Mimmo & Greg

Mimmo & Greg
Grazie Mariangela, grazie Mimmo!

giovedì 21 gennaio 2010

IL SENSO DELLE COMMEMORAZIONI

Il 19 gennaio del 1980, trent’anni fa, moriva Piero Ciampi. Non è mia intenzione in questa sede scrivere su di lui in maniera approfondita, essendoci veramente molto materiale prodotto da “addetti ai lavori” per chi avesse interesse e curiosità per questo artista. Già brevemente trattato in passato in occasione della partecipazione di Mimmo Locasciulli al Premio Ciampi, http://www.premiociampi.it a novembre, riprendo ora l’argomento per fare una riflessione sul perché ci si renda veramente conto del valore di un artista, ed è una sorte che purtroppo non è toccata solo a Piero Ciampi, quando questo non c’è più. Nel corso della sua non lunga esistenza (quando morì aveva quarantacinque anni) caratterizzata da una grande vena artistica, ma da uno spirito ribelle, tormentato e in perenne movimento, o fuga, e poco incline a soggiacere a regole e schemi, men che meno quelli di mercato, Piero Ciampi non aveva avuto grande successo, proprio per questo suo modo di essere, anche se era stato apprezzato da molti interpreti e autori di successo, da Fabrizio de Andrè a Gino Paoli, e in molti, fin dagli anni sessanta, avevano cantato le sue canzoni. Al cantautore livornese è stato dedicato il premio omonimo, che ha avuto la sua prima edizione nel 1995. Mimmo Locasciulli, e anche questo è stato già detto, nel 2001 vi partecipò con l’amico Haber. Entrambi dovevano cantare una canzone di Ciampi: Mimmo scelse Io e te, Maria (lui la menziona come Gesù Gesù, dal celebre ritornello) e accompagnò al pianoforte Haber che cantò Tu no; mentre suonava pensò che avrebbe voluto cantarla lui, forse perchè gli sembrò più vicina al suo modo di sentire, o forse semplicemente perchè gli parve che quella canzone avrebbe potuto renderla al meglio. Come è noto, Tu no, la inserì poi nell’album Piano piano, in un arrangiamento molto simile a quello proposto al Premio Ciampi nel 2001: un tributo particolarmente riuscito verso un artista molto diverso da lui, che, almeno in certi aspetti della sua vita, di regole e disciplina vive, pur essendo spesso fortemente colpito o affascinato da personalità totalmente fuori dalle regole. Mimmo, che già lo stimava come artista, conobbe personalmente Ciampi nel 1975 al Santo Spirito, dove lui già lavorava e dove Ciampi si recava per problemi legati all'alcolismo, in un reparto in cui lavoravano dei medici suoi amici che anche Mimmo frequentava. Qualche anno più tardi, in occasione di una frattura al femore, fu ricoverato proprio nel reparto di chirurgia con letti d’ortopedia dove M. prestava servizio. Non mi pare, da quel che Mimmo racconta, di poter dedurre che ci fosse tra i due quella stretta amicizia che molti che scrivono di entrambi attribuiscono loro, ne’ che lui fosse il suo medico curante, e neppure - ho letto anche questo - che quando morì, Ciampi fosse assistito da Locasciulli. Durante la degenza, Ciampi non gradì molto che il giovane medico gli facesse “sequestrare” dagli infermieri i fiaschi di vino che si faceva portare in ospedale. “Guarda Piero, se sei qui c'è un motivo e il vino non è contemplato” si trovava a dovergli ricordare Mimmo, e “Te non mi vuoi bene, non mi fai bere” faceva eco Ciampi. Credo che a Mimmo queste parole siano rimaste bene impresse, ma come medico nell’esercizio delle sue funzioni, pur comprendendo la condizione dell’altro, non aveva certo scelta. Andò a trovarlo con De Gregori quando, ricoverato in un altro ospedale, il San Filippo Neri, Ciampi era già stato colpito dal tumore alla gola, che poco tempo dopo se lo sarebbe portato via. “Non credo che mi abbia mai perdonato”, racconta Mimmo. Per un alcolista non è facile capire che un altro possa agire nel suo interesse privandolo dell’unica cosa che forse conta per lui.

