Mimmo & Greg

Mimmo & Greg
Grazie Mariangela, grazie Mimmo!

lunedì 22 marzo 2010

E SUBITO NEL PETTO SBIGOTTISCE IL MIO CUORE


Mesi e mesi che dedico, con costanza e frequenza regolare, degli scritti più o meno riusciti a un personaggio pubblico. Un tributo che nasce veramente da una fascinazione, reale, strana, una di quelle scintille di cui forse hai bisogno per accendere un momento spento e un po’ buio. Una cosa un po’ adolescenziale in età alquanto matura. Non è la prima, e spero che non sia l’ultima, ma sicuramente è stata, è e sarà l’unica in questa inconsueta forma; l’unica per un personaggio, non per una persona. A me in genere dei personaggi pubblici in sè, ricchi, importanti, famosi, contesi, importa pochissimo; oserei dire niente. Non sono attratta da status symbol, non da lustrini, non mi interessano le divinità da mettere sul piedistallo, e questo non solo ora che ho la mia età, ma nemmeno da ragazzina. A me interessano le persone, le idee, i sentimenti, i mondi interiori, la possibiltà attraverso altri di scoprire ed entrare in mondi altri da me e dal mio, le rare intese, la ricerca del simile nel diverso, o del diverso nel simile. Qualcosa di simile a questo mi è parso di poter cogliere nel personaggio in questione, ma non è certo stata una cosa costruita a tavolino. Non è che una mattina mi sia svegliata e abbia detto ora gioco a far "la folgorata da Mimmo". Le fascinazioni accadono, e sono anche molto belle, soprattutto se si prendono per quello che sono e se si riesce anche a non lasciarsene del tutto travolgere, ma si mantiene almeno uno spiraglio di lucidità e di possibilità di osservarle anche con un po’ di ironia.

Nel corso dei mesi la fascinazione si è evoluta; non dico che sia venuta meno, perché è sempre viva, anzi mi impegno molto perché continui ad esserlo, la nutro costantemente. Certo ha subito delle evoluzioni. Ho conosciuto meglio il personaggio, per quanto ciò sia possibile, con gli strumenti che ho a disposizione, ho cercato di vederlo quanto più possibile come persona, di togliere gli strati esterni per tentare di arrivare a un nucleo essenziale. La fascinazione è stata la molla per scrivere, per farlo in una forma diversa da quelle che finora avevo attuato. Io sono molto contenta di Folgorata, non tanto per la qualità della scrittura o dei contenuti, che possono piacere e non piacere, e che sicuramente non ambiscono ad essere considerati capolavori (per quanto, questo lo devo dire, si leggano delle cose a mio avviso di scadente qualità, molto lodate) non certo per il numero assai modesto dei suoi lettori, ma perché è la mia piccola isola felice, un luogo in cui mi muovo molto a mio agio, e mi diverto.

A volte mi soffermo a pensare come sarà il mio incontro con l’oggetto di tale fascinazione; non è ancora accaduto, molto per motivi reali e personali, un po’ anche perché, come ho già detto, l’attesa di qualcosa che si desidera, è una condizione perfetta che forse è meglio far durare quanto più possibile. C’è anche un po’ di paura del dopo. Del rimanere orfane della fascinazione; potrebbe accadere; noi ragazze di quest’età dovremmo essere corazzate anche a una eventualità di questo tipo, ma non avremmo più il bel giocattolo che per tanti mesi ci ha tenuto compagnia, e siccome senza giocattoli non sappiamo stare, avremmo l’incognita di un eventuale giocattolo nuovo, che forse bello come questo potrebbe non essere, perché è stata davvero un bel giocattolo, questa fascinazione.

Ci sarà prima o poi quest’incontro, perché voglio che ci sia. Sarà un breve incontro, molto discreto, prima o dopo un concerto, di questo son certa, perché non ho intenzione alcuna di cercare nessun altro tipo di occasione al di fuori da una circostanza legata a uno spettacolo, o altro tipo di incontro col pubblico, o manifestazione pubblica. L’artista mi riconoscerà, anche prima che io, parlando, manifesti la mia provenienza regionale, perché le folgorate hanno tuttintorno un’aura particolare che le rende riconoscibili a un primo sguardo. Poi… Ma, chi lo sa, dopo un concerto c’è sempre tanta gente che desidera incontrare il suo artista preferito, artista al contempo stanco, ma forse contento del momento di incontro e gratificazione, o forse un po’ annoiato, che però sente il dovere-piacere di dedicarsi un po’ al suo pubblico di persone sensibili che lo segue costantemente.

Un’attesa più o meno lunga, altri prima di me, alcuni lo conoscono già, sono i fedelissimi, e poi io…
Ecco come mi piace immaginarmi dopo mesi e mesi di attesa, e dopo centinaia di migliaia di caratteri uniti a formare parole e frasi unite insieme a formare testi spesso molto lunghi, per cui non si può certo dire che mi manchino le parole, tuttavia…

“…E subito nel petto
sbigottisce il mio cuore:
se io ti vedo solo un istante, subito la mia
voce si spegne.
Mi si spezza la lingua, ed una fiamma
sottile mi trascorre per le membra,
ed io non vedo nulla più con gli occhi;
romban gli orecchi.
Freddo sudor m’inonda, ed un tremore
Tutta mi prende, e più verde dell’erba
Io sono, e non mi sembra esser lontana
dalla mia morte.

Mi piacerebbe poter dire che sono versi miei, ma così non è. L’autrice è Saffo, che rende molto bene nella sua celebre lirica, ripresa anche dal poeta latino Catullo, le manifestazioni fisiche di una forte emozione legate alla vista, nel caso dei poeti, della persona amata, (per Catullo l'amata e odiata Lesbia) colta mentre una terza persona si delizia del suo fascino, nel mio caso alla vista in carne ed ossa del “fascinatore” circondato di fans, fino a quel momento del tutto impalpabile e incorporeo.

Tra le persone che mi conoscono, poche sono quelle che pensano che io potrei rimanere senza parole, davanti a chicchessia, anzi pensano che per zittirmi occorra intervenire con la forza, immobilizzarmi e subitaneamente imbavagliarmi; altri ancora sostengono che provvidenziale potrebbe essere l’intervento di una squadra di esorcisti. Io, che mi conosco meglio di tutti, invece non escludo, dopo avergli dedicato tante parole, a Mimmo Locasciulli, di poter rimanere senza proprio durante il tanto atteso breve incontro. Di una cosa però son certa: se non mi verranno le parole sicuramente una gran risata mi soccorrerà, e mi piacerebbe poterla condividere con Mimmo, quella risata, anche senza parole. Solo una cosa spero, che non mi seppellisca: la risata, non Mimmo! Cosa avevate capito?

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