Mimmo & Greg

Mimmo & Greg
Grazie Mariangela, grazie Mimmo!

martedì 8 dicembre 2020

L'INVERNO

Ecco Mimmo nella sua forma migliore, quello che, mentre scrivo, ascolto con le cuffie (rea confessa, ma così è solo mio). L'inverno è arrivato anche qui, nel sud dell'Isola, dall'oggi al domani: lo celebro pubblicando questo video che tutti noi appassionati abbiamo molto caro, e che ricordo di aver proposto in altre occasioni, ai primi freddi, perché funge da morbida calda coperta. Mi piace molto perché Mimmo ci apre la sua porta e il suo mondo, ma attenzione, dobbiamo entrarci in punta di piedi, con molta discrezione. Dall'album "Piano piano" del 2004, "L'Inverno" è una fusione perfetta di musica e testo, in cui convergono la sensibilità artistica di Mimmo e di suo figlio Guido. 




giovedì 15 ottobre 2020

BREVE POST SENZA TITOLO

Mimmo ha voluto gentilmente coinvolgere il suo pubblico nel sondaggio riguardante il titolo del suo inedito, ma, ne sono convinta, dentro di sé aveva già deciso per la luna, sua grande amica, e forse qualcosa di più. Quanto al "toto nome", chi si affaccia qua dentro conosce la mia ritrosia, a far nomi, per una serie di motivi che non sto a spiegare. In questo caso non li farei neanche sotto tortura, ma leggendo qualche commento, non posso fare a meno di pensare che molti, di Mimmo, abbiano capito poco, e siano rimasti ancorati a un passato che è stato bello finché è durato, ma è passato. Senza fare nomi, dunque, non ho idea di chi possa essere questo carissimo amico che mi auguro possa far felice Mimmo accettando la sua proposta, ma ho la sensazione che sia qualcuno che con Mimmo non abbia mai avuto collaborazioni artistiche, finora. 

Chi vivrà vedrà, appunto. Volendo, la canzone potrebbe avere titolo e sottotitolo, tra parentesi, come "Una vita che scappa" ("Adesso glielo dico"), ma questa non è una indicazione né un desiderio, ma una semplice boutade. Ecco, un'ultima cosa, se il lavoro è quasi pronto, io avrei pubblicato singolo e video prima, ma queste decisioni sono di stretta pertinenza del boss, non degli estimatori (blogger illuminate comprese). 

lunedì 12 ottobre 2020

QUANDO LA RADIO SI ASCOLTAVA E BASTA

 Ancora una volta un balzo a ritroso nel tempo: siamo nel 1986, Mimmo, con altri due colleghi, è ospite in una nota trasmissione radiofonica. Era, e lo è stato a lungo, il tempo in cui la radio si ascoltava e basta: una voce suggeriva delle fattezze fisiche,  dei tratti caratteriali. L'immaginazione era al potere. Ora se uno le desidera, può anche "vedere" la radio, non ci sono più misteri e segreti, tutto è svelato. 

Mimmo nella sua conversazione, parla di temi a cui è rimasto fedele nel corso degli anni, e si espone anche molto per alcuni aspetti non prettamente legati alla carriera artistica. Certo, le domande sono già da allora sempre le stesse, e anche qui viene fuori il verbo conciliare. E guarda un po' viene fuori anche "Intorno a trentanni", quanto mai attuale a distanza di tanto tempo, dato che aspettiamo trepidante prima il singolo "Chi vivrà vedrà", poi  la famosa versione rivisitata con alcune sorprese. 

Si parla dell'America, nel senso di Stati Uniti, che Mimmo nel 1986 non aveva ancora visitato: lo farà ampiamente dopo. 

Personalmente sono molto incuriosita dal desiderio giovanile di Mimmo di fare l'attore. Mi domando quali strade avrebbe cercato di percorrere per arrivarci: avrebbe studiato presso un'accademia prestigiosa, o una scuola di recitazione più accessibile, si sarebbe presentato ai casting che allora si chiamavano provini, avrebbe bussato (cosa improbabile) alla porta di registi più o meno noti dicendo: "Ecco, sono io quello che cerchi" o chissà che altro ancora. La voce c'è; nelle sue numerose letture durante la presentazione del suo piccolo libro (di cui tra qualche anno auspico l'uscita di una versione rivisitata e aggiornata con ricco corredo fotografico) ha dato prova, almeno a mio modesto avviso, di essere un buon lettore, con le intonazioni e le pause giuste e quella voce che è stata e continua a essere il suo aspetto più affascinante. 

Ascoltate Mimmo, Mimmo ascoltati: http://www.radio.rai.it/podcast/A45631177.mp3 : ti farà bene al cuore sentire che la tua voce è sempre la stessa e che sei senz'altro un uomo coerente, anche se acqua sotto i ponti da allora ne è passata molta e molti ponti, purtroppo, sono crollati.





