Mimmo & Greg

Mimmo & Greg
Grazie Mariangela, grazie Mimmo!

giovedì 1 aprile 2010

FORSE NON TUTTI SANNO CHE...

SECONDA PARTE
Mimmo e i Cetra.

Nell’album (Adesso glielo dico) c’è una canzone molto raffinata, dall’atmosfera retrò, che si intitola Arte moderna. Il testo è di Raffaella Riva, che per quell’album ha scritto anche il testo di Fandango. Raffaella Riva, divenuta poi essenzialmente autrice, è stata una delle componenti del Gruppo italiano. Cantavano delle canzoncine ironiche e divertenti, ballabili, che a me davano allegria. Da poco ho visto i video di Tropicana e Sole d’agosto: un tuffo nei vestitini corti di maglia e nelle giacche con le spallone, per noi ragazze.

Quando collaborarono con Mimmo, I Cetra non erano già più quartetto, perché Tata Giacobetti non c’era più. Mimmo aveva già espresso ai suoi discografici (RCA) il desiderio di coinvolgere lo storico e raffinato gruppo nella sua canzone: questi, caso strano, non erano d’accordo. Erano gli stessi che quando M. voleva incidere un pezzo con Ruggeri, gli dissero “Se proprio vuoi un milanese, coinvolgiamo Celentano” (non era per M. proprio una questione di provenienza geografica, ma tant’è). Mimmo è tenace, Ruggeri voleva e Ruggeri si prese; anche con i Cetra andò più o meno allo stesso modo. Mise i discografici di fronte al fatto compiuto; trascorse un giorno a Milano dove prese uno studio di registrazione e con il “mitico” gruppo registrò la canzone: già bella e particolare di suo, con l’apporto dei Cetra, divenne veramente preziosa. Mimmo ha un ricordo particolarmente bello del giorno trascorso con quei signori, della musica e non solo, di cui ricorda ammirato la signorilità, la grande carica umana e l’ironia, e lo considera uno dei momenti più significativi della sua carriera. Ah, l’album, uno di quelli che io ho nel cuore e che ascolto sempre con immutata emozione, dalla prima canzone fino all’ultima, fu l’ultimo con la RCA; dopo, essendo il contratto in scadenza, non fu più rinnovato per volontà di entrambe le parti.

Mamma ho paura dell’aereo!! (Solo per tratte lunghe, però!)

Nella primavera del 1990 Mimmo per la prima volta giunge a New York per lavorare a quello che sarebbe diventato l’album Tango dietro l’angolo. L’alternativa per raggiungere N.Y. sarebbe stata un lungo viaggio per mare, forse un po’ anacronistico e lento, per cui, per arrivarci a Mimmo non rimaneva che affrontare un lungo viaggio aereo. Fino a quel momento aveva volato spesso, ma per tratte brevi, per cui l’idea di attraversare l’Atlantico e stare lunghe ore a bordo di un aereo, gli metteva una certa ansia. Il desiderio di fare un’esperienza diversa, nuova ed eccitante lo spinsero se non a vincere, a convivere per il tempo del volo con quell’ansia. Non se ne pentì, gli piacque molto, l’America; ci tornò di nuovo nello stesso anno e altre volte in futuro; anche molto, molto di recente, a degustare dei pregiati vini di Franciacorta; in questa occasione le ore di volo sono state molte di più, perché ci sono state più tappe: ne è valsa la pena. Vino e America sono un connubio esplosivo. Torna rigenerato, gli fa bene, e se fa bene a lui fa bene anche alla sua musica, e il suo pubblico indirettamente ne trae dei vantaggi.

Politica e dintorni.

Lo attrae, gli interessa, come strumento di partecipazione. Per età potrebbe aver vissuto a pieno il sessantotto; nel suo primo album c’è una canzone che s’intitola 1968. Dopo; in Piano piano ci sono dei riferimenti precisi a quegli anni, ma ho l’impressione che non sia stato proprio in prima linea. Non so come fossero percepiti in un ambiente di provincia come il suo da ragazzo, i segnali anticipatori della contestazione vera e propria, che avvenne quando lui era ormai prossimo o già all’Università. Certo molti ideali li condivideva, ma lo immagino di più impegnato negli studi e con la musica, che proprio in prima linea. Si è laureato con il massimo dei voti senza andare fuori corso, ha finito i tanti esami di medicina in regola. Tanti, non tutti, certo, militanti del sessantotto, del movimento studentesco, si sono laureati molto in ritardo, quando si sono laureati. Molti, come lui, provenivano da esperienze in organizzazioni religiose, Azione cattolica in testa, e sono poi naturalmente transitati molto a sinistra. Per molti più tardi ci sarebbe stata una nuova inversione di rotta, ma questa è un’altra questione.
Tornando a noi, mi sbaglierò, ma io non credo che Mimmo abbia militato in Servire il popolo o in Potere operaio, o Comitati di lotta vari: non ce lo vedo.

