Mimmo & Greg

Mimmo & Greg
Grazie Mariangela, grazie Mimmo!

sabato 24 novembre 2012

UNA RICORRENZA IMPORTANTE


Domani, 25 novembre, si celebra la la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza sulle donne. La scelta della data non è casuale, ma si riferisce al giorno in cui, nel 1960, furono trucidate nella Repubblica Dominicana le tre sorelle Mirabal, oppositrici del regime del dittatore Trujillo. Lo ricordo perché non sempre si è fatto riferimento a questo fatto, nei molti momenti dedicati all’argomento, in questi giorni. Sulle sorelle Mirabal ha scritto un bel libro, intitolato Il tempo delle farfalle, dal nome in codice (in spagnolo mariposas) da loro utilizzato nella resistenza, Julia Alvarez. (Julia Alvarez, Il tempo delle farfalle, Giunti 1997.)

Di un film che amo molto, Ti do i miei occhi, (Te doy mis ojos), della regista spagnola Iciar Bollain, uscito nel 2003, attinente al tema della violenza fisica e psicologica sulle donne,  ho già parlato in passato, ma lo segnalo di nuovo volentieri.

Anche di Lucy, la canzone che Mimmo ha scritto pensando a una donna ferita e maltrattata, ho parlato in più di una occasione. Il testo è semplice e poetico, con richiami a immagini di un tempo passato (le caramelle che i più piccoli si aspettano a Natale, le campane che suonano a festa, quando i giorni di festa avevano un sapore particolare), che sembrano quasi voler avvolgere la protagonista dentro un mondo affettuoso e protettivo, dove trovare riparo dalle umiliazione e sofferenze subite.

Riporto l’intero testo della canzone, tratta come sappiamo tutti da Idra, e inserisco anche il link dell’esecuzione nell’ultima serata di Radio days, quei quattro giorni di festa romana che hanno reso felice sia noi assidui, sia l’artista. Attendiamo il nuovo recital, Punti di rivista, dal titolo del quale si evince la passione, riscontrata già in altri casi, del nostro per i calembours
Non è un video ufficiale, la qualità non è eccelsa, ma lo propongo ugualmente. http://www.youtube.com/watch?v=9voKXGnRYTw


Lucy  se n’è andata via come un'onda senza riva
Come una farfalla bianca senza un fiore
E non è l'amore che la porta lontano
E nemmeno il richiamo di una chimera

Prega di giorno prega di notte
Prega che il suo cuore non pianga mai le botte
Botte che arrivano come le caramelle
Che  i bambini si sognano a Natale

Lucy è come il vento la insegui e la rincorri
Ma non provare a prenderla non l'avresti mai
Prega di giorno prega di notte
Prega che il suo cuore batta sempre più forte
Forte come una campana nel giorno della festa
Prendi quel che resta dell'amore

Lucy  se n’è andata via come un'onda senza riva
Come una farfalla bianca senza un fiore
Prendi le sue cose comprale delle rose
Mandale un saluto e guardala andar via
Mandale un saluto per andare via





