Mimmo & Greg

Mimmo & Greg
Grazie Mariangela, grazie Mimmo!

mercoledì 30 giugno 2010

PONNE LA CAPITALE DI LU MONNE


Nel mio instancabile peregrinare nel web alla ricerca di notizie sul nume di questo blog, mi sono imbattuta in un altro blog, di cui è autrice una fanciulla (ha trent'anni, è una donna fatta, ma fino a quaranta, per me son tutti ragazzi e ragazze) che si chiama Naide. Perchè cito il blog proprio su Folgorata? Molto semplice, perchè l'autrice del blog, di cui ora fornisco il link http://pennesinelmondo.blogspot.com/#uds-search-results è di Penne, ma ora vive a Cuneo, ed è quindi, a buon diritto, anche lei una pennese nel mondo. Pare siano tanti, di Penne, in giro per il mondo, sia in Italia, sia all'estero. Penne certo meriterebbe un pellegrinaggio da parte di Folgorata: tempo al tempo, tutto arriverà; io sono fiduciosa. Mi vedo alla scoperta dei luoghi dell'infanzia di Mimmo Locasciulli, e mi vedo fare una ricerca sul campo, sulle tracce della gloria locale. Folgorata intervista la tata di Mimmo Locasciulli (la tata ce l'ha avuto di sicuro, quei bambini con la mamma a scuola, da soli non potevano certo stare; il problema è se esista ancora, la tata, è passato un bel po' di tempo) la maestra, l'insegnante di pianoforte, la catechista, e tutto il corteo di figure che lo hanno accompagnato, Mimmo, nella sua infanzia pennese. (Farò le interviste impossibili.) Folgorata alla ricerca della casa natale, della cantina dove Mimmo e i Puri facevano le prove, della chiesa dove cantava e suonava l'organo (San Domenico, San Massimo?) il Liceo Luca da Penne (altro grande dubbio: intanto secondo me ha fatto il classico e quello è un liceo scientifico, e poi non so neppure se ci fosse, a Penne, il liceo, quando Mimmo studiava) alla scoperta delle stradine dove faceva le prime passeggiate romantiche e recitava poesie estemporanee alla fortunata fiamma (ti farai gli affaracci tuoi, Folgorata???) e via scoprendo.

Nel blog della ragazza di Penne si possono imparare tante cose, si trova anche qualche traccia di dialetto pennese; vi ho letto una poesia di un poeta pennese che di professione faceva il medico: Gaetano D'Aristotile, (1901-1986) si chiamava; spero di non far danno a pubblicarne uno stralcio; il titolo è
Sabbate sante
So sate su lu tette mantemane
su ‘ncima a tutte, pe sintì, guardà:
uj ’è Sàbbete Sante e le campane
si sta p’arscioje e stinghe a ‘ddusulà.
Addore l’aria di jierve, di fiure,
è lucente di sole la campagne;
‘nzimbr’ alle rènnele che passe j pure
mi sente di vulà su la muntagne.
Pennesi nel mondo è un luogo virtuale dove i Pennesi, nel mondo o anche quelli che ancora ci vivono, a Penne, possono ritrovarsi. Ho cercato se nel blog ci fossero post dedicati al più illustre pennese nel mondo, cittadino del mondo con radici pennesi saldissime, e non ne ho trovati. Tanto di Mimmo ne parlo io, però, insomma un omaggio, da parte di una pennese autrice di blog su Penne, me lo sarei aspettato. (Magari ho cercato male, chissà!) Mimmo è un personaggio davvero illustre, e su ogni pietra che ha calpestato dovrebbe esserci una targa ricordo. Qui nel 1954, Mimmo enfant prodige compose le prime musiche; questo è il sentiero Piccolo Locasciulli, dove Mimmo si esercitò fanciullo, nella pratica delle escursioni, che allora non si chiamavano ancora trekking, e via di questo passo. Dunque, Pennesi di tutto il mondo, andate a casa di Naide. Vi troverete bene, mi sono trovata bene pure io, anzi mi sento già un po' pennese dentro; certo, ancora un po' devo studiare, la lingua prima di tutto, un po' ostica a tutta prima, che una fan di Mimmo di livello alto, un po' di pennese deve conoscerlo. Nel mio piccolo blog, non ho mai ricevuto una visita da Penne, e un po' mi è dispiaciuto. Ho ricevuto diverse visite da altre città abruzzesi, ma ho il sospetto, che è quasi certezza che trattasi della stessa persona che di tanto in tanto, per motivi suoi, cambia città. Cosa volete che vi dica, pochi ma buoni. Mimmo, se ancora non lo conosci, sempre che tu entri ancora a casa mia (UFF... questa è malata, assillante, cosa ho fatto di male io? Un caso esemplare di monomania: peccato, in fondo non è scema, potrebbe convogliare altrove le sue energie; ma non dovevamo recitare il requiem per Folgorata?) anche se non hai tanto tempo per il computer, vacci, a fare una visita da Naide: (le faccio volentieri una pubblicità di cui non ha bisogno) ci sono anche gli arrosticini!