lunedì 7 settembre 2020

BUGIE

Qualche giorno fa, esattamente trentotto ore prima che il programma non fosse più disponibile sulla piattaforma, ho guardato su Rai Play Mimmo, ospite della trasmissione notturna "Settenote". Ora se un ritardatario volesse, non potrebbe più vederla. Io sono arrivata quasi sullo scader del tempo, perché pensavo fosse una vecchia puntata già andata in onda, invece mi sbagliavo. Ho guardato con piacere, sebbene, come è normale che sia per me, conoscessi a menadito tutti gli aneddoti raccontati da Mimmo. Ogni volta ascolto la sua voce e ogni volta la trovo bella: il tempo non ne ha scalfito il fascino. Mimmo potrebbe prestarla per gli audiolibri, che ora vanno molto e farebbe un'opera meritoria. Ho visto con molto piacere dei contributi legati al passato musicale del Cantante, del tempo in cui anche lui andava spesso in Tv (ante 1999-2000), in alcune trasmissioni dove era presente un pubblico di giovani che ascoltava assorto e in alcuni casi anche un gruppetto di coriste ballerine: altri tempi, altre storie prima della conquista della libertà. Ho notato che, come tutte le volte che l'ho visto in una trasmissione della Rai, il Nostro è apparso, lui sempre con i capelli molto scompigliati, ben pettinato, quasi reduce da una imposta messa in piega; non solo, dimostrava dieci anni di meno, e reggeva gli impietosi primi piani. Niente occhiaie, niente ombre, niente segni: miracoli dei truccatori Rai, oppure di portentosi piccoli interventi di medicina estetica mini-invasiva che ha sperimentato su se stesso. Comunque sia, per quanto Egli si dichiari poco sensibile alla frivolezza dell'apparire, il risultato è stato ottimo: non solo bella voce, ma anche bella faccia.
Sono rimasta colpita dalla risposta di Mimmo, sul finire della puntata, al conduttore (che, non tutti lo sanno, ha concluso gli studi di medicina, ma non ha mai esercitato) che gli domandava se dicesse bugie: "Dico le bugie, ma solo a me stesso". Non mi ha tanto sorpreso che anche lui si racconti delle fole: capita a molti, capita spesso. Quello che mi ha colpito è che lo abbia ammesso: non me lo aspettavo. Su cosa si racconti delle bugie, rimarrà, come al solito, un mistero, ma niente mi vieta di ricamarci sopra, garantendo di mantenere il più stretto riserbo.

lunedì 31 agosto 2020

NOCCIANO

Mi sono rivolta al mio Corrispondente dall'Abruzzo e dal Mondo, che mi ha inviato due belle foto notturne del luogo dove si è svolto il concerto di Mimmo del 28 agosto, a Nocciano, borgo della provincia di Pescara di circa 1800 abitanti, situato a circa 300 metri sul livello del mare, a forte vocazione agricola, immerso tra i vigneti, gli uliveti e i campi di grano.


Di fronte al palco - racconta il Corrispondente alla sua ignara committente isolana - il bellissimo castello di impianto medievale, ricostruito nel XVII secolo; le immagini - riporto ancora le sue parole - non rendono l'idea di tanta bellezza. 




Mimmo ha cantato e suonato il piano, in compagnia di alcuni fedeli compagni di questi ultimi anni, Marco, al contrabbasso, Mattia al sax e Filippo, alla batteria, con cui suona da più tempo. 
Ha presentato sopratutto canzoni del repertorio storico, (Cala la luna, Aria di famiglia, Svegliami domattina, Gli occhi, Un po' di tempo ancora, Buoni propositi, etc etc, una decina in tutto più i bis con Vola vola vola e Pixie Dixi Fixie) e ancora Cenere, Le Regole del jazz e Annaluna, dall'ultimo album. 

Non so se tra il Corrispondente e il Cantante ci sia stato un avvistamento, seguito da breve incontro: "la storia non dice".

Grazie infinite, per la milionesima volta, al Corrispondente. 

giovedì 20 agosto 2020

PENSIERI IN LIBERTÀ

Come hai visto, Mimmo, non ho intitolato il mio post mattutino "Attenti a quei due" e neppure "La strana coppia", lasciando forse a qualcun altro la possibilità di farlo, perché non c'è veramente alcuna necessità di stare in guardia, e non mi pare neppure ci sia niente di strano, in questa piacevole commistione di cuore e lingua pennese. Sono tra quelli rimasti, ieri sera, fino all'ultimo collegati a quella sventurata diretta streaming del concerto di Mimmo e Nicola "Setak" Pomponi, curata dal comune di Penne, nonostante la qualità davvero pessima dell'audio e delle immagini, che sicuramente ha scoraggiato molti dal proseguire. Spesso le dirette streaming, anche quelle curate da enti, o persone con ottime capacità e mezzi tecnici, non sono di buona qualità, per cui dopo aver detto che questa era davvero pessima, vado oltre. D'altronde è stato un regalo. Il concerto, lungo al punto giusto, ha visto cantare e suonare insieme, e sottolineo insieme (Mimmo non solo suona il piano, ma anche la chitarra e canta parti dei brani di Setak e viceversa) i rispettivi artisti e i relativi musicisti. Tra i due c'è affetto, stima, riconoscenza e sintonia. Mimmo, torna, dopo tanto tempo, nel ruolo di pianista che accompagna un altro artista, che ha la peculiarità di usare il pennese nelle sue canzoni; queste hanno una melodia e un ritmo che entra facilmente nell'ascoltatore, anche se non sono canzoni facili. Ce n'è una dedicata a un amico, che deve essere un amico particolare, Alessandro, che Nicola cerca, e trova, tra il pubblico, c'è quella che lui definisce "la mia preferita", che sembra essere la preferita anche di Mimmo, di cui non comprendo bene il titolo, c'è, alla fine, Marije, dedicata a "tutte le Marie del mondo", in realtà alla nonna del giovane pennese "trapiantato" a Roma, esattamente come l'amico più grande. Ho visto un video in cui Nicola con i suoi musicisti la cantano in una terrazza, e mi è sembrata una esecuzione molto suggestiva. Ho letto in una intervista che Nicola non considera questa, che forse è diventata la sua canzone più nota, quella che lui ama di più. Nella stessa intervista ho letto il significato del suo nome d'arte, Setak: deriva dal mestiere svolto in passato dai componenti della sua famiglia, cioè quello di produrre setacci. Come vedete, questi sono davvero pensieri mattutini in piena libertà. Alla fine del concerto c'è una sorpresa, una canzone inedita scritta da entrambi, che nasce, secondo il racconto di Mimmo, che sembra ruvido, ma non lo, proprio da un abbozzo di ninna nanna senza parole ma solo di suoni, utilizzata per far addormentare il suo primo nipote, ora pre-adolescente. Te lo vedi il Cantante che torna a casa dal turno in ospedale, trova il nipotino un pochino irrequieto che piagnucola, e allora interviene nel ruolo di "Supernonno", se lo accomoda sul petto, e il piccolo scivola in pochi secondi nel mondo dei sogni dei piccoli, che è un mondo bellissimo. Non comprendo il titolo della canzone, ma mi informerò meglio. Mimmo, dal canto suo, inserisce in scaletta diversi suoi classici, e due canzoni tratte da "Cenere", concludendo in bis con la sua evergreen più nota, di cui attendiamo la versione rivisitata. Ecco la scaletta completa: 