martedì 20 novembre 2012

CONFERIMENTO TERZO PREMIO


Avevo deciso di non parlarne, nel momento in cui la notizia era fresca, poi, in corso d'opera, ho cambiato idea. Mi riferisco al riconoscimento conferito a uno dei vini di Mimmo, Il Cavaticchi 2009, che al premio  Vino e Cultura 2012 è stato considerato "miglior vino debuttante". Qui mi fermo, perchè basta fare una ricerca digitando la chiave "Abruzzo Wine Pescara Premio Vino e Cultura 2012", e chi lo desidera potrà trovare articoli ricchi di notizie dettagliate sulla manifestazione. Inoltre  Mimmo, come sappiamo sempre molto attento a certi aspetti, per evitare delle sovrapposizioni e delle commistioni, ha inaugurato una pagina dedicata alla sua cantina, dove è possibile curiosare tranquillamente se si è registrati su FB. Io non riesco a entrarci, ma siccome è questione di vita o di morte, cerco e ancora trovo ospitalità altrove, finchè me lo consentono (non so quanto potrà durare, non devo tirare troppo la corda...) Essendo io piuttosto curiosa, come prima cosa vado a caccia di immagini. Mimmo ne ha pubblicata una molto bella, del giorno della premiazione, in cui appare visibilmente felice e ride con tutta la faccia, mentre stringe la mano a uno dei premianti. Molto elegante, in abito nero, camicia bianca e cravatta perfetta per nodo e lunghezza, con fantasia discreta, appare in forma smagliante, ed è esattamente come mi immaginavo avrebbe potuto essere, all'inaugurazione della mostra L'uomo in scuro. Avrà dovuto rifarsi tutto il guardaroba, dopo quel miracolo che l'ha portato a perdere almeno due taglie. Sono senza parole, contenta come se fosse sotto la mia giurisdizione, (e posso testimoniarlo, quando accade che qualcuno vicino a te perda venti chili, credi di scoppiare dalla gioia,) e non l'ectoplasma che per me è e deve essere.  Lo rimiro trenta volte al giorno, anche quaranta,  e penso, però... Penso anche che voglio vederci più chiaro e mi fiondo a cercare altre immagini. Ecco una ricca galleria fotografica in cui abbiamo un bel Mimmo elegante che mostra il premio, ma francamente in quella posa un po' rigida mi sembra un ostaggio di qualche organizzazione terroristica costretto a mostrare le richieste per il rilascio, e poi un bel Mimmo in piena estasi artistica mentre, nel corso della stessa serata, canta una canzone romantica e struggente e accarezza i tasti del pianoforte. Insomma, il bottino della mia caccia è stato proficuo. 
Come al solito non pubblico niente senza autorizzazione, pertanto chi fosse interessato visiti la pagina della Cantina, si guardi Mondovino che Mimmo lo consiglia sempre (io l'avevo già visto, ma poichè Mimmo lo linkava, ho subito seguito il suo consiglio, me lo sono procurato e l'ho guardato di nuovo: si parla anche della Malvasia di Bosa, della sua amata Borgogna e di tante altre realtà vinicole in Italia e nel mondo) e si guardi la galleria fotografica di cui ho parlato. http://www.pescaranews.net/notizie/attualita/386/pescara-abruzzo-wine-e-la-galleria-dei-vini-
Lo so, sono una gran pettegola irriverente, però anche le agiografe accreditate (cioè quelle serie, mica come me) di tanto in tanto vogliono divertirsi un po'. Solo studi serissimi e sudate carte, no!
Dulcis in fundo: non c'è due senza tre. Prima Bacucco dell'anno, poi il Premio per il miglior vino debuttante. Io senza troppe cerimonie lo nomino FIGO DELL'ANNO 2012. Se lo merita. Speriamo gradisca e venga a ritirarselo... Ah, è un premio che si consegna una tantum, quindi nessun altro si faccia illusioni.

lunedì 19 novembre 2012

APPAIO DUNQUE SONO



Più tento di approfondirla, questa materia di studio chiamata Cantante, meno la possiedo. Proprio mentre mi pare di riuscire ad afferrarla, mi sfugge. Ancora, talvolta, riesce a sorprendermi, materia multiforme e non facilmente imbrigliabile, fluida, - quando non è granitica - magmatica e viva. Ore dedicate all’ascolto di materiale di gente che si scrive, si canta  e si suona canzoni, poi gliele invia. Spinto da vari fattori, correttezza, forse, nei confronti di chi ripone in lui fiducia e aspettative, curiosità, speranza di essere sorpreso e di trovare qualcosa che lo colpisca, ascolta. Tutto questo senza tornaconto, perché immagino non ci sia un ritorno monetario. Qualche tempo fa, la produzione di un nuovo talento della musica d'autore, avrebbe potuto rientrare nei suoi progetti, ora non più, sempre che nel frattempo non ci siano state evoluzioni. Dopo l’ascolto, delusione e giudizio implacabile. Mimmo boc(c)ia tutti. Il mondo va avanti e quelli son lì a proporre clichés di un passato lontano, che ora non hanno più senso perché bisogna adeguarsi ed essere testimoni del tempo che si vive, attraverso forme espressive e tematiche anch’esse adeguate ai tempi.