domenica 27 giugno 2010

COME ERAVAMO

Certo questa non è una novità, c'era già questo video su youtube: sono io, la "biografa" stontonata in crisi di mezza età, che ancora non l'avevo visto; però ci sono arrivata, tardi, ma ci sono arrivata e continuo il mio viaggio a ritroso nel passato: in questo caso si tratta di una partecipazione del nostro artista (per brevità chiamato artista: citazione.) a Discoring, che come tanti avrò guardato, in diverse occasioni in qualche pomeriggio domenicale, prima di andare al cinema. L'avrò anche visto, chissà, Mimmo Locasciulli, in quella circostanza, e in altre, ma non ho ricordi precisi di lui, ospite in trasmissioni televisive, se non, Sanremo '85 a parte, quella sua lontana partecipazione, lontana ma non così tanto, in un programma di quella che ancora si chiamava TeleMontecarlo, un salotto pomeridiano condotto da Rispoli. Non so perchè mi sia rimasta impressa proprio quella; non ricordo che cosa M. abbia cantato, perchè una canzone l'avrà pur cantata; no, mi ricordo che nella trasmissione si parlava dell'alimentazione nelle mense: nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali, e Mimmo, da addetto ai lavori, fu invitato a esprimere una opinione sull'argomento.
Accidenti a questa mia tendenza a divagare; torniamo invece all'input di oggi, il link http://www.youtube.com/watch?v=p8yUTyMoP2E del video che ho trovato a corredo di un'intervista recente a Mimmo, di cui non posso esimermi dal pubblicare due stralci che mi sono piaciuti troppo: "Mi è sembrato di aver viaggiato su una corriera sgangherata, che ha fatto sosta in una stazione deserta dove soffiava un vento forte. Dopo essere sceso, sono entrato in un locale fumoso, con luci fioche, pieno di gente che cantava, suonava e ballava piena di gioia" . (A proposito delle emozioni provate nel riascoltare Idra. Descrizione cinematografica; vedo la corriera, Mimmo un po' stazzonato che scende, il locale fumoso. Lui osserva, non si lancia nelle danze.) E ancora "Quando realizzo un disco non seguo un metodo particolare. Mi piace lanciarmi nel vuoto ed atterrare ad occhi chiusi. Coinvolgo tutto me stesso insieme ai musicisti che mi accompagnano nel viaggio." Occhi chiusi, viaggi e corriere sono sempre presenti: c'è tutto Locasciulli in questi due stralci dell'intervista.
Ho guardato il video con il solito interesse e la solita attenzione che riservo a tutto ciò che riguarda M. Eccolo, trentatrè anni, ma sembra più giovane, Tshirt bianca, jeans e giubbotto di jeans, molto bravo ragazzo. Canta, come accadeva allora e in certi casi, per taluni, accade ancora, in playback. Espressione seria, qualche sorriso poco convinto. Non gli piaceva tanto andare in televisione, forse, e nemmeno cantare in playback: appare confuso dal playback. Ora ha tutta la consapevolezza degli anni, Mimmo, del ruolo, delle molteplici esperienze vissute, è molto uomo navigato, ma continua a non essere perfettamente a suo agio davanti alle telecamere. In una recente sua partecipazione a una trasmissione dedicata all'Abruzzo, con ospiti abruzzesi come lui, (una in particolare, vivace e magari anche simpatica signora che certo lui conosce, ma molto lontana, mi pare, dal suo modo di essere e di vedere le cose, interveniva continuamente quando Mimmo tentava di parlare, si sovrapponeva letteralmente ai suoi interventi: ho avuto il desiderio di essere lì per tapparle la bocca) mentre lo inquadravano, ha distolto lo sguardo e si è messo a levare invisibili pelucchi dalla sua bella giacca.
Chissà se ama rivedersi, nei vecchi video, e che effetto gli fa, a Mimmo, fare i tuffi nel passato. Chissà se si riguarda o si riascolta anche nelle cose recenti. Forse, ma molto velocemente, en passant: mi pare molto impegnato a vivere intensamente questa sua meravigliosa maturità, che a dedicar troppo tempo a lucidare il monumento di sè stesso. (Ho detto troppo, il che non esclude, che il monumento ci sia, e sia in ottimo stato di conservazione.)

venerdì 25 giugno 2010

LA CASSETTA MISTERIOSA


Oggi, quando sono rientrata dal lavoro, ho trovato nella cassetta della posta una busta gialla. Però che velocità - mi son detta - immaginando già che cosa potesse contenere, e cioè il mio acquisto su ebay di solo due giorni fa: la cassetta di Intorno a trent'anni. Io, tanti a tanti anni fa, precisamente ventotto, sull'onda della prima "folgorazione" giovanile, avevo acquistato il disco, che come mio solito avevo ascoltato fino allo sfinimento, per anni e anni. Il disco alla fine, molto usurato di suo, ricevette il colpo di grazia a causa di una caduta accidentale e morì. Mi dispiacque molto, però mi consolavo con gli altri lavori di Mimmo che in seguito avevo acquistato in cassetta, perchè i dischi nel frattempo, con buona pace dei numerosi estimatori del vinile, mi erano diventati proprio antipatici e non ne volevo più sentire. Mercoledì curiosavo su ebay, dove erano disponibili un certo numero di copie in vinile di Intorno a trent'anni, ma non mi è venuta nessuna voglia di possederne uno, perchè io non sono, ne' voglio essere una collezionista. A me semplicemente interessava ascoltare di nuovo le canzoni nella loro versione originale, e magari fare il tentativo, con gli occhi chiusi, di ricaricare indietro le lancette del tempo, e di ritrovare intatte le emozioni della mia gioventù. Ho continuato la mia peregrinatio su ebay, e a un certo punto mi è apparsa questa cassettina, e ho fatto l'ordine.