Svegliami domattina
Piccola luce
Le regole del jazz
Stella di vetro
Aria di famiglia
Buona fortuna
Confusi in un playback
Cenere
Vola vola vola
Intorno a trentanni

Alla fine di tutto, ci sono i saluti e i ringraziamenti e come spesso in questi casi, l'assessore alla cultura sale sul palco. Mimmo e Nicola sono a casa, sono contenti. Si sono abbracciati, infrangendo le regole, anzi è stato proprio Mimmo che per primo ha abbracciato l'amico, che a sua volta lo ha baciato. Io sono per il rispetto delle regole, ma qui sicuramente ci saranno state prove lunghe in cui sarà stato davvero difficile mantenere le distanze, e alla fine negare quell'abbraccio finale sarebbe stato solo un fatto formale. Forse faranno altri concerti insieme, Mimmo e Nicola, che si è emozionato molto quando a un suo concerto, dal palco, ha visto Mimmo tra il pubblico, che, colpito molto dall'album d'esordio di Nicola, Blusanza, volle andarlo a sentire. Forse ci sarà un'altra canzone frutto della loro collaborazione. Chissà. 
Sto cercando un modo per chiudere dignitosamente il mio pezzo: non lo trovo, pertanto invio il mio solito abbraccio virtuale e mi congedo. Grazie. 

mercoledì 19 agosto 2020

APPUNTAMENTO ALLE 21

Stasera concerto di Mimmo e Setak nella natia Penne. Per chi non potrà essere lì, c'è la possibilità di seguire il concerto in streaming collegandosi con la pagina Facebook del comune di Penne. 
In fretta e furia sto tentando di mettere insieme un gruppo d'ascolto. 
Comunque sia io ci sarò, salvo cause di forza maggiore o imprevisti tecnici sempre in agguato. 

giovedì 30 luglio 2020

VARIE ED EVENTUALI

Oggi ho mal di testa e invece di mettermi a dormire, dopo aver preso la "Taichipirigna", come dice un personaggio molto importante nel nostro paese, uno con ruoli davvero di rilievo e pieno di soldi, che probabilmente confonde l'analgesico e antifebbrile più prescritto dai medici con un cocktail esotico, invece di dormire, dicevo, mi metto a scrivere, ma così, a ruota libera, senza nemmeno, dopo, mettermi a controllare eventuali refusi. A me piace mantenere vivo il contatto con le persone, anche se in maniera non troppo pressante, discreta. Dopo aver scritto per circa undici anni, anche se meno negli ultimi tempi, circa 750 post, credo di aver scandagliato, fino al lecito ovviamente, la vita e le opere di quello che mi piace definire "il mio amico Mimmo". L'amicizia è una cosa strana che a volte non ha bisogno di frequentazioni, e neppure di essere d'accordo su tutto. Si tratta di qualcosa che c'è, in questo caso, di un filo sottile, ma tenace, resistente. Sono felice di sapere che Mimmo si sta organizzando per il suo rientro che lo vede anche nel suo paese, con il giovane compaesano Nicola, per giungere  a Parigi e nella solita amata Svizzera. Sono felice di sapere che sta lavorando a quel famoso "Intorno a Trentanni Revisited" (si fa un gran parlare dell'uso e abuso dei termini inglesi, andrebbe benissimo "rivisitato", ma nel mondo della musica funziona così, e Mimmo non si sottrae, anche se pensa in pennese, e poi gli Italiani, non tutti per fortuna, sono molto esterofili). Poi, siccome essendoci appunto quel legame sottile ma tenace, mi tengo informata su di lui, leggo che Mimmo sarà ospite in un posto dove gli piace tanto andare, un piccolo borgo posto in altura chiamato Roccacaramanico e sebbene ormai non sia in promozione da tanto tempo con il suo piccolo libro, continua a sfidare il pendio, mette le ridotte e si mette alla guida della sua "macchina volante". In Abruzzo, d'estate, davanti a un bicchiere di vino e una bella fetta di canestrato, si può fare. Io però lo invito a mettersi a scrivere, il prossimo anno, una storia, anche non di fantasia, se questo gli viene difficilie. Nella sua intensa vita ha avuto molte esperienze e molti incontri, e ne sono convinta, a un certo punto, la penna si muoverà da sola. Io poi comprerò il nuovo libro e inseguirò Mimmo per ogni dove, facendomi scortare da Piumino, se sarà d'accordo, perché mi scriva una dedica degna di lui, che deve essere speciale e diversa da tutte le altre e magari, in quell'occasione, infischiandomene del fatto che non sono per niente fotogenica, metterò da parte quella piccola forma di snobismo che ahimè, mi appartiene e mi farò fotografare, come fanno tutte le fan e i fan che si rispettino, accanto a lui. E poi mi darò in pasto al mondo e pubblicherò la foto qui, su questo blog, la mia piccola, accogliente casetta virtuale. Buona seconda parte d'estate a tutti. 
Ciao Mimmo, ciao Piumino, viva l'Abruzzo e Vive la France!

giovedì 2 luglio 2020

PICCOLI CAMBIAMENTI

Ognuno ha i suoi gusti: qualche piccolo cambiamento è stato apportato a questa splendida canzone, e io, pur apprezzandola, la preferisco nella versione originale del 1989. Questione di gusti, ripeto, o anche semplicemente questioni inutili. Forse i musicisti sono cambiati, e anche la musica e il sentire e tutto intorno a noi. La giostra continua a girare, e noi volenti o nolenti, dobbiamo salirci.