L’unica considerazione che mi sento di fare, dopo aver letto il post di Mimmo, che mi ha sorpreso non tanto per i concetti espressi, che già sapevo appartenergli, ma perché nelle maglie preziose del suo tempo e delle sue molteplici attività riesce pure a infilare questi ascolti più o meno ingrati, in quantità non modeste, è questa: se un ragazzo, ma anche una persona più matura, sente impellente l’esigenza di esprimersi attraverso una manifestazione creativa, di qualsiasi tipo, nel caso specifico la musica, può tranquillamente farlo. A casa sua, tra i suoi amici, a qualche festa, perfino in qualche locale dove, magari, gli consentiranno di esibirsi gratis per farsi conoscere, o gli offriranno una consumazione o un piccolo compenso. Si diverte lui e forse, ma non è garantito, si diverte chi lo ascolta. Un piacevole modo di trascorrere il tempo e di coltivare una passione. Quello che mi sembra stonato, è il volere ad ogni costo “diventare famosi”, cercare una ribalta più ampia, da tentare di raggiungere nei modi più disparati e talvolta disperati, dal talent show, all’invio della propria  produzione, scadente o meno, vetero-cantautorale o innovativa, a quello che ce l’ha fatta, passando attraverso una serie di altri canali e percorsi, (che oggi molto viaggiano per il web), spesso senza quel minimo di senso critico utile per avere la giusta percezione delle cose. Non di rado, purtroppo, sono i casi più pietosi quelli maggiormente convinti di valere. Dunque bisogna rinunciare ai sogni? Non si deve neanche tentare? L’esperienza di tanti ci dimostra che la tenacia è importante, insieme con il talento e con una buona dose di fortuna e di circostanze propizie, anche di incontri, variabili, queste, davvero determinanti, a parità di talento. No, non si deve rinunciare ai sogni, e forse fa bene chi le tenta tutte e non si arrende, nemmeno davanti a un giudizio negativo da addetto ai lavori obiettivo, severo e autorevole. Magari se facesse tesoro dei consigli sarebbe meglio. Più di tutto non si deve rinunciare alle passioni, che qualche volta possono portare lontano, altre semplicemente rendere più sapida la vita. Quello che non mi piace è che ci sia, sempre più diffusa, la tendenza a pensare che si esista solo se si ha un pubblico, una notorietà, il tanto decantato successo. Non conta misurarsi in una cosa che diverta e gratifichi in sé, ma il divertimento e la gratificazione passano attraverso la fama, il bagno di folla, l’essere riconosciuti.
Appaio dunque sono.
Ecco, è questo l’aspetto che proprio non mi piace.
Non posso, infine, anche se al loro posto mi guarderei bene dall’inviare le mie canzoni tristi e mortifere all'attenzione di chicchessia, e dal sollecitare ascolti, soprattutto in maniera martellante come capita, non immedesimarmi almeno per un istante nei nuovi cantautori in attesa di giudizio. Fuggo via immediatamente da questo tipo di attesa, perché mi procura un gran disagio e una grande sofferenza. 
Non posso neppure chiudere senza aver sottolineato la costante generosità che il nostro Cantante dimostra  nell'elogiare alcuni suoi colleghi più giovani. Non manca occasione per citarli ed esprimersi nei loro confronti      in termini lusinghieri, e questo gli fa onore: non è proprio da tutti. 

martedì 13 novembre 2012

NON VORREI




Io invece vorrei, anzi desidero fortemente riportare questa ulteriore riflessione di Mimmo, che completa e meglio circostanzia il senso della prima riflessione apparsa oggi sulla sua pagina. 
Mi astengo dal commentare a mia volta, ma mi limito a manifestare, con molta semplicità, la gioia di avere oggi letto le sue considerazioni, con vero interesse e grande partecipazione e condivisione.