Sei già qui - le ho detto - perchè io parlo volentieri anche con gli oggetti, oltre che con le persone che lo meritano e con gli animali. Si si - mi ha risposto la cassetta, con la voce di Mimmo Locasciulli - ascoltami al più presto. Detto fatto, dopo il mio parco pranzo, ho deciso di consolarmi un po' e ho cercato di creare l'atmosfera giusta: intanto l'ho esaminata attentamente, questa cassetta, un evidente pezzo di modernariato, che reca sull'etichetta arancione della RCA la scritta programma 1 da un lato e programma 2 dall'altro, invece che lato 1 e lato 2, come da Sognadoro, che è dell'anno dopo, il 1983, in poi. La cassetta è di un grigio chiaro, mentre le altre che possiedo sono avorio, un po' scurite dal tempo. Basta esami del supporto - mi dico, ascoltiamola: buio in sala, posizione di relax con due cuscini, volume non troppo alto, occhi chiusi; sono pronta. Parte senza troppi intoppi, solo un lieve fruscio che via via scompare, Intorno a trentanni, e io davvero torno indietro nel tempo, in quel 1982 che ripercorro in tutte le sue tappe, perchè per me quell'anno è stato davvero un anno fatidico, in cui mi sono capitate delle cose che hanno dato l'impronta alla mia vita futura. Non posso non riandare con la memoria al famoso concerto di cui già ho parlato altre volte, quello di una notte d'estate al mare, con un mare di gente, tutti riversati lì, a sentire Francesco, che non era solo, c'era anche Mimmo, e io ero tutta contenta, perchè c'era lui, non soltanto per l'amico già molto famoso: quella voce mi aveva proprio conquistato, e anche quella faccia, perchè Mimmo ha proprio una bella faccia, non di una bellezza convenzionale, ma con qualcosa che colpisce nello sguardo e nel sorriso, allora, come a cinquant'anni, quando secondo me il suo fascino ha toccato il suo momento più alto, e anche adesso, che è un signore un po' ingrassato che i suoi anni li dimostra tutti, e meno male che non fa nulla per nasconderli. Era da un sacco di tempo che non sentivo queste canzoni come le ricordavo, ed era in particolare da un sacco di tempo che non sentivo Lo zingaro, forse una delle meno note di quest'album, che mi pare Mimmo abbia poi riproposto in una raccolta che io non possiedo. Oh, ecco Cala la luna, e Natalina, tutte diverse da come sono abituata a sentirle nelle versioni che ascolto abitualmente. Mi dà una gran gioia sentire quella voce ancora giovane, che veramente, non mi stanco mai di dirlo, suscita ondate e ondate di emozione. Ne avevo una gran nostalgia. Negli album successivi inizia un po' a perdere quella verginità, la voce di Mimmo, inizia a cambiare, seppur leggermente, il suo modo di cantare. Io sono in brodo di giuggiole, mi sono consolata perfino del mio triste pranzo (altro che piaceri e saggezza a tavola: i termini mi sembrano quanto mai in opposizione, almeno per il mio concetto, sicuramente errato, di piacere a tavola). Giro la cassetta: le emozioni continuano e, questo è un classico, toccano il culmine con Gli occhi, bella da vertigini: Mimmo ha scritto davvero dei piccoli (o grandi?) capolavori. Ed eccoci a Buoni propositi, lo sento che fischietta, Da domani, da domani...io lo ricordo, cosa volevi fare, Mimmo, da domani, ma purtroppo in questo momento non posso ripassare perchè d'improvviso capita un fatto curioso: il suono quasi scompare, sopraffatto da un fastidioso fruscio, e, in sottofondo, si inserisce la voce di un altro cantante, che non sei tu, che canta Ancoraaaa, ancoraaa, poi anch'egli smette, e si sente un'altra musica, che non è ne' quella di Buoni propositi, ne' quella di Ancora, ma una terza canzone che non riesco a individuare. Cosa può nascondere questo mistero finale che mi ha bruscamente risvegliato dal piacevole torpore intriso di emozioni, nel quale ero precipitata? Sarà un nastro taroccato. Ci avranno registrato sopra qualcosa. Mi domando a questo punto se sia effettivamente uscito anche in cassetta, Intorno a trentanni, o solo in vinile. Peccato, mi sarebbe piaciuto assaporarmela, Buoni propositi, anche perchè è inevitabile per me in questo momento una certa immedesimazione: come la metti la metti, sono una morta di fame.

mercoledì 23 giugno 2010

NOSTALGIA


Son qui che cerco, davanti allo schermo del mio computer, di mettere rimedio alla breve crisi di astinenza che mi ha colto in occasione di alcuni giorni trascorsi lontano, senza computer, senza connessione a internet, senza musica. Non è che sia finita in un eremo, è che nella mia valigia non c’era spazio per il portatile, di entrare in un internet point non mi è venuta nessuna voglia, e non possiedo, per scelta, nessun iPod, ne’ iPhone, ne’ lettore MP3, ne’ lettore CD portatile, per il semplice fatto che la musica la ascolto a casa, sia dai CD, che dal computer, e quando sono in giro mi guardo intorno senza inteferenze e nei miei spostamenti quotidiani con i mezzi pubblici preferisco leggere. In questa occasione ho pensato che anch’io ormai farò parte della schiera interminabile di persone con le cuffiette alle orecchie, che girano con la musica in testa e lo sguardo perso.


In questa occasione, che doveva essere proprio di stacco e di distanza - ma forse ciò che serve a me è prendere le distanze da me stessa e non è proprio semplicissimo - ho sofferto di nostalgia (che bella parola è nostalgia, che bello il suo significato di dolore del ritorno) ma di una forma strana di nostalgia che mai avrei pensato possibile, quella per il cantante e la sua musica. Mica ci conosciamo, io e il cantante, mica ci vediamo, mica comunichiamo, mica ci scambiamo le opinioni o andiamo insieme a prendere l’aperitivo (dico aperitivo perché a me piacciono molto, gli aperitivi, sia a casa che in bella compagnia su una terrazza all’aperto, con un panorama che si apre sul mare, però non è che ne prenda tantissimi, e d’ora in poi, ahimè, saranno ancor di meno: giusto un succo di pomodoro con uno schizzo di limone e una costa di sedano) però non è detto che si debba avere nostalgia solo di qualcuno reale e materiale che ci vive accanto. (In quel caso si può superare parzialmente con una telefonata, ad esempio.)