In ogni caso, io, il Cantante, ubriaco di languore, su una spiaggia col falò, non riuscivo a vederlo in passato, e non riesco a vederlo adesso. Ci avrò preso?

lunedì 8 giugno 2020

CUORE IN POLTIGLIA

Una cosa ho capito: Mimmo, che poco per volta, canzone dopo canzone, va pubblicando un concerto ischitano che rimarrà nella storia della sua carriera e nel cuore dei suoi estimatori più appassionati, vuole ridurci il cuore in poltiglia, perché quell'effetto sortiscono quei video. Ne scelgo uno per tutti, guardandone solo un frammento perché mi genera un miscuglio di sensazioni non facilmente definibili, ne' gestibili. Forse uno dei momenti più belli della carriera: entusiasmo, gioventù, sogni che si realizzavano, musicisti che viaggiavano sulla stessa lunghezza d'onda, notti lunghissime a suonare e di mattina in ospedale, adrenalina alle stelle, sigarette e sudore, blazer blu e set di spillette sul bavero. Una vita che ancora non scappava. Basta, altrimenti mi metto a piangere. Quest'anno compio sessant'anni, e mi ci sono ritrovata così, senza rendermene conto, o rendendomene conto quando ormai era troppo tardi, perché a un certo punto la vita si è messa a correre troppo in fretta, e a me facevano male le gambe nel tentativo di raggiungerla. Una parte di me, e di molti di noi, è rimasta in quegli anni, che vedevano le canzoni di Mimmo come colonna sonora. Non dico niente di originale, ma di molto vero, di sicuro, si. 


domenica 31 maggio 2020

SERVIZIO FOTOGRAFICO


Mimmo ti ricordi di quel "gran bel giorno" trascorso alla redazione del "Giorno" ? Articolo-intervista del 2018 con una quantità spropositata di immagini: Mimmo in tutte le pose e in tutte le salse. A proposito di foto: di recente qualcuno ha pubblicato un'immagine di un Mimmo metà/fine anni Settanta, con barba e maglioncino a righe, immortalato in un ambiente domestico che a tutta prima, vista la presenza di piastrelle a tutta parete come al tempo usava, sembra una disadorna cucina, ma potrebbe essere anche un altrettanto disadorno bagno. La domanda che uno si pone è? Che faceva? Si vede solo che se la ride sotto i baffi, che in questo caso non è un mero modo di dire. 

https://www.ilgiorno.it/milano/spettacoli/mimmo-locasciulli-1.4315638


giovedì 30 aprile 2020

sabato 25 aprile 2020

venerdì 24 aprile 2020

TRAVERSATA INTERROTTA

Puntuale, alle ore 18, mi sono collegata con la "navigata" in diretta streaming per sentire che cosa Mimmo avesse da dirci. Di Mimmo nessuna traccia, in compenso però un insigne scienziato che vediamo spesso in TV in questo periodo, ci illuminava, con la saggezza del dubbio, indispensabile in certi casi, e ci diceva di diffidare dei tanti scienziati da talk show, che vivono ai margini della comunità scientifica e talvolta ne sono stati radiati. A chi dobbiamo affidarci, di chi dobbiamo fidarci? Ho capito che dobbiamo fare due più due e capire da soli, sfruttando come al solito quel minimo di intelligenza di cui siamo dotati e sopratutto al buon senso. Chiusa parentesi. Aspetto e alla fine mi appare, Mimmo, in una location che ho visto tante volte, per nulla provato, almeno apparentemente dall'attesa, che risponde alle solite domande e si trova costretto a dare le solite risposte. Poi, poi arriva un altro ospite, Mimmo di nuovo pazientemente in attesa, lo chiameranno più tardi. Anch'io lì, in attesa, che nel frattempo faccio altro. Poi mi arriva la quotidiana telefonata di lavoro, in cui si mette a punto il lavoro svolto e si programma quello da svolgere, che in genere mi impegna non meno di mezzora. Intanto arriva un'altra ospite, cantante musico-terapeuta che Mimmo conosce da tanto tempo, poi di nuovo lui, "ciao, ciao", capisco che si salutano, con la cantante, poi però vedo bocche che articolano suoni, ma non posso sentire perché devo partecipare alla mia conversazione. Mai stata così tanto al telefono in vita mia, mai scambiati tanti messaggi WhatsApp, mai tante e-mail. Poi ieri mi hanno proposto di entrare, per lavoro, in un gruppo Telegram, che neppure sapevo cosa fosse e l'ho pure candidamente confessato. Mimmo tu che sei altamente tecnologico, anche se sostieni il contrario, usi Telegram? 
Tralasciando queste considerazioni, a Mimmo auguro che il prossimo anno possa partecipare, se ovviamente lo desidera, alla navigazione su una nave vera, e non virtuale, ed è un augurio rivolto a tutti perché vorrebbe dire che siamo in sicurezza e gli scienziati veri, non quelli da talk show o da operetta, hanno trovato la soluzione per il problema che affligge il mondo. Gli auguro però di andarci a bordo di un altro mezzo di trasporto, che non sia la macchina volante, ma magari, le ali della fantasia, o quelle della poesia. 

lunedì 20 aprile 2020

FOREVER YOUNG



Mimmo ha pubblicato un breve scritto a proposito della prossima uscita della nuova versione di "Intorno a trentanni", che dovrebbe, e uso il condizionale perché in questi casi è sempre d'obbligo, uscire verso settembre-ottobre. Il post ha riscosso molto successo e diverse persone hanno commentato. Io, uscita dal social nel 2011, ma pare fosse un'uscita che desse la possibilità di rientrare, dopo tanto tempo, ho visto davanti ai miei occhi la vecchia password, che mi è apparsa circonfusa di luce, l'ho digitata ed eccomi come per magia, dentro. A far che, bene non so: ho diciassette amici, che non è che lo siano tanto, a parte due o tre, non scrivo quasi niente e metto giusto qualche "mi piace". Non mi trovo a mio agio, ma è comodo esserci, perché se non ci sei non riesci a veder bene le pagine, sei disturbata continuamente dall'invito ad accedere. Non ho commentato neppure il post di Mimmo: ognuno ha i suoi spazi, ognuno la sua casetta virtuale. Lui qui da me non ha mai commentato e dal suo punto di vista ha fatto benissimo. Credo che però abbia sempre letto, così come io faccio con lui. Veramente, a parte pochissimi, i miei lettori sono allergici ai commenti, ma non importa, perché io li conosco uno per uno e continuo a ringraziarli di esserci ancora, anche se non si palesano. Non avendo ispirazione per un nuovo pezzo sullo stesso tema, ripropongo, come al solito affidandomi alla clemenza di chi legge, l'altra me stessa: insomma ancora una volta mi do un pasto senza troppo ritegno.

