ad esempio che Mimmo non va pazzo per il caffè, ma non può farne a meno appena si alza, e anche che subito dopo lo svezzamento si è fidanzato. Scherzo, è evidente, ma non scherzo per niente quando confermo quanto dice il conduttore radiofonico: Mimmo ha proprio una bella voce radiofonica, e l'ho sempre sostenuto, e magari dopo il libro, dopo il disco, gli offriranno, ma questa volta alla nostra radio di stato, e non a quella svizzera, di condurre un bel programma, e io e il conduttore potremmo dire: ecco, finalmente se ne sono accorti di questa bella voce radiofonica non priva di contenuti.

 https://www.radioradicale.it/scheda/540889/due-microfoni-intervista-a-mimmo-locasciulli

Quanto a me, appena alzata bevo il caffè e ci inzuppo qualche biscotto. Nel pomeriggio ne bevo uno corto, con una schiuma alta un dito, e a volte dopo cena un dek. Senza zucchero, ma questa per me è una conquista recente. Mi sono innamorata per la prima volta a dieci anni, anche se non capivo cosa mi stesse accadendo, però con quel bambino non mi sono mai fidanzata: "le rose che non colsi". Tra i tanti dubbi che albergano in me, una sola certezza: non inciderò mai un disco.

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