Il cantante per me non è una persona in carne e ossa, però è un distillato di emozioni, o meglio io ho voluto che lo fosse, facendo diventare la fiammella di una candelina un incendio, e innaffiando e concimando quotidianamente un mio piccolo giardino interiore. Ho avuto nostalgia del mio computer, perché io, come i bambini che pensano che i beniamini dei cartoni animati vivano dentro il grande schermo della televisione, io, bambina un po’ cresciuta, ma con un’anima fanciullina, sono convinta che il mio cantante (chiamato così per brevità, il termine non vuole essere riduttivo; posso dire anche artista, significativo esponente della canzone d’autore, cantautore… poeta? Niente paura: no, anche se spesso le sue canzoni sono intrise di espressioni "poetiche", sono canzoni, belle belle belle, ma canzoni. Poesie forse son quelle che ha scritto e forse scrive per i fatti suoi e non si decide a pubblicare, che se lo farà io sarò la prima lettrice, devota ma non priva di senso critico) dimori stabilmente nel mio computer, e quindi se mi manca il computer, il mio, attenzione, non un computer qualsiasi, mi manca il “mio” cantante. Sono messa davvero bene, non c’è che dire, però io sono una fedele e sincera cronista dei miei stati d’animo, e questo davvero mi è accaduto quando, di notte, rientravo in quell’albergo senza portiere, dove si accedeva con un codice, senza l’ombra di una creatura vivente, e nella mia stanza c’era solo silenzio e un’anonima televisione che invece di consolarmi riusciva a mettermi una certa tristezza, e quindi meglio andare a letto e raccontarsi da sola la favola della buonanotte.


Ho recuperato subito appena rientrata: musica musica musica evviva evviva evviva Oh, Mimmo Locasciulli ben ritrovato! Guarda la prossima volta non ti lascio a casa ti porto con me. Poi ho fatto anche un’altra cosa, ho provato a mettere in funzione il mio vecchio Sony dei tardi anni ottanta, con piatto per i dischi e lettore per le cassette, perfettamente funzionante. Il suono è dignitoso, poi io non sono una così esigente, mi accontento. Il fatto è che giusto stasera, ho scovato e acquistato Intorno a trentanni (il mio vecchio glorioso amato album è morto da tempo immemorabile). Si può acquistare su iTunes, ma io ho deciso che allo stato attuale desidero un oggetto vero e proprio, senza contare che possedere la foto dell’album, quella per intenderci che si ispira alla celebre copertina dei Gialli Mondadori, è un dovere morale di ogni fan che si rispetti. (Apro continuamente parentesi, ma mi viene troppo da ridere: io, che spesso ho apprezzato e mi sono interessata a dei cantanti o artisti in genere, ma mi son sempre ben guardata dal diventare fan di chicchessia, almeno in certi termini, mi ritrovo fan delirante alla soglia dei fatidici cinquanta. Anche questo uno dei tanti sintomi ascrivibili alla difficile età che sto vivendo? No, lo dico per trovare una giustificazione, perché senza è “grave assai”.)


Non vedo l’ora che mi arrivi il pacchetto, così mi ascolto trenta volte di seguito Buoni propositi, Lo zingaro, che sono le canzoni che non ascolto da un sacco di tempo, e poi tutte le altre, che trovo in altri album che ho. La scusa pronta per continuare magari a scrivere, prossimamente, di un disco di ventotto anni fa. La mia sveglia domani suona alle cinque, quando Mimmo scamminato rincasa: quindi ora pubblico e vado a dormire. Non vado sola, mi accompagnerà un dubbio, anzi un vero e proprio rovello: ma cosa sarà mai, questa Notte dell’Utopia della quale ho cercato, senza trovarne, tracce ovunque? Ho un debole per il mistero e le indagini sono il mio forte. Prima o poi qualcosa scoprirò!

