Mimmo & Greg

Mimmo & Greg
Grazie Mariangela, grazie Mimmo!

martedì 6 aprile 2010

LADIES AND GENTLEMEN, GREG COHEN!

Doverose, prima di entrare nel vivo del post di oggi, alcune note biografiche e artistiche su Greg Cohen.

Non ho purtroppo trovato un sito personale dell’artista, e le notizie di cui sono venuta in possesso le ho rintracciate in Wikipedia e qua e là per la rete. Più o meno sempre le stesse in siti diversi, o, spesso, come note a corredo di notizie su concerti che lo hanno visto protagonista.
Vado, dunque, a ruota libera sulla scorta di quanto ho letto. Non so bene quanti anni abbia Greg; abbastanza giovane, intorno alla cinquantina; nato a Los Angeles. Attivo come musicista (contrabbasso e basso elettrico) in vari gruppi, dalla fine degli anni sessanta; da ciò deduco o che sia sbagliata l’indicazione sull’età, o che anch’Egli, sia stato un bambino prodigio: niente di strano. Collaboratore storico di Tom Waits, co-arrangiatore e co-produttore; tanto per farci i fatti suoi, sposato molto giovane con la sorella della signora Waits. Ha collaborato e collabora con i cantanti e musicisti più importanti della scena musicale internazionale; oltre Waits, solo per fare qualche nome, Lou Reed, Randy Newman, Bill Frisell, Elvis Costello, Ornette Coleman: sempre in giro per il mondo, corteggiatissimo, e superimpegnato, abituato a continui voli in business class e a hotel di lusso, a compensi stratosferici (a vederlo sembra uno a cui del lusso non gliene importi nulla, ma semplicemente, forse, è uno di quelli che, come disse a suo tempo una nobildonna toscana del vino, non ha bisogno di symbols per confermare il suo status). Al di là della sua attività di musicista, è anche compositore; ha inciso diversi album da solo e con altri artisti; autore di musiche per il teatro e per il cinema, ha collaborato alle colonne sonore di Pomodori verdi fritti di Jon Avnet e Così lontano così vicino di Wim Wenders. Fa parte fin dalla sua costituzione di Masada, che è insieme il nome di un gruppo fondato dal musicista John Zorn, e di un progetto musicale che vede la commistione di diversi generi musicali con la musica tradizionale ebraica (la mia è una spiegazione estremamente semplificata di un progetto che immagino ben più complesso). Da ventidue anni amico e collaboratore a quasi tutti gli album di Mimmo Locasciulli. In Italia si è esibito spesso, con M. e con altri musicisti stranieri e italiani, in rassegne e importanti luoghi della musica. Solo per citarne uno, a novembre 2009 ha suonato al già citatissimo Folkclub di Torino con un altro gigante, il chitarrista Tim Sparks.

Una coppia collaudata a prova di distanza: Mimmo e Greg.
Parte prima.
Già questi due nomi, abbinati insieme, fanno venire in mente una coppia curiosa, magari di artisti girovaghi, di quelli che vivono così, alla giornata, avendo il cielo come tetto, le stelle e la luna come lampade, senza obblighi, senza legami fissi, senza “catene e souvenir”; una coppia di musicisti itineranti, oppure di artisti di circo, due trapezisti, o due clown solo apparentemente tristi, in realtà molto molto allegri e disincantati; ancora due teatranti. Nell’aspetto non possono essere più diversi: l’uno altissimo, esile, etereo; l’altro di molti centimetri più basso, con un fisico più concreto, “terragno.” Sulle differenze e analogie caratteriali non posso avventurarmi, ne’ azzardarmi a improvvisare con Greg il gioco delle ipotesi che tante volte ho giocato con Mimmo: lo conosco troppo poco, e ho davvero pochi aneddoti per provarci. Una vita, personale e anche artistica, è fatta di tanti aspetti: gli incontri hanno un ruolo determinante, perché spesso determinano le nostre azioni, o la qualità delle scelte, anche artistiche, come nel caso dei nostri due amici. Chissà come sarebbe stata la mia vita, se non si fosse verificata quella determinata serie di circostanze, - si domanda spesso Mimmo - Chissà che sapore avrebbe avuto se non ci fosse stata la musica a ricoprire un ruolo così importante; sicuramente pensa che senza il suo incontro con Greg sarebbe stata molto meno ricca di apporti e sfumature, così come lo sarebbe stata la sua musica.