Il post si intitola "La cassetta misteriosa". Sembra scritto da una teenager. Avevo quasi cinquant'anni: appunto, forever young. Notare l'abbinamento cromatico tra il testo e la copertina del disco. Il racconto è del tutto veritiero. Conservo ancora la cassetta farlocca: Folgorata turlupinata.

Venerdì 25 giugno 2010

Oggi, quando sono rientrata dal lavoro, ho trovato nella cassetta della posta una busta gialla. Però che velocità - mi son detta - immaginando già che cosa potesse contenere, e cioè il mio acquisto su ebay di solo due giorni fa: la cassetta di Intorno a trent'anni. Io, tanti a tanti anni fa, precisamente ventotto, sull'onda della prima "folgorazione" giovanile, avevo acquistato il disco, che come mio solito avevo ascoltato fino allo sfinimento, per anni e anni. Il disco alla fine, molto usurato di suo, ricevette il colpo di grazia a causa di una caduta accidentale e morì. Mi dispiacque molto, però mi consolavo con gli altri lavori di Mimmo che in seguito avevo acquistato in cassetta, perchè i dischi nel frattempo, con buona pace dei numerosi estimatori del vinile, mi erano diventati proprio antipatici e non ne volevo più sentire. Mercoledì curiosavo su ebay, dove erano disponibili un certo numero di copie in vinile di Intorno a trent'anni, ma non mi è venuta nessuna voglia di possederne uno, perchè io non sono, ne' voglio essere una collezionista. A me semplicemente interessava ascoltare di nuovo le canzoni nella loro versione originale, e magari fare il tentativo, con gli occhi chiusi, di ricaricare indietro le lancette del tempo, e di ritrovare intatte le emozioni della mia gioventù. Ho continuato la mia peregrinatio su ebay, e a un certo punto mi è apparsa questa cassettina, e ho fatto l'ordine.

Sei già qui - le ho detto - perchè io parlo volentieri anche con gli oggetti, oltre che con le persone che lo meritano e con gli animali. Si si - mi ha risposto la cassetta, con la voce di Mimmo Locasciulli - ascoltami al più presto. Detto fatto, dopo il mio parco pranzo, ho deciso di consolarmi un po' e ho cercato di creare l'atmosfera giusta: intanto l'ho esaminata attentamente, questa cassetta, un evidente pezzo di modernariato, che reca sull'etichetta arancione della RCA la scritta programma 1 da un lato e programma 2 dall'altro, invece che lato 1 e lato 2, come da Sognadoro, che è dell'anno dopo, il 1983, in poi. La cassetta è di un grigio chiaro, mentre le altre che possiedo sono avorio, un po' scurite dal tempo. Basta esami del supporto - mi dico, ascoltiamola: buio in sala, posizione di relax con due cuscini, volume non troppo alto, occhi chiusi; sono pronta. Parte senza troppi intoppi, solo un lieve fruscio che via via scompare, Intorno a trentanni, e io davvero torno indietro nel tempo, in quel 1982 che ripercorro in tutte le sue tappe, perchè per me quell'anno è stato davvero un anno fatidico, in cui mi sono capitate delle cose che hanno dato l'impronta alla mia vita futura. Non posso non riandare con la memoria al famoso concerto di cui già ho parlato altre volte, quello di una notte d'estate al mare, con un mare di gente, tutti riversati lì, a sentire Francesco, che non era solo, c'era anche Mimmo, e io ero tutta contenta, perchè c'era lui, non soltanto per l'amico già molto famoso: quella voce mi aveva proprio conquistato, e anche quella faccia, perchè Mimmo ha proprio una bella faccia, non di una bellezza convenzionale, ma con qualcosa che colpisce nello sguardo e nel sorriso, allora, come a cinquant'anni, quando secondo me il suo fascino ha toccato il suo momento più alto, e anche adesso, che è un signore un po' ingrassato che i suoi anni li dimostra tutti, e meno male che non fa nulla per nasconderli. Era da un sacco di tempo che non sentivo queste canzoni come le ricordavo, ed era in particolare da un sacco di tempo che non sentivo Lo zingaro, forse una delle meno note di quest'album, che mi pare Mimmo abbia poi riproposto in una raccolta che io non possiedo. Oh, ecco Cala la luna, e Natalina, tutte diverse da come sono abituata a sentirle nelle versioni che ascolto abitualmente. Mi dà una gran gioia sentire quella voce ancora giovane, che veramente, non mi stanco mai di dirlo, suscita ondate e ondate di emozione. Ne avevo una gran nostalgia. Negli album successivi inizia un po' a perdere quella verginità, la voce di Mimmo, inizia a cambiare, seppur leggermente, il suo modo di cantare. Io sono in brodo di giuggiole, mi sono consolata perfino del mio triste pranzo (altro che piaceri e saggezza a tavola: i termini mi sembrano quanto mai in opposizione, almeno per il mio concetto, sicuramente errato, di piacere a tavola). Giro la cassetta: le emozioni continuano e, questo è un classico, toccano il culmine con Gli occhi, bella da vertigini: Mimmo ha scritto davvero dei piccoli (o grandi?) capolavori. Ed eccoci a Buoni propositi, lo sento che fischietta, Da domani, da domani...io lo ricordo, cosa volevi fare, Mimmo, da domani, ma purtroppo in questo momento non posso ripassare perchè d'improvviso capita un fatto curioso: il suono quasi scompare, sopraffatto da un fastidioso fruscio, e, in sottofondo, si inserisce la voce di un altro cantante, che non sei tu, che canta Ancoraaaa, ancoraaa, poi anch'egli smette, e si sente un'altra musica, che non è ne' quella di Buoni propositi, ne' quella di Ancora, ma una terza canzone che non riesco a individuare. Cosa può nascondere questo mistero finale che mi ha bruscamente risvegliato dal piacevole torpore intriso di emozioni, nel quale ero precipitata? Sarà un nastro taroccato. Ci avranno registrato sopra qualcosa. Mi domando a questo punto se sia effettivamente uscito anche in cassetta, Intorno a trentanni, o solo in vinile. Peccato, mi sarebbe piaciuto assaporarmela, Buoni propositi, anche perchè è inevitabile per me in questo momento una certa immedesimazione: come la metti la metti, sono una morta di fame.