mercoledì 16 giugno 2010

BEATI I NAPOLETANI


Per due milioni di motivi, (potrei fare un elenco lunghissimo, ma mi astengo: l’elenco comprende anche tanti luoghi comuni; potrei fare un elenco altrettanto lungo del perché non lo siano…) ma in questo momento in particolare perché hanno la possibilità di godersi il concerto di Mimmo Locasciulli. Infatti, oggi, 16 giugno, mercoledì, alle ore 21 inizia la manifestazione musicale che comprende, all’interno dell’interessante Rassegna musicale di Castel S.Elmo, il doppio concerto di Gianmaria Testa, che apre la serata, e di Mimmo Locasciulli, (in quartetto) che la chiude. A me sembra perfino troppo, roba da fare indigestione, roba da attacco bulimico: io in tutta franchezza preferirei o l’uno o l’altro, o meglio, con tutto il rispetto per l’apprezzato Gianmaria, costretta, sceglierei Mimmo, per passione e per contratto. Sembrerebbe questo un concerto da due al prezzo di uno, (in tal caso prezzo non alto, per una serata così) ma credo che niente vieti di seguire il primo e poi andarsene via, o arrivare direttamente per il secondo. Non so se sia previsto un passaggio di testimone, non so se i due duetteranno, ma mi pare di capire di no. Dietro a questo “abbinamento” certo ci sono questioni di "casa comune" di promozione discografica, di management, ma credo anche ci sia una certa affinità tra i due artisti. Di Gianmaria, che ancora conosco in maniera superficiale, ma c'è desiderio e tempo per rimediare (la conoscenza “enciclopedica” che mi son fatta di Mimmo si può raggiungere come è evidente solo se sostenuta da grande passione, altrimenti ci sarebbe stato da spararsi, mi sarei arresa ai primi paragrafi della "summa”) mi ha colpito molto l’attività a dir poco frenetica, che lo porta continuamente in giro, molto anche nei paesi germanofoni che tanto piacciono al Nostro.
Mi piacerebbe intervistarne un po’ di questi fans nordici, per sapere esattamente cosa li colpisce di quelli che da noi sono cantautori da amatore, insomma non gente dai grandissimi numeri, di quelli che non si esibiscono negli stadi e possibilmente gradiscono pubblici non urlanti. Anche Gianmaria per tanto tempo ha fatto un altro lavoro, il capostazione, cosa che ormai fa parte del passato, assorbito com’è dalla musica. Ecco, hanno i treni in comune, con Mimmo, e sicuramente la passione per il Piemonte, che per G. è terra natale; se dico Piemonte, mi ripeterò, ma dico Nebbiolo, e qui mi fermo. Entrambi si avvalgono nella accurata confezione dei loro album di fior di musicisti. Entrambi hanno trattato il tema dei migranti, G. con l’album concept Da questa parte del mare, (inserisco il link di un video in Sardegna, in cui Gianmaria appare con il mio conterraneo geniale Paolo Fresu http://www.youtube.com/watch?v=IXF7KqNGYjo) M. nella canzone Idra, (anche in qualcosa del passato, come a suo tempo ricordato, ma erano migranti diversi), entrambi, così leggo, ma come è noto non ne ho esperienza diretta, cercano durante i concerti una comunicazione profonda e intima col pubblico. Mi hanno detto che Mimmo, quando questa comunicazione non avviene, o avviene parzialmente, insomma, quando non si crea “empatia” con chi lo ascolta, soffre e ne risente la qualità della sua musica, mentre quando il pubblico è di quelli con cui da subito si stabilisce un bel flusso emotivo, è a dir poco strepitoso.
Gianmaria è molto premiato, anch’egli presente nelle rassegne di musica d’autore, e non potrebbe essere che così. Tutti e due poco presenti in Tv, ma insomma ogni tanto capita di vederli, non di frequente, ma capita. Nell'edizione appena trascorsa, G. è andato ospite a una nota trasmissione di Rai3, dove avrei sperato di vedere anche Mimmo, invece manco l’ombra. Li ho visti entrambi a una trasmissione del sabato pomeriggio di qualche tempo fa, che si chiamava Effetto sabato, prima edizione, e che talvolta seguivo perché non era male, ma nel frattempo facevo anche un riposino. Mi ricordo, della puntata in cui fu ospite Mimmo, forse nel 2007 o nel 2008: io ero in un piacevole dormiveglia, quando la giovane conduttrice, una che invidio molto per i suoi centimetri, piemontese anche lei, annunciò Mimmo. Non esagero, feci un salto sul letto, esclamando incredula: Mimmo? Non ne avevo notizie da un sacco di tempo, e mi destai subito e seguii con attenzione quello che nel frattempo era diventato un signore di mezza età, un po’ ingrassato, nerovestito e col solito cappello. Cantò alcune canzoni che naturalmente non conoscevo, oltre qualcuna della classiche note a tutti. Non mi parve particolarmente partecipe, ne’particolmente a suo agio, fu anche un po’ freddino, però proprio in quell’occasione sono da ricercare i prodromi di una malattia un po’ infida, perché sarebbe stata silente per un bel po’, per manifestare a pieno i propri sintomi quando ormai non sarebbe stata più curabile. Per fortuna è malattia benigna, ad andamento cronico con momenti di remissione e di recidiva, mai letale.
Mi pare di capire che il concerto napoletano si svolgerà all’aperto. Spero che i cieli partenopei siano pieni di stelle e non di nubi, (non come i nostri, in questi giorni assistiamo a una recrudescenza dell’inverno, qui in Nordafrica, con piogge torrenziali) perché non so se il pubblico napoletano sia come quello svizzero, cioè disposto a prendersi un acquazzone pur di seguire il concerto. No, ci sarà il sole, Mimmo è protetto dal suo quasi omonimo Zeus Folgoratore, che in questo caso chiederà a Febo Apollo di fare un buon lavoro: ci sarà il sole fino a mezzanotte.
Io si, sarei dispostissima, anzi ho un bellissimo impermeabile giallo genere “soccorso stradale” che mi chiede portami in giro portami in giro e sarebbe l’occasione per sfoggiarlo, sotto la pioggia, mentre Mimmo canta e suona sotto un palco coperto, ed io muovo i miei piedi, calzati di rassicuranti stivali di gomma, nelle pozzanghere.
Tutti i santi giorni, in un rituale che ha un che di ossessivo, visito il sito del Nume e ne esco un po’ frustrata perché non appare niente di nuovo. Sono convinta che a breve ci sarà l’aggiornamento delle tappe dei concerti estivi. Sono convinta che ci sarà molto Abruzzo e altra Italia centro-meridionale, oltre la Svizzera, apparsa come un miraggio e poi scomparsa: mi domando se non sia stata anche quella un’aura, un’allucinazione di cinquantenne bislacca e confusa, fidanzata col mal di testa e con il metabolismo sballato: due fidanzati molto esigenti, che richiedono prestazioni alte. Al contempo tutti i giorni, in un rituale che ha un che di compulsivo, mi studio le varie rassegne estive musicali locali, e di Mimmo neppure l’ombra.
Vengono alcuni amici suoi, il rocker che si esibirà in uno stadio vicino a Oristano, e io non amo i concerti negli stadi, dove aprono i cancelli sei ore prima dell’inizio: non ho l’età, l’energia e forse neppure troppo interesse, per quanto lo ascolti volentieri, il mio coetaneo (lui li ha già compiuti, cinquant’anni: mi sembra molto in forma, le donne accusano peggio il colpo) rocker dall’ingegno sfaccettato. Dai due amici Francesco e Lucio, che quest’anno riprongono la tournée in coppia, questi proprio in città, all’Anfiteatro romano, potrei anche decidere di andare: riscuoteranno sicuramente un grande successo. Ho seguito il programma televisivo che li ha visti protagonisti: F. mi sembra decisamente più rilassato e meglio disposto verso il pubblico: sarà un regalo dell’età. Tra il pubblico c’era gente davvero coinvolta emotivamente, in particolare pubblico femminile quasi in deliquio, ho visto occhi con i lucciconi. Io non mi sono emozionata per nulla, è stato solo uno spettacolo piacevole e basta, nessuna corda profonda è stata toccata. I due hanno annunciato che durante la tournée ogni spettacolo sarebbe stato diverso, e che avrebbero avuto degli artisti amici ospiti: ecco, se mi portassero Mimmo andrei anche con la febbre a quaranta, con la pioggia scrosciante e con l’emicrania galoppante, con aura o senza: passerebbe tutto come per magia e sarei la donna più felice del mondo. (A me a volte basta poco per essere felice, anche molto meno di Mimmo Locasciulli in concert, da solo o come artista ospite: il guaio è che come è noto la felicità è un bene voluttuario effimero.)

