Mimmo & Greg

Mimmo & Greg
Grazie Mariangela, grazie Mimmo!

martedì 30 marzo 2010

FORSE NON TUTTI SANNO CHE...




Alcune curiosità sul nostro Nume tutelare, o Genius loci se vogliamo continuare a darci un tono.


Prima parte


In principio erano I Puri
Il primo gruppo musicale di Mimmo Locasciulli, fondato da lui medesimo quando aveva quattordici anni, si chiamava I Puri. Mi interesserebbe sapere come erano organizzati, questi ragazzi, che iniziarono suonando nelle feste scolastiche, e poi si fecero un nome nei locali della costa abruzzese. Ce ne sarà stato qualcuno più grande che avrà guidato un furgone, oppure avranno noleggiato un autista? A pensarci, però, al tempo dei locali sul mare, non saranno stati più I Puri, nel duplice senso che magari erano un po’ cresciuti e i componenti, Mimmo a parte, potevano essere cambiati.
Quanto al repertorio so che facevano canzoni di altri gruppi allora noti, molto Beatles e Rolling Stones, e anche altri in famosi in Italia, che all’epoca avevano nomi simili a quello scelto da loro. Una foto di M. col caschetto beat, mi manca, ma può darsi che il tipo di capello non si adattasse.

Mimmo Ferri, chi era costui?
Nei primi anni settanta Mimmo, arrivato a Roma da Perugia, dove grazie ai suoi primi incontri internazionali aveva avuto modo di accrescere la sua cultura musicale, prese a esibirsi nei vari locali utilizzando lo pseudonimo di Mimmo Ferri. Spesso lo accompagnava l’amico chitarrista Andrea Carpi, con cui collaborerà anche in seguito e manterrà un rapporto di amicizia che dura tuttora. Mimmo l’ha invitato di recente anche a una Festa del vino, e Carpi, che a sua volta aveva ricevuto un altro invito, ha scelto Mimmo e il vino: io avrei fatto la stessa identica cosa, anche se mi fosse arrivato un invito di George Clooney in persona avrei declinato. “Grazie George, sarà per un’altra volta, ma il vino di Mimmo è migliore dello spumante che offri ai tuoi ospiti. Egli, inoltre ha un fascino non dico maggiore del tuo, ma senz'altro a me più congeniale.”

Si faceva chiamare Mimmo Ferri, un po’ perché non voleva che i suoi sapessero della sua attività musicale, un po’ perché il suo vero cognome Locasciulli gli pareva poco adatto per un artista. Non sa bene per quale motivo scelse proprio Ferri; azzardo io delle possibili spiegazioni; nome corto, molto comune, orecchiabile, e poi, insomma, nomen omen, di lì a poco avrebbe iniziato la sua carriera di chirurgo, mai nome fu più profetico. Curioso appare come, quando iniziò a usare il suo vero cognome, alcuni pensassero che quello fosse il nome d’arte, e Ferri il nome vero. In particolare il giornalista Isio (diminutivo di Efisio? il nostro Efis martire gloriosu?) Saba, “Mimmo Ferri, non capisco perché, ha deciso ora di farsi chiamare Locasciulli. Mimmo sia ben chiaro che io mi rifiuterò di chiamarti così."
A pensarci bene Mimmo Ferri era perfetto, armonico nel suono ed equilibrato nel numero delle lettere. A quel nome associo l'immagine giovanile di Mimmo con la barba.

Bertold Brecht
Dopo l’uscita con la RCA del suo album Quello che ci resta, che vendette poco, ma contribuì a farlo conoscere, Mimmo iniziò a scrivere nuove canzoni, un po’ difficili, poco commerciali o commerciabili, tra le quali c’era anche una versione in musica della poesia La leggenda del soldato morto di Bertold Brecht. Queste canzoni non piacquero ai discografici e Mimmo, poco incline a compromessi e mediazioni, lasciò la casa discografica; per circa due anni non incise, ma continuò a esibirsi nei locali e naturalmente a fare il medico. Cosa sia rimasto della versione in musica (più breve, spero) della poesia di Brecht, ormai lo sa solo lui, temo.


Il mistero del Pronto soccorso.
Quando nel 1981, il 13 maggio, ci fu l’attentato al papa, evidentemente portato al Santo Spirito prima di essere trasferito al Policlinico Gemelli, M.L. avrebbe dovuto essere in ospedale. Avrebbe potuto diventare celebre come l’uomo che ha operato il papa, invece quel giorno rimase a casa, tranquillo davanti al suo pianoforte a comporre una ballata. Questo episodio, che ho desunto da un’intervista su un settimanale svizzero, in tedesco, mi confonde di molto le idee. Anche in passato ho pensato spesso a un’evenienza del genere, data la estrema vicinanza tra Piazza S. Pietro e Santo Spirito, e ho anche pensato come verosimile che M. potesse essere di turno al Pronto soccorso, in quella occasione. Mi sono guardata tutti i giornali dell’epoca, e mai ho trovato accenno al ricovero al Santo Spirito, ma solo al Gemelli, dove il papa fu sottoposto al noto lungo intervento chirurgico.
Insomma non mi tornano i conti: potrebbe essere che d’urgenza il papa fosse accompagnato all’ospedale più vicino e poi trasferito al Gemelli: se Mimmo rilascia una simile dichiarazione sarà senz’altro così. In ogni caso non cambia la sostanza, lui quel giorno rimase a casa, a comporre, forse, un pezzo per l’album che sarebbe uscito l’anno dopo, nel 1982, cioè Intorno a trentanni. Mi piacerebbe sapere di che cosa si trattasse: Gli occhi? Due ore? Buoni propositi? Ecco cosa mi piace di Mimmo, a parte tutto il resto: l'alone di mistero che spesso lo circonda; vorrei sapere tutto tutto tutto, e invece devo accontentarmi di quello che passa il convento.

I grilli (Non quelli per la testa, ma gli insetti canterini.)
Mimmo e Francesco, con gli altri musicisti, lavoravano all’album Sognadoro: era il 1983. S’era fatto tardi: intenti a registrare Pixi Dixie Fixi, non erano del tutto soddisfatti del risultato; mancava qualcosa, ma cosa? A un tratto si accese un lume: perché non registrare il canto dei grilli nei campi sotto lo studio? Detto fatto: prontamente furono piazzati dei microfoni, il canto registrato; ecco che cosa mancava per rendere la canzone davvero perfetta.
Se non si ascolta con attenzione, e ci si distrae proprio alla fine, non si coglie, questa chiusa originale: qualcuno pensa che siano uccellini; no, sono grilli, me l’ha detto Mimmo in persona. (Mi son cresciuti venti centimetri di naso, già lunghetto di suo, e le gambe si son fatte ancora più corte; diciamo che me l’ha detto non personalmente, ma indirettamente.)


Fine prima puntata: la seconda non vede l'ora di essere pubblicata e letta. Impaziente come l'autrice.


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