Non vorrei trasformare il mio post in un dibattito o in una tribuna politica. Ho voluto riportare una mia riflessione, una sensazione epidermica. Ho seguito tutta la trasmissione e conosco anche i programmi di ciascuno. Ritengo, tuttavia, che parlare di qualcosa in termini generici, in questo caso mi riferisco alla cultura, equivalga a non parlarne. E quindi leggere in un programma la voce “cultura” come semplice elencazione mi fa pensare che anche Vendola ha priorità più urgenti. Vorrei poter leggere su un programma proposte relative a politiche editoriali, vorrei sentir parlare di rilancio del cinema, del teatro e della musica, vorrei un'attenzione almeno sufficiente verso i musei, i siti archeologici, verso il patrimonio monumentale, il turismo culturale. Vorrei sentir parlare di diritto d'autore e di come regolamentare in modo finalmente giusto le relative normative, vorrei conoscere come essi intendano rivalutare ed affermare le nostre tradizioni popolari, vorrei sperare che nei programmi scolastici si ripristinasse l'insegnamento della musica e dell' educazione artistica in modo degno, vorrei sentir parlare di finanziamenti alle iniziative culturali che non siano il risultato di politiche clientelari o, peggio, di appartenenza politica. Vorrei capire come essi intendano restituire un ruolo ANCHE (non solo, quindi) culturale alle nostre televisioni di stato che, invece, sembrano dare il massimo nel voler competere con banale insipienza con le nefaste ed insulse televisioni generaliste. Potrei continuare ancora per molto ma non sono totalmente negativo.
Credo nella forza della ragione, credo nella dignità delle persone e credo nella presa di coscienza che, anche se lentamente, avrà necessariamente il sopravvento sulla indifferenza, sulla diffidenza preconcetta e sulla protesta fine a se stessa.
Sarà compito di ciascuno di noi dare il massimo, in termini di esempio e stimolo, affinché l’attenzione dei nostri rappresentanti politici si rivolga davvero e definitivamente verso gli interessi della intera comunità.






martedì 6 novembre 2012

UNA SERIE DI IPOTESI (SEMI-SERIE)

L'autrice del blog in un ritratto della sua bella gioventù.

Non c’è dubbio, e non occorre essere particolarmente perspicaci per comprendere che il nostro protagonista sta lavorando a qualcosa. No, non si tratta del disco, c’è dell’altro. Non siamo più alla fase dell’ideazione, ma a quella della progettazione avanzata, se non della realizzazione.  Lui stesso ci aveva dato una anticipazione, un bel po’ di tempo fa, mantenendo però il più stretto riserbo sulla natura di quello definito, genericamente, un nuovo progetto. Aveva detto che ne avrebbe parlato quando la cosa avesse preso corpo. Mimmo, uomo ponderato che riflette prima di agire, o di parlare e  si prende il suo tempo, di tanto in tanto, ed è molto simpatico quando lo fa, e perfino tenero, si lascia cogliere da un entusiasmo fanciullesco e impulsivo e vuol condividere, sull’onda di questo entusiasmo, iniziative, progetti, che a volte, per un motivo o per l’altro, non vanno in porto. Ciò comporta una piccola delusione da parte di chi lo segue e un pochino di dispiacere e di disagio da parte sua. A quel punto, per evitare situazioni simili, interviene il supermimmo io-maturo che scaccia l’io-fanciullino e mantiene il più stretto riserbo, però qualche indizio lo fornisce. Che se ne potrebbe fare, infatti di foto, immagini, video sollecitati al suo amato pubblico, ben felice di sommergerlo di valanghe di roba che si spera non abbia già, se non ci fosse dietro un nobile fine?
C’è di certo, il fine, solo che non si sa quale sia, per ora.
Non mi rimane che dare spazio alle ipotesi di Folgorata

Ipotesi 1) EGLI sta raccogliendo il maggior numero di documenti perché vuole organizzare una mostra fotografica. Il titolo potrebbe essere "M.L. L’uomo in scuro, ritratti: dal dagherrotipo al digitale". La location: o un posto molto molto cool a New York, di quelli bianchi minimalisti tutti specchi e legni chiari, oppure un palazzo nobiliare del borgo natio, o perché no, entrambi i luoghi, a simboleggiare le diverse anime del soggetto fotografico. La mostra nascerebbe come temporanea, ma potrebbe diventare permanente. Prematuro parlarne ora, non mettiamo troppa carne al fuoco, anche se si potrebbe già rivelare la sede del futuro MIDA (acronimo un po' zoppicante di Museo dell'immagine e dell'audiovisivo) di Milò: Roma.
La sera dell’inaugurazione grande festa, gradito l’abito scuro per i signori. Le signore in abito da mezza sera, senza troppi fronzoli, tubini neri e scollature garbate, gioielli e trucco poco vistosi. Che i tacchi non superino gli otto, dieci centimetri. Buffet ricco e curato con prodotti del territorio, ricette tradizionali ben presentate, senza concessioni al troppo ornato di minuscole proporzioni, Cavaticchi 2007 (l’occasione è speciale) a fiumi. Il soggetto fotografico volteggerà leggiadro fra gli ospiti, conversando e raccontando aneddoti legati alle immagini, e farà il modo che il bicchiere non sia mai vuoto. Poserà sorridente per i fotografi convenuti, da solo o con gli ospiti, anche se non ama troppo mettersi in posa.