Tornando al concerto di Napoli, ho letto tanti piccoli articoli che ne parlano: Mimmo, il chirurgo cantautore (avrà anche il bisturi in quella tasca di Mary Poppins? In senso metaforico, intendo. Quello che banalmente mi incuriosce, e che banalmente mi domando è: gli sarà mai capitato, in tanti anni di onorata carriera, durante un concerto, di scattare d’istinto al richiamo C’è un medico in sala, perché qualcuno si era sentito male? Uno mica smette di essere medico, se necessita, solo perché indossa panni canori.) è sempre descritto “piegato” sul suo pianoforte, (chissà che mal di schiena, dopo il concerto urge massaggio) gentile, pronto a inondarci di emozioni, ma anche di ironia, con il cappello e la sigaretta, e naturalmente dato che tra l’altro darà spazio alle canzoni di Idra, chi scrive dirà che le canzoni rimandano al mostro mitologico a nove teste che rappresentano le nefandezze dell’uomo e di Ercole, che a sua volta rappresenta l’amore, che uccidendo Idra, libera l’uomo dalle sue brutture. (riflessioni che Mimmo ha fatto, tappe del percorso che l'ha portato a realizzare l'album, ma di mostri e di Ercole nelle canzoni non v'è traccia.) A volte mi sorprendo di quante banalità si scrivano, di quante cose, vere, ma che ormai appartengono a tanto tempo fa (ad esempio la sigaretta, ma questo è poco grave) gli si continuino ad attribuire, e sopra ogni cosa, mi domando se l’abbiano sentito davvero, Idra, o se semplicemente abbiano qua e là leggiucchiato e poi riportato qualche notizia. Bah, forse, anzi di sicuro sono troppo severa, non si tratta proprio di pezzi da professionisti esperti, (qualche sciollorio* l'ho trovato anche in pezzi da professionista) forse è normale che quando si deve scrivere di spettacolo in maniera veloce, e si deve dare una panoramica su tanti artisti, non ci sia proprio grande approfondimento. Però per favore, non mettetemi Mimmo dentro un clichè, che soffro nel vedere come tenta di svincolarsi, quasi soffoca: lasciamolo respirare un po’ più libero, che già quella posizione "piegata" è un supplizio !
*Sciollorio significa in campidanese, grossomodo, sciocchezza

lunedì 7 giugno 2010

PREMIATO, PREMIANTE, OSPITE, GIURATO, PRESIDENTE DI GIURIA

MIMMO LOCASCIULLI E I PREMI (MUSICALI E NON)

Come si evince dal titolo, il tema di questo post non riguarda solo i premi di cui il nostro artista è stato insignito, ma anche quelli cui ha partecipato in funzione di giurato, o, in qualche caso, di presidente della giuria del premio, o di ospite che gentilmente premia qualcun altro, o ancora, di ospite che, semplicemente, senza ricevere alcun premio se non l’ammirazione di chi lo ascolta, canta, all’interno di una manifestazione definita premio.

Ho trovato diverse, anche se non moltissime, tracce da sviluppare, e ho deciso di scrivere su questo argomento per un duplice ordine di motivi, oltre il piacere-dovere di aggiungere il solito nuovo tassello alla “summa”. Il primo è cercare di capire, non necessariamente riuscendoci, che tipo di atteggiamento abbia Mimmo nei confronti dei premi, il secondo è stato lo spunto per compiere un’ incursione nel mondo dei premi, che appare quanto mai vario e composito.

Non tutti i premi in cui vediamo “aggirarsi” Mimmo sono musicali, c’è pure dell’altro, ma a casa di Folgorata, come si sa, si seguono tutte le tracce, e non solo quelle musicali.

La prima domanda che ci si pone è: ma a un personaggio come Mimmo Locasciulli, dei premi, importa o no? La risposta sembra fornirla egli stesso quando racconta dello “scherzo” che gli fece Franco Lucà, (Premio Tenco “operatore culturale” nel 2000) che qualche anno fa all’atto di consegnargli una Targa Tenco, gli diede la scatola vuota, lasciando Mimmo per qualche secondo attonito a pensare - “Oddio, l’ha dimenticata”. In realtà l’amico aveva nascosto in tasca il premio, e M. c’era cascato. “La targa Tenco” - dice - “L’unico premio del quale mi importasse veramente.” Non mi pare Mimmo uno che si lasci andare ad affermazioni di questo tipo senza pensarle davvero, però è sempre bene non farlo passare per uno troppo categorico. Un po’ come quando sostiene che gli piace essere cantante di nicchia, oggetto di culto: ciò non toglie che se a questa nicchia si aggiunge qualcuno, ci si stringerà un po’, ma male non è, e non credo se ne dolga. La stessa cosa per i premi: il Tenco certo è uno dei più prestigiosi, dei più acclamati; vi ha partecipato diverse volte, la prima ancora agli inizi, nel lontano 1976, giovane e con un solo album all’attivo, entusiasta del clima nel quale ci si muoveva e dei colleghi già affermati e noti, che aveva avuto modo di incontrare. In seguito nel 1986, anno in cui il premio fu assegnato al cantautore catalano Joan Manuel Serrat, e a Tom Waits, lo abbiamo detto mille volte; nel sito del Club Tenco, trovo 1986, in quello di M. 1987, non cambia la sostanza: Mimmo c’era, cantava Con la memoria, e anche questo l’abbiamo detto e ripetuto, perché queste sono cose che devono rimanere impresse nella memoria, appunto, di un artista e dei suoi estimatori, e lo ripeto volentieri. C’è un video molto bello, in cui Mimmo e Enrico cantano la versione italiana di Foreign affairs, mentre da qualche parte, dapprima non visto, Tom li ascolta. Sul bel libretto menzionato un migliaio di volte da queste parti, il Giardino in-cantato… ho trovato una foto che ritrae insieme Mimmo e Tom, una foto curiosa che mi ha suscitato alcuni pensieri che non affido a tutti.
Ancora il palco del Tenco vede Mimmo nel 1989, nel 1994, nel 1998.

