Mimmo & Greg

Mimmo & Greg
Grazie Mariangela, grazie Mimmo!

venerdì 14 aprile 2023

DE CANTU GALLICO

Ieri sera, come non accadeva ormai da tempo, ho seguito Mimmo in diretta nella sua Parigi (dico sua, consapevole del fatto che "il seme sia stato sparso anche lì").Non potendo seguire anche le esibizioni degli altri artisti ospiti di questa manifestazione con evidenti fini didattici e di promozione della canzone d'autore italiana, di tanto in tanto entravo per vedere a che punto si fosse arrivati. A un certo punto ecco Mimmo che canta "Un po' di tempo ancora". Da ciò deduco che il suo set potrebbe essere appena iniziato. Seguono "Correre baby", "Benvenuta", "Svegliami domattina", infine "Aria di famiglia". Il breve concerto è perfetto, anche da un punto di vista strettamente tecnico-esecutivo: Mimmo e il suo piccolo gruppo di musicisti, i collaudatissimi Matteo e Mattia, al contrabbasso e al sax, e Carlotta ed Estelle rispettivamente al violoncello e al violino, sono stati bravissimi. Mi sarei aspettata maggior calore e supporto da parte del pubblico presente, che mi è sembrato un po' contenuto. Finito il set di Mimmo e compagnia, con immancabile consegna di un mazzolin di fiori, tutti gli artisti sono stati invitati sul palco per un finale a sorpresa (?): hanno intonato "Bella ciao" e a quel punto mi è parso di sentire un maggiore coinvolgimento da parte del pubblico. Come ho accennato prima, la manifestazione ha fini didattici. Ogni artista è stato abbinato (associé) a un docente, che ha fatto ascoltare a dei liceali le canzoni di ciascuno. Ascoltate le canzoni di Mimmo, lontano probabilmente dalla musica che abitualmente frequentano, e che non conoscevano, hanno scelto come canzone che li ha maggiormente convinti, forse più vicina alla loro sensibilità. "Aria di famiglia". "Il mio set a Parigi dura circa trenta minuti, aveva detto Mimmo, ma l'importante è iniziare" (non sono proprio le parole precise, ma il concetto è quello). L'esperienza è stata fatta, e ora io auspico per Mimmo un concerto parigino in grande stile, in uno dei tanto prestigiosi club o teatri della città, dove si esibiscono tanti artisti nostri conterranei ai quali Mimmo non ha proprio nulla da invidiare. Nessun nome, di artista o di luogo, ma Mimmo che ormai ha colonizzato Parigi da un punto di vista personale e familiare, per i motivi che sappiamo, ora deve darsi da fare per colonizzarla da un punto di vista artistico. Intesi?
 
 
 

lunedì 13 marzo 2023

ULTIMI AVVENIMENTI

Da quando Mimmo ha pubblicato il suo post intitolato "Closing time", mi pare che le cose per lui si siano messe molto bene, come se un nuovo flusso di energie positive si fosse messo in moto, generando stati d'animo, progetti e l'immediata realizzazione di questi, e anche un apporto di commenti e un dibattito attorno a una situazione, e a una volontà di procedere enunciata dall'artista, che a me, francamente, sembra voler mettere un punto fermo e definitivo su uno stato di cose, se non del tutto, almeno in parte già in atto da tempo. Il processo è iniziato con l'abbandono delle grandi case discografiche e la costituzione di una etichetta indipendente, la Hobo, ormai più di venti anni fa. La televisione in questi anni non è mai stata (a parte qualche eccezione, anche relativamente recente, in cui gli hanno dedicato degli special, a volte notturni) troppo prodiga nei suoi confronti, ma probabilmente nemmeno lui è stato troppo prodigo nei confronti della televisione: insomma mi pare di poterlo definire un rapporto paritario. L'ultima volta in cui credo che Mimmo si sia avvalso di un agente sia stato nel 2011, in occasione delle quattro serate al piccolo teatro romano dove si esibirà di nuovo il prossimo 3 aprile. Ha continuato, manifestando la volontà di smettere di farlo già ai tempi in cui usciva "Cenere" a pubblicare dischi anche su supporto fisico, più per affetto nei confronti del suo fedele pubblico che per altro (non si può certamente parlare di un tornaconto economico, anzi, al contrario, forse, di perdita), cosa che ha ribadito con l'uscita del suo "Intorno a trent'anni revisited). Quindi, io, nel suo "Closing time" non ci ho visto niente di nuovo, men che meno la volontà di ritirarsi dalla scena musicale, cosa che in molti hanno, fraintendendo, inteso. Non è nuovo nemmeno, per Mimmo, suonare in piccoli spazi, circondato dai suoi fedeli estimatori (di alcuni, che hanno veramente compreso l'uomo e l'artista, ma sono pochi, leggo interventi competenti, analisi acute, che apprezzo; altri, mi spiace dirlo, non lo conoscono a fondo, come artista e neppure come persona, e purtroppo non apportano contributi rilevanti, seppur animati da affetto sincero), in compagnia solo del suo pianoforte e del suo cappello. Quella che in passato sembrava essere, per sua stessa ammissione, una dimensione che, pur permettendogli un contatto di tipo intimistico col pubblico, lo stancava e lo divertiva meno che suonare con le varie formazioni con cui si è accompagnato nel corso degli anni (voce, piano e contrabbasso, voce piano contrabbasso e sax, e via di seguito, fino ad arrivare all'esplosiva band nei concerti più "rock" e scatenati), ora sembra essere diventata la condizione ottimale per esprimersi in questa "ricerca del sentimento perduto" che, a dire il vero, lui non ha perso mai di vista.

Sono felice che Mimmo dopo aver messo un punto netto e definitivo su un modo di fare musica che non lo ha mai rappresentato, ma al quale, in alcuni periodi ormai lontani, ha dovuto sottostare, abbia come dicevo nell'incipit del post, trovato una energia e un entusiasmo che gli fanno bene e fanno bene anche a chi lo continua ad apprezzare, mantenendo aperto con lui un canale di comunicazione a volte diretto, a volte indiretto, più misterioso: l'importante è esserci, e lui sa che ci siamo anche se a volte, per molto tempo non ci manifestiamo, e la sua musica continua a toccare corde profonde.

Forza, Mimmo, per Parigi, per Roma e per tutto quanto arriverà, fuori dagli schemi e dai canali ufficiali, così come tu vorrai: l'importante è che tu sia felice, concentrato e felice.

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