martedì 7 aprile 2020

RITRATTO DELL'ARTISTA DA GIOVANE

Sicuramente l'ho già scritto, nel caso mi ripeto, ma io Mimmo da giovane lo immagino così:


Canzoni vecchie e un po' dimenticate
Fotografie sbiadite e un po' ingiallite
Lettere antiche chiuse nel cassetto di un comò
Cenere e brace sparse in un camino
Parole stanche attorno a un bicchierino
Ricordi incerti proprio come un dejà vu
Niente di più
Era tutta lì, era la vita mia

Muscoli e rabbia denti stretti e via
Sangue romantico tramonti e foschia
Gola bruciata vento e neve che ricadono giù
Portoni chiusi banchi abbandonati
Pagine vuote libri impolverati
Bianche corsie mani in tasca e un po' di cortesia
Niente più niente di più
Era tutta lì era la vita mia

E adesso dimmi cos'è
Che lascia un segno nel cuore
Dimmi cos'è che sta spingendo indietro
Tutto il mio dolore
Adesso dimmi cos'è che mi fa perdere il fiato
Dimmi cos'è che sta scappando avanti
E lascia indietro tutto il mio passato
Quello che chiamano amore
O quello che voglio con te?

E c'è un confine dentro le canzoni
Tra le parole vere e quelle che componi
Per fare centro per colpire un po' la fantasia
Io chiudo gli occhi e poi mi lascio andare
Scelgo una pagina da raccontare
Cerco un'immagine che sia soltanto mia
Niente più niente di più
Così è la vita mia

Allora dimmi cos'è
Che lascia un segno nel cuore
Dimmi cos'è che ha spinto indietro
Tutto il mio dolore
Adesso dimmi cos'è che mi fa perdere il fiato
Dimmi cos'è che mi trascina avanti
E lascia indietro tutto il mio passato
Quello che chiamano amore
O quello che voglio con te?

Come si nota, ho affidato la descrizione dell'artista da giovane, a un artista ancor giovane, visto che nel 1987, anno in cui fu pubblicato l'album Clandestina da cui la canzone Niente di più è tratta, Mimmo sicuramente lo era.


Spero di non far danni a pubblicare il video (lo definiamo così, di fatto vero e proprio video non è) dell'intero album, pubblicato su un canale non ufficiale. In quello di Mimmo trovo solo qualche canzone, qui c'è tutto, quindi anche quello che ho definito il ritratto dell'artista da giovane. Clandestina, che come sappiamo, Mimmo non considera un lavoro tanto riuscito, per aver ceduto a un certo tipo di arrangiamento in voga in quegli anni, ma di cui ama i testi, è un album che a tutt'oggi, quando lo ascolto, mi procura un'emozione squassante. 

Mi piacerebbe, e credo non solo a me, leggere qualche notizia dalla clausura di Mimmo. Lui continua imperterrito a negarsi, riottoso e irsuto. Lancia piccoli segnali sonori, e concede pochissime parole. Non è una richiesta (per il semplice fatto che Mimmo giustamente va per la sua strada, delle richieste raramente tiene conto), ma una semplice considerazione, un pensiero in libertà dalla mia personale clausura simile a quella di tanti altri. Continuo a pensare a chi non ha un tetto, perché la sua casa è la strada, a chi vive in un monolocale senza verande, a chi ha visto i suoi guadagni interrotti perché la sua attività si è fermata, a chi, vecchio e fragile, si è sentito abbandonato dentro una casa di riposo, e per quanto sia stato informato dello stato delle cose, non riesce a comprenderle a pieno.

Sperando di non essere considerata buonista e retorica, invio saluti a chiunque si avvicini.

lunedì 30 marzo 2020

MANTRA

In questo tempo difficile, dove tutti dovremmo avere l'esatta percezione di quello che sta capitando, gira ovunque questo mantra: Andrà tutto beneAndrà tutto bene? I mantra hanno lo scopo di placare l'ansia, di fare opera di convincimento e di auto-convincimento. Non mi piacciono gli slogan e non mi piacciono i mantra e penso che dopo ciò che è accaduto e che sta accadendo, non possiamo dire che andrà tutto bene, dopo che tutto è andato malissimo. Forse andrà tutto bene significa che la comunità scientifica riuscirà a trovare dei farmaci efficaci o un vaccino, ma ci vorrà del tempo per lo studio e per la sperimentazione e nel frattempo continua il contagio, gli ospedali scoppiano, le aziende sono ferme, la gente vive tappata in casa e nelle gran parte dei casi scalpita, perché "siamo stati privati della nostra libertà". Mi fermo qui dopo aver formulato questi grami pensieri, perché non avrebbe avuto senso che io li esternassi in questo luogo non idoneo, se lo spunto non mi fosse stato offerto dalla presenza del mantra in uno di quei rapidissimi post, che di fatto consistono nella pubblicazione di un video accompagnato da una frase fulminea, con cui Mimmo comunica ultimamente. Non si è esposto, Mimmo, almeno apertamente, però dietro il silenzio o una frase fulminea ciascuno può cogliere ciò che vuole. Uno che posta una canzone come "Il futuro" e poi chiosa "andrà tutto bene", non ha pensieri molto ottimistici. Ho il sospetto che dietro il mantra ci fosse amara ironia e forte preoccupazione e disillusione, ma forse commetto l'errore di attribuire ad altri i miei pensieri.

sabato 28 marzo 2020

COMPAGNI INVISIBILI, STORIE INCREDIBILI





...
Forse sarà che ho compagni invisibili
Molto più duri di me
Forse sarà che hanno storie incredibili
E nessuno le tiene per sé
...
Bonne nuit bonne nuit ai compagni invisibili
E buonanotte anche a te
Alla gioia al dolore alle storie incredibili
E a tutto il silenzio che c'è...