Io, non perché non mi fidi, ma perché così si deve fare, sono entrata ancora una volta nel sito del Tenco, cosa che mi ha impegnato non poco viste le varie sezioni del Premio, (cantautore, operatore culturale, autore emergente, i suoni della canzone) e non ho trovato alcun premio assegnato a Mimmo. Le targhe Tenco, cosa a parte rispetto al Premio, sono assegnate a partire dal 1983, per la migliore produzione discografica nazionale nel campo della canzone d’autore, da una giuria composta da giornalisti e critici musicali: qualche fonte riferisce che siano 150, qualche altra 170. Le targhe sono assegnate al migliore album, migliore opera prima, album in dialetto, interprete, e, fino al 2006, alla canzone.

Ho trovato targhe assegnate a moltissimi personaggi, alcuni meritevoli a mio avviso, altri meno, ma a Mimmo no. Devo dire che non sono riuscita a trovare nell’archivio del Premio l’elenco delle targhe assegnate. Altre fonti le elencano, ma non menzionano Mimmo. Mi rimane un dubbio, un piccolo mistero, dunque, che a onor del vero non è il solo nel quale mi sia imbattuta nella stesura di questo lavoro: chissà se mai riuscirò a far luce (e dire che questo è un luogo di luci e chiarori) in quelle piccole zone buie, ma temo di non potercela fare da sola e con i mezzi che ho avuto a disposizione. Posso solo dire che io a Mimmo avrei assegnato la Targa Tenco come miglior interprete, come miglior album avrei avuto solo l’imbarazzo della scelta, e pure come miglior canzone. Avrei avuto difficoltà solo per l’album in dialetto per il semplice fatto che canzone in dialetto ne ha pubblicato una sola.
Dove le custodirà Mimmo le targhe, o i premi, o i ricordi delle manifestazioni? Spero che riservi ad essi un luogo degno. Ci sono alcuni suoi colleghi ingrati, che dicono: “Ah io li conservo in bagno, i premi!” Una gentile signora, sua collega pluripremiata, di cui non faccio il nome, dice invece con quella sua voce particolave, molto imitata: “Io i pvemi li getto, li butto pvopvio.” Non dateglieli più, a entrambe le categorie!

Un premio del quale Mimmo è stato insignito proprio all’inizio dell’anno, è stato il Premio Musica News, che la redazione della rivista musicale del Centro jazz Calabria, gli ha conferito per la qualità dell’album Idra. A questo avvenimento dedicammo ampio spazio in passato e dunque non ci soffermiamo. Chi voglia si guardi in rete il video con la consegna del Premio.

Lo scorso anno, esattamente il 20 luglio del 2009, Mimmo ha vinto, sempre per l’album Idra, il Premio L’arte e il suo mestiere, la musica che gira intorno, che si è tenuto in Sicilia, in provincia di Catania, nell’area archeologica di Santa Venera al Pozzo, ad Aci Catena. Scopo del premio è, cito testualmente “riconoscere quei personaggi - produttori musicali, editori, artisti - che, aldilà delle classifiche di vendita, operano con coerenza qualitativa all'interno di un sistema purtroppo spesso votato alla superficialità.” Da qui la scelta di premiare autori come Mimmo e altri apprezzati colleghi (ne cito uno solo, Edoardo De Angelis, perché mi piace molto: Novalis è una delle canzoni che ascolto più spesso) tutti con le caratteristiche di cui sopra, che si sono esibiti in occasione della serata del premio. A proposito di Mimmo e dei suoi rapporti con la Sicilia, ho trovato tracce della sua presenza nell’isola in alcune altre occasioni, e mi ha colpito molto che in occasione del suo recente concerto a Sezze lo abbia raggiunto dalla lontana Gangi una “delegazione” di baldi giovani siciliani, per tributargli omaggi.

In passato, ma non sono riuscita a capire esattamente quando, Mimmo ha ricevuto un premio speciale all’interno dello Spazio d’autore degli Oscar della canzone italiana, già Premio Rino Gaetano. E qui, col Tenco l’abbiamo già fatto, continuiamo a elencare una serie di premi dedicati a artisti che magari ora cantano da qualche altra parte, speriamo fuori da troppi affanni e logiche di mercato.
Mimmo in qualità di ospite ha partecipato all’edizione del 2007 del Premio Giorgio Lo Cascio per la canzone d’autore, che ha luogo dal 2005, e si svolge in Calabria a Sant’Andrea apostolo dello Ionio; è dedicato al cantautore che mosse i suoi primi passi al Folkstudio, insieme con Francesco, Antonello, Ernesto (i famosi quattro del Folkstudio) e che Mimmo conosceva bene, ma tutte queste cose le sappiamo già.
Ancora in qualità di ospite ha partecipato al Premio Ciampi, a Livorno, nel 2001, con Alessandro Haber, e poi a novembre del 2009. Non ci soffermiamo oltre perché anche al Premio Ciampi abbiamo dedicato ampio spazio in passato.

Sempre in qualità di ospite, ma in anni molto lontani, il 1990, e io 1991, Mimmo ha partecipato ad un altro premio importante nell’ambito della canzone d’autore, Il Premio città di Recanati, attualmente Musicultura, che ha luogo nella città marchigiana dal 1989. Non ho trovato altre tracce di Mimmo in questa manifestazione, ma può essere un limite della mia ricerca: l’impressione è che lo tenga in una certa considerazione, anche perché il premio si propone di far conoscere e valorizzare i nuovi talenti che si affaccino nel mondo della canzone popolare e d’autore. Incoraggiare nuovi talenti attraverso manifestazioni di questo tipo gli interessa di sicuro, e questo lo ha dimostrato partecipando, come Presidente di giuria, alla manifestazione Greenage, rassegna dedicata ai gruppi emergenti, nell’edizione 2008/09. Il gruppo che ha vinto, un gruppo di giovanissimi musicisti che si chiama Out of time, ha ricevuto i pubblici complimenti del qualificatissimo Presidente della giuria, che, lo abbiamo già riscontrato in molte occasioni, tanto ruvido e laconico in alcune circostanze, non risparmia gratificazioni laddove ne ravvisi l’opportunità.
La manifestazione si è tenuta al Maison Musique di Rivoli, luogo cui, come ormai sappiamo bene, Mimmo è molto affezionato. Sempre su questa falsariga di promozione di nuovi talenti, si inserisce la trasmissione radiofonica Demo, di Radio uno, che proprio con Musicultura ha iniziato una collaborazione. Con il termine demo si designa un prodotto musicale generalmente registrato in maniera non professionale. La trasmissione si pone come obiettivo quello di fare una selezione tra i Cd demo pervenuti, creare delle compilations, organizzare degli spettacoli al fine di mettere in evidenza i nuovi talenti. Mimmo ha dato il suo contributo, partecipando alle serate di Demo, talvolta in veste di “big” abbinato a un cantante emergente e anche come giurato nelle selezioni.