Ipotesi 2) Sta lavorando a un prodotto multimediale: immagini, video, musica e opuscoletto illustrativo multilingue: italiano, inglese, dialetto bernese, pennese estremo. In alcune copie strenna, ma non più di dieci, anche la versione in sardo. Ipotesi tanto plausibile quanto scontata, multilinguismo a parte.

Ipotesi 3) Il nuovo progetto è una graphic novel, una storia della carriera musicale, dalla prima lezione di solfeggio al concerto più recente, con i disegni basati sulle foto. Sono ancora in corso trattative con alcuni tra i più noti autori di comics, mentre i testi saranno curati da quell’accentratore del protagonista, che non vuole delegare nessuno perché se delega gli travisano tutto.

Ipotesi 4)Un libro, un libro tradizionale, di carta, una autobiografia con un ricchissimo apparato iconografico inedito e, non è l’aspetto fondamentale del prodotto, ma di questi tempi è imprescindibile, un DVD contenente un docufilm che racconti aspetti, se non proprio inediti, almeno meno noti, di questa lunga e onorata carriera.

Ipotesi 5) Progetto in collaborazione con Panini: album di figurine. Qui c’è da divertirsi da matti.
Chi non ha mai collezionato le figurine? Quanti ricordi! Le mie preferite erano Biancaneve e Cenerentola, quando ero piccina, ma devo confessare che non tantissimi anni fa, forse dodici, rimisero in commercio le figurine di Biancaneve, e anche i pupazzetti. Pur essendo ormai grandicella, non trovai pace finché non completai l’album e sistemai in una bella bacheca tutti i personaggi. Mi piacerebbe tanto ritrovare l’album, conservato così bene che non lo trovo più, ma riservo solo ad occasioni speciali la riesumazione, da un barattolo di latta, dei pupazzetti che mi diverto a doppiare con voci diverse. (Giuro.)

"Senti, ce l’hai Mimmo che suona l’organo in chiesa?" "Si." "E Mimmo la prima volta in Sicilia, al teatro greco di Siracusa?" E Mimmo nel night in Austria, mentre si esibisce davanti a un pubblico quasi tutto di entreneuses? NO.
Mimmo che fa il Treno della notte a Spoltore?  E Mimmo in Giappone? E, quella è proprio rara. Una specie di Feroce Saladino, pagherei oro per averla. Mimmo a Roccacaramico tutto intirizzito per il freddo, che saltella per riscaldarsi? Non esiste nella raccolta: Mimmo non ha mai freddo, temprato dai giochi d'infanzia  in mezzo alla neve. 

Ipotesi 6) Le foto deve stamparle sulle magliette, però siccome è molto volgare venderle dopo il concerto, le offre, a chi compra il disco, o il libro. Ah, io voglio quella dove canta Una vita che scappa, però col calice vero. Già mi vedo che mi pavoneggio davanti allo specchio, dove ho ricominciato a guardarmi, dopo lo shock da parrucchiere: io per le magliette come abbigliamento da notte e da relax ho un debole, anche se di tanto in tanto ci vado anche alle conferenze stampa.
Mi sta benissimo, quella maglietta, e il merito è tutto di Mimmo, che sta bene su tutto.



sabato 3 novembre 2012

FRAMMENTI 7 (INFINE)


...
E dietro la tua faccia triste
C'è un esercito intero che combatte e resiste
E dietro la tua faccia stanca
C'è un'onda di mare e una nuvola bianca
E un'ombra che mi può nascondere
Tu non fare domande e non mi chiedere mai.