Nel 2007 ha aderito alla lista A sinistra con Veltroni in occasione delle primarie del PD. In passato, è stato candidato con i Verdi alle elezioni politiche del 21 aprile 1996.
Che bei ricordi ho, di quei giorni. Non so che percentuale di voti abbia avuto Mimmo, ma non credo che sia stato eletto.
Ha partecipato a convegni, giornate di studio, dibattiti su questioni politiche e sociali, anche come relatore. Uno per tutti, nel 2004: “Salviamo la costituzione. Aggiornarla, non demolirla” promosso dall’Associazione Libertà e Giustizia.
Diverse sono le sue adesioni a iniziative politiche o petizioni a sostegno di movimenti d’opinione. Delle Doparie parlammo a suo tempo. Di recente ha aderito alla campagna di "Zapping", iniziata il 2 Novembre 2009, sulla tutela dei diritti umani in Cecenia e in tutto il Caucaso. Sono state raccolte oltre 50 mila firme (esattamente 50.496). Vi hanno aderito, oltre Mimmo Locasciulli, numerosi altri esponenti dello spettacolo e della cultura, alcuni veramente di spicco, nonché dirigenti di “Medici senza frontiere”. A proposito di questa associazione, o di altre simili, Mimmo spesso si è esibito in concerti il cui ricavato andasse a favore delle stesse.
Vedo un po’ improbabile una sua futura candidatura ad esempio alle politiche, per il semplice fatto che mi pare già troppo impegnato, e la politica fatta seriamente tempo ne richiede, molto, però… chissà.

Una domanda (scontata) che molte volte Le avranno già fatto, anche se non ne ho trovato tracce scritte: se alle prossime elezioni politiche (accolgano i numi l’auspicio) dovesse clamorosamente affermarsi il Centro-sinistra e le offrissero il Ministero della Sanità, lei Dottore, accetterebbe? La Sanità in prima istanza, a seguire Beni Culturali o Politiche agricole: farebbe bene in tutti i casi. Certo, sarebbe davvero molto molto impegnato, ma tanto a lei di dormire non gliene importa nulla: la notte rimarrebbe ancora tutta sua.

A proposito di notte…

Di tanto in tanto, come ho già scritto, mi capita di leggere testimonianze di persone che parlano di Mimmo nei loro siti o blog. Spesso, sai che sforzo, entrano nel suo sito, fanno un copia e incolla e pubblicano senza aggiungere alcuna considerazione. Sempre di un omaggio si tratta, tuttavia. In altri casi scrivono altre cose, più interessanti. L’ultimo che ho scovato è di un signore che evidentemente lo conosce, anzi dice che è un suo collega. Non mi pare un nome noto della musica, (ma magari sono io che non lo conosco) per cui per esclusione deduco sia un medico. Parla di Mimmo e del fatto che si, un suo disco lo comprerebbe, perché no, se magari gli capitasse di vederlo in un negozio. (Evidentemente a Roma, almeno, i suoi dischi si trovano anche nei negozi.) Racconta questo signore che lo incontra, Mimmo, di notte, quando rincasa, con il cappello e il “giramento di c......i” e “non c’ha voglia di andare a dormire”. Perché ti girano, Mimmo? Ora io mi rendo molto antipatica se ti dico che penso che uno come te debba essere sempre contento, e non gli debbano girare mai, ma alcune volte, sulla base di alcune erronee e superficiali valutazioni esterne, applicano anche a me, che faccio una vita anni luce lontana dalla tua, quest’assioma: Che cosa vuole questa, non le manca nulla, che motivo ha di essere di pessimo umore? Mi rendo conto che chiunque ha il sacrosanto diritto di avercelo, questo giramento, per cui ritiro immediatamente quello che detto: mai giudicare.

Ancora a proposito di notte... e tornando molto indietro nel tempo, a chiudere il cerchio.
Il padre di Mimmo, il dottor Locasciulli senior, come già scritto, aveva la passione per la musica, e per un certo periodo nei primi anni sessanta, lasciò la sua professione di veterinario per dedicarsi ad essa. Anche lui amava la notte, come il figlio, tale e quale. Scelse come nome d’arte Guido Locas, vagamente ispanico. Si esibiva nei locali, nei night, che all’epoca erano molto diffusi, e raggiunse anche una certa popolarità che lo portò ad essere invitato anche ad alcune trasmissioni televisive. Non so se avesse un repertorio suo, o se cantasse canzoni di altri, di Frank Sinatra, Nat King Cole, Natalino Otto. Me lo immagino swinger ed elegante, con lo smoking e il papillon, animato da grande passione. Secondo me si divertiva molto. Mimmo, tradizionalista, ha chiamato il primogenito col nome del padre. Chissà se Mimmo si chiama come suo nonno, o se la scelta di quel nome, Domenico, molto diffuso al sud, non abbia alcuna attinenze con ascendenti. A Penne c’è una chiesa dedicata a San Domenico, con relativo convento. Sarà stata quella dove Mimmo cantava e suonava l’organo, da ragazzo, in quella adolescenza pennese avvolta di luci dorate e di leggenda?

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