Sono molto felice quando inaspettatamente mi coglie un moto d'emozione a riascoltare una canzone, doppiamente felice se si tratta di una canzone di Mimmo, contenuta in uno dei miei album preferiti. Buonanotte nella pioggia, Tango dietro l'angolo, 1991.

mercoledì 25 marzo 2020

CERCAMI

Bel video artigianale di Mimmo di recentissima produzione e pubblicazione. Mi sono permessa di condividerlo, come forma di omaggio. Fossi una che si esprime nel modo giusto, direi che dentro ci sono tutti i suoi stilemi, ma non sono riuscita a spiegarmi il perché  di quell'assembramento di scarpe di foggia sportiva e non solo. A volte mi sfuggono cose evidenti. A proposito di "cercare", se io Mimmo non l'avessi cercato con tutta la tenacia di cui sia mai stata capace nella mia vita, credo che difficilmente il caso avrebbe favorito il nostro incontro. Nel caso in cui non fosse stato contento del mio furto condiviso, lo invito a cercarmi. Sono nel mio recinto, nella mia piccola riserva, dalla quale, da persona rispettosa delle regole quale sono, non mi sposto dal 12 di marzo, ma la ritengo una clausura privilegiata, e non posso non pensare a chi non ha tutele, diritti o affronta in prima linea questo momento, con tutte le conseguenze del caso. A questo punto sto valutando diversamente la scelta di chi approda alla clausura volontaria, non necessariamente in un convento. Saltando di palo in frasca, ma solo apparentemente: oggi è il Dantedì, come è stata denominata la giornata dedicata al nostro sommo poeta. Se qualcuno avesse piacere di vedere un bel codice della Commedia, o alcune edizioni della stessa del Cinquecento, puoi cliccare sui seguenti link:
Tutto questo si chiama "Cicero pro domo sua", rigorosamente prodotto in clausura.
Un saluto a tutti





CERCAMI - MIMMO LOCASCIULLI

domenica 8 marzo 2020

UN'ALTRA ME STESSA

http://folgoratadaunapiccolaluce6.blogspot.com/2012/04/correre-forte-incontro-un-altro-destino.html


Capita, talvolta, che qualche lettore casuale, spinto da chissà quale vento, approdi a un mio vecchio scritto, del quale magari neppure avevo memoria; in questi casi forse lo stesso vento, o un altro, mi spinge ad andare a interrogare un'altra me stessa, che non è più la stessa. Leggo quello che ha scritto e la promuovo a pieni voti, non tanto e non solo perché fosse studiosa, brava, profonda, quell'altra me stessa che ora non è più la stessa, ammesso che lo fosse, ma perché lasciava fluire le parole, era spontanea, aveva uno smodato desiderio di darsi e di farsi conoscere. L'invito è sempre lo stesso: chi ha voglia e tempo legga, altrimenti passi oltre. 

Nel mio scritto si parla anche di viaggio, nel senso ampio del termine; Mimmo, guarda caso, come ci raccontano le sue foto, è in viaggio in un paese lontano, e credo sia un viaggio privato, forse organizzato all'ultimo minuto per sfuggire a un clima pesante, o magari era organizzato da tempo ed è capitato che la partenza coincidesse con questo inaspettato momento difficile per tutti. Ognuno ha il suo viaggio: io penso a quello di domani mattina, molto presto, sulla metro quasi vuota delle 6,27, raccolta nei miei pensieri. 

giovedì 20 febbraio 2020

PARIS-NEW YORK


Le cronache narrano che Mimmo a Parigi abbia già cantato, nel lontano 1992, e lo testimonia la locandina del concerto (mi scuso per la pessima immagine, forse riuscirò a pubblicarne una migliore).
Non ricordo di aver mai sentito lui parlare di quella esperienza. Il teatro funziona ancor oggi regolarmente. 

Quel che conta però è ciò che accadrà; finalmente ce l'abbiamo fatta: Mimmo di nuovo in concerto a Parigi, accompagnato dal suo grande amico Greg, da Matteo e dai bravi musicisti che ultimamente suonano con lui.

Piccola considerazione personale: non occorre aspettare l'estate perché capitino delle cose interessanti; stanno già capitando, sono nell'aria, sono in gestazione: sono.

E dopo Parigi davvero voglio Mimmo in un club newyorkese. Capiterà, capiterà. Io sono molto fiduciosa. 

lunedì 17 febbraio 2020

WANTED




Potrei altrimenti intitolare questa foto "Davanti San Mimmo", e non mentirei del tutto, visto che a quei tempi non mancavo di nutrire l'ego del Cantante con tributi pressoché quotidiani, offrendo all'idoletto situato sull'altarino domestico, fiori, frutti pregiati, bevande e preghiere, per ammansirlo, e ben disporlo, propiziarlo, un po' come accade ai devoti delle capricciose divinità della Santeria cubana.

Qualcuno si domanderà perché ci abbia messo la faccia, oggi, una faccia di nove anni fa per fortuna non troppo definita. Semplice: sono davanti al manifesto dei famosi concerti che si tennero tra il 30 marzo e il 2 aprile 2011 al Teatro Golden (non capisco perchè uso la forma impersonale, quando la corretta dicitura sarebbe "Che Mimmo tenne").


Racconto un aneddoto che riguarda quel piccolo viaggio. Prenotammo una stanza in un albergo situato in una piazza grande e rotonda, luogo ideale per raggiungere a piedi il teatro. Ecco, la stanza era a dire il vero non proprio di lusso, ma dignitosa, sufficientemente pulita, lenzuola candide e quasi inamidate, copiosa biancheria da bagno, piccola colazione in camera, ma dava la sensazione di essere la stanza di un albergo a ore, e la  concierge aveva un aspetto un po' retro, di certe entraîneuses invecchiate, ma fu veramente tanto gentile. Insomma, che cosa accadesse in quelle vetuste stanze, potemmo solo intuirlo, immaginarlo, ma rimaniamo nel piano delle ipotesi, non ne avemmo, e neppure ne abbiamo certezza, ma il dubbio, vedendo che i cambi di biancheria erano superiori a quelli di un cinque stelle extralusso, ci venne.