Si sono incontrati ormai tanti anni fa, i nostri due amici; lo abbiamo già ricordato su queste pagine, Greg Cohen venne in Italia nel 1987, quando al Club Tenco fu invitato Tom Waits, e un Mimmo Locasciulli giustamente emozionato fu chiamato ad aprire il suo set: cantò la versione italiana della canzone Foreign affair, diventata nella traduzione di Enrico Ruggeri, Con la Memoria, proprio con il suo amico Enrico. Una giornata memorabile di quelle scritte nelle stelle, prima di tutto perché Mimmo incontrò per la prima volta un artista che amava già dalla fine degli anni settanta (glielo consigliò caldamente Dodi Moscati, cantante musicista esperta di etnomusicologia, giornalista musicale, e Mimmo, l’ha dichiarato lui, fu letteralmente folgorato dalla voce a dalle atmosfere delle canzoni di Waits, che sentì subito suo), quando ancora in Italia pochissimi lo conoscevano. Nel 1987 l’artista americano era già più noto presso un pubblico di appassionati della sua musica, ma anche presso un pubblico più vasto, che se n’era incuriosito dopo aver visto il film di Jim Jarmusch, Down by low, in cui recitava anche Roberto Benigni. (Anch’io tra questi, ma non mai sono diventata, per limiti miei e non suoi, appassionata di Tom, se non per via indiretta, attraverso la passione per Mimmo.)

In quell’occasione al seguito di Waits c’era un corteo di persone, tra cui Greg Cohen, che era fin dai primi anni ottanta suo collaboratore, co-arrangiatore e musicista, (basso elettrico e contrabbasso) e anche suo cognato, marito della sorella della moglie. Mimmo e Greg chiacchierarono un po’ e subito M. rimase colpito dal suo modo di fare, dalla profonda cultura musicale di G., che spaziava dal Jazz al rock alla musica classica, nonché dalla conoscenza e dall’apprezzamento che questi dimostrava per la cultura italiana. Si salutarono molto cordialmente e a Mimmo venne un po’ di malinconia al pensiero che forse non avrebbe incontrato mai più una persona tanto interessante, con cui si era stabilita fin da subito una buona intesa. Certi incontri però, essendo scritti negli astri, non possono non avere un seguito. Qualche tempo dopo avvenne che ci fu a Milano, al Teatro Nazionale, l’unico concerto italiano di Randy Newman, un altro dei grandi amati da Mimmo. Il caso volle che ad aprire il concerto fosse la cantante Victoria Williams, accompagnata indovinate da chi? Sorpresa! Greg Cohen in persona. Non so se per Mimmo fosse proprio una sorpresa o se si fosse informato per bene della presenza di Greg: tanto sprovveduto non mi pare. Sicuramente si sarà studiato nei dettagli il programma della serata. (Io lo avrei fatto.) Finito il concerto, che lo entusiasmò, si ritrovò con Greg a cena nello stesso ristorante e lì di nuovo si scambiarono impressioni, opinioni, e la serata andò avanti fino a notte alta piacevolmente, e Mimmo naturalmente fu il mentore enologico della cena. (Questa è una mia indiscrezione, nessuna fonte me lo testimonia.) Complice il vino che rende più facili le parole, Mimmo confidò a Greg il suo desiderio di poterlo avere, prima o poi, come collaboratore, in un suo disco. L’occasione non tardò a presentarsi: Mimmo stava già lavorando all’album (Adesso glielo dico), di cui già tante volte abbiamo parlato; telefonò a Greg (in alcune occasioni, lui così discreto sa essere perfino ardito) e qualche mese dopo (Greg aveva preso un po’ di tempo per organizzarsi con gli altri impegni e anche per informarsi sull’affidabilità dell’ambiente discografico italiano) il geniale contrabbassista dava quel tocco in più alle nuove canzoni di Mimmo. Ma diamo la parola all’interessato: “… La sua partecipazione al disco, in qualità di contrabbassista ed arrangiatore, indubbiamente determinò una svolta fondamentale nel mio modo di rapportarmi alla musica. … E contemporaneamente la musica assumeva un ruolo più evidente e totalmente differente dalla semplice cornice orchestrale come fino ad allora avevo inteso.”
A Mimmo pareva che con l'aiuto di Greg sarebbe uscito dal suo vecchio modo di fare musica (ottimo peraltro, ma lui voleva andare oltre). E infatti così fu.

