Nel mio peregrinare incessante ed instancabile, mi sono spesso imbattuta in notizie che mi raccontavano della presenza di Mimmo Locasciulli in Piemonte. Del perché si riscontri la presenza di un artista in un luogo invece che in un altro, o massimamente in una determinata regione è questione che ha a che vedere, immagino, con svariati fattori: il riscontro del pubblico, l’indice di gradimento, il grado di popolarità. La presenza di luoghi particolarmente graditi all’artista, dove Egli si esibisca volentieri e si senta a suo agio; dei fattori legati alla promozione e ai contatti. Altri che mi sfuggono. Mimmo in Piemonte c’è stato anche di recente, nel mese di novembre, ed ebbi occasione di parlarne, in riferimento ai suoi concerti al Diavolo rosso di Asti e a Settimo torinese.
Un appuntamento per lui molto importante è quello col Folkclub di Torino, dove si è esibito (credo) per l’ultima volta nel febbraio del 2009. Al Folkclub, celebre centro culturale torinese nato tanti anni fa per il tenace impegno di Franco Lucà, figura di spicco nell’ambito della musica e in particolare della ricerca intorno alla musica etnica italiana e internazionale, uomo di cultura e insieme imprenditore culturale, Mimmo come sappiamo è molto legato. Grandi nomi hanno frequentato e frequentano il locale torinese, dove lavorano con amore e dedizione dei volontari e delle volontarie, in un clima particolarmente cordiale e coeso. L’impegno continua anche ora che Franco Lucà non c’è più. Mimmo a proposito di Idra volge un sentito ringraziamento a Franco Lucà, perché, cito testualmente, “Tutto è partito da lì.” Questa è una cosa che sanno tutti, intendendo per tutti i fedeli di Mimmo, ed io la ripeto perché mi piace molto.
L’Assessorato alla cultura del comune di Torino nel 2007, quando Torino fu, con Roma, capitale internazionale del libro, chiese a Lucà di coinvolgere cinque cantautori in un progetto particolare: ciascuno di questi cantautori (non so chi siano gli altri quattro, non ne ho trovato tracce, so solo che uno dei cinque era Mimmo) era invitato a mettere in musica delle poesie di un autore a scelta. Taglio i passaggi intermedi e arrivo subito a Leonard Cohen, e alle musiche che M.L. compose per accompagnare alcune poesie dell’autore canadese. Le presentò dapprima in un recital al Maison musique di Rivoli, http://www.maisonmusique.it/index.asp altro tempio della musica, e non solo, fratello del Folkclub, e in un secondo momento in un recital al Cairo, in occasione della Fiera internazionale del libro del Cairo, dove l’Italia era paese ospite; pareva che l’anno successivo l’Egitto dovesse essere il paese ospite del Salone Internazionale del libro di Torino. Come è noto invece, in occasione del sessantesimo anniversario della costituzione dello stato di Israele, il paese ospite fu, tra mille polemiche e mille prese di posizione, proprio Israele.
Una della poesie di Cohen che Mimmo musicò, fu Idra, e tutto il resto non lo ripetiamo, ma caso mai rimandiamo alla già citata intervista sull’Isola che non c’era, la mia preferita, quella dove Mimmo racconta nei dettagli tutto il percorso che da quell’Idra iniziale l’ha condotto alla sua Idra: questa sera, 26 marzo, Mimmo sarà di nuovo in Piemonte, di nuovo a Settimo torinese, alla Suoneria, dove parteciperà ad un incontro d’autore in cui canterà e si racconterà, al fianco di un giornalista musicale e autore di libri che abbiamo già citato su Folgorata, Enrico Deregibus. La sua partecipazione è all’interno di un ciclo di incontri che ha visto protagonisti anche altri artisti.