Lasciando al loro destino i personaggi di quel luogo, torno in quella zona di Roma perché Mimmo sarà ancora al Golden, ancora ad aprile, il 4, A tu per tu con il pubblico, si, ma anche, come vuole la tradizione, a tu per tu con il giovane amico, compaesano e collega Setak, con cui, come hanno annunciato entrambi, daranno vita anche a un evento musicale nella loro città, il 7 agosto, e a chissà quali altre avventure. Qualcosa mi dice che anche questo sarà un anno bello e denso di emozioni e gratificazioni.

mercoledì 5 febbraio 2020

L'IMPASTO DEI SOGNI

Lo spunto di questo scritto è fornito dal fatto che Mimmo, nella sua raccolta di 22 canzoni, ha inserito L'interpretazione dei sogni, e da un sogno di qualche notte fa, che mi accingo a riportare. Mi corre l'obbligo di ripetere cose già dette, anzi già scritte, dato che ho avuto l'imprudenza in più occasioni di pubblicare alcuni miei sogni, tutti reali. Imprudenza e impudenza, perché raccontando i sogni corriamo il rischio di annoiare il prossimo, ma anche quello di svelarci. L'impasto dei sogni è fatto di cose, fatti luoghi e persone che fanno parte della nostra vita, rimescolati in maniera imprevedibile o prevedibile a seconda dei casi e a seconda del tipo di interpretazione che ai sogni si vuol attribuire. Ad esempio non oso pensare cosa potrebbe venire fuori da un'interpretazione freudiana del mio sogno. Potrebbe venirci in soccorso Mimmo, che in concerto anticipa la sua canzone, con un bel siparietto sull'amico Sigmund, e poi per fortuna canta la splendida canzone onirico-cinematografica, perché spesso i sogni sono film.

Ecco il mio film, versione integrale:
Sono in un ambulatorio medico, ma potrebbe essere anche un pronto soccorso. Sono con mio marito, in attesa non so bene di cosa. Non vivo l'ansia che di solito si vive prima di una visita. Da una porta esce un Mimmo-medico, che si siede a chiacchierare con un signore in attesa. Sembra volersi riposare, si sbottona il camice e assume una posizione comoda, come se avesse finito il turno. Poi si alza e si dirige verso l'uscita. Io non sono più accanto a mio marito, a cui il Cantante tende la mano per un saluto. "Se aspetti un momento arriva mia moglie, le farà piacere salutarti". "Non se ne parla nemmeno, devo scappare, dice lui con tono allegro". La scena si sposta, ora sono ancora con mio marito, ma in un locale, in centro storico; siamo a tavola, mangiamo e chiacchieriamo. Nella saletta attigua vedo, anzi mi pare di vedere, il Cantante, che fa la stessa cosa con una signora. Penso che non andrò a salutarlo, non ci penso nemmeno, anzi il fatto che lui sia lì mi mette un certo disagio. Poi la scena cambia. Sono nella strada dove si trova il mio posto di lavoro, con alcune colleghe. Ecco di nuovo il Cantante, in fondo alla strada. Non mi risulta che ci siano concerti in città, sarà qui per altri motivi, una visita di piacere o un convegno medico - penso, mentre me la squaglio, prendendo per un braccio una collega e trascinandola su, verso una scalinata che porta all'ingresso di un palazzo nobiliare. Un'altra rampa di scale ci conduce dentro un appartamento, dove ci rifugiamo. La consapevolezza di essere, non invitata, in una casa privata, mi fa rinsavire e fuggire. Di nuovo in strada: eccolo lì, l'uomo che voglio evitare. Cammina lentamente, sempre in compagnia della signora del ristorante, sua moglie. Peccato che abbia le fattezze della cantante francese Mireille Mathieu, e non quelle della moglie vera, ma nei sogni può accadere di attribuire altre sembianze alle persone. La cosa che mi colpisce è che la coppia indossi gli stessi abiti. Lui un abito di lino color sabbia, una camicia quadrettata e un panama, lei un pantalone di lino color sabbia, una camicia quadrettata,  ma il panama lo tiene in mano, forse per non rovinare il lucido caschetto scalato nero, caratteristico di Mireille. Sorridono e sono molto molto felici. Forse però hanno bisogno di una guida: senti, urla il cantante, essevu (le iniziali del mio nome) sei tu vero, essevu in arte Folgorata, noi vorremmo andare... ed elenca una serie di musei e monumenti della mia città che vorrebbero visitare - ci accompagneresti? Ormai sono calate le tenebre, forse è una di quelle giornate in cui i musei rimangono aperti fino a mezzanotte. Che faccio, non li accompagno? Va bene - mi ritrovo a dire - tornerò a casa in taxi, o andrò a dormire in un albergo in centro. 
Morale della favola: i sardi sono riservati e un po' selvatici, come da copione, ma il loro tratto distintivo è il senso dell'ospitalità. 
Cosa sia accaduto dopo, durante la visita ai musei, e quanto mi sarà costato il taxi, dato che non vivo in città, spero di sognarlo prossimamente. Prometto solennemente di evitare di farci un post.

giovedì 16 gennaio 2020

QUELLO CHE CI RESTA



Il ringraziamento di Mimmo a due suoi affezionati, mi ha fatto venire in mente una giovane Folgorata, che dieci anni fa esatti scriveva di un disco che non aveva mai ascoltato. Qualche anno dopo, grazie a un benefattore, che non si stancherà mai di ringraziare, avrebbe finalmente realizzato i suoi desideri, e Quello che ci resta sarebbe arrivato ben confezionato in un bel pacchetto a casa sua. Oggi è tutto più facile, c'è chi addirittura pubblica interi album che altrimenti sarebbe difficile, se non impossibile reperire, rendendoli disponibili per tutti.
Devo dire però che a me quell'attesa era piaciuta molto. Avevo molto giocato di immaginazione. Invito chi ne abbia voglia (è lunghetto) a leggere o rileggere il temino di Folgorata del gennaio 2010. Io mi sono intenerita. 


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