Mi hanno fatto un regalo: ogni tanto succede anche a me. Una persona cara, già menzionata molte volte su queste pagine, la stessa che mi ha ospitato in occasione della ormai celeberrima "lezione d'autore", e che mi ha fatto mille gentilezze che hanno attinenza con questo mio lavoro forse (anzi sicuramente) senza molto senso se non quello di darmi lo sprint per scrivere, ha acquistato per me una copia di un giornale musicale, Raro, dell'ottobre del 1995. Lo ha fatto, convinto di farmi felice, perchè all'interno di questo giornale c'è un lungo pezzo monografico, con relativa lunga intervista, a firma Fernando Fratarcangeli, dedicato a Mimmo Locasciulli. Dico subito che non è che sia impazzita di gioia, perchè non mi interessa, al di là di boutades che posso aver scritto su queste pagine, farmi l'altarino con tutte le cose relative all'artista: non voglio mettermi a collezionare i giornali con gli articoli o le interviste che parlano di lui, come non farei follie per avere i suoi dischi in vinile, o per forza in edizione originale.
Ciò che possiedo mi basta, al di là del supporto: mi interessa ascoltare la sua musica, e allo stato attuale il CD o l'MP3 mi permettono di farlo nel modo migliore. Non possiedo neppure un 45 giri, e neppure un 33, ho diverse cassette, inascoltabili senza soffrire da matti per la pessima qualità del suono. Ciò detto, ho gradito la gentilezza e ho anche letto con piacere la vecchia intervista, che, tra le tante esaminate, anche di anni di molto precedenti il 1995, non mi era ancora capitato di trovare. Spesso ho letto on line interviste e articoli a e su M.L. tratti dagli archivi dei quotidiani italiani più importanti. In alcune occasioni, proprio per il piacere di non perdere il contatto, in tempi di eccesso di consumo di pagine virtuali, col caro vecchio giornale, sono andata a recuperarmi vecchi numeri di Repubblica, o del Corriere, o della Stampa (ce li ho a casa, intendendo per casa la Biblioteca, rilegati in grossi volumi) e di leggermi gli articoli (già letti on line) dedicati al dottore cantautore, come viene definito nella maggior parte dei casi, o a uno dei cantautori più sensibili del panorama musicale italiano, quello che ha fatto le scelte musicali più coraggiose.
Il vecchio articolo di Raro, ottobre 1995, lo ribadisco, l'ho letto con interesse; tra le tante cose note, ne ho appreso qualcuna nuova; mi piace molto leggere più articoli o recuperare più fonti sullo stesso argomento e poi integrarli per mettere insieme quante più tessere possibili a completare il mosaico. Il titolo dell'articolo, "Questa volta parliamo di ...Uomini", gioca col titolo dell'album omonimo uscito proprio nel 1995. Io lo possiedo in cassetta, regalo gradito di una collega che sapeva e sa del mio interesse per il dottore cantautore sensibile atipico e sottotraccia, e da qualche mese pure in CD grazie all'acquisto del Cofanetto Universal, che mi ha davvero riempito di gioia. Mi ha molto colpito la foto a corredo dell'articolo, una foto giovanile, dei primissimi anni ottanta sembrerebbe, e non del periodo dell'intervista, molto bella, con Mimmo sorridente, anche negli occhi. Lo salva il sorriso, uno dei suoi aspetti più positivi.
Ho letto con una certa ingordigia, come mi capita quando ho a che fare con qualcosa che m'interessa, lo stesso tipo di comportamento compulsivo che potrei avere davanti a un vasetto di marmellata di castagne se cedessi alla tentazione di comprarlo. Ci sono nelle domande e nelle risposte una serie di spunti per alcune riflessioni. Non ora, però, non ora. Mi limito solo a dire, banalmente, quali sono le mie canzoni preferite dell'album: quasi tutte, con un amore particolare per L'inganno del tempo, la Pioggia e l'esilio, e poi Qualcosa farò, di una bellezza tutta particolare fatta di disincanto e speranza al contempo. Quelle che, non dico amo di meno, ma sono un po' meno adatte alla mia sensibilità, sono (o erano, non lo so) le preferite di Mimmo: Il cane e Automonoposto. Ora che faccio, mi rileggo subito l'articolo, così stanotte scrivo il seguito del post? Niente paura, per (s)fortuna ho mal di testa. La cura migliore è un bicchiere d'acqua in cui sia stata disciolta una bustina di Oki, una stanzetta buia e in sottofondo qualcuno che mi parli di... Uomini, quelli che oggi mancano un po', mentre proliferano i maschi (così diceva Mimmo nell'intervista). Dei maschi non me ne importa nulla, mi interessano di più gli Uomini: spesso sono stata tratta in inganno da persone che mi sembravano Uomini e io tutta contenta me ne sono occupata, per lasciar poi perdere, avendo presto scoperto che erano solo piccoli maschi, presi solo dal loro stupido spropositato ego.
Su "Uomini" concordo in pieno!
RispondiElimina"Il Cane", dirò di più, l'ho sempre trovata troppo esplicitamente "contro" una certa parte politica, direi quasi "poco elegante". (a me interessa poco di politica)
A proposito di cani, qualora la dovessi ritrovare, ti invierò un'intervista apparsa anni e anni e anni fa addirittura su Topolino in cui M. parla del suo cane e del rapporto con gli animali.
Sarà forse materiale troppo infantile?
Ciao
Piumino
ps: dovrei avere da qualche parte anche un'intervista su..."sette"?...insomma il supplemento del Corriere...o era di Repubblica? oddio, il caldo mi manda ko!!!!
Mi interessa molto sapere che rapporto ha Mimmo con gli animali a quattrozampe e no. Ora quel suo cane sarà da tempo andato, ma magari ne avrà un altro, o altri. Troverà il tempo anche per occuparsi di loro? Spero che non gli abbia parlato di una che scrive da cani sul suo conto!
RispondiEliminaSette o Il Venerdì di R. entrambi in passato hanno dedicato spazio a M. "Avessi il tempo, avessi il cuore" squarcerei le scatole di cartone dove giacciono da tempo per motivi di spazio entrambe le riviste, in biblioteca, e certamente le consulterei tutte per cercare tracce di Mimmo.
La mia valutazione su "Il cane" non ha a che fare sul contenuto, semplicemente in genere apprezzo le sue canzoni più romantiche e intimiste, con alcune eccezioni: Aiuto! ad esempio mi piace molto.
Valutazioni un po' estreme (ma come non condividerle?) su una certa parte politica le ho trovate, condite anche con un po' di ironia, meno male, sulla stampa estera; pochissime allusioni su quella italiana.
Ti ho detto tutto, anzi, come dici tu, anche troppo.
Ti aggiungo che qui ormai, quando non piove, sono già tutti al mare. Che noia, troppo presto!