Dietro la faccia delle altre persone 

C'è una nave che parte, una buona occasione
C'è una campana che vola lontano
C'è lo specchio del tempo che passa la mano
Un filo d'amore e una scritta sul muro
E una corda che lega il presente al futuro. 

...

Vecchia canzone, La faccia delle altre persone, per me mai dimenticata. Il destino delle canzoni: alcune rimangono, altre scompaiono, altre ancora costituiscono un vago ricordo. Interviene una selezione naturale, ma anche la volontà di chi a un certo punto, per i motivi più svariati, non le propone più nei concerti, e neppure in un nuovo arrangiamento. D'altronde il repertorio è vasto e non può esserci spazio per tutto. Qualche volta i tempi sono talmente cambiati che cantarle ancora potrebbe risultare anacronistico: ci si sente a disagio ed è meglio lasciar stare, anche se il pubblico sarebbe felice di sentirle. Insomma non è nel destino di tutte le canzoni diventare dei classici. 

Non so se questa possa essere considerata un classico, ma una canzone classica di Mimmo, senz'altro si. 
Un'altra canzone del passato, di quell'album (uscito nel 1985,che porta il nome dell'autore), venuto dopo il successo di Sognadoro, forse un pochino soffocato, con la canzone sanremese che per tanto tempo, in tutta sincerità, mi era sembrava brutta, e con quella foto di copertina, anch'essa non particolarmente attraente. Ho iniziato ad apprezzare la canzone solo in questi ultimi anni e continua a non piacermi la foto. L'immagine è innegabilmente importante, perché anche senza avere l'attitudine a fermarsi a ciò che appare, condiziona e spinge ad approfondire, o a lasciar perdere. 

L'album contiene tra le altre, anche Sotto il cuscino e Le cose normali, e non dico che ho lanciato i dadi, ma quasi, perché nel frammento conclusivo di questa saga avrebbero potuto esserci versi di tutte e tre.
Mi sono lanciata, in queste ultime sette puntate, ma in molte altre occasioni, in analisi e interpretazioni che, continuo a sottolinearlo, hanno tutto il sapore e il limite della mia lettura personale. Tanto ci sarà sempre, lo sapete, un musico fallito, un pio, un teorete, una Folgorata o un prete a sparare c...te! 

Qualcuno osserva, confuso tra la gente o da posizione distante, il mondo circostante. Scene di ordinaria quotidianità in una città come tante; traffico, tram, vento, caffè, e ragazzi che sognano una fuga senza mai riuscire a realizzarla. Forse una città di provincia, forse un quartiere di periferia. L'osservatore indaga e non è visto da nessuno, o forse si. Magari qualcuno si è accorto di lui, tradito dai suoi segnali di fumo e si domanda, in un gioco di specchi, cosa cerchi, cosa nasconda uno sguardo al contempo discreto, ma acuto, attento, che vorrebbe tentare ci capire cosa si celi dietro le facce delle persone. Dietro un sorriso, dietro un'espressione corrucciata, dietro uno sguardo triste. L'immagine dell'esercito intero che combatte e resiste è una delle più felici della canzone, che mi sento di paragonare come efficacia, a quella degli occhi come navi lanciate nel mare. Cogliere le storie dietro le espressioni della gente, che spesso raccontano la verità, ma in alti casi sono fuorvianti e nascondono storie inimmaginabili e segreti inconfessabili, dietro una parvenza di normalità.
Cosa raccontano le facce delle persone, ma anche cosa ci raccontano di chi li scrive, i versi delle canzoni, e infine cosa racconta di chi scrive qui dentro, ammesso che possa a qualcuno interessare, quello che scrive e come lo scrive? Ciascuno di noi, anche il meno schermato, anche quello di lettura apparentemente più immediata, davanti al "mondo" si muove spesso dentro un ruolo, un copione. Schermi, difese, messe spesso in atto per rendere le cose più facili, ma che talvolta hanno l'esito di complicarle terribilmente. 

La saga dei Frammenti è conclusa. Preferisco innegabilmente scrivere in maniera estemporanea e non programmata, ma di tanto in tanto, mi avventuro nel seriale con qualche tentativo di organicità. 

Non so, ancora, cosa, ancora, potrò inventarmi, ma qualcosa mi inventerò. 





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