Mimmo è un grande appassionato di viaggi, ai quali per sua stessa ammissione si accosta con lo spirito del viaggiatore, più che del turista. Questo atteggiamento mentale implica una giusta predisposizione di spirito, che di per sé, non è legata al tempo a disposizione e al denaro, ne’ alla distanza geografica dei luoghi che si visitano, da quelli da cui si parte, tuttavia, anche se molti veri grandi viaggiatori partono con molto tempo a disposizione, e poco denaro, se si può contare su entrambi, a mio avviso ci si trova meglio. Mi viene in mente che talvolta Mimmo unisca lavoro e piacere e si conceda qualche giorno di sosta in luoghi in cui si reca in occasione di uno spettacolo. Uno di questi luoghi potrebbe essere il Piemonte, le Langhe in particolare per il paesaggio e per la ricchezza di prodotti del territorio. Non dimentichiamoci che Slow Food http://www.slowfood.it/ è nato lì, e non dimentichiamoci della giovane Università di Brà. http://www.unisg.it/
Può darsi che si trattenga due giorni, ma poi deve rientrare perché lo chiama alla base il dovere di buon elettore. (Qui mi metto a ridere da sola per come gli studio e gli organizzo la vita, a questo signore: nel caso si dimenticasse che deve votare.) A proposito di tavole apparecchiate, sono venuta a conoscenza di un altro progetto di lavoro cui Mimmo parteciperà con altri artisti, in cui musica e cultura culinaria si fonderanno deliziosamente. C’è tempo, sarà tra qualche mese: Non dico di più perché è opportuno che tenga ancora qualche freccia nel mio arco. Scoccherò il dardo a tempo debito.
Può darsi che si trattenga due giorni, ma poi deve rientrare perché lo chiama alla base il dovere di buon elettore. (Qui mi metto a ridere da sola per come gli studio e gli organizzo la vita, a questo signore: nel caso si dimenticasse che deve votare.) A proposito di tavole apparecchiate, sono venuta a conoscenza di un altro progetto di lavoro cui Mimmo parteciperà con altri artisti, in cui musica e cultura culinaria si fonderanno deliziosamente. C’è tempo, sarà tra qualche mese: Non dico di più perché è opportuno che tenga ancora qualche freccia nel mio arco. Scoccherò il dardo a tempo debito.
All’artista auguro che la serata alla Suoneria (ingresso a prezzo bassissimo, consumazione compresa) riscuota il meritato successo e che il pubblico, se ciò è previsto, gli faccia domande inconsuete e interessanti. Gli auguro anche che a cena gli servano, tra l’altro, un gran bollito trionfale e un buon risotto al Barolo: io preparo una versione sarda più economica ma ugualmente buona con un bel Cannonau o Carignano e riso carnaroli sardo. “Ecco, adesso si dà arie anche di gran cuoca.” Insomma, si fa quel che si può, i piatti di Sandra sono come i pezzi di Folgorata, a volte riusciti, a volte meno. Purtroppo la blogger e la cuoca interagiscono, e può capitare che metta sui fornelli il mio computer portatile che mi segue ovunque, e che tenti di mantecare la tastiera dello stesso, o che ci versi su il vino: sono rischi che bisogna correre. Con queste notizie di vitale importanza, spiacente di non poter pubblicare una mia immagine in versione cuoca, mi accomiato. Il gran bollito non mi avventuro neppure a pensare di prepararlo, però c’è qualcuno che lo fa per me, un bell'esemplare di toscano trapiantato nell'isola: ottima commistione, di uno così se ne sentiva l'esigenza; gratitudine imperitura soprattutto per la salsa verde a base di tenere foglie di ravanello da servire con il bollito, che qui non conosce nessuno, se non quelli che l'hanno assaggiata da lui. Un po' come Mimmo, e il paragone non appaia offensivo e inopportuno: sono ottimi entrambi, ed entrambi noti a pochi, qui, nonostante la mia pertinace catechesi, del secondo prodotto nella fattispecie. Tu Mimmo, mio eroe, raffinatissimo tra i palati raffinati, la conosci?
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