Ancora come presidente di giuria, incontriamo nel 2008 Mimmo Locasciulli alla prima edizione del Premio Pierangelo Bertoli, sezione musicale, che si tiene nel borgo medievale di Gessopalena in provincia di Chieti. Il premio, nato per ricordare il cantautore emiliano scomparso, consta anche di una sezione letteraria ed è incentrato sui temi della solitudine emarginazione ed handicap.

Nel 2008 la città di Silvi Marina, in provincia di Teramo, ha deciso di nominare Giulio Rapetti, che tutti conoscono come Mogol, cittadino onorario. Questo perché Mogol, negli anni cinquanta, trascorreva le vacanze estive con la sua famiglia nella cittadina della costa teramana. Molti suoi ricordi, diventati poi testi di canzoni, attingono a quelle lontane vacanze. La celebre “Canzone del sole” prende spunto proprio da lì. Per questo motivo il Sindaco di Silvi, l’anno dopo, ha istituito il Premio canoro “La canzone del sole”. Indovinate chi c’era in giuria, tra gli altri? Mimmo Locasciulli, che, a quanto leggo, ha in quell’occasione per la prima volta cantato una canzone di Lucio Battisti (e di Mogol, certo) Anche per te. Io come al solito mi devo immaginare le cose, ma siccome ho molta fantasia, non mi riesce difficile: Mimmo, bravissimo, come al solito mi hai fatto provare un’emozione, senza contare che Anche per te è una delle canzoni di L.B. che preferisco. (Ma poi l’avrà davvero cantata???)

Concludendo questo excursus, non posso non citare ancora una volta due premi cui abbiamo già fatto riferimento, e a cui Mimmo è molto affezionato. L’uno è Il premio Scanno, che si svolge dal 1972 nell’omonimo borgo abruzzese, (uno dei più belli d’Italia, chi li conta più i più bei borghi d’Italia?) prestigioso e distinto in più sezioni, compresa quella musicale. Mimmo però vi ha partecipato come componente della giuria nella Sezione Alimentazione, (bacchettate sulle dita a chi non ricorda che Mimmo è anche medico dietologo, che insegna a coniugare piaceri e saggezza a tavola: accidenti sono di nuovo ingrassata di tre chili!) in diverse edizioni del Premio.

Dulcis in fundo, come sorvolare su Bibenda, sul Premio internazionale del vino dell'Associazione Italiana Sommelier di Roma? Anche qui troviamo Mimmo in diverse edizioni, a cantare, vi ricordate, con l’amico Büne, o da solo, a degustare, e a premiare. Fossi una produttrice di vino, una di quelle affascinanti signore insieme contesse e contadine con quattro nomi (anch’io ne ho quasi quattro, il quarto non è proprio mio ma me ne approprio, e sembra davvero quello di una signora del vino) e sapessi di dover ricevere un premio, chiederei espressamente di essere premiata da Mimmo. Nella edizione del 2010, che si è svolta proprio due giorni fa, Mimmo ha premiato una prestigiosa azienda senese produttrice di Chianti. Guarda caso il mio cognome acquisito è un bellissimo cognome toscano, di cui si fregia per metà un raffinatissimo signore del vino: se non è un segno del destino questo!

Un’ultima cosa, seria, dopo questo piccolo intermezzo parzialmente delirante.
Nel preparare questo pezzo, ho preso visione di tanti altri premi in cui non ho trovato traccia di Mimmo, ma di molti altri suoi colleghi. Uno in particolare vorrei citare, il Premio Amnesty Italia, istituito nel 2003 dalla Sez. Italiana di Amnesty International e dall’Associazione culturale Voci per la libertà per premiare il migliore brano sui diritti umani. Il Pai è assegnato quest'anno a Carmen Consoli per la canzone Mio zio, contenuta nell’album Elettra. La premiazione di Carmen Consoli avrà luogo a Villadose (Rovigo), nel corso della serata finale della tredicesima edizione del concorso musicale dal vivo “Voci per la libertà – Una canzone per Amnesty”, in programma dal 22 al 25 luglio.

Non racconto la canzone, la pubblico, certa di far cosa gradita anche a Mimmo.
Brava Carmen!

Ho messo il rossetto rosso in segno di lutto
E un soprabito nero
Era un uomo distinto mio zio.
Madre non piangere, ingoia e dimentica
Le sue mani ingorde tra le mie gambe
Adesso sta in grazia di Dio.
Brava bambina fai la conta
Più punti a chi non si vergogna
Giochiamo a mosca cieca
Che zio ti porta in montagna.
Porgiamo l’estremo saluto ad un animo puro,
Un nobile esempio di padre, di amico e fratello
E sento il disprezzo profondo, i loro occhi addosso
Ho svelato l’ignobile incesto e non mi hanno creduto.
Brava bambina un po’ alla volta
Tranquilla, non morde e non scappa
Giochiamo a mosca cieca
Che zio ti porta in vacanza.
Brava bambina fai la conta
Chi cerca prima o poi trova
Gioiuzza fallo ancora
Che zio ti porta alla giostra
Che zio ti porta alla giostra.
Ho messo un rossetto rosso

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