La naturale conseguenza della partecipazione di Greg al disco è una tournée nei teatri, in duo, Mimmo al pianoforte e Greg al contrabbasso: non ci sono altri musicisti, ma i due giocano molto anche con altri strumenti, e insieme gettano le basi di quella complicità artistica (gli basta uno sguardo, e un sorriso per capirsi) che conquista tanto il pubblico, e che negli anni si è affinata sempre di più. E dire che Mimmo temeva un po’, in questa prima occasione da solo con Greg, e anche in quelle posteriori, a dire il vero, di non riuscire in duo, ad accontentare il pubblico abituato a certe sonorità proprie dell’interazione con l’orchestra. A volte situazioni che dapprincipio lasciano un po’ perplessi e disorientano, si rivelano totalmente appaganti e per il pubblico e per gli artisti.

Durante la tournée, nelle pause, Mimmo e Greg lavorano negli studi di registrazione a quello che sarà il nuovo progetto musicale di Mimmo, che si concretizzerà poi nella realizzazione dell’album Tango dietro l’angolo, cui abbiamo dedicato attenzione in tante altre occasioni. Quando Mimmo giungerà a New York, per lavorare all’album, nel 1990, Greg gli aprirà le porte della sua casa e della città, lo farà sentire di casa in casa sua, e non estraneo o turista: l’album verrà realizzato con i migliori musicisti sul mercato, amici di Greg. L’ingegnere del suono, Joe Ferla, anch’egli amico di Greg, uno dei più bravi e quotati. Che chiedere di più? Mimmo infatti viveva in uno stato costante di gioiosa eccitazione.

Nel guardare il documentario di Tango dietro l’angolo, girato a New York nel 1990, si vedono alcune fasi di realizzazione dell’album e si vedono i due amici insieme, in giro per la città, in macchina, con Greg che guida disinvolto, a comprare i famosi Rayban neri di Mimmo, cui si affezionerà tanto. Tra i due ci sono molti sorrisi, molte risate, molte amichevoli conversazioni; nell’accomiatarsi, sguardi, strette di mano, baci e abbracci, e tutto il dare-avere di un’amicizia che appare già consolidata: in Greg il piacere di trasfondere il suo mondo nell’amico, negli occhi e nei gesti di Mimmo tutto lo stupore, la curiosità, e la gioia che imparare a conoscere un mondo nuovo comporta. In Tango dietro l’angolo ci sono alcune canzoni scritte a quattro mani con Greg: Tutto bene, Mosche e mosquitos, e Buonanotte nella pioggia, che, mi verrebbe da dire è una delle mie preferite, se non mi rendessi conto che questa è una considerazione che faccio molto spesso, in riferimento a canzoni di Mimmo.
La prima puntata del polpettone termina qui. Speriamo non sia stato troppo indigesto.

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