Leggendo la vicenda di Piero Ciampi, mi è venuto spontaneo pensare a un'altra figura di intellettuale, forse perché toscani entrambi, con una forte dipendenza dall’alcol entrambi, poco inclini a stare dentro le regole, irrequieti e morti entrambi giovani: mi riferisco allo scrittore, bibliotecario, insegnante, giornalista, traduttore grossetano Luciano Bianciardi. Sono stata felice di constatare a posteriori che la mia intuizione poteva avere un fondamento, se anche la figlia di Bianciardi, Luciana ha parlato di questo possibile parallelo, in un incontro, che si è tenuto il 14 novembre, con il giornalista Paolo Pasi, in occasione proprio del Premio Ciampi 2009. L’incontro, dal titolo “Ciampi e Bianciardi: le affinità elettive” si poneva l’obiettivo di indagare se esistessero tratti comuni tra i due, se temi poetici ed esistenziali dell'opera di Ciampi potessero trovare riscontro in quelli dell'opera e della vita di Bianciardi al di là della (cito) “etichetta condivisa di maledetti.”
Io di Bianciardi avevo sentito tanto parlare, del suo romanzo La vita agra in particolare, e avevo letto della sua storia, ma mi sono accostata alla lettura delle sue opere abbastanza di recente, quando è uscito un bel libro,
L'*antimeridiano : tutte le opere / Luciano Bianciardi ; a cura di Luciana Bianciardi, Massimo Coppola e Alberto Piccinini. - Milano che ne raccoglie tutta l’opera. Oltre le opere più note, c’è un racconto che mi è piaciuto molto, La mamma maestra, uno scritto ricco di ironia in cui Bianciardi descrive il rapporto con la madre, che continuava la sua professione anche tra le mura domestiche e nel rapporto con il figlio ormai adulto e da tempo lontano da casa: maestra in ogni sua fibra. (Caso non infrequente da riscontrare. Mimmo mi impiccio dei fatti tuoi e te lo chiedo: "Mamma quarant'anni dentro una scuola" a casa, con voi "quattro pezzetti di grazia di Dio" come è stata?)

Per quanto riguarda Piero Ciampi, diverse sono le pubblicazioni che lo riguardano.
Ricordiamo l’opera del giornalista, scrittore e responsabile artistico del Club Tenco, Enrico De Angelis, che molto si è occupato di musica e canzone d’autore in particolare, e altre due pubblicazioni più recenti. Eccole:


Ciampi, Piero


Soffermiamoci brevemente sullo spunto di riflessione fornito dal titolo: il senso delle commemorazioni, se un senso ce l’hanno. Numerosi sono i casi di artisti non compresi appieno in vita, o addirittura ignorati, che dopo la morte, spesso una morte precoce e crudele, sono stati osannati e celebrati, con riconoscimenti postumi. Certo sarebbe meglio riuscire a comprendere il valore di un artista quando è ancora in vita, e tributargli il giusto riconoscimento e le giuste gratificazioni, per quanto magari una persona particolare e anche un po’ difficile come Piero Ciampi forse neppure avrebbe troppo gradito una facile popolarità e neppure percorrere strade troppo battute. Ben vengano in casi come questi anche le commemorazioni (non nel senso di cerimonie formali e ufficiali di facciata) e tutte le manifestazioni che attorno al ricordo dell’artista ruotano: un artista vive anche nel ricordo di chi anche a distanza di tempo capisca il suo valore. Parlarne, cantare sue canzoni, dedicargli premi e incontri e serate musicali è un modo per perpetuarne la memoria, per non farlo morire mai.
Voglio pubblicare Tu no, come omaggio anche a Mimmo che canta davvero con grande coinvolgimento questa canzone, e la adatta perfettamente "alle sue misure", e poi Ha tutte le carte in regola di cui ricordo l’interpretazione del grande Gino Paoli. (Vado fuori tema, ma questa cosa la voglio dire: ho un ricordo struggente di lui che canta con la figlia Amanda: la tenerezza tangibile del rapporto padre-figlia, davanti alla quale non riesco mai a rimanere insensibile).

TU NO
Testo e Musica di Piero Ciampi
© 1974 BMG Ricordi

Tu no tu no tu no tu non devi andare via
Tu non puoi andare via tu no tu no tu no
Anche se ti ho fatto male
Anche se ti ho esasperata
Tu no tu no tu no sono a tua disposizione
Per la vita e per il cuore
Tu no tu no

Tu no tu no tu no ti ricordi Via Macrobio?
Qualche volta eri felice
Tu no tu no tu no sedevamo nel giardino
Mi ascoltavi con amore
Tu no no tu no tu che sai tutto di me
Tu che hai la mia fiducia
Tu no tu no tu no

Tu no tu no tu no si lo so che non ho niente
Si lo so che ti ho delusa
Ma tu amore tu hai amato i miei silenzi
Hai capito i miei discorsi
Tu no tu no tu no i milioni di rinunce
Che ti ho fatto sopportare
Le ho pagate care

Tu no no no è difficile capirsi
E’ difficile aiutarsi
Lo so è colpa mia io non ho mai fatto niente
Per condurre la mia vita
Ma tu devi sapere io non so più cosa fare
Non capisco questa vita
Tu no amore no tu no

Ha tutte le carte in regola
testo e musica di Piero Ciampi

Ha tutte le carte in regola
per essere un artista
ha un carattere melanconico
beve come un irlandese
se incontra un disperato
non chiede spiegazioni
divide la sua cena
con pittori ciechi, musicisti sordi,
giocatori sfortunati, scrittori monchi
Ha tutte le carte in regola
per essere un artista
non gli fa paura niente
tanto meno un prepotente
preferisce stare solo
anche se gli costa caro
non fa alcuna differenza
tra un anno ed una notte
tra un bacio ed un addio
Questo è un miserere
senza lacrime questo è il miserere
di chi non ha
più illusioni
Ha tutte le carte in regola
per essere un artista
detesta lavorare
intorno a un parassita
vive male la sua vita
ma lo fa con grande amore
ha amato tanto due donne
erano belle, bionde, alte, snelle
ma per lui non esistono più

E perché è solo un artista
che l'hanno preso per un egoista
la vita é una cosa che prende, porta e spedisce

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